08 giugno 2014

Colpa delle stelle | Bajo la misma estrella

Com'è Colpa delle stelle di John Green? Mah...
Avevo letto che faceva piangere, ma non piangere normale, proprio da disperarsi: ovviamente con queste premesse era chiaro che il libro doveva essere mio e me lo sono comprata qui in Argentina... ed invece no, delusione! E' un libro che fa commuovere, venire gli occhi lucidi e basta!

Ammetto anche che questo giudizio è dettato dall'età che avanza: son sicura che a 18-20 anni questo libro mi avrebbe fatto letteralmente impazzire e ora non vedrei l'ora di vedere il film, in questo fine settimana in uscita negli Stati Uniti e che da noi - cioè da voi- arriverà all'inizio di settembre. Per avere un'idea un po' più chiara della trama e della mia opinione vi rimando a questa mia recensione, ma ora vi spiego di che cosa significa leggere un libro in spagnolo in Argentina.

Colpa delle stelle è la traduzione di The fault in our stars, best seller americano, e in spagnolo si chiama Bajo la misma estrella. Io credevo che i libri in SudAmerica venissero ritradotti, come succedde credo tra l'inglese-inglese e l'inglese-americano, invece a quanto pare qui arrivano molti libri in spagnolo castellano. E lo spagnolo e lo spagnolo latinoamericano non sono la stessa cosa: ecco alcuni esempi...
Ci sono cose che si dicono in modo molto diverso, per esempio i miei occhiali qui si chiamano "lentes" o "anteojos" mentre in Spagna "gafas".
Anche i verbi son diversi: per esempio qui non si usa mai il tu ma si dice vos. Dare del voi non è una forma di cortesia, anche i bambini giocando fra loro si dicono "e voi iniziate a correre che poi io vi prendo"... a me fanno scassare dal ridere! Con i verbi io non ci ho ancora molta confidenza e mi muovo sempre un po' a tentoni.
La pronuncia delle parole cambia un sacco: la parola pioggia, che si scrive "lluvia", in Spagna si legge gliubia, a Buenos Aires sciubia e qui a Mendoza sgiubia.
Poi ci sono parole che in spagnolo vogliono dire una cosa, ma qui tutt'altro. Per esempio leggendo questo libro rompevo spesso le scatole a una delle ragazze che vive con me che sa bene lo spagnolo e le ho chiesto perché noi qui per dire prendere usiamo sempre il verbo "tomar" mentre nel libro era un continuo usare il verbo "coger". "Coger" ho capito che devo scordarmelo al più presto prima di fare qualche figura di cacca: "coger" qui vuol sì dire prendere, ma solo prendere sessualmente o_0

6 commenti:

Sabina Fragola ha detto...

Sono le bellezze delle differenze tra la lingua ufficiale (lo spagnolo castigliano) e lo spagnolo coloniale, anche se nella stessa Spagna ci sono differenze tra regione e regione. Il vos nel Sudamerica è la norma, ma in Spagna è sbagliato anche se ti capiscono lo stesso. Coger e tomar non sono la stessa cosa nemmeno in castigliano, cioè significano entrambi prendere ma con due significati diversi, anche se non c'è l'accezione sessuale, o perlomeno non è la prima cosa a cui si pensa...
Comunque per i libri in inglese è la stessa situazione,non vengono tradotti in inglese americano ma arrivano in inglese britannico, perché è ugualmente comprensibile...

Alenixedda ha detto...

Ahahah mi hai ricordato di quando ero a Granada in Erasmus e la nostra amica messicana parlava di "Camiòn" per riferirsi all' autobus! E noi, che ancora non sapevamo bene la lingua, non ci capivamo nulla!!! :D

minerva ha detto...

Ciao! Io l'ho letto, e il film voglio vederlo davvero, perché secondo me è un libro che si presta ad essere trasposto, cinematograficamente. Però... hai ragione, non fa piangere. Più che altro a me hanno fatto sorridere diversi dialoghi, però.... alla fine ho letto cose molto migliori. Però mi è piaciuto decisamente molto di più rispetto a "noi siamo infinito"!
baci
Minerva

Federica ha detto...

@minerva: noi siamo infinito ho visto solo il film, ma non mi aveva assolutamente entusiasmato

Erika ha detto...

Ahahahaha carino l'equivoco. Io e i miei neuroni che non mi fanno entrare in testa le lingue! Forse capisco il perchè, adesso

Auryn ha detto...

Nemmeno a me aveva fatto impazzire, soprattutto a livello di trama. Cioè, Green scrive molto bene, i dialogi sono spumeggianti, ma poi? Cosa resta? Il gran colpo di scena l'avevo indovinato milioni di pagine prima. E ho trovato il tutto veramente un po' troppo buonista! :-(
PS Il film "Noi siamo infinito", invece, mi è piaciuto tanto!