30 giugno 2014

Il mio bicchiere

Con i bambini stiamo facendo piccoli passi avanti: non è facile costruire un rapporto di fiducia con loro, mentre il peso di ogni sconfitta piccola o grande che sia si fa sentire. 

Ogni giorno cerco di riempire il bicchiere di piccole gocce di cose belle: un per favore sorto spontaneo, un per favore suggerito dal vicino di posto al bambino nuovo, sorrisi, interesse per le attività proposte, i piccoli miglioramenti nel comportamento, la risposta ad un saluto quando i bambini arrivano al centro. Sembrano cose piccole, e forse lo sono, ma qui non sono assolutamente scontate: soprattutto il salutarci quando arrivano è proprio una cosa che costa un sacco di fatica.
Il bicchiere non è ancora mezzo pieno, ma son contenta così e sento che siamo sul cammino giusto. 
Ci va pazienza, tanta pazienza e fiducia. Se non ce la mettiamo noi per prime, non possono sicuramente mettercela loro.

Speriamo che la lunga pausa delle vacanze invernali non ci faccia perdere troppo terreno!

28 giugno 2014

Propuesta indecente

La colonna sonora del mio viaggio merita, questa volta, di essere vista e non solo ascoltata.

Io vi giuro che muoio dal ridere quando vedo l'accendino con inciso sopra il nome del cantante. Solo Er Piotta batte Romeo Santos in quanto a dettagli di finezza e sobrietà!

Ma il testo? Vogliamo parlare della poesia del testo? Per non farvi perdere nemmeno una sfumatura di questa dichiarazione d'amore vi ho trovato pure il testo!
Perché quale donna di fronte ad un "se ti manco di rispetto dò la colpa all'alcool" o alla proposta "balliamo bachata e finiamo a letto" non crollerebbe ai piedi del fanciullo di turno?



25 giugno 2014

Estela Carlotto - una nonna di Plaza de Mayo

Se la biografia su Estela Carlotto, scritta da Javier Folco, fosse stata un libro cartaceo ora sarebbe pieno di orecchie, sottolineature, punti esclamativi e punti interrogativi: sarebbe un libro vissuto. (Invece io l'ho letto come ebook e quindi ho messo dei segnalibri e sottolineato qualcosa, ma non è la stessa cosa)

Tanto tempo fa, forse andavo ancora al liceo, avevo letto Le irregolari di Massimo Carlotto e avevo scoperto che c'erano dei ragazzi che erano stati rapiti da neonati e affidati alle famiglie degli assassini delle loro madri. Ma non in un tempo lontano, giusto qualche anno prima che nascessi io. Piacere di conoscerti Argentina. Mai avrei pensato che qualche anno dopo sarei andata a Buenos Aires e avrei visto quella piazza e avrei conosciuto alcune delle madri. Mai e poi mai avrei immaginato che mi sarei ritrovata a vivere un anno in Argentina.

Ora mi è capitato tra le mani Estela Carlotto - una nonna di Plaza de Mayo (QUI trovate la mia
recensione ufficiale) mi son tornate in mente quelle sensazioni. E se Le irregolari era un libro che appunto mi aveva emozionato ed indignato,, questa biografia mi ha fatto riflettere, contestualizzare i fatti e capire un po' di più questo paese che mi sta ospitando.

Sapevo il perché il simbolo delle nonne e della madri era un fazzoletto bianco, ma non sapevo perché il movimento fosse composto solo da donne: i militari non le consideravano un pericolo, solamente delle
pazze, e le lasciavano girare intorno all'obelisco di Plaza de Mayo. La stessa cosa non sarebbe stata lasciata fare ai loro mariti. Questa è una storia che racconta non solo l'orrore di un piano sistematico di sequestro di bambini, ma anche come le donne quando sono determinate ed unite riescono ad ottenere risultati importanti, se non addirittura impensabili.

Questo non è un libro di storia, ma è un libro di testimonianze molto ben contestualizzate: non è una lettura pesante ed è fruibile anche da chi non sa nulla di storia argentina. Per chi invece si è già interessato all'argomento è importante che sappia che non è la riproposizione di quello che già si è letto in altri libri, ma offre un punto di vista originale sulla questione desaparecidos.

Si stima che i bambini rapiti siano stati 500 e solo poco più di un centinaio son stati ritrovati e, ovviamente, per questi giovani non è stato facile accettare di avere una storia personale così contraddittoria: i genitori che li avevano cresciuti con amore fino a quel momento in realtà erano complici degli assassini delle loro madri. E' una cosa sconvolgente!

Mentre leggevo questo libro mi son venute in mente mille domande e qualcuna l'ho fatta a Javier Folco, l'autore, e QUI trovate la mia piccola intervista.

Ammetto che quando ho letto che cosa pensa di dire Estela Carlotto, che ha 83 anni, quando ritroverà Guido, il nipote che non ha mai conosciuto, mi son commossa. Però non ve lo svelo perché è un libro assolutamente da leggere!

23 giugno 2014

Appunti della domenica

Appunti sparsi di questo fine settimana "largo", ovvero lungo:
fiori-potrerillos
Bandiera Argentina. Potrerillos. Aprile 2014

- venerdì dìa de la bandera: si sta a casa. I bambini di quarta elementare il giorno prima a scuola giurano fedeltà alla bandiera. A me tutto questo patriottismo mette sempre un po' in imbarazzo.

- sabato: inizia l'inverno. La mia idea di inverno ideale è quasi questa: luce fino alle 6.30 del pomeriggio e la possibilità di stare a leggere al sole fino alle 5 in maniche corte. Temo per quando arriverà l'estate! In teoria sarebbe anche il capodanno del sud: siccome io non amo molto il capodanno, anche quello del nord, mi son tenuta lontana da feste e festine.

- domenica: Corpus Domini. I bambini avevano i pompon, tipo ragazza pompon, bianchi e gialli (color Vaticano?) per la processione. La Chiesa era gremita al punto che il prete al momento di dare la pace ha invitato tutti a dare la pace solo alle persone che si avevano di fianco "se no qui oggi non andiamo più a pranzo". Perché di solito invece tutti al momento della pace si muovono come trottole impazzite per tutta la Chiesa per andare ad abbracciare chi conoscono.

21 giugno 2014

Io prima di te

Ci sono libri che quando li chiudi, che sia momentaneamente o perché sei arrivato alla fine, ti restano impressi nella testa e nel cuore e, nonostante tutto quello che stai facendo, non riesci a non pensare a quello che hai appena letto. Oppure, ancor peggio, non riesci a scrollarti di dosso quella fastidiosa sensazione che la tua giornata lavorativa sia un lungo intermezzo tra il momento in cui hai dovuto chiudere il libro e quello in cui finalmente lo riaprirai. Io prima di te fa pienamente parte di questi libri, che sono i miei preferiti.

Quando mia sorella me l'ha straconsigliato messo in valigia e Elisa mi ha detto che pure a lei era piaciuto un sacco, mi sono chiesta che cosa potesse avere di così speciale un libro che aveva come protagonista un tetraplegico che prima di uno spaventoso incidente era un manager in carriera e la sua badante/dama di compagnia. Sicuramente sarà una specie di Quasi amici, mi ero detta. Chissà mai come andrà a finire!

colazione-da-malati-libroE invece Io prima di te mi ha davvero stupita, tenuta con il fiato sospeso, mi ha fatto emozionare. E mi ha fatto piangere con i singhiozzi, di quelli veri. Di quelli che poi per riprendermi, almeno un po', mi son dovuta aprire il preziosissimo pacco di Pan di stelle che mi ero portata dall'Italia.

Il mio consiglio è di leggerlo ma assolutamente non sotto l'ombrellone, soprattutto se volete mantenere
un briciolo di dignità e non scoppiare a piangere davanti al vostro vicino. Aspettate l'autunno, davanti ad un buon té caldo e qualche muffin.
Beh qui è inverno (un inverno molto soft rispetto a quello piemontese) ma quella che vedete in foto è l'acqua e limone con cui ho fatto colazione la scorsa settimana: il mio intestino a volte, non so perché, mi dice che questa Argentina non gli piace granché.

15 giugno 2014

Festa del papà

Fonte: Mafalda official
Oggi qui è la festa del papà.
Una delle feste del papà. L'altra è a agosto, che sarebbe il giorno di San Martìn.

Però siccome San Martìn è il padre della patria si festeggia anche il dìa del padre.
Giusto per farvi capire che qui festeggiare non ci piace proprio per nulla!!! :)

11 giugno 2014

Come Tarzan

Sentirsi più solo di Tarzan il giorno della Festa della mamma.

Modi di dire argentini. Che denotano un certo tatto.

10 giugno 2014

Vamos Argentina!

Ovvero come stiamo aspettando i Mondiali.

Ieri a Messa il prete -Domenica ci sarà la prima partita dell'Argentina alle 19. Alle 19 però c'è Messa. Ci abbiamo pensato a lungo e probabilmente a Messa verranno solo due suorine ottantenni e io. Forse io, non garantisco! Quindi facciamo che la Messa la anticipiamo alle 18 e poi tutti a vedere la partita!

Anche in Italia sta salendo la febbre da Mondiali?

08 giugno 2014

Colpa delle stelle | Bajo la misma estrella

Com'è Colpa delle stelle di John Green? Mah...
Avevo letto che faceva piangere, ma non piangere normale, proprio da disperarsi: ovviamente con queste premesse era chiaro che il libro doveva essere mio e me lo sono comprata qui in Argentina... ed invece no, delusione! E' un libro che fa commuovere, venire gli occhi lucidi e basta!

Ammetto anche che questo giudizio è dettato dall'età che avanza: son sicura che a 18-20 anni questo libro mi avrebbe fatto letteralmente impazzire e ora non vedrei l'ora di vedere il film, in questo fine settimana in uscita negli Stati Uniti e che da noi - cioè da voi- arriverà all'inizio di settembre. Per avere un'idea un po' più chiara della trama e della mia opinione vi rimando a questa mia recensione, ma ora vi spiego di che cosa significa leggere un libro in spagnolo in Argentina.

Colpa delle stelle è la traduzione di The fault in our stars, best seller americano, e in spagnolo si chiama Bajo la misma estrella. Io credevo che i libri in SudAmerica venissero ritradotti, come succedde credo tra l'inglese-inglese e l'inglese-americano, invece a quanto pare qui arrivano molti libri in spagnolo castellano. E lo spagnolo e lo spagnolo latinoamericano non sono la stessa cosa: ecco alcuni esempi...
Ci sono cose che si dicono in modo molto diverso, per esempio i miei occhiali qui si chiamano "lentes" o "anteojos" mentre in Spagna "gafas".
Anche i verbi son diversi: per esempio qui non si usa mai il tu ma si dice vos. Dare del voi non è una forma di cortesia, anche i bambini giocando fra loro si dicono "e voi iniziate a correre che poi io vi prendo"... a me fanno scassare dal ridere! Con i verbi io non ci ho ancora molta confidenza e mi muovo sempre un po' a tentoni.
La pronuncia delle parole cambia un sacco: la parola pioggia, che si scrive "lluvia", in Spagna si legge gliubia, a Buenos Aires sciubia e qui a Mendoza sgiubia.
Poi ci sono parole che in spagnolo vogliono dire una cosa, ma qui tutt'altro. Per esempio leggendo questo libro rompevo spesso le scatole a una delle ragazze che vive con me che sa bene lo spagnolo e le ho chiesto perché noi qui per dire prendere usiamo sempre il verbo "tomar" mentre nel libro era un continuo usare il verbo "coger". "Coger" ho capito che devo scordarmelo al più presto prima di fare qualche figura di cacca: "coger" qui vuol sì dire prendere, ma solo prendere sessualmente o_0

06 giugno 2014

Gli spettacoli dei miei viaggi

Annalisa ha preso il testimone lasciato da Monica e questa volta ha indetto lei il tema del senso dei miei viaggi e ha scelto di farci parlare degli spettacoli e manifestazioni dei nostri viaggi. Io ho deciso che tutte le volte che parteciperò a quest'iniziativa vi parlerò di qualcosa che sto vivendo qui in sudamerica e quindi eccovi la mia interpretazione del tema.

Tango
La città del tango è Buenos Aires, ma anche a Mendoza ogni tanto capita di vedere qualcosa di qualità. Ed è così che ho imparato che il tango è ancora estremamente vivo ed in trasformazione: esiste anche un tango contemporaneo che fonde la tecnica del classico tango con quella della danza moderna.

25 de mayo: Festa dell'indipendenza

La festa del 25 de mayo è una delle feste più importanti per gli argentini e nel nostro centro è stata festeggiata con danze e spettacolini dei bambini, più ovviamente una montagna di empanadas, Ai miei occhi esterni è sembrato una via di mezzo tra un carnevale, con tutti i bambini mascherati da indigeni o signore ottocentesche, e un po' di bel patriottismo, che qui non manca mai. Tutti i giorni i bambini a scuola cantano la canzone alla bandiera mentre c'è l'alzabandiera o l'abbassabandiera. Esiste addirittura un giorno dedicato all'escarapela argentina. ovvero la coccarda!

Domenica delle palme
E siccome la domenica delle palme c'era troppa gente a Messa, si sono organizzati e la Messa l'hanno fatta fuori nel cortile della parrocchia!

04 giugno 2014

Empanadas

C'è chi dice che per imparare a nuotare devi buttarti là dove l'acqua è profonda e non si tocca.

Probabilmente c'è chi dice che per imparare a fare le empanadas è meglio non iniziare da una modica quantità, ma partire con quasi un centinaio di dozzine. Perché le empanadas si vendono e si comprano solo in dozzine, sappiatelo.

Gli ingredienti sono 15 kg di carne tritata da scongelare e filtrare perché non rimanga troppo umida e 30 kg di cipolle, da tagliare a pezzetti piccini piccini, e far cuocere. Poi ci vanno le uova soda, sempre tagliuzzate. Se voleste farle in versione boliviana anziché argentina dovete aggiungervi anche le patate, ma non ho capito se è al posto delle uova o in più.

Poi ci sarebbe da far la "pasta sfoglia", ma le empanadas son un piatto talmente comune che al supermercato si trova già la sfoglia sottile tonda e delle dimensioni giuste. Ovviamente in una confezione da 12.
Una cucchiaiata di ripieno per ognuna e poi la si chiude come un raviolone e si fa una specie di bordino, le mie si riconoscevano senza dubbio in mezzo a tutte le altre!

Il tutto va fatto con una compagnia esperta, tipo le nonne del quartiere: simpatiche vecchine (ma neanche troppo) che mentre chiudono le empanadas parlano di un sacco di zozzerie e solo con doppi sensi o_0