14 novembre 2015

Diplomacy - una notte per salvare Parigi

Questa mattina scrivere di Parigi non è facile e mi son chiesta se fosse il caso di pubblicare un post su un tema così delicato in un giorno come questo: la paura di essere banali, superficiali e di aggiungere solo parole inutili in un momento in cui forse non servono parole.
Mi son sempre detta che ogni qual volta un terrorista - o lo spettro di un possibile atto terroristico - riesce a cambiare una nostra abitudine ha vinto. E io nel mio piccolo non intendo lasciare a questi pazzi criminali lo spazio di avanzare nella mia quotidianità, che sia nella semplicità di un post o tantomeno nel modo di guardare il mondo. Essere tutti parigini è un dovere oggi, essere tutti Salvini è una boiata: facciamo in modo che la sacrosanta paura ci renda più coraggiosi, più informati, ma mai più superficiali.

Il post che segue è quello che avevo già finito di scrivere ieri sera quando mio papà mi ha detto di accendere la tv.
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Prima erano i talebani che hanno distrutto i Buddha, poi son arrivati i super-cattivi dell'Isis e hanno pensato di far danni a Palmira (e non solo). Tutte cose che stavano lì dalla notte dei tempi e che non vedremo più.
Niente di nuovo però sotto il fronte dei pazzi furiosi che se la prendono con l'arte: anche quel tizio con i baffetti - Hitler- aveva pensato di far fare la stessa fine all'intera Parigi in una notte d'agosto del 1944: gli giravano le balle che Parigi venisse liberata dagli Alleati e voleva distruggere tutto. Che tipo nervosetto!


Diplomacy - una notte per salvare Parigi racconta come un console svedese sia riuscito a convincere l'allora governatore nazista di Parigi a non dar l'ordine di far saltare le mine, che erano state piazzate in modo strategico tra i monumenti ed i ponti per far in modo che la Senna allagasse quello che sarebbe rimasto dopo le esplosioni.

Il film nasce da un'idea di una piece teatrale ed effettivamente si nota: l'intera vicenda si svolge in una notte all'interno della camera di un albergo dove avviene la trattativa, con la conseguenza di essere un  po' lento.
Il tema è sicuramente interessante, però: come il senso di responsabilità di un uomo, un burocrate nazista (mica un chierichetto!), consapevole che scegliere di salvare un'intera città metterebbe a rischio l'incolumità della sua famiglia, possa cambiare il futuro di un intero continente.
Al console svedese venne consegnata una medaglia al valore per aver salvato la città, ma si dice che lui la girò al generale perché la decisione finale di non far brillare la ville lumiere non era stata sua.

Foto di Il giro del mondo attraverso il libro
Son uscita dalla sala con la consapevolezza che davvero ho rischiato di non vedere una delle città più belle del mondo, in un tempo che è tutto fuorché lontano!
Grazie a Claudia che mi "ha prestato" questa bella foto che ha fatto a Parigi e mi accompagna in questa avventura cinefila: qui trovate la sua recensione di questo film!

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Son passati 4 giorni da quando ho visto questo film ed i fatti di ieri sera non possono influenzare la
Banksy
mia opinione su questo film. Martedì sera la mia attenzione si era concentrata sul patrimonio storico, che altro non è che cultura e anima di una nazione, su come Parigi che nella sua totalità è un gioiello che poteva non esistere più.
Stamattina nel rileggere questo pensiero invece ho pensato alle parole di Vittorio Arrigoni, ucciso in Palestina dove lavorava, "Restiamo umani". Un vecchio generale nazista alla fine della sua carriera, dopo averne di fatte e di crude, un briciolo di umanità l'aveva trovata nel 1944 a Parigi. Ieri sera a Parigi quei ragazzi hanno ucciso persone normali (civili, si diceva una volta, potevamo-essere-noi diciamo oggi) e hanno ucciso la loro umanità. Noi cerchiamo di non andargli dietro! non è facile perché la rabbia che ho provato ieri sera ha superato l'incredulità: essere adulti significa anche sapere che la rabbia non fa rima con oroglio. E quando lo fa è peggio per tutti.

9 commenti:

G ha detto...

Delicata e in punta di piedi, esprimi sempre quello che io raramente riesco a mettere nero su bianco.
Hai ragione, questi post sono stati difficilissimi. Il mio l'ho riscritto dieci volte, fino a lasciarlo così e temo che sarà frainteso o non capito fino in fondo, ma credo che certi avvenimenti e le sensazioni che ne scaturiscano non potrebbero mai essere analizzati con fredda lucidità, nemmeno dal migliore di noi.
Un abbraccio forte!

Elio ha detto...

Non bisogna avere paura di esprimere il proprio sentimento in questa occasione perché altrimenti vincono questi maledetti assassini. Lo si può fare delicatamente come te o più rudemente come altri. Io non ho fatto un post in questa occasione perché voglio prima riflettere. Sono contro tutte le guerre e questa ormai ne è una, contro qualsiasi forma di razzismo (colore della pelle, religione ecc.), ma in questo caso ho voglia anch'io di avere un mitragliatore in mano. Almeno ne farò fuori un paio prima di farmi ammazzare. Tutto il mondo si meraviglia di quello che è successo e, forse, non sanno che a Marsiglia c'è gente che vende dei Kalashnikof di contrabbando, che dal Belgio arrivano armi di tutti i tipi (a proposito, cosa si fa per bloccare il traffico alla fonte?) e che la Serbia è uno dei paesi fornitori. Senza contare che ex militari arrotondano la loro pensione con questo sistema.
Tutti i potenti della terra stanno esprimendo le loro condoglianze, ma cosa fanno per appoggiare l'azione dei francesi e degli americani ? Anzi Putin difende Bashar El Assad il quale si pavoneggia in TV affirmando che quello che è successo è colpa della Francia stessa perché non appoggia (sottinteso) il suo regime. Uno di quelli che si nono fatti esplodere (non è ancora sicuro che fosse il suo) aveva a fianco del corpo a pezzi un passaporto siriano. Ed allora ?
Avrei ancora molte cose da dire, ma mi fermo qui con un groppo in gola.
A presto.
PS - Mercoledì prossimo mia moglie ed io andiamo ad un concerto prenotato da più tempo e non ci rinunciamo (spero faranno osservae un minuto di silenzio).

Patalice ha detto...

apprezzo il fatto che non hai fatto retorica, che su questo argomento è più che facile... quasi vien da se... sei stata invece parecchio riguardosa nei confronti di un argomento oggettivamente duplice nelle considerazioni e nelle conseguenze...
il film non lo conosco, ma non escludo affatto possa piacermi, piacermi molto

UIFPW08 ha detto...

Quoto il tuo pensieero Federica ma porgo la solidatrietà alla cittadinaza parigina che ho subito questo vile eccidio.
Maurizio

Silvia Pareschi ha detto...

E ora attendiamo col fiato sospeso quello che succederà. Che temo non sarà niente di buono.

Andrea Pizzato ha detto...

tanta tristezza su tutto :(( che male va il mondo :(

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Io ho scelto il silenzio nei giorni scorsi, sono momenti difficili e sicuramente bisogna restare umani.
Saluti a presto.

https://narrabondo.wordpress.com/ ha detto...

Non sei mai banale, né superficiale.
Ciao!

La ricreazione è finita ha detto...

Non sei mai né banale, né supericiale.
ciao
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