15 febbraio 2020

L'avventurosa storia dell'Uzbeko muto

Perché ho letto L'avventurosa storia dell'uzbeko muto di Luis Sepulveda?
Amo il Cile, in cui sono stata 5 anni fa, e sono affascinata dall'Uzbekistan, dove sogno di andare: credevo che questo libro potesse in qualche maniera unire queste mie due passioni.
E invece no.


L'avventurosa storia dell'uzbeko muto: trama
Raccolta di racconti ambientati in Sud America, con una attenzione particolare per il Cile.
Fattore comune è la gioventù con le sue passioni, la determinazione e la voglia di lottare.

La recensione de L'avventurosa storia dell'Uzbeko muto:
Capita anche voi di ritrovarvi tra le mani un libro e dire "Sì, l'ho letto ma non ho più idea di che cosa parlasse": questo libro è così scialbo che dopo poche settimane già faccio fatico a ricordarmelo.
Lettura assolutamente sconsigliata perché l'unica cosa bella del libro... è il titolo. Fate vobis!

Autore: Luis Sepulveda
(tra i suoi libri ti consiglio Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza)
Anno prima pubblicazione: 2015
Pagine:  141
Dove: principalmente in Cile, con qualche puntata a Mosca e Tashkent
A chi può piacere: io lo sconsiglio vivamente!


5 commenti:

Andrea Sacchini ha detto...

Cavolo, è già da un po' che ho in mente di leggere qualcosa di Sepulveda, ma adesso mi hai un po' smorzato il desiderio. :)

Sara ha detto...

Basta, bocciato!

Marco Poli ha detto...

Non ho mai amato gli scrittori sudamericani ... forse, ho difettato di impegno, siccome i miei interessi letterari mi hanno portato quasi sempre altrove.

Ma se hai intenzione di andare in Uzbekistan, la domanda doverosa che ti pongo è : Quale Uzbekistan ?

Quel Paese è un patchwork di regioni, città, razze e popoli dissimili tra loro, nonostante la prepotente pressione dell'etnia dominante. Per un sorvolo sommario, una surfata, non è sufficiente un mese.
Io ho esplorato la capitale Tashkent, che ancora mostra l'organizzazione urbanistica e sociale sovietica e, fino al pogrom agito all'indomani dell'indipendenza dagli uzbeki ( un miscuglio strano di persiano, indiano e cinese ) contro i russi e le minoranze europee cristiane, era praticamente una città russa.
Poi, la persecuzione ( di cui si sa praticamente nulla, nel Paese dei Balocchi occidentale ) e l'abbandono del Paese di tecnici, professori di scuola, medici ... fino a che gli autoctoni non si accorsero che, mannaggia, senza di loro, l'Uzbekistan non poteva funzionare ed allora iniziarono ad incentivare il ritorno di coloro che erano stati cacciati malamente.
Tantissima polizia.
Che bisogna pur dare un lavoro ai [ parti abbondanti delle donne dell'etnia maggioritaria ] : il Paese è in conclamato youth bulge.

{ chissà se nel libro sui confini della Russia che hai recensito qualche giorno fa si parla anche di questo }.

Tashkent è totalmente diversa dalla più nota e turistica Samarcanda, per dire, che è ( era, oggi non so ) una città a maggioranza netta tagika ( cioè indoeuropea ) ... eccetera.

===

Federica ha detto...

@andrea: io pescherei tra i suoi primi titoli, perché gli ultimi a me hanno deluso abbastanza.

@sara: senza ripensamenti!

@marco: DEll'Uzbekistan la stessa autrice ne parla nel suo primo libro, che secondo me è pure più bello, Sovietistan! :)

UIFPW08 ha detto...

Quoto Sara..piu o meno
Maurizio