Ebbene no, nemmeno quest'anno il Salone del Libro mi è piaciuto.
Non ce la posso fare: io in mezzo a tutto quel bordello di libri invece di entrare in una fase di lib(r)ido compulsiva divento solo insofferente e nervosa. Troppa scelta mi manda in pappa il cervello e alla fine ho comprato un libro usato che già volevo e niente di nuovo.
Però son andata a sentire l'intervento di Alessandro D'Avenia, facendo una coda lunghissima e finendo in un posto lontanissimo dal palco, di nuovo.
Io mi aspettavo una chiacchierata sul suo ultimo libro Ciò che inferno non è ma lui ha subito chiarito che non avremmo parlato di quello. E io mi son sentita un po' spiazzata.
Mi son appuntata qualche pensiero, qualche spunto di riflessione. Tipo l'idea di trasformare il proprio destino in una destinazione, che ancora non ho capito bene che cosa voglia dire ma è un'idea che mi garba.
D'Avenia ha insistito molto sull'importanza di imparare ad abitare i nostri limiti come faceva Leopardi, riuscire ad abitare le paure anziché evitarle. E io in questo son abbastanza un geniaccio, nell'evitarle intendo.
Quest'anno dal Salone del Libro son tornata a casa con uno scarso bottino in borsa, ma con un desiderio in più: prima di compiere i fatidici 30 anni magari me la leggo per intero l'Odissea, che magari ha qualcosa da dire pure a me che ogni tanto navigo un po' a vista...
Alessandro è sempre unico..
RispondiEliminaUn abbraccio Federica buona giornata
Maurizio
e dai Fede che è la volta buona per immergerti nelle fantasie omeriche: a quanto pare Alessandro è stato convincente!!!
RispondiEliminaecco lo sapevo...il nostro prof lascia sempre il suo segno. Sempre. Destinazione che derivi forse da destino? Bella sta cosa! Comunque la prossima volta più vicina Fede...dai dai dai!
RispondiEliminaIo le ho sempre abitate..solo che dopo un po' sono diventata abusiva e dovrei saperle evitare di tanto intanto!
RispondiEliminaBacione Fede!
pero' una volta nella vita ci voglio andare al salone del libro. Almeno per togliermi lo sfizio!
RispondiEliminaIl cervello in pappa per i troppi stimoli mi pare più che comprensibile. Davvero io non so come facciano, alcuni, ad entrare, comprare 6 libri e uscire.
RispondiEliminaSpesso con la troppa scelta, diventa difficile trovare qualcosa.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Non è facile scegliere quando si ha troppa scelta, è capitato anche me qualche anno fa...è l'occhio e la mente che non riescono a mettere a fuoco tutto... Ciao, Stefania
RispondiEliminaps. ti ringrazio per la visita che hai fatto al mio blog.