Quasi arzilli è un libro davvero genuino: semplice, scorrevole e simpatico. Simona riesce a raccontare la vecchiaia e i suoi acciacchi con delicatezza e senza cascare nella banalità. Io, poi, son una di quelle che, seppur imbranata in macchina, non sopporto gli anziani che guidano: per la prima volta in vita mia mi son ritrovata a fare il tifo per il novantenne alla guida -spericolata- della sua ape!!
Se volete saperne di più su Quasi arzilli, che vi straconsiglio, leggete la recensione che ho scritto per RecensioniLibri, oppure proseguite la lettura con la simpatica intervista che mi ha gentilmente rilasciato Simona Morani.
Ciao Simona, tu sei riuscita a realizzare quello che per
molte di noi blogger è un sogno nel cassetto: scrivere un libro!
Ci consigli una canzone da ascoltare come colonna sonora a
questa piccola intervista?
Grazie mille a te per questa intervista. Come colonna sonora
vi consiglio una qualsiasi canzone dell’album “Chocabeck” di Zucchero, album
che amo molto perché raccoglie meravigliosamente lo spirito dell’Emilia, la
zona in cui ho ambientato “Quasi arzilli”.
Com’è nata l’idea di Quasi arzilli?
L’idea è nata dai momenti vissuti con famigliari, amici e
conoscenti della mia zona. All’inizio si trattava di alcune scene che mi erano
rimaste particolarmente impresse e che pensavo meritassero di essere
raccontate. Poi pian piano si è creata la struttura per un romanzo vero e
proprio, anche se mantiene le caratteristiche di un racconto corale.
Tu parli della realtà reggiana, ma da diversi anni vivi
all’estero. Hai notato della differenze su come vengono trattati gli anziani
negli altri paesi in cui hai vissuto?
Nel poco tempo trascorso negli Stati Uniti tra il 2007 e
il 2009 mi è parso che gli anziani in generale fossero più soli che da noi in
Italia. Le persone sono abituate a lavorare molto lontano dalla famiglia di
origine, i rapporti con il vicinato sono diversi e il sistema sanitario non è
accessibile a tutti. In Germania invece c’è un sistema assistenziale forte e
ben organizzato. Anche qui i figli si staccano presto dai genitori e dai nonni.
Comunque l’idea “romantica” e rispettosa dei nonni c’è dappertutto anche se
vissuta in modo diverso.
Quali consigli potresti dare a un giovane autore emergente?
Sono io stessa un’autrice emergente quindi non posso ancora
permettermi di dare grandi consigli. Sicuramente consiglio di leggere tanto e qualsiasi
cosa e poi di approfondire il genere per cui ci si sente più portati, qualsiasi
esso sia. Non basta la passione per la scrittura, bisogna anche fare molto
esercizio, provare stili diversi per riuscire a trovare una voce che più
rappresenti noi stessi. Ad esempio, è inutile ostinarsi a scrivere una saga di
vampiri perché va di moda oggi, se non è nelle nostre corde. Anche perché il
mercato cambia in continuazione. Meglio essere sinceri con se stessi, lavorare
su un’idea propria e renderla il più efficace possibile. Penso sia anche
importante avere il coraggio di fare valutare il proprio manoscritto da persone
del settore, esterne alla cerchia di famigliari e amici.
Come sei entrata in contatto con una casa editrice rinomata
come la Giunti?
Durante un workshop di scrittura. Ero partita inizialmente
per conoscere altre donne appassionate di scrittura come me e imparare tecniche
nuove durante i seminari. Tra gli invitati alle conferenze c’era anche una editor
di Giunti alla quale ho parlato del manoscritto che avevo appena concluso. La
trama le è piaciuta e mi ha chiesto di inviarle il libro in lettura per email. Meno
di un mese dopo mi ha contattata dicendo che le era piaciuto molto e che aveva
intenzione di pubblicarlo. Uno dei giorni più belli della mia vita.
Qual è la cosa più buffa che ti è successa da quando hai
pubblicato Quasi arzilli?
Una cosa buffa mi è capitata durante il firmacopie poco
tempo fa a Reggio Emilia. Il firmacopie è un’invenzione americana esportata
anche da noi in cui l’autore presenzia in una libreria con i propri libri in
bella vista e attende che qualche temerario si avvicini e acquisti una copia
fresca di autografo. Il problema è che i passanti, vedendomi lì con la penna in
mano seduta su uno sgabello, mi scambiavano per una promoter, mi guardavano con
sospetto e mi giravano alla larga… una sensazione imbarazzantissima. Dopo
un’ora di sconsolata solitudine, ecco che un magnanimo signore si dirige dritto
verso di me. Parliamo per un bel quarto d’ora, dentro di me già penso a
qualcosa di simpatico da scrivergli sulla prima pagina come dedica personale quando
lui mi gela con questa dichiarazione: “Molto bene, il suo libro mi sembra
interessante. Andrò a vedere se lo trovo in biblioteca”.
Prossimo obiettivo?
Terminare il secondo romanzo! Spero di farcela entro
quest’estate.
Grazie Simona, sei stata gentilissima… e spero di
incontrarti presto durante una delle presentazioni del tuo libro!
Grazie a te, sarebbe bellissimo conoscerci di persona!
Grazie a te, sarebbe bellissimo conoscerci di persona!
Beh che dire... Una blogger che pubblica un libro è un sogno che diventa realtà! Complimenti a Simona, che oltre a brava è pure simpatica. Domani guardo se trovo il libro in biblioteca anche io :-)
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