Gentile signor Eladio Linacero,
ho sempre pensato che se uno non ha niente da dire può anche stare zitto, se uno non ha nulla di importante da scrivere può anche fare a meno di farlo. Lo so che detto da me che son logorroica e ho un blog da ben 7 anni, senza aver poi molto da dire, potrebbe sembrare un controsenso, ma non ho mai detto che essere coerenti sia uno dei miei (tanti) pregi.
Le dò del lei signor Linacero perché la sento tanto, tanto distante da me.
Lei dice di voler scrivere le sue memorie perché è arrivato alla tappa dei 40 anni e ha letto da qualche parte che uno deve farlo"soprattutto se gli sono capitate cose interessanti". Peccato che a lei signor giornalista Eladio Linacero gliene siano capitate ben poche, o forse ci ha raccontato quelle che lo son state di meno.
Bisogna riconoscerle che almeno ha il dono della sintesi: in 40 pagine (le prime 20 son di presentazione delle nemmeno 60 di questo libricino) ha detto tutto quello che riteneva dovesse essere narrato.
Lei signor Eladio mi sa di una persona un po' viscida, uno di quelli che dice di aver mille interessi e mille sogni ma poi parla -e ha in testa- solo una cosa dall'inizio alla fine. E' in buona compagnia, non si preoccupi. Certo, forse la sua è solo la paura di innamorarsi o il terrore di non riuscire più a farlo, ma non riesco a trovare qualcosa che mi accomuni a lei.
Mi ero fatta prestare da Claudia Il pozzo perché avevo piacere di conoscere la sua città, Montevideo in Uruguay: non ci ero stata quando tutti gli altri erano andati in Uruguay perché avevo il pallino -malsano- di passare Capodanno in Cile. Mi hanno parlato di un
paese dove le persone sono gentilissime ed accoglienti ed è per questo che darò ancora un'altra possibilità alla letteratura del suo paese e, forse, al suo autore.
Informandomi ho scoperto che Juan Carlos Onetti è tra i maggiori esponenti della letteratura uruguayana e quindi mi sa che ha fatto bene a scrivere questa opera prima nel 1939: ha iniziato a scrivere qualcosa di un tipo che non aveva poi molto da dire ed è diventato un ottimo scrittore (dicono).
Il pozzo credo finirà nel grande cassetto della mia non-memoria dove finiscono i libri che non ti hanno lasciato nulla, né nel bene né nel male.
Il pozzo edito dalla casa editrice Sur lo consiglio solamente a chi è un amante del suo autore: in queste poche pagine ritroverà il suo stile e non si soffermerà troppo su una trama inconsistente.
Lo hai stracciato.
RispondiEliminaUn abbraccio
Non è mai facile mettere d'accordo, o in disaccordo, tutti su una lettura. Il libro è una questione privata tra lettore e autore. Un dialogo sempre diverso, perché diverso è l'interlocutore che ascolta.
RispondiEliminaUn sorriso per il fine settimana.
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Mi piace il cassetto della non-memoria per i libri che non lasciano niente!
RispondiEliminaUn libro che non ci lascia nulla, meglio non averlo letto!
RispondiEliminaLo salterò a pie' pari!
RispondiEliminabella critica molto coraggiosa e sincera
RispondiEliminaOk. Quindi passiamo al prossimo libro?
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