Se le mie gambe seguissero il mio cuore e il mio cuore seguisse la poesia oggi sarei al caldo in Venezuela. Mi sto lentamente innamorando di Eugenio Montejo, ma Pablo non temere che al primo posto ci sei sempre tu <3
Parlano poco gli alberi, si sa.
Passano tutta la vita meditando
e muovendo i loro rami.
Basta guardarli in autunno
quando si riuniscono nei parchi:
soltanto i più vecchi conversano,
quelli che donano le nuvole e gli uccelli,
ma la loro voce si perde tra le foglie
e assai poco percepiamo, quasi niente.
È difficile riempire un piccolo libro
coi pensieri degli alberi.
Tutto in essi è vago, frammentario.
Oggi, ad esempio, mentre ascoltavo il grido
di un tordo nero, di ritorno verso casa,
grido ultimo di chi non attende un'altra estate,
ho capito che nella sua voce parlava un albero,
uno dei tanti,
ma non so cosa fare di quel grido,
non so come trascriverlo.
Anche io amo le opere di Pablo Neruda ma anche questo poeta, che non conosco, mi piace. Grazie per aver proposto una sua opera.
RispondiEliminaFelice fine settimana
Un abbraccio
enrico
Potevi fare anche un salto in Sicilia..Oddio
RispondiEliminaCiao Federica
Maurizio
Anche qui, da ieri sera, ufficialmente finita l'estate di San Martino (ma... è giusto così!^^)
RispondiEliminaMolto belli i versi!!**
Moz-
Oggi ne ho abbracciato uno, mentre passeggiavo con Pagnotta.
RispondiEliminaAdoro Neruda e gli alberi da sempre hanno un fascino enorme su di me! Quando ero piccola raccontavo loro un sacco di cose, perché pensavo che si sentissero soli a stare sempre fermi nello stesso posto :-)
Bacione!
Grazie di questa splendida poesia. Anch'io come G ho un debole per gli alberi, sono le mie creature preferite :-)
RispondiEliminaBellissima!
RispondiEliminaMolto, molto bella!
RispondiElimina;-)
PS: anche la foto!