Ed è così che Un certo Lucas di Julio Cortazar con la sua copertina gialla bellissima è finito nella mia borsa, in valigia, sul comodino, in macchina, in bagno...
La mia conoscenza della letteratura argentina era abbastanza scarsa fino a 2 anni fa, ma di Cortàzar appena arrivata in Argentina me ne son subito accorto. Che sia chiaro, non è che se ne parlasse ogni due per tre ma nel 2014 ricorreva il centenario della nascita e ogni tanto c'era qualche evento che ci faceva riferimento.
Cortazar è quello lì che si vede poco. mostra fotografico "Pepe era una fiesta". Villa Ocampo, Buenos Aires |
Un certo Lucas è qualcosa di più di una serie di racconti: il protagonista è sempre lo stesso stranissimo protagonista, questo Lucas, e le sue elucubrazioni e le sue mille stranezze.
Eravamo partiti bene perché il primo racconto, quello dell'Idra (che si può leggere qua), mi era strapiaciuto ma piano piano il mio entusiasmo si è ammosciato e il libro l'ho preso-posato-ripreso-insistito per andare avanti.
E quindi no, il primo incontro con Cortàzar è andato maluccio.
E ci son rimasta male e ho cercato qualcos'altro di suo: ho scoperto che come poeta quell'uomo dallo sguardo affascinate che ti fa sciogliere mi piace, mi piace un sacco!
Tanto lontano da te
come un occhio dall’altro,
da quest’accolta avversità
nascerà lo sguardo che finalmente ti meriti.
Julio Cortázar, Se devo vivere senza di te
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