Marina Menegazzo e Maria Josè Coni |
Queste due ragazze mendocine erano in vacanza insieme e son state assassinate da due ecuadoregni. La storia bruttissima non è molto originale: purtroppo può capitare ad un turista di essere una preda più facile per i delinquenti del posto o che una donna, anche nella sua città, sia la vittima prediletta dei balordi. L'8 marzo quest'anno bisognerebbe festeggiarlo a Colonia, anche se credo che sarebbe troppo semplicistico far finta che quelli siano problemi legati solo ed esclusivamente al rapporto donna/islam.
I media argentini -e ho ragione di pensare che anche quelli italiani avrebbero fatto lo stesso, magari solo in modo più velato- si son subito scatenati: cosa ci facevano due ragazze così giovani in giro da sole? Perché i genitori hanno permesso loro di fare un viaggio da sole? Perché si son messe in viaggio senza un ragazzo al vostro fianco? Allora belle mie ve la siete cercata!
Quante volte ho sentito dire a delle bambine (italiane) che dicevano che da grandi avrebbero voluto fare qualcosa o andare a vedere un posto "ti ci porta poi il fidanzato" e mai una volta ho sentito fare lo stesso discorso ad un maschietto. Senza nessuna malizia, senza pensarci, ma è palese che siamo abituati a pensare così e le nostre parole pesano molto più di quello che pensiamo di pensare.
Murales a Castro, Isola di Chiloè - Cile |
Le circostanze mi hanno poi convinta che se volevo visitare il paese in cui mi trovavo o diventavo super socievole e mi azzeccavo a qualcuno o mi sarei dovuta muovere da sola.
I primi passi li ho fatti con il terrore e l'incertezza di chi impara a camminare su tratti brevi e già battuti, poi mi son lanciata nel lungo viaggio patagonico.
#niunamenos la campagna lanciata in Argentina contro il femminicidio Disegno di Ricardo Siri Liniers |
Ho imparato a cavarmela da sola, a scegliere da sola, a sbagliare da sola, ad essere triste da sola, ad essere felice anche da sola. Forse erano cose che già sapevo fare, che un po' già avevo in me e che dovevano solo trovare il modo di sbocciare.
Ho imparato a pensare da sola o forse semplicemente ad essere consapevole di saperlo fare.
E ho imparato che oggi, nel 2016, è una cosa che fa terribilmente paura.
E vorrei condividere con voi l'ultima parte di una toccante lettera aperta che una ragazza paraguayana ha scritto per dar voce a Marina e Maria José:
Mi dispiace non essere più qui, ma ci siete voi. E siete donne. Vi chiedo per me e per tutte le altre alle quali hanno negato vita e sogni, di alzare la voce. Lottiamo insieme, io con voi, con il mio spirito, e vi prometto che un giorno non ci saranno abbastanza sacchi per metterci tutte a tacere.
purtroppo non è solo il " viaggio da sola" che autorizza il mostro di turno a sentirsi autorizzato a molestarti fino ad ucciderti,
RispondiEliminanon so se ricordi la storia si Piappa Bacca, che attraversava paesi in guerra in abito da sposa, seguita anche dai mass midia, eppure la fine che ha fatto è simile alle due ragazze di cui parli.Altre volte basta anche restare tra le mura di casa o solo del quartiere per essere oggetto
da sopprimere.L'importante è che qiesti casi siano sempre tenuti a memoria, per imparare a difenderci, per imporre il diritto di vivere senza dover essere supportate da un uomo. noi non vogliamo fiori, ma pari condizioni. E somo conquiste che altre donne prima di noi hanno pagato con la vita, ed è nostro dovere continuare ad imporci, a difendere le nostre conquiste, oggi più che mai.
ciao !
Ti ringrazio per aver condiviso questa storia che altrimenti avrei perso.
RispondiEliminaMi fanno sempre un male pazzesco parole come queste, storie di ragazze che cercano semplicemente il proprio posto nel mondo viaggiando, sperimentando l'indipendenza e che vengono fermate nel modo più triste.
La gogna mediatica che segue ogni storia è umiliante, penosa, retrograda ed imbarazzante.
Mi sconvolge quando è opera magari di donne, di donne giovani che non posso giustificare con la scusante dell'età che consegue una visione anacronistica della realtà.
Orribile, davvero orribile.
La strada per l'emancipazione e per un ruolo diverso della donna è ancora molto lunga.
RispondiEliminaPurtroppo ancora tanti diritti vengono negati nel mondo e tante atrocità sono all'ordine del giorno, il rispetto verso le donne deve durare tutto l'anno.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Bel post Federica complimenti un abbraccio e un buon otto marzo
RispondiEliminaMaurizio
A me queste cose fanno veramente incazzare. Perché se fosse capitato a due ragazzi, nessuno avrebbe detto che "se la sono andati a cercare". Una donna deve poter essere libera di andare in giro per il mondo da sola senza essere uccisa, così come di mettersi una minigonna senza dover aver paura di suscitare reazioni "sbagliate" da parte degli uomini. Si parla tanto di pari diritti e pari opportunità, ma i veri diritti non sono avere il 50% delle donne all'interno di un consiglio comunale piuttosto che in un partito, il vero diritto per una donna (come per un uomo) è di poter fare le proprie scelte in completa indipendenza. Buon 8 marzo Fede!
RispondiEliminaL'ho sentita questa storia.
RispondiEliminaMi ricorda altre storie di cui questo mondo è pieno.
Triste, il mondo. Meno male che ogni tanto nasce anche qualche bella creatura qua e là :)
"se la sono andata a cercare" ci fa capire quanto ancora è lunga la strada per raggiungere una vera parità tra uomo e donna. a me fanno ridere tutte quelle persone (soprattutto uomini) che si schierano, giustamente, contro la violenza sulle donne non capendo, però, che è totalmente inutile intervenire quando ormai il danno è stato fatto, è totalmente inutile fare bei discorsi dopo l'ennesimo caso di violenza di genere, bisogna intervenire prima, con una massiccia azione che cambi la mentalità di uomini e donne. non è possibile trovare una giustificazione ad atti così brutali dicendo che è la stessa vittima che se l'è andata a cercare e, purtroppo, questa frase viene detta molto spesso anche da donne e la cosa mi fa ancora di più arrabbiare. c'è una mentalità maschilista ancora molto diffusa che si nasconde dietro un odioso atteggiamento ipocrita. dobbiamo partire dalle piccole cose per impedire che ne succedano di grosse.
RispondiEliminaChe tristezza....Sono arcistufa di questi commenti da Medioevo e dall'arrendevolezza delle stesse donne, che ammettono e appoggiano questa visione del mondo, divenendo spesso le più spietate tra i giudici....
RispondiEliminaFede ho ribloggato questo post.
RispondiEliminagià...ho viaggiato da sola per anni, per lavoro. E conosco quella sensazione di batticuore, dolce ma pauroso, e quella morsa allo stomaco, che solo una donna sola, in una città sconosciuta, ha mai provato. Sì, a noi donne ancora molte cose sono (più o meno) consapevolmente vietate. Ed è per questo che non smetto di impuntarmi per i nostri diritti. perchè a mia figlia voglio lasciare la possibilità di essere libera, di essere felice, anche da sola.
RispondiEliminaQuesto è un argomento che mi sta fortemente a cuore, perché io pur non avendo fatto viaggi con zaino in spalla da sola, sono partita per mesi di studio e lavoro all'estero in diverse occasioni... e OGNI VOLTA mi sono sentita dire commenti del tipo che non avrei dovuto partire da sola, che sarei dovuta partire con il mio ragazzo... cose assurde.
RispondiEliminaQuesto indistintamente sia da uomini che da donne. Dobbiamo liberarci di certi pregiudizi!!!
Queste due povere ragazze NON se la sono cercata, stavano solo facendo un viaggio... se fosse toccato a due ragazzi nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire che se la sono cercata. Non ho parole! Povere ragazze.