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07 dicembre 2016

Stoner

Ho finalmente letto Stoner perché, finalmente, una persona speciale me lo ha regalato: erano anni che io e Stoner ci corteggiavamo, mi guardava dietro quei suoi occhialoni dagli scaffali, lo prendevo in mano e poi lo riposavo dicendogli che lo avrei portato a casa con me la prossima volta.

Tanto tempo fa avevo letto una recensione di Strawberry su Stoner: son passati degli anni e della trama ricordo poco e nulla, ma il suo entusiasmo mi aveva raggiunto e non se ne era andato più. 
[E questa è una piccola parentesi per dire a Strawberry che i suoi post mi mancano!]
Da quel momento mi ero sempre ripromessa che era un libro che non poteva assolutamente mancare tra le mie letture...
Una foto pubblicata da Federica (@federica_zucca) in data:

Chi è Stoner?
Stoner è un ragazzo di campagna nato a fine '800 negli Stati Uniti a cui viene data la possibilità di studiare. E qui scopriamo già com'è fatto Stoner: Stoner è uno che ha delle ottime potenzialità, ma non sa scegliere e si lascia trasportare dagli eventi.
Stoner non è uno sfigato, non è un codardo: è solo un uomo mediocre.
E' uno che non parte per la guerra non perché ha dei grandi ideali, ma perché in quel momento non gli conviene mettersi in gioco. La sua non è decisione calcolata o scaltra: non è un rifiuto della guerra, non è la scelta di rimanere, è solo la scelta di non-partire.
E' uno che si sposa con una donna che crede di amare, ma lo fa con le modalità che gli impongono i "simpaticissimi" genitori di lei: preludio di un disastro silenzioso.
E' uno che scopre l'amore durante la classica crisi di mezza età, ma poi non sa lottare con le unghie e con i denti per tenersi stretta la donna perfetta per lui.
E' un padre che adora la figlia ma, per quieto vivere, decide di lasciare alla madre il compito di educarla e renderla una piccola donna infelice.
E' un professore universitario, apprezzato ma che non ha voglia di fare il salto di qualità: di crescere professionalmente. Preferisce rimanere lì, fermo, nell'università in cui ha iniziato i suoi studi e non uscire mai dai confini del suo staterello.

Si può quindi amare Stoner?
Io non l'ho amato: lo avrei preso a sberle, lo avrei voluto scuotere e avrei voluto urlargliene quattro, ma lo avrei anche voluto abbracciare per quella sua innata capacità di resistere a tutto.
Stoner non è l'eroe di cui ti innamori, non è il cattivo che odi, è solo uno di quei personaggi che ti rimane dentro e di cui io ho il terrore di poter un giorno diventare: Stoner è un monito per chi lo sta leggendo! [ottimo regalo di Natale per chi non ha il coraggio di prendere una decisione ed è in balia degli eventi]


Stoner è un libro che si apprezza soprattutto per lo stile del suo autore, John Williams: non è facile raccontare la mediocrità perché la mediocrità è tutto fuorché avvincente. Ma John Williams riesce ad affascinare il lettore e, alla fine di tutto, è uno di quei libri che quando chiudi ti dispiace che sia già finito.

6 commenti:

  1. Meno male che ci sono ancora persone speciali..
    Buon mercoledì Federica
    Maurizio

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  2. anch'io ho corteggiato questo libro per molto tempo e non ho avuto ancora l'opportunità di leggerlo; la tua bella recensione però devo confessare che un po' mi scoraggia.
    Il soggetto mi spaventa molto; sarà un tema che riesco a digerire?
    Grazie in ogni caso

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  3. Io invece credo non lo leggerò proprio perché odio i libri dove il protagonista è da schiaffi. Leggendo la trama, so che lo impiccherei al primo ramo. Forse in realtà perché mi somiglia, eh. Anche io ho sempre preferito la sicurezza di una vita tranquilla alle vette, e qualche volta le vette mi mancano. Ma credo che non sarei stata capace di vivere sempre in altitudine. So che è un mio limite letterario, ma vado molto a simpatie e se non c'è un personaggio positivo, non dico il protagonista ma almeno uno a cui affezionarsi, io non ce la faccio. Sono troppo idealista, forse. Però sì, in tanti mi dicono che merita come lettura e come stile.

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  4. Ho potuto ricominciare a leggere anch'io.

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  5. leggere...non ho tempo per leggere...ho iniziato l'arte di essere fragili...ed è lì che mi guarda...lo devo finire in qualche modo. Ah Beatrice...impegnativissima.

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  6. Io a volte mi sento un po' come Stoner... e penso che leggere questo libro mi farebbe venire la depressione. Cioè alla fine anziché spronarmi, per come sono fatta io, penso che finirei per deprimermi ancora di più. Io ho letto invece un altro libro dello stesso autore: Butcher crossing, quando ero nella mia fase far-west e anche se ho letto recensioni abbastanza brutte a me è piaciuto (ma non so se potrebbe essere il tuo genere, dev'essere abbastanza diverso da Stoner).

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ciliegine