Non avevo ancora 18 anni quando ho scelto di diventare vegetariana.
Di anni ne sono passati 16.
Le motivazioni in questi 16 anni sono cambiate, ma mai in questi anni (escluso l'anno argentino) ho messo in dubbio questa scelta.
A volte però mi sono resa conto che questa mia decisione col tempo è diventata un'abitudine perché la carne, a differenza dei primi tempi, non mi manca assolutamente. Da qui l'idea di leggere qualcosa a tema per "rinvigovire" le scelte di quando ero giovincella.
Fonte: Giacomo Verri libri |
In Brasile, in uno dei tanti mattatoi della Valle dei Ruminanti, vive e lavora Edgar Wilson. Edgar è (non fa, lo è) uno storditore: deve tramortire le vacche prima che vengano uccise.
Lo fa in una maniera che lo rende quasi un sacerdote, con un rispetto ed una grande pietà per quelle bestie che diventeranno poi hamburger.
Chi è uomo e chi è bestia?
Di uomini e bestie: recensione
Ana Paula Maia racconta di uomini e bestie in un paese, il Brasile, dove l'allevamento dei bovini ha sempre maggiore impatto sull'economia, sull'ambiente e sulla popolazione.
La questione di fondo di tutto il libro, che è un libricino, è che se vogliamo che il nostro hamburger arrivi sulla tavola (ma per noi italiani l'equivalente potrebbero essere i pomodori!) qualcuno il lavoro sporco lo deve farlo.
Edgar Wilson, il protagonista, ha trovato un suo modo per farlo nel modo più rispettoso possibile, altri invece hanno deciso di non porsi troppe domande e farlo con brutalità: ammazzare meno di 100 capi al giorno significa non essersi guadagnati la giornata, quindi si deve uccidere ancora in un modo o nell'altro.
Di uomini e bestie racconta la storia di chi è nato là dove un'alternativa non c'è, racconta di chi si sporca le mani con il sangue in una società in cui le differenze sono sempre maggiori e sempre più insormontabili. E chi ci rimette alla fine sono sempre gli stessi mentre altri, noi, abbiamo deciso di sederci a tavola e non farci domande quando addentiamo qualcosa.
Autrice: Ana Paula Maia
Anno prima pubblicazione: 2013
Pagine: 121
Dove: Brasile
A chi può piacere: a chi cerca domande piuttosto che risposte,
a chi è sensibile al tema della giustizia sociale.
Non è un libro per vegetariani o per convincere a diventarlo.
Non è un libro per vegetariani o per convincere a diventarlo.
Un'altra recensione: Giacomo Verri si sofferma anche su un particolare della traduzione: una splendida recensione per chi è ancora indeciso se valga la pena leggere o meno questo libro
Un argomento impegnativo. Io non mangio animali e al di là dell'aspetto etico, trovo che si mangi troppa carne per ignoranza.
RispondiEliminaLibri del genere dovrebbero essere letti da tutti, quanto meno per avere un minimo di consapevolezza su quello che hanno nel piatto.
RispondiEliminaNel tuo blog si scoprono libri molto interessanti.
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
io sono un vegano/vegetariano che ogni tanto crolla perché sono un uomo con tanti vizi e che non riesce mai a tenere la barra diritta. pero' nei prossimi giorni son costretto a darmi una regolata in generale.
RispondiEliminae poi alla fine il mio cibo preferito in assoluto sin da piccolo sono i legumi.