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18 agosto 2019

Di uomini e bestie

Perché ho letto Di uomini e bestie di Ana Paula Maia?
Non avevo ancora 18 anni quando ho scelto di diventare vegetariana.
Di anni ne sono passati 16.
Le motivazioni in questi 16 anni sono cambiate, ma mai in questi anni (escluso l'anno argentino) ho messo in dubbio questa scelta.
A volte però mi sono resa conto che questa mia decisione col tempo è  diventata un'abitudine perché la carne, a differenza dei primi tempi, non mi manca assolutamente. Da qui l'idea di leggere qualcosa a tema per "rinvigovire" le scelte di quando ero giovincella.
Fonte: Giacomo Verri libri
La trama molto in breve:
In Brasile, in uno dei tanti mattatoi della Valle dei Ruminanti, vive e lavora Edgar Wilson. Edgar è (non fa, lo è) uno storditore: deve tramortire le vacche prima che vengano uccise.
Lo fa in una maniera che lo rende quasi un sacerdote, con  un rispetto ed una grande pietà per quelle bestie che diventeranno poi hamburger.
Chi è uomo e chi è  bestia?






Primeira vez fazendo resenha de um livro que não é meu ksks, esse é apenas um dos 5 livros que minha professora de Teoria da Literatura II mandou a turma ler para esse período. A professora me emprestou para eu escaneasse e mandasse pra turma, então eu aproveitei para lê-lo. •••••••••••••••••••••••••••••• Incrivelmente a história bateu muito com o que eu tô vivendo atualmente, estou decidida a parar de comer carne por diversos motivos é esse livro só foi mais um para acrescentar nessa listinha de coisas negativas. •••••••••••••••••••••••••••••• Edgar Wilson é o protagonista do livro, ele trabalha do Matadouro do Nilo e é o atordoador de lá. Ou seja, é ele quem abate as vacas. Ele é um homem muito quieto e pensativo, sabe que seu trabalho é condenável (até mesmo por aqueles que comem carne), e que com muito esforço conseguirá comprar um hambúrguer com o dinheiro que ganha ali matando aquelas vacas. A todo momento o atordoador é cercado por pensamentos de crítica a seu próprio trabalho, ele não gosta de matar as vacas mas sabe que alguém precisa fazê-lo. A desigualdade social é marcada na história pelas pessoas pobres que vão até o matadouro pedir pela carne das vacas já mortas, que não tem mais a qualidade de um gado ainda vivo. O fato de que a vida de um boi representa ao mesmo tempo sua sentença de morte, para alimentar um homem, é enfatizada diversas vezes assim como a contradição entre as pessoas que comem a carne q aquelas que matam, nos fazendo levantar a seguinte pergunta: "o que faz de mim, menos assassino que o abatedor?" Durante toda história o abate do gado é descrito de forma muito realista, muito sangue, muita dor e muita condenação. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Pra quem pensa em parar de comer carne acho que esse livro seria um marco para tomar essa decisão, precisamos nos conscientizar de que não é necessário ter uma carne no prato para que nossa alimentação esteja completa, temos que ter mais empatia com os animais e mais noção do quanto essa indústria da pecuária acaba com o meio ambiente.
Un post condiviso da Luiza (@ler.tras) in data:


Di uomini e bestie: recensione






Un post condiviso da La Nuova Frontiera (@lanuovafrontiera) in data:


Ana Paula Maia racconta di uomini e bestie in un paese, il Brasile, dove l'allevamento dei bovini ha sempre maggiore impatto sull'economia, sull'ambiente e sulla popolazione.

La questione di fondo di tutto il libro, che è un libricino, è che se vogliamo che il nostro hamburger arrivi sulla tavola (ma per noi italiani l'equivalente potrebbero essere i pomodori!) qualcuno il lavoro sporco lo deve farlo.
Edgar Wilson, il protagonista, ha trovato un suo modo per farlo nel modo più rispettoso possibile, altri invece hanno deciso di non porsi troppe domande e farlo con brutalità: ammazzare meno di 100 capi al giorno significa non essersi guadagnati la giornata, quindi si deve uccidere ancora in un modo o nell'altro.


Di uomini e bestie racconta la storia di chi è nato là dove un'alternativa non c'è, racconta di chi si sporca le mani con il sangue in una società in cui le differenze sono sempre maggiori e sempre più insormontabili. E chi ci rimette alla fine sono sempre gli stessi mentre altri, noi, abbiamo deciso di sederci a tavola e non farci domande quando addentiamo qualcosa.

Autrice: Ana Paula Maia
Anno prima pubblicazione: 2013
Pagine: 121
Dove: Brasile
A chi può piacere: a chi cerca domande piuttosto che risposte, 
a chi è sensibile al tema della giustizia sociale.
Non è un libro per vegetariani o per convincere a diventarlo.
Un'altra recensione: Giacomo Verri si sofferma anche su un particolare della traduzione: una splendida recensione per chi è ancora indeciso se valga la pena leggere o meno questo libro


4 commenti:

  1. Un argomento impegnativo. Io non mangio animali e al di là dell'aspetto etico, trovo che si mangi troppa carne per ignoranza.

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  2. Libri del genere dovrebbero essere letti da tutti, quanto meno per avere un minimo di consapevolezza su quello che hanno nel piatto.

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  3. Nel tuo blog si scoprono libri molto interessanti.
    Sereno pomeriggio.

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  4. io sono un vegano/vegetariano che ogni tanto crolla perché sono un uomo con tanti vizi e che non riesce mai a tenere la barra diritta. pero' nei prossimi giorni son costretto a darmi una regolata in generale.

    e poi alla fine il mio cibo preferito in assoluto sin da piccolo sono i legumi.

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ciliegine