Perché l'ho letto Rwanda. Murambi, il libro delle ossa di Boubacar Boris Diop?
Hotel Ruanda per me è l'emblema del film angosciante, crudo, che fa star male. Non sono mai riuscita a rivederlo, ma ricordo di aver pianto dall'inizio alla fine.
Al Salone del libro ho visto questo libricino scontato e ho pensato che fosse giunto il momento di approfondire quella storia.
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Rwanda. Murambi, il libro delle ossa: La trama in breve
Cornelius, dopo diversi anni dal genocidio in Ruanda, torna nel suo paese. Il Ruanda è un paese in cui ha vissuto in realtà molto poco: prima del genocidio, quando era solo un ragazzino, è riuscito a scappare in Burundi e da lì a Gibuti.
La sua amica Jessica, invece, è rimasta ed è stata parte attiva della resistenza, con un ruolo tremendo e difficile da mantenere.
Tramite le loro voci anche noi scopriremo che cosa è successo a Murambi. E ci sentiremo male, ve lo assicuro.
Rwanda. Murambi, il libro delle ossa: La recensione
Tra l'aprile e il luglio del 1994 in Ruanda vennero uccise quasi un milione di persone, per lo più di etnia Tutsi.
Sui mezzi di informazione europei ed americani la notizia non trovava spazio e le Nazioni Uniteusarono molta cautela nell'intervenire se ne fregarono finché la situazione non precipitò.
Il rischio era che quella tragica follia per cui vicini di casa, amici, familiari di etnie differenti, ma che avevano convissuto fianco a fianco, si ammazzavano a colpi di machete venisse archiviata come una barbarie africana, roba di tribù e poco più.
E' importante invece chiedersi chi aveva interesse in tutto questo. Chi ha venduto tutti quei machete nei mesi precedenti davvero non sospettava a cosa servissero? E le Nazioni occidentali che interessi hanno in quell'area?
Questo libro non dà questo tipo di risposte, ma permette di farsi queste domande e capire come l'odio non nasca dalla follia collettiva, ma venga pilotato, fomentato e poi scoppi in qualcosa che non si riesce (e nemmeno si vuole) fermare.
Un genocidio che dura 100 giorni è qualcosa che è stato abilmente organizzato negli anni e nei decenni precedenti.
Un libricino come questo obbliga a fermarsi a riflettere su quanto sia faticoso, fisicamente faticoso, ammazzare la gente a colpi di machete; su cosa significhi stare dalla parte giusta e su cosa si debba fare (o non si debba fare) quando si decide di ricordare atrocità del genere.
In tutta questa tragedia in particolare si scopre la storia di Murambi, una cittadina nel sud del Ruanda, dove sono state ammazzate 50000 persone che erano state rinchiuse in una scuola e poi sui loro cadaveri fu gettata la calce per evitare che si scoprisse subito la fossa comune.
Boubacar Boris Diop impiega nemmeno 200 pagine per raccontare sotto forma di romanzo e con più punti di vista questa storia. Sono 200 pagine che non si riescono a leggere tutto d'un fiato, fanno stare male e non si riesce ad andare oltre.
La storia però è fatta di queste ferite e fingere che non esistano quelle cicatrici è qualcosa di molto pericoloso.
Non è un libro per tutti, ma merita di prendere coraggio e leggerlo.
Se conoscete altri bei libri che raccontino del genocidio del Ruanda per favore me li consigliate?
Autore: Boubcar Boris Diop
Cornelius, dopo diversi anni dal genocidio in Ruanda, torna nel suo paese. Il Ruanda è un paese in cui ha vissuto in realtà molto poco: prima del genocidio, quando era solo un ragazzino, è riuscito a scappare in Burundi e da lì a Gibuti.
La sua amica Jessica, invece, è rimasta ed è stata parte attiva della resistenza, con un ruolo tremendo e difficile da mantenere.
Tramite le loro voci anche noi scopriremo che cosa è successo a Murambi. E ci sentiremo male, ve lo assicuro.
Rwanda. Murambi, il libro delle ossa: La recensione
Tra l'aprile e il luglio del 1994 in Ruanda vennero uccise quasi un milione di persone, per lo più di etnia Tutsi.
Sui mezzi di informazione europei ed americani la notizia non trovava spazio e le Nazioni Unite
Il rischio era che quella tragica follia per cui vicini di casa, amici, familiari di etnie differenti, ma che avevano convissuto fianco a fianco, si ammazzavano a colpi di machete venisse archiviata come una barbarie africana, roba di tribù e poco più.
E' importante invece chiedersi chi aveva interesse in tutto questo. Chi ha venduto tutti quei machete nei mesi precedenti davvero non sospettava a cosa servissero? E le Nazioni occidentali che interessi hanno in quell'area?
Questo libro non dà questo tipo di risposte, ma permette di farsi queste domande e capire come l'odio non nasca dalla follia collettiva, ma venga pilotato, fomentato e poi scoppi in qualcosa che non si riesce (e nemmeno si vuole) fermare.
Un genocidio che dura 100 giorni è qualcosa che è stato abilmente organizzato negli anni e nei decenni precedenti.
Un libricino come questo obbliga a fermarsi a riflettere su quanto sia faticoso, fisicamente faticoso, ammazzare la gente a colpi di machete; su cosa significhi stare dalla parte giusta e su cosa si debba fare (o non si debba fare) quando si decide di ricordare atrocità del genere.
In tutta questa tragedia in particolare si scopre la storia di Murambi, una cittadina nel sud del Ruanda, dove sono state ammazzate 50000 persone che erano state rinchiuse in una scuola e poi sui loro cadaveri fu gettata la calce per evitare che si scoprisse subito la fossa comune.
Boubacar Doris Diop è un autore senegalese che ha scritto questo questo romanzo dopo essere stato in Ruanda. |
Boubacar Boris Diop impiega nemmeno 200 pagine per raccontare sotto forma di romanzo e con più punti di vista questa storia. Sono 200 pagine che non si riescono a leggere tutto d'un fiato, fanno stare male e non si riesce ad andare oltre.
La storia però è fatta di queste ferite e fingere che non esistano quelle cicatrici è qualcosa di molto pericoloso.
Non è un libro per tutti, ma merita di prendere coraggio e leggerlo.
Se conoscete altri bei libri che raccontino del genocidio del Ruanda per favore me li consigliate?
Autore: Boubcar Boris Diop
Anno prima pubblicazione: 2000
Pagine: 186
Dove: Ruanda
A chi può piacere: a chi ama la storia recente, a chi vuole capire cosa capiti in Africa, a chi ha visto Hotel Ruanda e si è posto tante domande.
E' una lettura molto cruda, quindi tenete presente che non è un libro facile
E' una lettura molto cruda, quindi tenete presente che non è un libro facile
Una storia terribile, anche io ho faticato a terminare la visione
RispondiEliminaCerco da storica di informarmi su questi gravi episodi ma riesco a farlo appunto da storica, mettendo un certo distacco. In maniera romanzata credo che non lo reggerei.
RispondiEliminaC'è un sito dell'Onu dedicato agli archivi della strage https://www.irmct.org/specials/glimpse-into-the-archives/index.html
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