Qualche anno fa ho letto un libro bellissimo: Hotel Silence. E' uno di quei libri che non ha una trama particolare (a dir la verità non me lo ricordo nemmeno più tanto bene), ma era scritto così bene che mi è rimasta addosso la sensazione che l'autrice mi avesse abbracciata, fisicamente pagina dopo pagina.
Ovviamente mi ero ripromessa di leggere altri libri dell'autrice al più presto (#credici), ma solo quando a luglio ho seguito le avventure di Sara Caulfield in Islanda mi sono ricordata di quel buon proposito e di aver visto tra gli scaffali della biblioteca Miss Islanda.
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Miss Islanda: trama
Il nome di Hekla l'ha scelto il suo papà appena è nata: Hekla porta il nome di un vulcano islandese ed effettivamente ha un vulcano dentro.
Hekla, diventata una giovane donna, viaggia dalla sua fattoria fino a Reykjavik: siamo all'inizio degli anni Sessanta ed Hekla è così bella che le viene subito proposto di partecipare a Miss Islanda.
Hekla però ha un sogno grande e una grande determinazione: vuole diventare una scrittrice.
In una società fortemente maschilista, Hekla proverà ad emergere con il supporto del suo amico omosessuale che subisce perennemente abusi e discriminazioni.
La Reykjavic di cui si parla in Miss Islanda è tutto fuorché la città arcobaleno, aperta ed accogliente, che è oggi.
Era una città, un paese, un'isola in cui gli omosessuali si chiamano invertiti, in cui la polizia faceva tranquillamente irruzione nelle loro case ed assolutamente era impensabile che un uomo, come DJ Johnsson che è il migliore amico di Hekla, potesse amare un altro uomo alla luce del sole.
Altrettanto impensabile era per una ragazza bellissima poter ambire a qualcosa di più o di diverso dal titolo di Reginetta di bellezza: la bellezza di Hekla non passa inosservata, ma come un vero vulcano Hekla ha una grande forza interiore che è la sua determinazione.
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Einaudi punta stranamente su questo aspetto della bellezza, piazzando nella copertina una bellissima ragazza, mentre inglesi e norvegesi evidenziano la vera passione di Hekla: fare la scrittrice. E' una ragazza degli anni Sessanta e quindi cosa c'è di meglio che una macchina da scrivere per rappresentarla?
Hekla porta avanti il suo progetto da donna indipendente quale è: non fa grandi proclami, ma testardamente continua a scrivere il suo romanzo in una lingua, l'islandese, parlata da pochissime persone nel mondo e sapendo che per una donna è molto più difficile emergere come scrittrice che per un uomo.
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La storia è indubbiamente potente ma questo libro non mi ha conquistata: in alcuni punti è un po' lento ed il linguaggio è troppo poetico per appassionarmi. Io preferisco i testi più concreti o forse semplicemente avevo aspettative troppo alte per questo libro.
di cui ho letto e consiglio molto di più Hotel Silence
Anno prima pubblicazione: 2018
Pagine: 196
Dove: soprattutto Reykjavik, ma anche in altre zone dell'Islanda, e c'è anche un pochino di Copenaghen
A chi può piacere: superconsigliato per i fortunelli che faranno un viaggio a Reykjavik;
molto interessante per chi cerca una lettura LGBT+ e si interroga sulle disparità di genere;
lo stile è molto particolare quindi ve lo consiglio se cercate un libro in cui si dà molto spazio ai pensieri e alle riflessioni piuttosto che ai fatti in sé.
Un'altra recensione: molto interessante l'approfondimento di Elena Genero Santoro sul percorso che ha portato verso l'uguaglianza di genere in Islanda, partendo proprio da questo libro
Durante il lockdown avevo iniziato ad ascoltare l'audiolibro di Hotel Silence su Storytel ma avevo interrotto l'ascolto passando ad altro. Mi distraevo in continuazione. Ho lasciato il titolo nella wishlist della biblioteca. Forse ci riproverò. è da un po' che non viaggio verso il nord... Buon weekend!
Non si finisce mai di scoprire le mille sfaccettature di storia sociale di quest'isola. Anch'io mi ero fatta ispirare da Hotel Silence, però qualcuno di cui mi fidavo mi dissuase dall'acquisto. Vedo dunque che mi devo ricredere. PS hai ragione quanto alla copertina dell'edizione italiana: non si può dire sia molto calzante o di buona originalità.
Sempre ottime idee lettetarie d"autore complementi Fedetica
RispondiEliminaMaurizio
Durante il lockdown avevo iniziato ad ascoltare l'audiolibro di Hotel Silence su Storytel ma avevo interrotto l'ascolto passando ad altro. Mi distraevo in continuazione. Ho lasciato il titolo nella wishlist della biblioteca. Forse ci riproverò. è da un po' che non viaggio verso il nord...
RispondiEliminaBuon weekend!
Non si finisce mai di scoprire le mille sfaccettature di storia sociale di quest'isola.
RispondiEliminaAnch'io mi ero fatta ispirare da Hotel Silence, però qualcuno di cui mi fidavo mi dissuase dall'acquisto.
Vedo dunque che mi devo ricredere.
PS hai ragione quanto alla copertina dell'edizione italiana: non si può dire sia molto calzante o di buona originalità.