Perché ho letto A che ora si mangia? Approssimazioni storico-linguistiche all'orario dei pasti (secoli XVII-XXI)? di Alessandro Barbero
Chi mi ha "spinto" a leggere questo libro, che come genere non è propriamente nelle mie corde, è stata Chiara con il suo Cibook, un gruppo di lettura che unisce la passione per il cibo a quello per i libri.
Ecco 3 episodi successi a me:
- Barcellona, una decina di anni fa. Avevo un pullman in serata da prendere, quindi era indispensabile mangiare prima possibile e volevamo la paella per salutare la città. Ci presentiamo in un ristorantino vicino al Maremagnum alle 19:30. Ci guardano come se volessimo fare merenda.
- Cracovia, agosto 2016. Questa volta avevo un pullman tardissimo e quindi ho pensato di andare a mangiare alle 21:30 così da non dover aspettare troppo in stazione. Nonostante il periodo e la zona superturistici, il cameriere mi guarda come un'extraterrestre e mi dice che se proprio mi accontento mi può dare qualcosa da asporto. Finì che mangiai un frullato al bar della stazione come cena, che storia triste!
- Argentina, cena a casa di un collega. Invitati a cena da un collega che voleva farci provare il pollo al disco (effettivamente buonissimo) che ci informa che a casa sua ci sarà anche il suo anziano padre cardiopatico grave: Don Peppe alle 23 inizia a mangiare pollo e peperoni. Io credo di aver passato la notte a digerire, ma era tutto normalissimo.
A che ora si mangia? di Barbero: sinossi
In questo breve saggio si spiega come non ci sia nulla di naturale o "normale" negli orari dei pasti, ma siano il frutto di grandissime trasformazioni sociali. Tra fine Settecento ed Ottocento le classi aristocratiche iniziarono a pranzare sempre più tardi per rimarcare la distanza dalla borghesia e anche un divario tra cittadini e provincialotti.
A che ora si mangia?: la recensione A che ora si mangia è un saggio di Barbero che si legge in un pomeriggio, ma a me non ha convinto. L'argomento è sicuramente curioso perché se ben ci pensate gli orari dei pasti, qualunque essi siano, scandiscono la nostra quotidianità. Le informazioni sono davvero originali: pensare che l'orario del pranzo nel corso di un paio di secoli sia stato posticipato così tanto da diventare praticamente un altro pasto e trasformare le abitudini. Per esempio a metà '800 si discute alla Camera dei Comuni di questo problema: un tempo la Camera si riuniva alle 16 dopo pranzo, ma ormai i deputatti hanno il "dinner" alle 19:30 e quindi è necessario avere un ristorante all'interno della Camera. Probabilmente non ci avevo mai fatto caso, ma questa questione in quegli anni era molto discussa anche nei romanzi. Ad esempio, in Cime tempestose si trova un riferimento a questioni legate agli orari dei pasti: nello Yorkshire il pranzo viene servito tra mezzogiorno e l'una e non alle cinque!
Quello che non mi ha convinto di questo libro è la struttura, che lo rende più simile ad una tesina universitaria che ad un saggio.
In particolare mi hanno infastidito le tantissime citazioni, che certo rendono molto ben documentate le tesi dell'autore ma ne rallentano un po' la lettura. La maggior parte di esse poi sono in inglese o francese senza traduzione e questo spezza il ritmo della lettura.
Quindi argomento interessante, ma libro solo così così.
Autore: Alessandro Barbero
Anno prima pubblicazione: 2017
Pagine: 77
Dove: Europa, in particolare Inghilterra e Francia
A chi può piacere: a chi si interessa di questioni storiche e curiose. Si legge molto velocemente.
Per approfondire: sul sito vassalli di Barbero (che mi ha fatto molto ridere per il nome) ho trovato questa intervista che mette in correlazione gli orari dei pasti della vecchia aristocrazia europea con le nuove abitudini della pandemia.
Interessantissimo, anche perché io sono una grande fan di Barbero. Me lo segno. :-)
RispondiEliminaPensa che qui in Svizzera di domenica e nei festivi spesso tanti ristoranti e bar sono chiusi :)
RispondiEliminaUn frullato alla stazione..megli di niente,
RispondiEliminaNotte Federica
Maurizio
avere fame e non trovare nulla è una delle cose peggiori!
RispondiEliminaPoi ci sono le differenze relative all'etá, di solito gli anziani cenano molto presto!
RispondiEliminaNo ma don Peppe cardiopatico grave che cena alle 23 con pollo e peperoni mi ha fatto sbellicare! In effetti questa cosa degli orari ha fatto rimanere anche noi a bocca asciutta varie volte, specie in Sudafrica, con orari British (e anche motivi di sicurezza pubblica) con cucine dei ristoranti chiuse alle 21, le 22 di sabato! Anche in una città come Cape Town. Cenare alle 19, con quel caldo e quel sole ci è sembrato sempre tanto strano. Viceversa in Grecia, cenare prima delle 22 è visto come cosa tipica dei turisti. Bello l'argomento di questo libro, forte! Peccato per scrittura poco convincente e tutte quelle note che anche a me annoiano parecchio.
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