I buoni propositi per il 2016 non li ho fatti, me li sono
risparmiati, come tutti gli anni, sapendo che tanto non ci tengo mai fede. Ed è un errore: i buoni
propositi non sono mete, sono indicazioni per sapere dove vorresti andare.
Io per questo primo mese dell’anno (in questo momento sono
molto indulgente con me stessa) mi son mossa a casaccio: mi son fatta le
domande giuste, mi son date le giuste risposte e poi ho avuto paura,
consapevole di aver paura, di fare quello che dovevo.
Poi stamattina ho avuto l’illuminazione: da qualche giorno
sul desktop del mio computer c’è questa foto, fatta lo scorso anno a El Bolson
(nord Patagonia, un paio d’ore a sud di Bariloche). L’ho scelta semplicemente
perché è una bella foto di un bel posto, nonostante non sia stata fatta in uno
dei posti più indimenticabili che abbia visitato.
Dal Bolson una delle escursioni
più proposte è al Bosque tallado, una specie di museo a cielo aperto (in cui
tra l’altro si paga l’entrata) e per arrivare devi prendere un taxi o
un’escursione organizzata e camminare per un’ora buona in salitissima.
Alla fine degli anni ’70 un incendio ha distrutto un intero
bosco: quello degli incendi è un gran casino in Patagonia. Sai com’è, gli
argentini hanno l’abitudine di fare alla brace anche le suole delle scarpe e
c’è un vento che ti porta via… motivo per cui nei parchi non si può mai
accendere un fuoco!
Le possibilità per la comunità erano semplici:
-
Piantare nuovi alberi: ma piantare nuovi alberi
vuol dire mettere la mano dell’uomo nuovamente negli affari della natura. E qui
a El Bolson c’è una grandissima comunità hippy e quindi hanno pensato, anche
giustamente, che sarebbe stata la Terra, con i suoi tempi, a ritornare verde.
-
Lasciare tutto così com’è: cosa che hanno fatto
fino agli anni ’90.
-
Valorizzare l’area.
Si decide quindi che quell’area sarà un museo a cielo
aperto, che i resti dei tronchi bruciati verranno utilizzati per intagliare
statue e creare un percorso non nel bosco bruciato, ma nel bosco che cambia.
Le statue sono ovviamente tutte
di legno, ogni anno con un concorso vengono scelti degli artisti che ne faranno
di nuove e quelle più vecchie le si riconosce perché sono “rovinate” dagli
agenti atmosferici.
E io ora tutte le mattine quando accenderò il mio computer
(che equivale a poco dopo che avrò aperto gli occhi) voglio essere un bosco
intagliato: voglio far crescere cose belle, là dove mi sono bruciata.
Ovviamente con la consapevolezza che questo è un buon
proposito e come tale non ci darò sempre retta, non sarà facile. Ma me lo sono
scritta, prima che per parlare a voi di un bel posto, per ricordarmi chi sono e
quo vado, come dice il mio amico Checco
brava Fede: mi piace questo proposito!!!
RispondiEliminaBeh: stupendo!
RispondiEliminaIl bosco e il proposito.
Brava! Baci
che meraviglia!! devono essere delle montagne bellissime!
RispondiEliminaQuando andai io questo luogo non lo conoscevo oggi mi mordo le dita..
RispondiEliminavabbe..Ciao Federica
Maurizio
Hai ragione Fede, i buoni propositi sono indicazioni su dove vogliamo andare, e non dobbiamo sempre seguirli, ma sappiamo che sono lì per guidarci. Bellissime le tue foto!
RispondiEliminaUn bellissimo post,splendida conclusione!
RispondiEliminaPost meraviglioso! Queste foto mi piacciono molto!❤
RispondiEliminagattaracinefila.blogspot.it