Per errore.
Io mi aspettavo di ricevere un altro libero da Feltrinelli e non avete idea della mia delusione quando ho aperto il pacchetto!
Io, che di calcio non sono sicuramente un'esperta, su Ibra sapevo tre cose in croce (e credevo di non volerne sapere altre):
- Ibra è quello con la canappia. Questa era la mia unica certezza.
- Ibra lo chiamano/chiamavano "lo zingaro" perchè non era fedele a nessuna maglia e cambiava casacca sempre (però pensavo giocasse ancora nell'Inter e qui ero rimasta un po' indietro).
- Ibra è zingaro anche perché è slavo...
...in realtà Zlatan Ibrahimovic è di origini slave, ma è svedese.
La graphic novel di Paolo Castaldi si intitola "Zlatan - un viaggio dove comincia il mito" ed è il racconto di un'adolescenza a Rosengård, la periferia di Malmö (al sud della Svezia).
Noi italiani abbiamo spesso il pregiudizio che nei paesi scandinavi si stia meravigliosamente (freddo a parte), che ci siano un sacco di diritti e la giustizia sociale sia realtà.
Probabilmente è così in molte parti della Svezia, ma non a Rosengård che è una periferia del mondo.
Paolo Castaldi racconta anche chi era il ragazzino Zlatan, prima di essere Ibra, ma soprattutto indaga questa periferia dove la disoccupazione arriva al 35%, mentre la media svedese è del 7%.
Ibrahimovic porta nel suo modo di giocare a calcio la sua storia: l'esibizionismo di chi ha imparato a giocare non in una scuola calcio ma in una piazza circondata da palazzoni e la voglia di emergere di chi è bollato perché proviene da un certo quartiere.
Rosengård rende omaggio al suo idolo e alle porte del quartiere gli hanno dedicato questa scritta:
"Puoi togliere il ragazzino dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzino"
La storia di Zlatan è la storia a lieto fine di un ragazzino con un talento incredibile nel giocare a pallone e che riesce a fare della sua passione un lavoro.
Ibrahimovic porta nel suo modo di giocare a calcio la sua storia: l'esibizionismo di chi ha imparato a giocare non in una scuola calcio ma in una piazza circondata da palazzoni e la voglia di emergere di chi è bollato perché proviene da un certo quartiere.
Rosengård rende omaggio al suo idolo e alle porte del quartiere gli hanno dedicato questa scritta:
"Puoi togliere il ragazzino dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzino"
Fonte Dailymail |
Interessante!
RispondiEliminaSerena domenica.
Ho visto un suo documentario, beh sì, oltre al calcio c'é di più nella vita di un ragazzo qualunque diventato quasi una leggenda ;)
RispondiEliminaOddio Federica ma dove li trovi..
RispondiEliminaMaurizio
Interessante ! Una storia che piacerebbe anche a me,che di calcio non ci capisco niente, perchè non è solo calcio ma è vita. Saluti.
RispondiEliminaMalmö mi fa pensare solo ai cassettoni dell'Ikea, o almeno finora... Adesso penserò anche al calcio quando sentirò questo nome!
RispondiEliminaE' un grande campione ma... mi affasciano di più le barzellette di Totti.
RispondiEliminaAvevo già visto un post simile da qualche parte: questo vuol dire che l'opera merita assolutamente! Sarà uno dei miei prossimi regali di Natale!
RispondiEliminaMah.. io ti ammiro già solo per aver avuto il coraggio di leggere il libro senza buttarlo nell'immondizia. Sicuramente oltre il calcio c'è di più... ma scriverci addirittura un libro..
RispondiElimina@silvia: invece è stata una bellissima sorpresa! :) anzi, in caso di visita a Malmo secondo me ha proprio senso leggerlo per capire una parte di città che non si vede.
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