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13 maggio 2019

Salone del Libro 2019

Ho passato un lungo sabato al Salone del Libro. 
Lungo perché sono stata dentro dall'apertura  alla chiusura (quasi): un solo giorno ma molto intenso!


Anni fa mi ero ripromessa che io al Salone del Libro non ci sarei mai più andata di sabato: troppa gente, troppa calca, troppo di tutto.
Ammetto che ho iniziato a pensare di aver fatto una cavolata ad aver cambiato idea esattamente nel momento in cui sono scesa dal treno con Claudia e abbiamo trovato una coda lunga come il mondo.
Per fortuna avevamo il pass stampa blogger e ci siamo infilate nel Salone ancora deserto.

A me del Salone non interessa molto la parte fieristica perché in mezzo a tutti quei libri, a quella scelta infinita, io mi trovo persa: vedo mille cose che mi piacerebbero, ma mai nessuna che mi interessi. Ed è strano per una come me che quando va in libreria vede sempre qualcosa che vorrebbe comprare, ma tutta questa folla mi distrae eccessivamente. Per molti anni sono andata al Salone del Libro uscendo senza acquisti!
Il fatto che la maggior parte degli editori non faccia sconti (o per lo meno regali qualcosa) mi porta spesso a rimandare l'acquisto a momenti successivi.
Quest'anno sono andata al Salone con l'elenco dei libri che dovevo comprare: uno per la festa della mamma, uno per me che volevo da parecchio, la Lonely Planet per il posto che spero diventi la meta della mie vacanze estive come da tradizione (perché EDT fa sconti interessanti), e uno che ho adocchiato alla fine.
Sono soddisfatta e li ho infilati nella borsetta di tela Shakespeare and company, che mi ha portato anni fa mia sorella da Parigi e mi fa sempre compagnia al Salone!

Tra gli altri riti da rispettare c'è la foto al grande scaffalone cilindrico dei libri: la faccio sempre, anche se mi fa un po' tristezza e mi ricorda la libreria finta del primo Berlusconi. Io tutti gli anni quando faccio la foto lì penso a Silvio... e non è un pensiero felice XD

Negli ultimi anni però ho deciso di ascoltare il consiglio di Strawberry e, invece che concentrarmi sull'aspetto fieristico, mi dò agli incontri.
Sono partita con un calendario di eventi piccoli e grandi conscia che non sarebbe stato possibile - e nemmeno saggio- partecipare a tutto.

Munita di penna e quaderno per gli appunti mi sono sparata grandi e piccole code per ascoltare i miei autori preferiti.
Le foto sono incredibilmente brutte, lo so.


Ho ascoltato Claudia Piñeiro raccontare il suo ultimo libro, Le maledizioni, insieme a Margherita Oggero. Questo incontro è quello che mi è piaciuto meno perché mi sembrava ci fosse poca sintonia fra loro e il libro lo acquisterò più avanti. La Piñeiro è la mia giallista argentina preferita e se volete leggere un suo bel libro vi consiglio Tua.
Claudia Piñeiro & Margherita Oggero
Secondo appuntamento con cinque autori latinoamericani dal tema profondo: esiste la letteratura latinoamericana?
Il poco tempo a disposizione di ciascuno non ha permesso di andare molto a fondo ma ci sono stati spunti abbastanza interessanti.
Tra i relatori senz'altro il mio preferito era Sepulveda!
Se solo fossi riuscita a sedermi, credo che l'incontro mi sarebbe pure piaciuto di più!
Da sinistra: il moderatore Bruno Arpaia, i messicani Monge e Villoro, Sepulveda per il Cile, la Piñeiro e Alan Pauls (che è arrivato subito dopo) per l'Argentina
 Molto carino è stato l'incontro invece con Petunia Ollister sugli elementi che possono pesare sul successo o l'insuccesso di un libro: dalla copertina, ad un titolo con una certa parola, al periodo in cui esce. Ci sono tanti aspetti che noi lettori nemmeno pesiamo e ci sono tanti aneddoti divertenti al riguardo!
Petunia Ollister, che su instagram fa delle foto strepitose di colazioni letterarie
  E poi c'era l'incontro che più attendevo della giornata: Giacomo Papi, autore divertente ma profondo che ha scritto una piccola perla come Il censimento dei radical chic.
L'incontro è stato ricco di aneddoti, come quello del perché abbia inserito la ricetta della torta sefardita nel suo libro, e di pensieri relativi al peso della cultura nel nostro mondo.
Giacomo Papi, mai me lo sarei immaginato così tanto alto!
Già ero contenta, ma dopo il firmacopie sono uscita davvero esaltata da una giornata stancante ma bella!
La mia copia de Il censimento dei radical chic autografata dall'autore... e timbrata!
Ultimo pensiero di questa giornata piena di libri, lettori e scrittori.
In giro per il Salone, tra i vari stand, si scorgono tante frasi e idee relative alla lettura. Ne ho fotografate alcune e alla fine la mia preferita è questa e non solo perché è della mia amata zia Row!
Leggere non rende persone migliori, ma un buon libro può salvare chiunque.

6 commenti:

  1. Avere una copia autografata è sublime complimenti Federica.
    Forse troppa gente
    Maurizio

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  2. Che brutta associazione di idee la libreria con Berlusconi!

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  3. Fa piacere vedere che un evento libresco riesca. C'è ancora speranza.
    Nella libreria circolare vedo il mio dizionario di spagnolo... mortacci sua! XD

    Moz-

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  4. Ti avevo lasciato un commento qualche giorno fa da cellulare ma temo che qualcosa sia andato storto!
    Comunque pur abitando a un'ora scarsa da Torino, non vado al Salone del Libro da tanto tempo perché in tutto quell'affollamento non riesco ad avvicinarmi agli stand, e poi mi innervosisco. E in ogni caso come in tutta quella confusione non riuscirei a cercare con calma qualcosa che mi appassioni.
    Detto ciò, gli appuntamenti con gli scrittori mi sembrano un aspetto molto interessante e per il quale mi piacerebbe tornare al Salone prima o poi: in particolare mi ispirano molto quelli di Gastronomica.

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  5. Un paio d'anni fa mi dissi che (forse) non sarei più tornata al Salone. Troppa gente per una che, in fondo, va lì esclusivamente per gli incontri. Sia chiaro: il successo del Salone è sempre una gioia per un lettore, però è anche vero che quell'anno l'effetto centro commerciale fu fatale per l'orso che vive in me.
    Di Claudia Piñeiro ho letto solo Le vedove del giovedì e mi piacque. Seguirò i tuoi suggerimenti con Tua.

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