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27 agosto 2019

Il quaderno rosso

Perché ho letto Il quaderno rosso di Michel Bussi?
Sono l'unica che ha il vizietto di regalare libri che si vorrebbe leggere?
Ecco come ho avuto è casualmente capitato nelle mie mani un altro libro di Bussi, giallista francese di cui ho già letto Mai dimenticare e Non lasciare la mia mano.



La trama in breve:
Leely Maal è nata in Mali, vive a Marsiglia, lavora come donna delle pulizie, ha tre figli e un segreto.
La sua vita non è mai stata tranquilla e lo è ancora meno quando tutto porta a pensare che sua figlia sia implicata nell'omicidio di un uomo che lavora in una organizzazione che si occupa di rifugiati.
Sul caso indagano due poliziotti Velika e Julo: il primo è un uomo di grande esperienza, mentre il secondo è una giovanotto dotato di grande intuito.


Copertina e titolo originale de Il quaderno rosso:
On la trouvait plutôt jolie è il titolo originale di quello che è diventato in italiano Il quaderno rosso.
E/o, la casa editrice che pubblica in Italia i gialli di Bussi, non poteva tradurre letteralmente il titolo perché fa riferimento al primo verso di una canzone francese assolutamente sconosciuta in Italia.
Pierre Perret scrive la canzone Lily nel 1977 per una ragazza somala che arriva in Francia piena di tante speranze e ideali e si trova invece ad affrontare razzismo e segregazione: l'autore stesso dice nei ringraziamenti che il nome della protagonista è ispirato a questa canzone.

Le copertine italiane dei libri di Bussi sono sempre molto invitanti e calzanti con la trama dei libri.
Anche questa volta la copertina italiana strabatte quella originale, che però aveva il pregio di richiamare quello che è un elemento fondamentale nella trama del libro: la civetta, stampata sul velo dell'assassina e che Leely da una vita colleziona.





🦉C H O U E T T E 🦉 Je viens de commencer "On la trouvait plutôt jolie" de Michel Bussi... J'avais été tellement bluffée par "Un avion sans elle" et surtout par "Nymphéas noirs" mais aussi déçue par "Ne lâche pas ma main" et "Le temps est assassin", que je ne sais pas encore à quoi m'attendre pour celui-là... Pour le moment je suis bien entrée dans l'intrigue et attends de découvrir quel est le secret de Leyli... En tout cas, je suis ravie de retrouver le style de l'auteur et sa façon de nous mener en bateau! J'espère que le livre se finira par un twist bluffant comme Michel Bussi sait si bien en faire! 🙏🏻🙏🏻 À suivre... ————————————————— #books #book #read #reading #reader #instagood #lire #author #bestoftheday #bookworm #bookaddict #booklover #readinglist #lecture #livre #livreaddict #bookaholic #bouquin #passion #lecturepassion #lectureencours #instabook #bookstagram #pal #nowreading #onlatrouvaitplutotjolie #michelbussi #pressesdelacite
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Il quaderno rosso: la recensione
Quando prendo in mano un libro di Michel Bussi so già a prescindere una cosa: per quanto io possa impegnarmi, lui riuscirà sempre a farmela sotto il naso e non riuscirò a risolvere il giallo prima di quando lui svelerà la situazione. Il quaderno rosso ovviamente non ha fatto eccezione.

Sapevo che Bussi fosse il più venduto giallista in Francia, ma non sapevo che fosse un docente di geografia politica all'Università di Rouen ed in questo romanzo la geografia e la politica la fanno da padroni.
Che Bussi ami la geografia è palese da come descrive i luoghi in cui sono ambientati i suoi gialli (e per questo sono perfetti per chi vuole leggere qualcosa per "vivere" tra le pagine di un determinato luogo), ma questa volta si spinge oltre.
Quello de Il quaderno rosso è un invito a riflettere su che cosa caratterizza le nostre città e sugli effetti della globalizzazione: di più non posso dire perché se no vi svelerei troppo.

Fonte: Emma Vonthron Kapp
Questo libro è però anche aspramente politico: punta un bel faro su quello che è il traffico dell'immigrazione. La Francia ha un passato da paese colonizzatore (passato? quanto passato?) ed una serie di politiche migratorie che vanno a braccetto con una burocrazia contorta su cui riflettere.
Bussi racconta di persone che vivono nei ghetti delle periferie, di gente disperata disposta a tutto per arrivare al di qua del Mediterraneo e di persone insospettabilmente ciniche e dei veri e proprio criminali in giacca e cravatta.
Tutto questo è condensato in una storia dai ritmi serrati  che dura quattro giorni e tre notti, ma ha radici molto più profonde.


Autore: Michel Bussi
Dello stesso autore ho letto e ti consiglio:
Anno prima pubblicazione: 2017
Pagine: 438
Dove: Marsiglia
A chi può piacere: a chi ama i gialli: Bussi non delude!
Un'altra recensione: Un libro per amico invece ha giudicato questo romanzo un po' sottotono rispetto agli standard del suo autore... e voi che ne dite? 


3 commenti:

  1. Non ho mai letto nulla di Nusdi ma ne ho letto un gran bene.

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  2. @novella: a me hanno detto che il migliore è Ninfee nere: conto di leggerlo presto

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ciliegine