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11 maggio 2020

Caterina La magnifica

Perché ho letto Caterina La magnifica di Lia Celi e Andrea Santangelo?
Tanto mi appassiona la storia contemporanea, tanto mi ha sempre stufato quella più antica. 
Di mio difficilmente mi sarei messa a leggere un libro ambientato nel Rinascimento, ma per motivarmi ho deciso di partecipare all'iniziativa #unannoconlastoria: il tema di aprile era il Rinascimento in Italia. Per la cronaca a maggio si legge la Rivoluzione francese.
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Caterina La magnifica: la trama
Biografia divertente di una donna nata per fare la regina e che nel frattempo ha "inventato" i macarons, le forchette ed anche le mutande!


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#caterinalamagnifica : correre, son rimaste solo 2 copie!

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Caterina La magnifica: la recensione
Ogni capitolo della biografia su Caterina la magnifica è accompagnato dall'invito a mangiarsi un macaron di un colore differente, in base al tema di cui si parlerà. 
Caterina de Medici infatti aveva portato in Francia l'abitudine di mangiare dei biscottini che erano i parenti di quelli che sono gli odierni macarons. 
Ovviamente io avrei accettato molto volentieri questo invito, peccato che in piena quarantena dove potevo andare a recuperarmeli io i dolcini francesi (o almeno dei tarocchi)?

 

Non credo che avrei potuto leggere una biografia "seria" su Caterina de Medici perché mi perdo facilmente dietro tutti quei nomi e quelle parentele complesse, mentre Lia Celi ha uno stile estremamente discorsivo e con tanto umorismo, che non è scontato.
Alcune volte però sbrodola troppo e si perde un po'  in dettagli inutili, battute scontate ed il quantitativo di note di ciascun capitolo diventa addirittura fastidioso. 
Io ho letto il libro in ebook e fare avanti ed indietro tra la pagina in lettura e la pagina dove si trovava la nota era molto macchinoso, tanto che avevo quasi deciso di abbandonare la lettura. Poi, con un colpo di genio (modestia a parte), ho pensato di affiancare fisicamente una copia dello stesso libro scaricato sul cellulare e leggere il libro su un dispositivo e le note su quello a fianco: così è andata decisamente meglio.


Caterina  rimane orfana di entrambi i genitori da piccolissima ed è davvero brutta.
Dalla sua però ha un pedigree di tutto rispetto ed è proprio grazie ai suoi titoli che viene fatta sposare in Francia ad Enrico II e, alla sua morte, diventerà la Regina reggente. 
Come molte regine e donne del Rinascimento sfornerà un sacco di eredi al trono, anche se la curiosità (momento gossip) è che per dieci anni il suo matrimonio è stato sterile. Nel libro si scende sui dettagli anatomici e di abitudini del perché questo matrimonio non desse i suoi frutti. 
Caterina è ricordata nei libri di storia anche e sopratutto per il suo ruolo, non del tutto chiaro, nella strage degli ugonotti che si consumò la notte di San Bartolomeo tra il 23 e il 24 agosto del 1572 a Parigi. 

La biografia di Lia Celi si sofferma sul suo ruolo nelle innovazioni che ha introdotto e di cui beneficiamo ancora anche noi. Se indossiamo le mutande lo dobbiamo a lei, che amava tanto cavalcare all'amazzone e non seduta di lato come facevano all'epoca le dame! 
I francesi poi non usavano ancora la forchetta ed è stata lei a convincerli a smettere di mangiare con le mani.

Le biografie e il periodo storico non sono il mio genere, ma lo stile simpatico mi ha solleticato e non escludo di leggere in futuro la storia di Lucrezia Borgia della stessa autrice!

Autori: Lia Celi & Andrea Santangelo
Anno prima pubblicazione: 2015
Pagine: 233
Dove: tra Firenze e la Francia
A chi può piacere: a chi ha una conoscenza superficiale del periodo storico e vuole fare un approfondimento ma rimanendo leggeri.
Un'altra recensione: Per saperne di più vi consiglio questa recensione di Cristina

2 commenti:

  1. I limiti del libro elettronico cui io non mi sono ancora rassegnata! Ma questo delle note tu lo hai aggirato magnificamente! Questi libro lo voglio assolutamente leggere, a differenza tua amo le biografie, specie di donne e anche il periodo storico. Grazie come sempre per la splendida e invitante recensione😘(io i macaron non li ho mai assaggiati, nemmeno a Parigi. Non so, mi stanno un po' antipatici come dolcetti...troppo pretenziosi. Sarà che amo le crostate con le strisce irregolari e i biscottoni rustici)

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