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28 agosto 2014

Crisi argentina

Oggi si sciopera in Argentina.
A quanto ho capito, qui chiedono non l'aumento dello stipendio ma la diminuzione delle tasse sugli stipendi.
Non vogliono l'aumento degli stipendi perché con l'inflazione che c'è il loro potere d'acquisto alla fine non cambierebbe.

I prezzi qui stanno aumentando davvero tanto e noi ce ne rendiamo conto tutte le volte che facciamo la spesa: a inizio maggio ho comprato uno shampoo pagandolo 33 pesos, qualche giorno fa costava 40. Entrare allo stadio costava 120 pesos, ora 180.
Il cambio blu pesos/euro, quello "illegale", quando siamo arrivate a marzo era intorno ai 13 pesos per 1 euro mentre ora siamo intorno ai 17.

E molti dall'Italia mi chiedono come la vivono gli argentini questa crisi?
Boh! In realtà non ne parlano. Se glielo chiedi ti dicono che c'è crisi e che effettivamente la situazione ora non è bella. Ma non lo fanno con l'ansia con cui noi parliamo di crisi in qualsiasi posto: non so se la situazione è cambiata negli ultimi 5 mesi (in realtà non credo), ma prima che io partissi in qualsiasi luogo pubblico (bar/negozi/salotti tv) si sentiva qualcuno che si lamentava per la situazione.

L'Argentina ha una storia economica altalenante, fatta da momenti in cui tutto va benissimo e momenti bui. E quindi ti rendi conto che davvero un argentino è abituato alla ciclicità di una crisi e sa riconoscere e distinguere una crisi da una catastrofe. La crisi di fine anni '80 era stata tremenda a detta loro: i prezzi aumentavano anche del 1000% da un giorno all'altro e al supermercato si facevano le corse per afferrare i prodotti dagli scaffali prima che la cassiera li riprezzasse. La crisi del 2001 è stata orribile e ha gettato nella povertà più assoluta un sacco di persone. Nel mezzo ci sono state altre due crisi. Questa è solo l'ennesima e fino a quando ci sono i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici l'argentino sa che non è una crisi di merda. E può stare abbastanza tranquillo. O almeno così mi han detto


22 agosto 2014

Cose che un argentino non può credere

Come io mi stupisco di certe cose che fanno gli argentini, anche gli argentini ci osservano e rimangono sbalorditi da certi nostri normali comportamenti.

Dovete sapere che l'equivalente del nostro "vieni a prendere un caffè" qui si chiama "tomar mate".
Bere il mate è un momento sociale, non bevi il mate da solo. Tutti bevono dallo stesso bicchiere e con la stessa cannuccia, che detto così può sembrare schifido ed invece è molto bello e subito senti di far parte di un gruppo.
Tomar il mate ti insegna a condividere, a "compartir" quello che hai.

E quindi l'argentino rimane sbalordito quando tu gli dici che in Italia ognuno si mangia da solo una pizza... "ma come non la condividete?". Ovvio che poi se gli dici anche che la nostra pizza è grande, lui rimane sbalordito. Ed è inutile che gli stai a spiegare che noi nella pizza non mettiamo lo strutto e il lievito e quindi è sì grande, ma molto meno pesante della loro. (foto di pizza argentina)

Se poi ti vedono con una birra in mano e non la fai passare a tutti, ma semplicemente la offri dicendo se qualcuno ne vuole un po'... li convinci che gli italiani sono davvero taccagni!


16 agosto 2014

il (mio) pranzo di ferrragosto

Qui Ferragosto non esiste. E' festivo il 17 agosto, che è San Martin -padre della Patria e motivo per cui si festeggia (di nuovo) la festa del papà. Questo è un festivo che si recupera, nel senso che quest'anno cade di domenica e quindi si sta a casa il lunedì.

Dopo avervi deliziato la vista con il mio pranzo di Pasquetta, voglio farvi vedere con che cosa mi son deliziata il palato con il pranzo di Ferragosto. 

Prima che me lo chiediate, ecco cos'è: spaghetti spezzettati e molto scotti, con lenticchie e carne tritata messa in mezzo a caso.

Il mio pranzo di ferragosto 2014 è stata una cucchiaiata di questa delizia e un'arancia...

14 agosto 2014

R di Telefilm

Ovvero aggiornamento telefilm.

REIGN
Prima di tornare a casa per le vacanze ho approfittato delle mie serate argentine per metter fine alla tortura di Reign. Reign è la storia romanzata, molto romanzata di Mary Stuart, regina di Scozia. Ve ne avevo già parlato come di una robetta da bimbiminkia ma che aveva il suo perché, tanti che me ne ero appassionata. Poi però abbiamo veramente toccato il fondo: il re di Francia in versione sadomaso era troppo pure per il mio livello di trash. Quindi ho finito diligentemente la stagione, ma non credo che per me ci sarà spazio per la seconda stagione di questo telefilm che assomiglia molto ad un softporno.



REVENGE 
Revenge è stato davvero un bellissimo telefilm. Nella prima stagione. Poi la seconda ha fatto pena, ma era finita dando l'illusione che la terza sarebbe ritornata ad essere frizzante come la precedente. E invece anche questa stagione è stata altalenante, tra un livello pallossissimo e uno poco interessante. Poi finale con il botto: è vivo, che tanto si era già capito. Ora son proprio curiosa di vedere cosa si inventeranno per giustificare il fatto che la vittima per eccellenza, l'agnello sacrificale di tutti gli intrallazzi dei Grayson ora è un morto che parla. Anzi di poche parole, ma molti fatti perché sbudella subito il suo acerrimo nemico, E come porteranno avanti una stagione senza l'unico personaggio che davvero mi piacesse, in tutti i sensi: il bellissimo Aiden? C'è una cosa che mi porterà a vedere Revenge ancora nella quarta stagione: Revenge è sempre un'ottima occasione per festeggiare! 

11 agosto 2014

Domenica argentina

Domenica qui in Argentina è sinonimo di asado.
Ieri domenica argentina è stata sinonimo di domenica in famiglia. Quella di Cesar, un nonnetto che è il professore di lavorazione del cuoio del Centro dove lavoro.

Per sintonizzarsi con l'ora Argentina non basta spostare indietro l'orologio di 5 ore: l'invito era per mezzogiorno e io ero già un po' agitata perché sapevo che prima dell'una non saremmo state a casa sua. Avevo dimenticato che era un invito argentino: alle 13 troviamo Cesar per strada che stava andando al negozietto di quartiere a prendere la CocaCola.
Alle 14,40 son arrivati tutti gli altri invitati ed effettivamente dopo poco abbiamo mangiato.

Intanto per l'ora e mezza di attesa un suo amico, un altro arzillo signore di mezza età, mi ha fatto osservare attentamente il Lechòn (ovvero il maialino da latte - credo si chiami così in italiano) squartato a metà con tanto di testa, coda e mela in bocca. Mi ha spiegato i segreti della brace. E poi ha pensato che non potesse mancare una bella foto ricordo a fianco del porcellino.
Non vedo l'ora di tornare vegetariana: mancano solo 7 mesi... Auguri!

10 agosto 2014

Innamorarsi a Notting Hill

Dove sei stata in vacanza quest'estate? Potrei rispondere a Londra, non solo perché probabilmente ho beccato il luglio italiano più piovoso di sempre (degno dei vampiri, come dice Laura) ma perché ho casualmente letto due libri molto diversi tra di loro ma entrambi ambientati nella capitale inglese.
Dopo l'ultimo libro della Rowling, ho finalmente letto Innamorarsi a Notting Hill. Finalmente perché era tanto che lo prendevo in mano in libreria e poi lo riposavo.

Scarlett aveva tutte le caratteristiche per piacermi: un po' stramba, sognatrice ad occhi aperti e innamorata di uno dei miei film preferiti: Notting Hill.
Scarlett in realtà è irritante: è ossessionata dal vivere in un film. Io spero di non essere a questi livelli con Harry Potter, se no per favore fatemi curare. Davvero.

Se uno prende in mano un libro così sta cercando una lettura leggera, ideale per la spiaggia, poco impegnativa. Ma anche le cose leggere devono essere fatte bene. Il paragone tra la McNamara e la Kinsella non ci sta proprio.
Il pensiero più ricorrente durante la lettura era "questo potevo scriverlo anche io e probabilmente lo avrei anche scritto meglio".

07 agosto 2014

Cose che insegnano le nonne

Stamattina non mi ero ancora alzata, avevo solo un occhio aperto ma già avevo il cellulare in mano, come sempre.
Ero ancora nel letto e già avevo imparato una cosa davvero importante: ho letto la notizia che è stato ritrovato il 114° nipote delle nonne di Plaza de Mayo. Si tratta di Guido Carlotto, il nipote di Estela, la presidentessa de Las abuelas de Plaza de Mayo.

Vi ricordate che poco tempo fa avevo letto una sua biografia, un libro che mi era piaciuto tantissimo?

Il libro terminava con le parole che Estela desiderava dire a suo nipote quando lo avrebbe incontrato.
Mi ero commossa leggendole. Avevo pensato con ammirazione a quanta tenacia aveva quella donna, che a 83 anni e dopo 36 anni ancora aveva la speranza di ritrovarlo. Avevo pensato a lei con tenerezza, pensando, in fondo in fondo, che non lo avrebbe mai potuto riabbracciare se ancora non lo aveva trovato.

Stamattina, quando ero ancora nel letto, avevo già ricevuto una grande lezione: chi smette di sperare e lottare è perduto. Per gli altri c'è sempre una possibilità. E oggi ci ho messo un po' più di impegno nelle cose che ho fatto.



01 agosto 2014

Argentina: default I e II

Oggi l'Argentina è andata del gnao, che in termini tecnici si dice default. Sì è un default "solo" tecnico, dicono loro, ma non mi sembra che non sia una notizia preoccupante.

Beh oggi che era il nostro primo giorno di lavoro dopo quasi un mese di ferie nessuno ha accennato alla cosa.
Dopo un po' qualcuna ha buttato lì la questione dei mondiali.
Riferimenti a un rigore non dato, al goal tedesco arrivato così quando uno meno se lo aspettava e già si pensava di andare ai rigori.
E poi con nonchalance hanno passato l'argomento Brasile e come hanno perso loro!

I bambini ancora saltano in cortile cantando Brasil decime que se siente... uno sfottò che termina dicendo che Maradona è più grande di Pelè (QUI testo e traduzione)


Insomma agli Argentini (che conosco io, ovvio) al default economico e calcistico al momento non ci pensano ancora/ non ci pensano più.
Aspettano, forse sperano, e alla prima occasione vedranno come giocarsela.