Pagine

18 febbraio 2019

Falsa calma

Perché ho letto Falsa calma di Maria Sonia Cristoff?
La Patagonia era il mio sogno fin da quando tredicenne lessi il diario di viaggio di Jovanotti in bicicletta fino alla Terra del fuoco.
Cinque anni fa ho fatto il servizio civile in Argentina e ho avuto la fortuna di fare un lungo viaggio proprio in Patagonia da sola: ho realizzato il mio sogno in una maniera che mai avrei immaginato all'epoca e questo mi rende molto orgogliosa.
Da quando sono tornata leggo tutti i libri ambientati in Patagonia, argentina e cilena, che mi capitano a tiro perché adoro tornare laggiù... alla fin del mundo!


La trama molto in breve:
Falsa calma non è un romanzo, ma un reportage di viaggio nella Patagonia argentina quella vera, quella lontana dai percorsi turistici, quella dei "paesi fantasmi".
E' il racconto di una terra dura, solitaria dove chi ci vive rischia di finire per assomigliarle.


Le copertine:
Proprio perché è un romanzo che racconta di tanta desolazione, mi è piaciuta molto di più la copertina argentina rispetto a quella scelta da La Nuova Frontiera per l'edizione italiana: la nostra riprende un episodio narrato, ma a me suggerisce quasi un'idea romantica di viaggio.
Quella argentina non dà adito a dubbie interpretazioni: qui si parla di disagio.



Al margen de una hoja del cuaderno que llevo al taller de nuevas narrativas de periodismo, con letra medio apurada, me digo a mí misma en código"❗ Falsa Calma - Cristoff - Patagonia" Se nota que me conozco porque las crónicas de viajes a pueblos de la patagonia argentina me vienen haciendo sentir el viento en la cara desde la peli Historias Mínimas de Carlos Sorín pasando por Los suicidas del fin del mundo de Leila Guerriero, con algunas paradas en Sylvia Iparraguirre (El país del viento) y mis propias aventuras cetáceas en Puerto Pirámides hace unos años. Y digo que me conozco porque sabía que me iba a gustar. Estaba segura que en este libro iba a encontrar cosas como estas: . "Supongo que por el tiempo que pasa sin nadie alrededor, esta gente comprueba lo innecesarias que son tantas de las conversaciones que entablamos. (...) El hombre dice que se llama Gregorio y que está como tantero. Traducción de Atilio: que no es un empleado fijo en este puesto sino que trabaja a porcentaje, al tanto porciento. En cada una de las pausas, donde cualquiera hubiera supuesto que se hace un silencio, Gregorio silba. Quedamos los tres ahí, al lado de la cocina, y él, con las piernas estiradas hacia delante y las manos en los bolsillos, silba mirando el techo. (...) Gregorio dice que no hace mucho que él está acá, que antes trabajaba allá por la zona de Río Chico, al norte de Chubut. (Silbidos). Que a él no le gustó nunca eso de andar quedándose en los lugares, aquerenciándose; él va, hace lo suyo, y después sigue otro camino. (Silbidos)" . En una ciudad como Buenos Aires, se agradecen estos momentos de soledad, meseta y silencio. . #falsacalma #mariasoniacristoff #literaturanoficcion #cronicas #cronicasdelapatagonia #periodismonarrativo #leer #lectura #libros #leerlapatagonia #historiasminimas #leilaguerriero #sylviaiparraguirre #cronicasdeviaje @lagenteandaleyendo @leerargentinos
Un post condiviso da Marie Portilla (@marieportilla) in data:


Lettera alla protagonista:
Ciao Patagonia che mi hai rubato il cuore con le tue montagne, con i pinguini, con tutti quei laghi e i nomi di quei posti che credevo che esistessero solo nei libri!
Giusto per avere un riferimento: quando parliamo di Patagonia in questo libro parliamo di una distanza tipo Roma - Copenaghen
Subito ci ero rimasta male: mi aspettavo una terra desolata, quasi inabitata e mi sembrava di stare dentro un gigantesco Disneyland pieno di attrazioni turistiche.
Maria Sonia Cristoff racconta quella Patagonia che noi turisti non vedremo mai, al massimo possiamo intuire da alcune città decisamente tristi: Puerto Natales (in Cile) per esempio è una città molto turistica perché da lì partono le escursioni per andare al Parco del Torre del Paine, ma è desolante
patagonia-cile-città
Puerto Natales (Patagonia cilena)
Chissà come devono essere invece quelle cittadine fantasma dove non passano nemmeno i turisti e sono circondate dal nulla! Mi hanno raccontato (chissà se poi è davvero così) che ad Ushuaia girano un sacco di macchine in continuazione: la gente non va da nessuna parte in realtà, ma siccome non c'è nulla da fare e la benzina costa molto poco (ci sono dei sussidi statali sulla benzina in Patagonia) le persone girano a caso per passare il tempo.
Il giochino #SalutiEbaciDa è online tutti i venerdì sulla pagina facebook del blog
Marìa Sonia Cristoff traccia dei ritratti di questi paesi, delle loro leggende (come quella del Mapuchito, che viene venerato come un Santo anche se santo non è!: proprio come la Difunta Correa molto più a nord!), delle loro perversioni (i cannibali cacchio), di personaggi bizzarri e delle tragedie come quella del paesino di Las Heras dove ad inizio del millennio i ragazzini si suicidavano senza un apparente motivo.
Questa storia la conoscevo bene perché ho letto Suicidi in capo al mondo, un reportage che narrava proprio le storie di questi ragazzini suicidi e di riflesso di questa comunità sperduta nel nulla. E' un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di attuale sulla Patagonia vera e a chi dopo Falsa calma vuole approfondire questa storia assurda.


A me non piace molto il genere dei racconti e Falsa calma con questo susseguirsi di quadri me l'ha ricordato eccessivamente, senza riuscire a coinvolgermi davvero.
Questa però è una questione di gusti personali perché, mia cara e rigida immensa Patagonia, si vede che l'autrice non si è solo limitata ad osservarti, studiarti, documentarsi ma ti ha vissuto per davvero!

Come si coniuga questa mancanza di orizzonte evidenziata dai dossier, mi chiedo, con l'idea dell'orizzonte senza limiti a cui fanno continuo riferimento gli opuscoli della Patagonia?
Autore: Marìa Sonia Cristoff
Anno prima pubblicazione: 2005
Pagine: 224
Dove: nella Patagonia argentina lontana dalle attrazioni turistiche
Potrebbe interessarti anche:
Suicidi in capo al mondo --> consigliatissima inchiesta su una catena di suicidi ad inizio millennio tra ragazzini di un paesino della Patagonia.
Patagonia Express --> un piccolo classico di appunti di Luis Sepulveda che racconta storie di uomini patagonici.
A chi può piacere: a chi come me è stato in Patagonia e si è reso conto che ci deve essere qualcosa che non è riuscito a vedere.
Se lo leggerete prima di un viaggio in Patagonia sappiate che non troverete nulla di  quello che viene raccontato in questo libro.
Un'altra recensione: Gabriele Romagnoli su La stampa scrive: "è un trattato di antropologia dell'isolamento, un repertorio dei pazzi della Patagonia". Questa recensione è davvero molto chiara.

3 commenti:

  1. Questo me lo segno. Sabato scorso, impossibilitata dall'esercitare l'occhio assoluto, che tanto vorrei possedere, ho ascoltato tutti i podcast dell'ultima serie di Pantheon (Radio3), dedicata a Bruce Chatwin. Intuirai che ho un certo desiderio di Patagonia. Quella che, dovessi mai riuscire ad andarci, dubito di poter vedere.

    RispondiElimina
  2. Ho conosciuto un pochino di Patagonia tramite un reportage di Pino Corrias su Vanity Fair qualche anno fa... Mi attrae molto ma so che non potrò mai andarci. Però posso leggerla! 😀

    RispondiElimina

ciliegine