La Patagonia era il mio sogno fin da quando tredicenne lessi il diario di viaggio di Jovanotti in bicicletta fino alla Terra del fuoco.
Cinque anni fa ho fatto il servizio civile in Argentina e ho avuto la fortuna di fare un lungo viaggio proprio in Patagonia da sola: ho realizzato il mio sogno in una maniera che mai avrei immaginato all'epoca e questo mi rende molto orgogliosa.
Da quando sono tornata leggo tutti i libri ambientati in Patagonia, argentina e cilena, che mi capitano a tiro perché adoro tornare laggiù... alla fin del mundo!
La trama molto in breve:
Falsa calma non è un romanzo, ma un reportage di viaggio nella Patagonia argentina quella vera, quella lontana dai percorsi turistici, quella dei "paesi fantasmi".
E' il racconto di una terra dura, solitaria dove chi ci vive rischia di finire per assomigliarle.
Le copertine:
Proprio perché è un romanzo che racconta di tanta desolazione, mi è piaciuta molto di più la copertina argentina rispetto a quella scelta da La Nuova Frontiera per l'edizione italiana: la nostra riprende un episodio narrato, ma a me suggerisce quasi un'idea romantica di viaggio.
Quella argentina non dà adito a dubbie interpretazioni: qui si parla di disagio.
Lettera alla protagonista:
Ciao Patagonia che mi hai rubato il cuore con le tue montagne, con i pinguini, con tutti quei laghi e i nomi di quei posti che credevo che esistessero solo nei libri!
Giusto per avere un riferimento: quando parliamo di Patagonia in questo libro parliamo di una distanza tipo Roma - Copenaghen |
Maria Sonia Cristoff racconta quella Patagonia che noi turisti non vedremo mai, al massimo possiamo intuire da alcune città decisamente tristi: Puerto Natales (in Cile) per esempio è una città molto turistica perché da lì partono le escursioni per andare al Parco del Torre del Paine, ma è desolante
Puerto Natales (Patagonia cilena) |
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Questa storia la conoscevo bene perché ho letto Suicidi in capo al mondo, un reportage che narrava proprio le storie di questi ragazzini suicidi e di riflesso di questa comunità sperduta nel nulla. E' un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di attuale sulla Patagonia vera e a chi dopo Falsa calma vuole approfondire questa storia assurda.
A me non piace molto il genere dei racconti e Falsa calma con questo susseguirsi di quadri me l'ha ricordato eccessivamente, senza riuscire a coinvolgermi davvero.
Questa però è una questione di gusti personali perché, mia cara e rigida immensa Patagonia, si vede che l'autrice non si è solo limitata ad osservarti, studiarti, documentarsi ma ti ha vissuto per davvero!
Come si coniuga questa mancanza di orizzonte evidenziata dai dossier, mi chiedo, con l'idea dell'orizzonte senza limiti a cui fanno continuo riferimento gli opuscoli della Patagonia?
Autore: Marìa Sonia Cristoff
Anno prima pubblicazione: 2005
Pagine: 224
Dove: nella Patagonia argentina lontana dalle attrazioni turistiche
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A chi può piacere: a chi come me è stato in Patagonia e si è reso conto che ci deve essere qualcosa che non è riuscito a vedere.
Se lo leggerete prima di un viaggio in Patagonia sappiate che non troverete nulla di quello che viene raccontato in questo libro.
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Un'altra recensione: Gabriele Romagnoli su La stampa scrive: "è un trattato di antropologia dell'isolamento, un repertorio dei pazzi della Patagonia". Questa recensione è davvero molto chiara.
Questo me lo segno. Sabato scorso, impossibilitata dall'esercitare l'occhio assoluto, che tanto vorrei possedere, ho ascoltato tutti i podcast dell'ultima serie di Pantheon (Radio3), dedicata a Bruce Chatwin. Intuirai che ho un certo desiderio di Patagonia. Quella che, dovessi mai riuscire ad andarci, dubito di poter vedere.
RispondiEliminaHo conosciuto un pochino di Patagonia tramite un reportage di Pino Corrias su Vanity Fair qualche anno fa... Mi attrae molto ma so che non potrò mai andarci. Però posso leggerla! 😀
RispondiEliminaSono luoghi fantastici!
RispondiEliminaSerena giornata.