Avrei voluto scrivere un super post per annunciarlo, avrei voluto lasciare dei post programmati ma la gestione dei tempi non è la mia miglior dote.
Se ho fatto bene i miei calcoli quando leggerete questo post sarò già in viaggio. Un viaggio lungo verso sud, ma tanto a sud, e sarò sola. Son molto contenta, emozionata ma anche un po' nervosa.
Ora non ho benché la minima idea se riuscirò e vorrò aggiornare il blog, però ho un quaderno e una penna in cui mi appunterò le cose importanti. E poi quando tornerò le condividerò con voi!
Se siete curiosi di viverlo un po' in tempo reale questo viaggio allora seguitemi sulla pagina Facebook del blog... la trovate cliccando sulla f a lato!!
A presto!
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Non ho idea del perché non si veda la F.. se cercate su Facebook la pagina una ciliegia tira l'altra dovreste trovarmi
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Eccola la pagina... clicca qui!
Pagine
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28 gennaio 2015
26 gennaio 2015
La serendipità del mio viaggio: Antonio Berni
Vi è mai successo di andare a cercare qualcosa e scoprire in modo imprevisto qualcos'altro e che qusto qualcos'altro fosse stupendo? Questo si chiama "serendipity" ed è il tema che Elena ha scelto come tema per il "senso dei miei viaggi" di questo mese... e se volete partecipare anche voi c'è tempo fino al 5 febbraio!
Sono entrata al Malba (Museo di Arte Latino Americana di Buenos Aires) per un unico motivo: non ne potevo più di prendere pioggia e i miei piedi avevano bisogno di asciutto. Lo ammetto: ignorante come una capra, quando la tizia della biglietteria mi ha chiesto se volevo anche l'ingresso alla mostra temporanea di un tizio che non avevo mai sentito ho risposto sì senza pensarci nemmeno due secondi.
Tutto mi aspettavo tranne di entusiasmarmi e pensare che d'ora in avanti se andrò in una città mi informerò se ci sono dei musei di arte moderna!
Vi presento Antonio Berni, anche se velocemente vi avevo già parlato di lui, che a me ha fatto brillare gli occhi! Purtroppo le foto non rendono molto le emozioni che ho provato e nemmeno i diversi materiali con cui son fatte le opere... ma spero di riuscire a passarvi un po' del mio nuovo entusiasmo!
Sono entrata al Malba (Museo di Arte Latino Americana di Buenos Aires) per un unico motivo: non ne potevo più di prendere pioggia e i miei piedi avevano bisogno di asciutto. Lo ammetto: ignorante come una capra, quando la tizia della biglietteria mi ha chiesto se volevo anche l'ingresso alla mostra temporanea di un tizio che non avevo mai sentito ho risposto sì senza pensarci nemmeno due secondi.
Tutto mi aspettavo tranne di entusiasmarmi e pensare che d'ora in avanti se andrò in una città mi informerò se ci sono dei musei di arte moderna!
Vi presento Antonio Berni, anche se velocemente vi avevo già parlato di lui, che a me ha fatto brillare gli occhi! Purtroppo le foto non rendono molto le emozioni che ho provato e nemmeno i diversi materiali con cui son fatte le opere... ma spero di riuscire a passarvi un po' del mio nuovo entusiasmo!
Manifestaciòn, Antonio Berni 1934
Questo quadro è enorme, tanto da richiamare un murales. Informandomi ho scoperto che gli anni '30 erano il periodo dei grandi murales in Latino America ma in Argentina in quel momento c'era la dittatura -tanto per cambiare- e quindi i murales non erano ben visti! I temi scelti dal giovane Berni però erano quelli sociali, della crisi economica della mancanza di lavoro e di pane.
Il mio consiglio è di andare al Malba se si va a Buenos Aires e se mai organizzassero in Italia una mostra su questo artista di non perdersela!
Ramona Montel, Antonio Berni
Ramona Montel è una prostituta e Antonio Berni in un ciclo di dipinti e opere fatte con i materiali più diversi racconta la sua vita: dall'infanzia all'esperienza del bordello fino al matrimonio. Ramona non esiste davvero, è solo una delle tante prostitute della periferia del mondo. Questo personaggio è entrato così tanto nell'immaginario degli artisti argentini che l'ho ritrovato dipinto in un quadro di un altro artista a Cordoba.
Juanito Laguna, Antonio Berni
Juanito Laguna non è un povero bambino, è un bambino povero: così lo descriveva Antonio Berni. Anche Juanito non esiste per davvero o sarebbe meglio dire che di Juanito è pieno il mondo. Anche per Juanito c'è un mondo fatto di stracci, di scarti del mondo, di immondizia, di giochi, di incubi e di sogni. A Juanito hanno dedicato canzoni sia gli Inti-Illimani che Mercedes Sosa. Se avrete la voglia di vedere il video, ascolterete una bella canzone (qui traduzione) e vedrete dei bei quadri forse pure più rappresentativi di quelli che ho fotografato io!Il mio consiglio è di andare al Malba se si va a Buenos Aires e se mai organizzassero in Italia una mostra su questo artista di non perdersela!
24 gennaio 2015
L'Italiano in Cile
Che cos'è un italiano in Cile?
E' un panino, anzi IL panino!
Esiste nella versione lomo, cioè fettina di carne, e pancho, cioè wurstel. Costa poco più di 1 euro.
Ovviamente è farcito tricolore: il bianco è la maionese, il rosso sono i pomodori e il verde è l'avocado.
Quando ho tentato di spiegare che in Italia non cresce assolutamente l'avocado, ma non è nemmeno che ne siamo dei grandissimi consumatori, tutti erano increduli!
Son solo io che in Italia non ho MAI mangiato l'avocado?
Sappiate che è veramente una porcata, ma è buonissimo!!!
E' un panino, anzi IL panino!
Esiste nella versione lomo, cioè fettina di carne, e pancho, cioè wurstel. Costa poco più di 1 euro.
Ovviamente è farcito tricolore: il bianco è la maionese, il rosso sono i pomodori e il verde è l'avocado.
Quando ho tentato di spiegare che in Italia non cresce assolutamente l'avocado, ma non è nemmeno che ne siamo dei grandissimi consumatori, tutti erano increduli!
Fonte web |
Sappiate che è veramente una porcata, ma è buonissimo!!!
22 gennaio 2015
Di tutte le ricchezze
Erano anni, forse quasi un decennio, che non leggevo Stefano Benni.
Sono fatta così, in tutti i campi: ci sono periodi in cui leggo, mangio, parlo solo di una cosa e poi all'improvviso quella cosa finisce nel dimenticatoio senza una vera ragione.
Succederà prima o poi per i Pan di Stelle, che mi son portata pure qui in Argentina, anche se sono tra le mie passioni più durature. E' successo anche per Stefano Benni, di cui leggevo qualsiasi cosa quando ero al liceo e i primi anni di università.
Di tutte le ricchezze era scontato alla Feltrinelli quest'estate e l'ho messo in valigia pensando di andare sul sicuro con quello che era stato uno dei miei scrittori preferiti.
E invece mi è andata male.
C'è un vecchio professore che è un po' un lupo solitario e la nuova vicina di casa, che invece è una ballerina gnocca. E lui un po' si innamora di lei. La solita crisi di mezza età. Condita dall'ironia di Benni.
Un libro un po' senza capo nè coda, con continui rimandi ad un altro libro che non mi era piaciuto: Le notti bianche.
Mi è rimasto un dubbio: è Benni che è cambiato con il tempo ed è meno divertente o sono io che sono cambiata... e forse sono meno (oo dviersamente) divertente?
Sono fatta così, in tutti i campi: ci sono periodi in cui leggo, mangio, parlo solo di una cosa e poi all'improvviso quella cosa finisce nel dimenticatoio senza una vera ragione.
Succederà prima o poi per i Pan di Stelle, che mi son portata pure qui in Argentina, anche se sono tra le mie passioni più durature. E' successo anche per Stefano Benni, di cui leggevo qualsiasi cosa quando ero al liceo e i primi anni di università.
Di tutte le ricchezze era scontato alla Feltrinelli quest'estate e l'ho messo in valigia pensando di andare sul sicuro con quello che era stato uno dei miei scrittori preferiti.
E invece mi è andata male.
C'è un vecchio professore che è un po' un lupo solitario e la nuova vicina di casa, che invece è una ballerina gnocca. E lui un po' si innamora di lei. La solita crisi di mezza età. Condita dall'ironia di Benni.
Un libro un po' senza capo nè coda, con continui rimandi ad un altro libro che non mi era piaciuto: Le notti bianche.
Mi è rimasto un dubbio: è Benni che è cambiato con il tempo ed è meno divertente o sono io che sono cambiata... e forse sono meno (oo dviersamente) divertente?
20 gennaio 2015
Andare al mare nel Cile centrale
Nelle vacanze del mio Capodanno in Cile ne ho approfittato per fare anche un po' di mare oceano e inizare, per una volta in vita mia, il 2015 di una sfumatura diversa da quella del latte cagliato.
La regione di Valparaiso è quella del Cile centrale, quella della capitale Santiago e più vicina alla città di Mendoza.
Io per non farmi mancare nulla son stata a Viña del Mar, di cui vi avevo già velocemente parlato l'altra volta che ero stata in Cile, che è praticamente appiccicata a Valparaiso, e poi son tornata a Isla Negra, un paio di ore a sud da Valparaiso, e a Zapallar, un paio di ore a nord.
Non potevo scegliere località più differenti per vedere questi 150 km di costa: vediamo alcuni aspetti!
Oceano:
L'oceano è congelato, come un lago di montagna. Forse giusto un po' meno a Zapallar che è un po' più al nord.
Per intenderci a Viña gli unici coraggiosi che facevano il bagno erano ragazzini mentre tutti gli altri se ne stavano con il sedere appiccicato alla spiaggia.
E' grande, immenso. Dà l'impressione che diventi subito profondo. E, almeno per me, è poco rilassante: tutti i cartelli di segnalazione delle vie di fuga per gli tsunami mi hanno caricato di qualche ansia. Sulle spiagge cilene non posso dire di aver fatto le migliori dormite della mia vita!
A Isla Negra ci sono molte rocce e scogli su cui si infrangono le onde,
mentre la costa di Zapallar, in foto, e di Viña è molto più sabbiosa e morbida.
Fauna:
La caccia di un possibile fidanzato tra la fauna dei villeggianti in Cile è fallita miseramente (ma ammetto di non essermi impegnata molto) e quindi mi concentrerò sulla vera e propria fauna.
A Viña in spiaggia c'erano parecchi cani semi-randagi (molto ben pasciuti) che senza fare una piega si addormentavano all'ombra del tuo ombrellone e non si smuovevano nemmeno a pregarli in cinese.
A Zapallar e Isla Negra ho visto questi uccelli, forse pellicani, dal becco lungo e che quando volano lo fanno in fila indiana.
A Isla Negra però son rimasta di nuovo colpita dalle alghe! E se invece fossero capelli di sirene? vi sembra un'ipotesi poi così improbabile?
Architettura:
A Isla Negra ci sono andata appositamente per vedere, finalmente, la casa di Neruda. E sono rimasta decisamente soddisfatta! [meriterà un post a parte]
Zapallar invece è la Portofino del Cile, o almeno questo è il paragone che è venuto in mente a me. Questa è comunque la località scelta per andare in vacanza dalla classe dirigente di Santiago ed è impossibile non notarlo dalle bellissime ville a picco sul mare con giardini strepitosi:
La regione di Valparaiso è quella del Cile centrale, quella della capitale Santiago e più vicina alla città di Mendoza.
Io per non farmi mancare nulla son stata a Viña del Mar, di cui vi avevo già velocemente parlato l'altra volta che ero stata in Cile, che è praticamente appiccicata a Valparaiso, e poi son tornata a Isla Negra, un paio di ore a sud da Valparaiso, e a Zapallar, un paio di ore a nord.
Non potevo scegliere località più differenti per vedere questi 150 km di costa: vediamo alcuni aspetti!
Fingersi persone organizzate per fare foto da usare poi sul blog |
Oceano:
L'oceano è congelato, come un lago di montagna. Forse giusto un po' meno a Zapallar che è un po' più al nord.
Per intenderci a Viña gli unici coraggiosi che facevano il bagno erano ragazzini mentre tutti gli altri se ne stavano con il sedere appiccicato alla spiaggia.
E' grande, immenso. Dà l'impressione che diventi subito profondo. E, almeno per me, è poco rilassante: tutti i cartelli di segnalazione delle vie di fuga per gli tsunami mi hanno caricato di qualche ansia. Sulle spiagge cilene non posso dire di aver fatto le migliori dormite della mia vita!
A Isla Negra ci sono molte rocce e scogli su cui si infrangono le onde,
Fauna:
La caccia di un possibile fidanzato tra la fauna dei villeggianti in Cile è fallita miseramente (ma ammetto di non essermi impegnata molto) e quindi mi concentrerò sulla vera e propria fauna.
A Viña in spiaggia c'erano parecchi cani semi-randagi (molto ben pasciuti) che senza fare una piega si addormentavano all'ombra del tuo ombrellone e non si smuovevano nemmeno a pregarli in cinese.
A Zapallar e Isla Negra ho visto questi uccelli, forse pellicani, dal becco lungo e che quando volano lo fanno in fila indiana.
Architettura:
A Isla Negra ci sono andata appositamente per vedere, finalmente, la casa di Neruda. E sono rimasta decisamente soddisfatta! [meriterà un post a parte]
Zapallar invece è la Portofino del Cile, o almeno questo è il paragone che è venuto in mente a me. Questa è comunque la località scelta per andare in vacanza dalla classe dirigente di Santiago ed è impossibile non notarlo dalle bellissime ville a picco sul mare con giardini strepitosi:
A Viña invece nonostante la foto con il libro sulla sabbia facesse pensare chissà a che spiaggia, ero circondata dai palazzoni...
Pappa:
I tre pranzi che ho fatto in spiaggia in Cile rispecchiano esattamente la tipologia di località in cui mi trovavo.
A Viña mi son sbaffata una specie di enorme sfogliatella, che si chiama Palmeras, ma avrei potuto scegliere tra un'immensità di altre cose: pannocchie al burro. empanadas, succhi di ananas fatti al momento e anche del pane appena sfornato da un "forno portatile" di fango.
Ad Isla Negra i ristoranti erano poco distanti dalla spiaggia e c'era una grande varietà di scelta: io ho optato per una empanada gigantesca. E' da sapere infatti che le empanadas cilene son praticamente grandi il doppio rispetto a quelle argentine.
A Zapallar c'era un unico ristorante sul mare e sembrava un posto decisamente esclusivo: io ho finito con il mangiare un pezzo di pane e un gelato!!
E so che rischio di diventare ripetitiva, ma io di quel poco di Cile che ho visto me ne son innamorata!
18 gennaio 2015
Leggere Harry Potter in spagnolo | Harry Potter y la piedra filosofal
Leggere Harry Potter in spagnolo è strano.
Sembra quasi di leggerlo in inglese.
A differenza di quanto ha fatto la casa editrice italiana, quella spagnola ha scelto di lasciare invariati i nomi dei personaggi e solo ogni tanto di mettere una piccola spiegazione in spagnolo tra parentesi per rendere più chiaro che cosa vogliano dire in inglese.
Sembra quasi di leggerlo in inglese.
A differenza di quanto ha fatto la casa editrice italiana, quella spagnola ha scelto di lasciare invariati i nomi dei personaggi e solo ogni tanto di mettere una piccola spiegazione in spagnolo tra parentesi per rendere più chiaro che cosa vogliano dire in inglese.
Come soluzione mi piace molto, anche se io avrei preferito delle note a piè di pagina. Ma son sottigliezze, me ne rendo conto.
E poi adoro questa copertina, che secondo me è tra le migliori al mondo. Far di meglio di quella italiana in effetti non è difficile: pensate che nella prima edizione il nostro Harry Potter, chissà perché, non aveva gli occhiali!
Ma anche gli spagnoli hanno preso qualche bell'abbaglio nella traduzione: lo sapevete che Neville non ha un rospo, ma una tartaruga... i grandi misteri della traduzione!
E poi adoro questa copertina, che secondo me è tra le migliori al mondo. Far di meglio di quella italiana in effetti non è difficile: pensate che nella prima edizione il nostro Harry Potter, chissà perché, non aveva gli occhiali!
Ma anche gli spagnoli hanno preso qualche bell'abbaglio nella traduzione: lo sapevete che Neville non ha un rospo, ma una tartaruga... i grandi misteri della traduzione!
16 gennaio 2015
Storia di chi resta e di chi fugge e Storia della bambina perduta di Elena Ferrante
La saga de L'amica geniale sono 1800 pagine occhio e croce. Le ho ingurgitate in meno di un mese, riscoprendo un modo di leggere appassionato che era un po' che mi mancava.
Non posso fare altro che consigliarvi di entrare in questa Napoli nascosta in compagnia di Elena Ferrante e scoprire una storia lunga una vita in compagnia di Lina e Lenù. Come cambieranno le loro vite, vedremo cambiare anche il nostro Paese: L'amica geniale è un modo decisamente originale per conoscere la storia di un'Italia che non c'è sui libri di scuola (chi è arrivato con i programmi di storia davvero ai giorni nostri?).
Il terzo libro della saga, Storia di chi resta e di chi fugge, è il più ostico dei quattro: tante sfumature tra i diversi movimenti della sinistra extraparlamentare rendono la lettura a tratti meno scorrevole. A dir al verità per un attimo mi ha ricordato il mio caro Hugo quando con dovizia di particolari raccontava le differenza di vedute dei ragazzi delle barricate.
Storia della bambina perduta è invece più angosicante, fin dal titolo. Sfogliare le pagine del libro significa aspettarsi che si abbatta una disgarazia su Lina o Lenù, con la curiosità di scoprire che cosa sia successo a Lina e perché sia scomparsa,
Non posso fare altro che consigliarvi di entrare in questa Napoli nascosta in compagnia di Elena Ferrante e scoprire una storia lunga una vita in compagnia di Lina e Lenù. Come cambieranno le loro vite, vedremo cambiare anche il nostro Paese: L'amica geniale è un modo decisamente originale per conoscere la storia di un'Italia che non c'è sui libri di scuola (chi è arrivato con i programmi di storia davvero ai giorni nostri?).
Storia della bambina perduta è invece più angosicante, fin dal titolo. Sfogliare le pagine del libro significa aspettarsi che si abbatta una disgarazia su Lina o Lenù, con la curiosità di scoprire che cosa sia successo a Lina e perché sia scomparsa,
14 gennaio 2015
Año nuevo a Valparaiso
Se il Natale mendozino assomigliava parecchio al nostro capodanno, sappiate che il Capodanno di Valparaiso in Cile assomiglia tanto al nostro carnevale!
Al Capodanno di Valparaiso c'era un sacco, ma proprio un sacco, di gente mascherata. E se gli accessori più comuni erano parrucche fluorescenti o cappellini pieni di brillantini, non mancavano tocchi più originali! Ho avvistato un sacco di cappelli giganti a forma di birra di peluche perfetti per l'Oktober Fest, tante diavolette ma soprattutto una signorina con un cappello da patatine fritte del Mc Donald's e uno spermatozoo.
Per strada già dal primo pomeriggio vendevano stelle filanti, calici di plastica e minicannoni sparaneve... quella non avendola devono in qualche modo renderla "portatile". XD
E poi ci sono i fuochi di Valparaiso di cui tutti parlano come splendidi e come una lunga tradizione. Mah. Belli eh per carità, ma ne ho visti di migliori. Son durati una ventina di minuti e la parrticolarità che venivano sparati da più punti della baia e quindi uno neanche sapeva bene dove gaurdare per quanto ampio fosse lo spettacolo.
Ma la cosa che mi ha lasciato davverostupita sbalordita è che finiti i fuochi per un paio di minuti tutti abbiano urlato "ci-ci-ci le-le-le w chile!". A me tutto 'sto patriottismo sudamericano mette sempre un po' in imbarazzo.
E poi c'è la festa nella piazza vicino al porto, grande, un gruppo che suona, gente che balla. Io no, a me la folla non piace. Alle 2 son già nel letto,
Quando son uscita per andare in spiaggia a mezzogiorno c'era ancora gente per strada che suonava!
Quindi, se siete amanti delle grandi feste di Capodanno forse è davvero il posto che fa per voi. Se come me siete delle anziane signorine, forse non è così imperdibile!
Al Capodanno di Valparaiso c'era un sacco, ma proprio un sacco, di gente mascherata. E se gli accessori più comuni erano parrucche fluorescenti o cappellini pieni di brillantini, non mancavano tocchi più originali! Ho avvistato un sacco di cappelli giganti a forma di birra di peluche perfetti per l'Oktober Fest, tante diavolette ma soprattutto una signorina con un cappello da patatine fritte del Mc Donald's e uno spermatozoo.
Per strada già dal primo pomeriggio vendevano stelle filanti, calici di plastica e minicannoni sparaneve... quella non avendola devono in qualche modo renderla "portatile". XD
E poi ci sono i fuochi di Valparaiso di cui tutti parlano come splendidi e come una lunga tradizione. Mah. Belli eh per carità, ma ne ho visti di migliori. Son durati una ventina di minuti e la parrticolarità che venivano sparati da più punti della baia e quindi uno neanche sapeva bene dove gaurdare per quanto ampio fosse lo spettacolo.
Ma la cosa che mi ha lasciato davvero
E poi c'è la festa nella piazza vicino al porto, grande, un gruppo che suona, gente che balla. Io no, a me la folla non piace. Alle 2 son già nel letto,
Quando son uscita per andare in spiaggia a mezzogiorno c'era ancora gente per strada che suonava!
Quindi, se siete amanti delle grandi feste di Capodanno forse è davvero il posto che fa per voi. Se come me siete delle anziane signorine, forse non è così imperdibile!
12 gennaio 2015
Il toy boy argentino
Gli argentini hanno sempre dei modi di dire che fanno ridere.
O almeno a me divertono molto.
Sapete come si chiama un toyboy in Argentina?
Uno yogurtino!!!!
Il perché non mi è chiaro... ho fatto varie ipotesi, non ho trovato una soluzione... ma mi fa un sacco ridere!
Credo che la muller abbia preso l'idea dall'Argentina per il suo famoso spot!
O almeno a me divertono molto.
Sapete come si chiama un toyboy in Argentina?
Uno yogurtino!!!!
Il perché non mi è chiaro... ho fatto varie ipotesi, non ho trovato una soluzione... ma mi fa un sacco ridere!
Credo che la muller abbia preso l'idea dall'Argentina per il suo famoso spot!
10 gennaio 2015
La befana e i re magi
In Argentina non esiste la befana, mai sentita nominare.
Qui il 6 gennaio non è festivo. Ho notato che qui in Argentina, dove ci son un sacco di festivi, spesso non ci sono quelli che ci sono da noi ma hanno un'origine religiosa. Per esempio niente Pasquetta, niente Ferragosto e non c'è neppure Santo Stefano, ma quest'anno la Cristina (che è la Presidentessa e che qui tutti chiamano per nome, forse perché il cognome è lo stesso del suo defunto marito ed ex presidente) l'ha dichiarato feriado puente cadendo di venerdì.
Il 6 gennaio qui passano los reyes, i re magi.
I re magi son più ricchi di Babbo Natale e tutti i bambini aspettano con molta più impazienza loro che non il Papà Noel. Che per la cronaca in Cile si chiama Viejo Pascuero!!!
Qaundo son andata in parrocchia a vedere il Presepe vivente i genitori fermavano i figuranti dei re magi per fare foto con
loro...
Anche nel Centro dove lavoro io son passati: son arrivati su una jeep e hanno lasciato caramelle per tutti!!
Certo che se fossero stati anche gnocchi, avrei preferito... :)
Qui il 6 gennaio non è festivo. Ho notato che qui in Argentina, dove ci son un sacco di festivi, spesso non ci sono quelli che ci sono da noi ma hanno un'origine religiosa. Per esempio niente Pasquetta, niente Ferragosto e non c'è neppure Santo Stefano, ma quest'anno la Cristina (che è la Presidentessa e che qui tutti chiamano per nome, forse perché il cognome è lo stesso del suo defunto marito ed ex presidente) l'ha dichiarato feriado puente cadendo di venerdì.
Il 6 gennaio qui passano los reyes, i re magi.
I re magi son più ricchi di Babbo Natale e tutti i bambini aspettano con molta più impazienza loro che non il Papà Noel. Che per la cronaca in Cile si chiama Viejo Pascuero!!!
Qaundo son andata in parrocchia a vedere il Presepe vivente i genitori fermavano i figuranti dei re magi per fare foto con
loro...
Anche nel Centro dove lavoro io son passati: son arrivati su una jeep e hanno lasciato caramelle per tutti!!
Certo che se fossero stati anche gnocchi, avrei preferito... :)
08 gennaio 2015
No - Chile l'alegria ya viene
Il Cile è diventato la mia nuova passione, il mio nuovo amore.
Avevo letto libri e articoli su quello che era successo prima del golpe di Pinochet (vedi L'amore fragile) e avevo ascoltato il discorso di Salvador Allende dentro il Palacio de La Moneda.
Poi ad un certo punto Pinochet non c'era più, la comunità internazionale cerca di incriminarlo... ma nel mezzo? Mi mancava un anello della catena!
No - I giorni dell'arcobaleno è un film cileno uscito nel 2012 e che si propone di spiegare questo momento. Nel 1988 c'è un referendum: il Cile vuole cambiare o rimanere nelle sicurezze che ha garantito (con modi "opinabili") il dittatore? Se vuole cambiare il paese deve dire No, no a Pinochet. Il film racconta come è stata creata la campagna pubblicitaria per convincere i cileni dubbiosi a votare per il No, con un linguaggio innovativo e per questo motivo fortemente criticabile.
Che film pesante però! Non che mi aspettassi un cinepanettone ma l'ho trovato privo di ritmo ed un ottimo sonnifero.
Senza dubbio però ha un messaggio importante da trasmettere ancora oggi: vi lascio il commento di Roberto Saviano. E' un video un po' lunghetto ma secondo me ne vale la pena di ascoltarlo, più che mettersi a cercare l'intero film.
06 gennaio 2015
Il mio capodanno è differente
Potrei iniziare un infinito elenco del perché il mio Capodanno quest'anno sarebbe stato differente!
- Ciao sciarpone, cappotto e stivali! Quest'anno si prevedeva un capodanno estivo!
- Ciao routine: il 2015 sarebbe iniziato con perfetti sconosciuti perché son partita da sola.
- Ciao tranquillità della baita di montagna: si incomincia l'anno con una grande festa in piazza.
Ed è così che tra mille dubbi alla fine ho deciso di andare tornare a Valparaiso, perché si dice che ci sia uno dei capodanni più belli di tutto il SudAmerica.
E da lì sono iniziati i primi "ma"...
- Il tempo che ho trovato non è stato dei migliori. Ormai son abituata ai trenta gradi costanti di Mendoza e una temepratura che variava tra i 13 e i 25 per me ora corrisponde a freschino. Senza contare il vento che a quanto pare è tipico di Valparaiso. Il mio vestitino della festa è rimasto nello zaino, ma le infradito le ho messe lo stesso!
- Non è stato il mio primissimo viaggetto da sola: prima ero stata un paio di giorni a Buenos Aires, poi un fine settimana lungo a Cordoba e ora questi 5 giorni in Cile. Nelle altre occasioni non ho mai avuto difficoltà a trovare compagnia, anzi a volte il problema è stato opposto: come sbarazzarmi di qualcuno. Questa volta mi son trovata invece in un ostello in cui l'età media era 22-23 anni e io son vecchia dentro da sempre.
- Che un Capodanno in piazza potesse non essere il tipo di festa a me più congeniale poteva essere abbastanza prevedibile: qualche anno fa ne avevo fatto uno e uno solo in piazza ad Aosta e lo avevo trovato tremendo. Ma questo era l'ultimo mio capodanno prima dei trenta e volevo mettermi alla prova...
Quindi il mio veglione di Capodanno è stato un fiasco. Mi son sentita a disagio e abbacchiata, stufa e pure un po' stupida per essermi infilata in quella situazione.
Però poi il 1 gennaio mi son svegliata e con l'umore non al massimo son andata in spiaggia e... mi son rigenerata!
A ben guardare le premesse per un anno magico ci sono tutte!
E nei prossimi giorni vi racconterò com'è il Capodanno più figo di tutto il Sud America, o così dicono!
03 gennaio 2015
Mafalda è argentina
Mafalda è argentina, sarebbe di Mendoza per l'esattezza. Ma a Mendoza Quino, il suo creatore, se lo son sempre filati poco e non fanno nulla per promuovere questo loro concittadino illustre, Mendoza è una città molto turistica, dove i negozi di souvenir non mancano ma non son mai riuscita a trovare una calamita di Mafalda! Da qualche anno si son decisi a dedicare a Mafalda un monumento dentro il grandissimo parco di Mendoza... e gli stessi mendozini ridono su quanto sforzo sia stato fatto per fare questo lavorone!
E' un cubo bianco con disegnato sopra Mafalda. Piccolo. Quasi nemmeno lo vedi se non lo stai cercando.
A Buenos Aires invece ne sono più orgogliosi di Mafalda. O forse hanno capito che ai turisti Mafalda piace, e ci hanno pure dedicato una piazza. Che è tra le cose saltate a causa del maltempo, ma che recupererò quando ripasserò da Buenos Aires.
La pioggia non mi ha però impedito di infilarmi alla ricerca di una mostra temporanea dedicata ai 50 anni di Mafalda. Peccato che il posto fosse dentro un parco fangoso, io fossi senza ombrello, avessi i piedi zuppi, avessi fame e la mostra era decisamente piccola. Nonostante questo son rimasta soddisfatta e, quindi, potete dedurne che era davvero ben curata.
E' un cubo bianco con disegnato sopra Mafalda. Piccolo. Quasi nemmeno lo vedi se non lo stai cercando.
A Buenos Aires invece ne sono più orgogliosi di Mafalda. O forse hanno capito che ai turisti Mafalda piace, e ci hanno pure dedicato una piazza. Che è tra le cose saltate a causa del maltempo, ma che recupererò quando ripasserò da Buenos Aires.
La pioggia non mi ha però impedito di infilarmi alla ricerca di una mostra temporanea dedicata ai 50 anni di Mafalda. Peccato che il posto fosse dentro un parco fangoso, io fossi senza ombrello, avessi i piedi zuppi, avessi fame e la mostra era decisamente piccola. Nonostante questo son rimasta soddisfatta e, quindi, potete dedurne che era davvero ben curata.