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29 ottobre 2018

Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino

Avete in mente di trascorrere un bel fine settimana a Torino? Ottima idea, ma il fine settimana prima della vostra partenza dovete assolutamente leggervi questo libricino, che è una vera chicca per chi conosce Torino e sarà meglio di una guida per chi vuole scoprirla: Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino.

Questo libricino fa parte della collana "Allacarta" di EDT, la casa editrice che pubblica le guide Lonely Planet. "Allacarta" si propone di raccontare le città attraverso i cibi tipici di quel posto: anni fa avevo letto My little China girl ambientato a Pechino e mi era piaciuto tantissimo, così quando ho visto in biblioteca questo libro a tema "Torino" non ho saputo resistere!
Sono ancora più entusiasta di Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino, forse perché è -quasi- la mia città e ho scoperto un sacco di curiosità che non sapevo.



Un post condiviso da Serena Di Martino (@sererock) in data:
Il protagonista è un giornalista critico culinario che, all'improvviso, sembra essere diventato come la signora in giallo: dove va a mangiare ci scappa il cuoco morto. Coincidenze? Non credo proprio!
La Mole vista da Palazzo Madama
Seguendo il nostro giornalista scopriremo i migliori ristoranti di Torino per tutti i gusti e tutte le tasche, ma anche le tradizioni, i luoghi simbolici e un po' di lessico da torinese.
La trama è ben costruita, ha un buon ritmo,  un giallo ma fa anche tanto ridere!
Unico problema: fa venire l' acquolina in bocca!



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25 ottobre 2018

Chiamami col tuo nome

Chiamami col tuo nome è la noia infinita.
Forse sono io che manco di romanticismo e pazienza, ma a me 'ste paranoie adolescenziali hanno fatto morire di noia.

Chi ha amato questo libro ritiene che sia un fantastico lavoro sulla ricerca della propria identità.
Siamo negli anni '80 ed Elio è gay, o forse no, o forse è anche gay. Insomma, come è normale che sia a 17 anni, Elio si chiede chi è davvero. La risposta la troverà con e attraverso Oliver, un giovane professore americano che trascorre le vacanze estive a casa della sua famiglia.

La prima metà del libro è di una lentezza infinita. Non capita nulla, a parte le mille pippe -mentali e non- di Elio su Oliver.
Nella seconda invece la storia diventa concreta ed effettivamente assume un ritmo leggermente più vivo. Si passa da noia mortale a molto noioso.

Ed è un peccato perché forse questo libro parla di identità, dell'importanza di seguire i propri desideri e sogni e soprattutto di essere sinceri con se stessi.
Ma io alla fine non ho colto nulla di tutto questo perché ero troppo cotta da una storia che non procedeva mai. Peccato!



20 ottobre 2018

La casa della bellezza

La casa della bellezza è un giallo un po' strano ambientato in Colombia, che mi ha ricordato un altro giallo strano ma bello: La misteriosa morte della compagna Guan, che è ambientato in Cina: alla fine del post vi spiegherò perché-


Siamo a Bogotà, nella zona Rosa, che è una zona fighetta della capitale colombiana, e c'è una ragazza bellissima, Karen, che fa l'estetista  in un centro che sia chiama La casa della bellezza.
Karen è l'ultima persona ad aver parlato con una ragazzina che poche ora dopo verrà trovata morta: la polizia dice che si tratta di un suicidio, ma noi sappiamo che la ragazza è morta dopo un incontro "galante" con un uomo misterioso.




Una adolescente cuya muerte dudosa podría resolverse preguntándole a su esteticista. ¿Quién le dará valor a la palabra de una trabajadora de clase baja? #PorQuéLeer “La Casa de la Belleza” de @escobarmelba (Ed. @planetadelibrosar, 2017).• • • Karen trabaja como depiladora y masajista en un reconocido negocio para mujeres pudientes de Bogotá. Allí conoce a Claire -la narradora- y a Sabrina, una joven que aparece muerte al poco tiempo. El entramado del poder político, una justicia injusta y el silencio parecen cerrar el círculo sobre los más débiles en esta excelente novela policial.• • • Escobar nos propone un texto cautivante, perfumado con azahar, pero es punzante y crítica mientras cuenta la historia. “La Casa de la Belleza” no se puede soltar y aunque el final me resultó poco convincente comparado al resto, más adelante le daré otra oportunidad y tal vez se resignifique. #LibroSuperRecomendable• • • . . . . . . . . . . #xqleer #novelapolicial #recomendacionliteraria #melbaescobar #lacasadelabelleza #literatura #colombia #amorporloslibros #ceciliabona #bookstagram #reseña
Un post condiviso da Por qué leer (@porqueleerok) in data:

La casa della bellezza parla poco e niente della ragazzina morta, parla pochissimo del suo assassino e parla molto di Karen, protagonista dall'inizio alla fine di questo omicidio e non solo.
La casa della bellezza  racconta della Colombia non dei narcos, nonostante il cognome "importante" dell'autrice, ma quella delle donne. Ci racconta di una Bogotà con tanta criminalità e ancora di più corruzione, una capitale dove è facile perdere se stessi. Si contrappone invece Cartagena, la città sulla costa da dove proviene Karen: un posto più caldo, dove è più facile essere felici (forse) ma dove non ci sono prospettive per il futuro.


Che cos'hanno in comune La casa della bellezza e La misteriosa morte della compagna Guan visto che parlano di due mondi davvero distanti anni luce?
Anche La casa della bellezza racconta tanto del paese che fa da sfondo al giallo, proprio come faceva il giallo cinese: si citano e descrivono quartieri e strade che sicuramente se si conosce Bogotà (o si sta pensando di andarci) sembra di stare proprio lì e si racconta tanto delle abitudini alimentari dei colombiani, che mangiano una quantità impressionante di arepas probabilmente!

Sicuramente La casa della bellezza non è il miglior giallo del mondo (e forse nemmeno vuole esserlo nel senso classico), ma è proprio un libro carino per imparare a conoscere la Colombia.


Se vuoi leggere altri libri ambientati in Colombia ti consiglio:
Ornamento di Juan Cardenas
Señor Vivo e Coca Lord di Luis de Bernieres

16 ottobre 2018

Le biblioteche dei miei viaggi - Riga e Tallinn

Ho preso l'abitudine quando viaggio di controllare se ci sono delle biblioteche meritevoli di essere visitate: a volte ho delle bellissime sorprese come a Liverpool e Manchester, altre volte come a Lubiana non ho trovato niente di che.
Andare a vedere quelle di Riga e di Tallinn, molto diverse tra di loro, fa sicuramente parte delle esperienze positive!

La Biblioteca Nazionale Lettone di Riga
Per arrivare alla Biblioteca Nazionale di Riga bisogna uscire dalla città vecchia e attraversare il fiume Daugava: già solo questo merita perché la città vecchia con tutte le sue guglie vista da un altro punto di vista è affascinante.
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La città vecchia di Riga
All'interno della biblioteca non sono riuscita ad entrare per una questione di orari, ma anche vista da fuori merita.
La Biblioteca ha un'architettura ultramoderna, che non ci azzecca nulla con l'architettura della città vecchia e nemmeno con quella sovietica delle vie vicine.
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Le strade vicino alla Biblioteca di Riga
In realtà questa biblioteca è assolutamente coerente con la storia di Riga perché rappresenta un Castello di luce. Un'antica leggenda lettone racconta di un castello che sarebbe stato sommerso quando arrivarono i secoli bui e sarebbe riemerso solo quando la Lettonia avrebbe ritrovato luce e libertà. La Lettonia è indipendente dal 1991 e la Biblioteca è stata inaugurata nel 2014.
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La Biblioteca - Castello di Luce

La Biblioteca Nazionale Estone di Tallinn
Anche la Biblioteca di Tallinn si trova appena fuori dal centro della città vecchia ed ha una storia un po' meno leggendaria rispetto all'omologa lettone.
Quando la si guarda da fuori si capisce che è più vecchia di quell'altra: la struttura non ricorda una vela, ma è bella pesante ed imponente come i mostri che creavano i russi.
Sembrano costruite in epoche lontanissime ma quella di Tallinn è stata iniziata quando c'erano ancora i sovietici ma è stato il primo edificio inaugurato nell'Estonia indipendente: come è cambiata la vita in 20 anni!
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La biblioteca di Tallinn
Vale la pena di andare fino lì per guardarlo dall'esterno? Assolutamente no perché è orribile.
Ma dentro invece sembra un altro mondo: invece di essere quell'ammasso di cemento che si vede da fuori, dentro sembra quasi di stare in un castello dove è possibile librarsi (e liberarsi) in alto.
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L'interno della Biblioteca di Tallinn

Salite fino all'ultimo piano e godrete di una bella vista sulla città, non la migliore ma assolutamente la più inaspettata!
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La vista dall'ottavo piano della Biblioteca di Tallinn

12 ottobre 2018

Bologna #unafotoalgiorno ( e una canzone al giorno)

Erano anni che non andavo via con le amiche e, anche se è stato brevissimo, in questo fine settimana a Bologna mi sono divertita proprio tanto.
Un grazie speciale anche a CdP & Silvia che mi hanno dato un sacco di dritte carine per vedere posti particolari di Bologna e mangiare tante cose buone.

Bologna è una città che mi è proprio piaciuta perché mi è parsa una città molto viva e vivibile, piena di gente che parla tante lingue diverse, orgogliosa della sua storia. Mi ha stupito piacevolmente questa città che conoscevo solo tramite le sue canzoni.

Giorno 0: Piazza Maggiore
Appena arrivati in centro a Bologna in una serata ancora calda siamo rimaste colpite dalla vivacità di questa piazza "grande" (come cantava Lucio Dalla). 
A Bologna ci sono sette segreti da scoprire e noi ci siamo subito divertite a cercare di capire se erano veri ;) Bologna mi è piaciuta perché è divertente.
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Giorno 1: la Torre degli Asinelli
Bologna è una vecchia signora (come dice Guccini) e vederla dall'alto ha un suo fascino, che ripaga della gran fatica. Bologna mi è piaciuta perché mi è apparsa  una città genuina ed orgogliosa della sua storia, anche quella più recente.
vista-su-bologna


Giorno 2: San Luca
Il Santuario di San Luca è imponente e ricco come tanti altri santuari in giro per il mondo, ma io un portico così lungo non lo avevo mai visto... e mica niente questo è un posto da record: a Bologna ci sono i portici più lunghi del mondo! Bologna mi è piaciuta perché dopo una camminata così ci va un signor pranzo e Bologna è una città golosa!

07 ottobre 2018

Ornamento

Associare la Colombia e le droghe non è un volo pindarico, è qualcosa di abbastanza scontato.
Ornamento di Juan Cardenas racconta sì di Colombia e di droga, ma non è assolutamente una lettura banale: non racconta di Pablo Escobar e dei narcos per intenderci. 

Si racconta di una sperimentazione di una nuova droga intelligente, derivante dai fiori della datura, che ha effetti solo ed eclusivamente sulle donne e non ha effetti collaterali.
Il protagonista del libro è il direttore del centro in cui avviene la sperimentazione e che osserva, in una prima fase, gli effetti su 4 donne-cavie umane. Mentre le prime 3 le guarda con distacco, la numero 4 entra più in sintonia con lui.
La donna diviene parte della sua quotidianità e soprattutto del suo ménage familiare.


Cardenas racconta di una società, non così diversa dalla nostra, in cui per anestetizzare dolori e traumi c'è bisogno di eccessi, che siano nuove droghe o una vita sessuale più spinta. La verità è che questa droga ha effetti diversi su ciascuno e gli dà le sensazioni che gli servono. Credo che ognuno di noi abbia la sua droga, anche se non lo sa. 
Ornamento ha uno stile veloce e molto sudamericano: niente realismo magico, ma qualche flusso di pensiero della donna numero 4 sotto l'effetto della droga ti fa pensare "che cavolo sta dicendo questa qui?".
Si legge davvero molto velocemente, ma per essere apprezzato ci va un po' di dimestichezza con questi sudamericani che, giustamente, raccontano le cose a modo loro.
Ornamento non è un libro che mi abbia conquistato, ma è stato una buona compagnia per un fine settimana casalingo.