Siamo in Brasile, San Paolo, e Val è una donna che fa la tata tuttofare in una famiglia molto benestante. Per questo lavoro ha lasciato la sua casa nel nord est del paese e soprattutto Jessica, la sua bambina ancora molto piccola. Nella villa di San Paolo Val cresce il piccolo Fabinho con tutto l'amore che ha, ma negli anni il suo rapporto con Jessica si affievolisce fino a sparire... fino a quando Jessica annuncia che sta arrivando a San Paolo per provare il test di ammissione alla facoltà di Architettura ed è pronta a mettere a soqquadro la vita di sua madre e dei suoi padroni.
Il film è una commedia prodotta in Brasile e ha vinto il premio della giuria a Berlino e senza diventare mai troppo pesante, anzi facendo sorridere, offre molti spunti di riflessione, come dimostra il fatto che il titolo è stato tradotto in lingue differenti con espressioni differenti.
E' arrivata mia figlia, in italiano, punta l'attenzione sullo sconquasso che l'arrivo di Jessica crea nella famiglia: Val si è abituata ad una serie di regole non esplicate e cortesie che sottolineano come lei sia una persona "quasi di famiglia". Dove quel "quasi" però significa "al servizio" e non è un lavoro, ma un atteggiamento che Val ha reso suo quando lavora e quando vive il suo poco tempo libero.
Per Jessica tutto questo è inconcepibile!
Il poster migliore del film per me è quello inglese, anche se forse è il meno accattivante di quelli trovati in rete.
Nessuno nella casa della famiglia ricca ha cercato di capire chi fosse davvero Val. Val è una sconosciuta anche per sua figlia, che non vede da moltissimi anni e Val è una sconosciuta anche per se stessa e solo con lo scossone che le darà l'arrivo della figlia riuscirà a mettersi sulla strada per ritrovare Jessica e se stessa.
Un consiglio: passate a leggere la recensione di Claudia e poi recuperate questo bel film!