29 novembre 2017

Le luci nelle case degli altri

Quando per il mio compleanno ho scartato un pacchetto che conteneva Le luci nelle case degli altri ero un po' dubbiosa: io di Chiara Gamberale avevo letto solo un suo libro, L'amore quando c'era, ed era stato così tremendo che avevo detto "mai mai più".
A lettura conclusa ho un grandissimo punto interrogativo su Chiara Gamberale, ora che ho letto due libri suoi mi tocca dire che uno è bruttissimo e l'altro bellissimo... sarà il caso di leggerne un terzo?!??

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Le luci nelle case degli altri racconta la storia di una bimba che si chiama Mandorla perché quando è nata prematura era piccina piccina e a Maria, la sua mamma, le era sembrato il nome più calzante.
Maria muore in un incidente quando Mandorla ha solo 5 anni e viene ritrovata una lettera che lei le aveva scritto quando era appena nata in cui, tra le tante cose, le rivela di essere stata concepita nel lavatoio all'ultimo piano della palazzina di via Grotta Perfetta 315.
Chi sarà quindi il papà di Mandorla che per i primi 5 anni della sua vita non si è mai palesato?
I condomini del palazzo che volevano molto bene a Maria decidono di adottare tutti quanti insieme la piccola Mandorla e crescerla come fossero un'unica grande famiglia: se non si saprà mai chi è il papà della bimba nessuna famiglia rischia di scoppiare in seguito ad un eventuale test del DNA.

Mandorla viene adottata legalmente da una signora zitella ma poi ogni tot anni cambia casa e passa al piano superiore, sempre circondata dall'affetto di tutto il condominio ma anche da un grande dubbio che la perseguita: chi è tra tutti quei signori il suo papà?
Noi lettori seguiamo la storia di Mandorla fino al momento in cui sta per compiere i fatidici 18 anni ma soprattutto fino alla notte che trascorrere in galera perché ha fatto una cavolata, ma che noi non sappiamo quale sia fino alla fine.

Nel libro si intrecciano due filoni narrativi: quella di Mandorla che cresce e diventa grande e quelle di tutti gli inquilini del palazzo. Sono tutte famiglie differenti, con i loro grandissimi pregi e grandissimi difetti. Mandorla, che non ha una casa sua, è una seminomade che cambia piano del condominio e, con la semplicità con cui vede le cose una bambina, illumina le loro storie.

Le luci nelle case degli altri è un romanzo magico, quasi una fiaba, di quelli che ti coinvolgono completamente nelle vicende, che ti danno l'impressione di conoscere ciascuno dei personaggi.
Piacerà sicuramente a chi ama i romanzi introspettivi e a chi cerca un libro da leggere tutto d'un fiato!
Non è assolutamente un libro rosa, ma è uno di quei libri in cui il cuore di chi legge inizia a battere forte forte. E' assicurato che anche voi vi ritroverete a volere un gran bene a Mandorla!


25 novembre 2017

The place

Sono proprio ignorante: quando sono uscita dal cinema dopo aver visto The place ho pensato "che barboni! Hanno girato un intero film tutto dentro un bar, allo stesso tavolino... si vede che non avevano neanche due soldini per fare due riprese in esterno!".
Poi ho letto la recensione su mymovies, fatta da gente che di cinema ne sa un po' di più di me, che questa è una scelta artistica: scelta artistica un po' soporifera, se posso dire la mia che non sono esattamente esperta di cinema.

Ma che cosa va a fare tutta 'sta gente nel bar dove lavora la Ferilli?
Va a parlare con Mastandrea, che secondo me è il diavolo (ma questo il film non lo dice: potrebbe essere anche solo un pazzo furioso).
Comunque un esercito di disperati si rivolge a questo diavolo per avere un favore e lui in cambio chiede loro di fare delle cose tremende.
C'è la signora anziana che vorrebbe che il marito guarisse dall'Alzheimer e deve costruire una bomba e farla esplodere, oppure il cieco che per riavere la vista deve violentare una donna o il papà con il figlio in fin di vita e per guarirlo dovrà uccidere una bambina e così via.
Tutto il film si gioca sul lato oscuro che vive in ognuno di noi, su che cosa saremmo disposti a fare per ottenere quello che vogliamo anche quando sappiamo che stiamo facendo la cosa sbagliata.

Chi era con me è uscito soddisfatto dal cinema.
Io sono uscita con un'angoscia tremenda, superata solo dalla voglia di andarmene a dormire dopo questo film che non finiva mai!

19 novembre 2017

Pazze di me

E' una vita che sostengo che scrivere un bel romanzetto rosa è una cosa impegnativa e ci va del talento: scrivere cose leggere non è cosa da tutti.

Quando ho voglia di una lettura da bar, ovvero di un libro che non richieda tanta concentrazione e che si possa leggere anche se al tavolino di fianco al tuo stanno chiacchierando ad alta voce, io punto sul sicuro: Federica Bosco.

Non ho letto tutti i suoi libri, ma non sono mai rimasta delusa.
Questa volta sapevo di essere davvero in una botte di ferro perché qualche tempo fa avevo visto il film Pazze di me, con Francesco Mandelli come protagonista.
Mi ricordavo di essermi spanciata dalle risate!


Andrea è un venticinquenne senza troppa personalità che vive con  6 donne: 3 sorelle maggiori totalmente diverse le une dalle altre ma tutte quante suonate, la mamma, la nonna con l'Alzheimer e la badante Stanka, di nome e di fatto. Il padre li ha abbandonati fuggendo di casa di notte quando Andrea erra un bimbo e le ultime parole che gli ha detto sono state "ora sono cazzi tuoi".
Tutte le fidanzate di Andrea quando conoscono la sua famiglia scappano a gambe levate, ma Andrea si sente sempre in dovere di star dietro alle richieste assurde delle sue donne. Andrea vive all'inferno.

Il libro rispetto al film è più lento, ma dà la possibilità di andare oltre alla goliardata e riflettere un po' su qualche squilibrio che tutti abbiamo, anche se ovviamente non a quei livelli di follia!
A me il libro è piaciuto, anche se non è un'imperdibile e anche se la copertina fa piangere anziché ridere.
Il film invece è davvero strepitoso nella sua leggerezza.
Se avete una suocera rompiballe o una cognata da prendere a sberle vi farà divertire ancora di più e pensare che in fondo gestirne una non è così faticoso come averne 6 tra le scatole!

15 novembre 2017

Quel che resta del giorno

Gentile  Esimio signor Ishiguro,
[si inizierà così una missiva ad un premio Nobel per la letteratura?]
sono una lettrice e vorrei chiederle scusa per tre motivi.

Il primo è che non avevo mai letto nulla di suo finché gli svedesi non hanno acceso i riflettori su di lei. Beh questo non è un reato, ma è un po' pirla superficiale la motivazione per cui effettivamente dopo aver preso in mano un suo libro non mi decidevo mai a comprarlo: io non sono molto attratta dagli scrittori asiatici e con quel cognome così giapponese credevo che il suo stile non facesse al caso mio.
Poi quando le hanno dato il premio ho scoperto che lei è naturalizzato britannico ed effettivamente durante la lettura di Quel che resta del giorno ho scoperto un libro ambientato nelle campagne inglesi nella prima metà del '900 che più europeo di così non si potrebbe!


Il secondo motivo per cui chiedo perdono è che sono un po' cretina burlona e per il 99% della lettura del suo libro non capivo il senso di questo titolo lungo e filosofico e quindi, quando chiacchieravo di questa lettura che mi coinvolgeva parecchio, mi limitavo a parlane come del libro del maggiordomo.
Quel che resta del giorno si capisce solo al tramonto, alla fine del viaggio. Forse, si capisce: secondo me il maggiordomo alla fine non ha capito granché e pure io sono diversi giorni che ci rifletto e non sono sicura di aver proprio capito cosa volesse dire. Però amo i libri che continuano ad interrogarti dopo che li hai chiusi e quindi questo libro mi continua a piacere anche a lettura terminata!

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Da Quel che resta del giorno hanno tratto anche un film con Anthony Hopkins. Chiedo scusa a lei signor-premio-nobel ed anche al signor-regista e pure al signor-attore: io, durante tutta la mia lettura, questo integerrimo maggiordomo me lo sono immaginato con le sembianze di Edgar degli Aristogatti, che non potrebbe essere più lontano dal modello del maggiordomo perfetto di cui parla in modo ossessivo il protagonista del suo libro. Quanto costa diventare perfetti sul lavoro? E' giusto annullare completamente la propria vita, i propri affetti ed interessi per seguire un obiettivo? Ne vale davvero la pena? Io credo di no, ne sono profondamente convinta e mr Stevens lo avrei preso a sberle in molte occasioni.
Il mio maggiordomo preferito non è il protagonista di Quel che resta del giorno. Poteva andare anche peggio, potevo scegliere quello della famiglia Adams
Caro/a lettore/lettrice che cercavi la recensione di Quel che resta del giorno mi spiace di averti deluso: questo libro mi piaceva troppo e non ero in grado di fare una recensione che gli rendesse giustizia.
Ne ho trovata una molto molto bella su un blog e ti consiglio di leggerla QUI.
Mi permetto solo di aggiungere che se ami le campagne inglesi,
se le questioni politiche ti incuriosiscono,
se vuoi leggere un romanzo scritto come un diario di viaggio, ma che un diario di viaggio non è,
che sembra un libro filosofico, che richiede un po' di concentrazione ma non è pesante
... beh questo libro fa per te!

10 novembre 2017

Saghe famigliari: 5 storie in giro per il mondo


Io adoro le storie di famiglie e così quando con Claudia abbiamo deciso che in questo mese di novembre avremmo concentrato la nostra attenzione su questo tipo di romanzi mi sono brillati gli occhi.

Ecco quelle che secondo me sono le migliori saghe familiari che io abbia letto: su 5, 2 sono libri che vorrei rileggere e 3 sono autori che da tempo mi riprometto di approfondire! Sarà mica un caso?

La casa degli spiriti  di Isabelle Allende ripercorre le vicende di una famiglia cilena in 50 anni di storia e di 50 anni di storia del suo paese. Ho letto questo libro tanti anni fa e faccio fatica a ricordare trama ed intrecci, ma ricordo la grande passione che si respirava tra le sue pagine. L'ho letto quando nemmeno sognavo di poter andare a visitare il Cile: forse sarebbe ora di rileggerlo a visita avvenuta! Ne hanno tratto un film bruttino con un bel Banderas.

PURITY
Purity di Franzen è un librone splendido: mi era piaciuto così tanto da meritarsi la medaglia d'oro tra le letture 2016. Purity, detta Pip, è una studentessa americana che non sa chi sia il suo vero padre perché la madre si rifiuta di svelarle la sua identità. Sarà un viaggio che la porterà ad abbandonare la sua vita negli Stati Uniti ed arrivare in Bolivia a farle capire qual è il suo posto nel mondo e non sarà un'avventura facile!

Comprato quasi per necessità - non riuscivo a rimetterlo nello scaffale dopo aver letto le prime pagine - dalla 300 in poi non sono riuscita a fermarmi. Franzen è un maestro nell'uso della focalizzazione, ogni capitolo mostra un punto di vista diverso. Passa da una narrazione onnisciente a una focalizzazione interna con flussi di coscienza e discorso indiretto libero. Interessante la struttura, ogni capitolo è come se fosse una micro-unità dove l'azione parte in medias res con un iniziale senso di smarrimento per ricomporre piano piano i tasselli mancanti fino ai colpi di scena finali che si ricollegano ai capitoli precedenti. Tantissimi i salti temporali. Mi ha lasciata un po' perplessa il finale, ma: molto bello! *** «Per avere un'identità, devi credere che esistano anche altre identità. Devi sentirti vicino agli altri. E come si crea questa vicinanza? Condividendo segreti.» #reading #readinglist #dilloconunlibro #libro #libri #letteratura #litterature #lettura #consiglidilettura #bookaddiction #bookaday #bookalcoholic #franzen #purity #einaudi #libribelli #goodreads #goodread #digitalculture #culture #wow #readers #instaread #instabook #instaday #sunday #instamood
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LA SORELLA CATTIVA
La sorella cattiva della Ovalde racconta la vicenda di una ragazza, la sorella cattiva, che scappa dal paesello canadese in cui è nata e dalla sua famiglia di matti per diventare una donna libera in California. E' una riflessione profonda su che cosa siano i legami familiari e il vero senso della libertà.
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AGNES BROWNE
I marmocchi di Agnes è uno dei 4 libri della saga di O'Carroll. L'ho comprato a caso in una bancarella senza sapere che esistessero altri capitoli della storia di Agnes, una mamma di Dublino, molto lontana dall'essere perfetta, che si ritrova a fare da mamma e papà a sei figli maschi e una bambina. Non sono riuscita a trovare subito gli altri 3 romanzi e ho lasciato incompiuta la lettura della saga, ma ora che ci penso farò al più presto una corsa in biblioteca! Non fate come me e iniziate a leggerli dal primo... e non perdete il ritmo!



VENUTO AL MONDO
Venuto al mondo è il capolavoro di Margaret Mazzantini. Le famiglie nascono e crescono in modi strani e sicuramente la famiglia di Pietro ha dei trascorsi molto particolari. Questo libro è di una tenerezza ed amore incredibile! Piacerà a chi si interessa della storia recente dei Balcani e ha a cuore i temi legati alla maternità. Anche il film, stranamente, merita un 10 e lode come il libro!



Buongiorno! 💕 Consiglio di oggi: Venuto al mondo di Margaret Mazzantini. Questo romanzo mi ha completamente spiazzata, ha superato ogni aspettativa e l'ho letteralmente divorato. È una storia commovente e terribile, il libro all'inizio sembra non partire e si fa un po' fatica, ma poi senza accorgertene ti ritrovi immerso in una storia coinvolgente. Lo stile della Mazzantini è inconfondibile, crudo e schietto, e nonostante i temi trattati la storia è scorrevole, ricca di colpi di scena inaspettati. Un libro che parla di guerra e di amore, di vita e di morte. Da leggere sicuramente, uno dei migliori della Mazzantini insieme a Non ti muovere. #venutoalmondo #margaretmazzantini #lettura #books #bookstagram #recensione #consiglidilettura #romanzo #libridaleggere #libriconsigliati #autumn #reading #readingram #libri #instabook #mondadori #bookoftheday #bookaddict #booklover #lovebooks #leggeresempre #librisulibri #libribelli #bookish
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06 novembre 2017

#UnaFotoAlGiorno Valencia

Siamo stati a Valencia 4 giorni: un tempo più che sufficiente  per visitare la città, ma noi ce la siamo presa con molta molta calma e non siamo riusciti ad andare in spiaggia :(
Questo ve lo dico perché questo post non vuole essere assolutamente una proposta di itinerario, ma #unafotoalgiorno nasce da un'idea di Frida per riassumere in una sola foto un momento importante di una giornata in vacanza.

Giudizio sintetico: Valencia è una città verde con un sacco di giardini curatissimi, Valencia è una città luminosa e bianca come la parte più moderna ed ha il colore ocra delle pietre con cui è costruita la sua parte più storica.


Giorno 1:
La città vecchia di Valencia non è molto grande e si può girare a piedi anche senza prendere i mezzi. E' una città pulita e molto interessante!

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Plaza de la Virgen a Valencia
Giorno 2:
Nella città di Valencia un tempo scorreva un fiume, il Turìa, che però creava un sacco di problemi e quando esondava erano cavoli amari per tutti. Nel 1958 si decise che la convivenza tra la città e il Turia non era più possibile e quindi decisero di deviare il fiume e, al suo posto, creare un lungo parco. Passeggiare la domenica pomeriggio nel Turìa è molto divertente: ci sono un sacco di famigliole che si fermano alle giostrine, gli sportivi che corrono, vanno in bici o con i roller, i ragazzi che fanno i picnic ed i turisti che fanno le foto a tutti i ponti all'asciutto sotto cui passano!
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Il Palau de La Musica alla fine dei giardini del Turia
Giorno 3:
Il Barrio del Carmen si trova vicino alla città vecchia ed è al zona della street art. Occhi ben aperti e perdetevi tra tutti i suoi colori...



Giorno 4:
La città delle arti e della scienza è un complesso sorprendete: ci siamo stati al tramonto per fare delle foto strepitose ed emozionarci e ci siamo tornate per andare a visitare l'Oceanografico, ovvero l'acquario più grande d'Europa. Se vi dicono che ci basta qualche ora non credeteci: noi ci siamo andati in un giorno della settimana dove c'era poca gente e siamo stati dentro 6 ore (ma io sarei rimasta ancora e ancora!).
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L'acquario di Valencia


QUI  tutti i post su Valencia
e a seguire le altre #unafotoalgiorno
Bologna
Lettonia & Estonia
Liverpool & Machester 2018


02 novembre 2017

La quinta costellazione del cuore

leggere-lago
Letture per pomeriggi autunnali come piacciono a me
A Colonia, in Germania,  ci sono cinque donne che non hanno nulla in comune, se non l'aver condiviso con scarsi risultati un corso di francese.
Tra loro è nata una strettissima amicizia, che si traduce in un appuntamento fisso in un ristorantino una volta al mese il martedì.
Le amiche del martedì, come ci dicevo, hanno caratteri e situazioni familiari molto differenti (abbiamo la supermamma e la donna in carriera, la riccona fashion, la ragazza giovane che non sa cosa vuole dal futuro e quella che sembra sempre indifesa) ma sono molto unite tra di loro e pronte a darsi una mano l'un l'altra.
Quando a Judith muore il marito le amiche del martedì non la lasciano sola nemmeno un attimo e quando annuncia di voler andare a piedi da Narbonne, nel sud della Francia, fino a Lourdes le altre quattro si uniscono immediatamente a lei.
L'idea nasce dal desiderio di voler portare a termine il pellegrinaggio che suo marito, malato terminale, aveva dovuto interrompere: peccato che però ci sia un grande segreto nel diario di viaggio di quest'uomo e che tutti nodi siano destinati a venire al pettine.


Ho scelto questo libro perché parlava di un pellegrinaggio alternativo, quello di Lourdes, ma legato ai cammini che portano a Santiago. 
E' andata male, però: il problema è che in questo libro le protagoniste sono le cinque amiche e il pellegrinaggio è solo lo sfondo nebuloso del loro viaggio, tanto che mi sono chiesta se l'autrice abbia mai fatto un pellegrinaggio vero.
Anche come libro rosa mi ha un po' delusa: il vecchio volemose-bene è a dir poco urticante in questa situazione.


Il mio consiglio spassionato?
Volete un bel libro rosa? Cercate altro!
Volete leggere un libro che parli di pellegrinaggi? Lasciate perdere!