Questo post è un esperimento e probabilmente ne vedrete di simili tutto l'anno a fine mese.
Questo post non dice molto di nuovo, ma riassume quello che è stato il mio mese: l'età avanza e rischio di dimenticarmene sempre qualche pezzetto. Considerando che questo blog è nato con l'idea di ricordare, ancora prima di condividere, la funzione #FedericaRicordati è ormai diventata una necessità.
Libri:
Ho letto 2 libri belli, ma non splendidi.
La grande A di Giulia Caminito racconta la storia di una donna italiana che, ai tempi delle colonie, va a vivere prima in Eritrea e poi in Etiopia. Un modo leggero per conoscere un pezzo di storia che non si studia quasi nemmeno.
Un passati imperfetto di Julian Fellowes è un ritratto tagliente dell'aristocrazia inglese di fine anni '60, assolutamente incapace di reagire ai cambiamenti della società contemporanea. E' un libro che
piacerà tantissimo a chi è incuriosito dal mondo anglosassone.
Quindi ecco la mappa dei miei viaggi letterari di gennaio!
Cinema & teatro:
In tv ho rivisto La famiglia Belier, un film di qualche anno fa, che fa divertire e allo stesso tempo venire i lucciconi agli occhi e Les Miserables, ma non in versione musical perde tantissimo!
Per la giornata della memoria sono stata a teatro a vedere un gruppo che racconta in musica fatti e personaggi storici: la vita di Antonio Gramsci mi era quasi sconosciuta, ma ora grazie a Le voci del tempo ho conosciuto un grande uomo!
Gironzoli:
Tanto bello ciaspolare, mangiare tra la neve guardando un camoscio e un'aquila reale.... ma che fatica!
A Valencia ci sono tante cose belle da fare, una miriade di cose da vedere e anche delle gustose colazioni da assaggiare assolutamente.
Se però volete fare un giretto un po' diverso, ma restando in centro, il posto che fa per voi è il Barrio del Carmen: il cuore della street art valenciana!
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Ovunque guarderete vedrete murales colorati che rallegrano angoli caratteristici della città: una passeggiata per queste vie vi riempirà gli occhi di allegria!
Io in particolare cercavo i lavori di Julieta XLF, di cui avevo visto delle foto su instagram e su qualche blog: la bambolina di Julieta la trovate soprattutto sulle pareti del Barrio del Carmen ma anche in altri angoli della città.
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La vera scoperta però è stato l'omino spilungone di David de Limon: una volta adocchiato uno, scoprirete che è nascosto praticamente ovunque e diventerà la mascotte delle vostre passeggiate per Valencia.
Passeggiando nel Barrio del Carmen cercate anche la casa de los gatos: è una simpatica facciata di una casetta in miniatura, ma con il suo numero civico!, che omaggia i gatti del quartiere :)
Ultimo consiglio: nel Barrio del Carmen si trova un localino che è un'autentica scoperta.
Il Cafè del Duende è un baretto con un palco dove ogni sera nel fine settimana si esibiscono gruppi differenti di ballerini di flamenco. Il flamenco non è tipico della regione di Valencia, ma in questo localino arrivano gruppi molto preparati e a me è piaciuto tantissimo. L'ingresso costa 10 € e comprende una consumazione e lo spettacolo che dura un'oretta. Quando siamo andati noi c'era un sacco di gente: ricordatevi di arrivare un'ora prima per comprare gli ingressi se no rischiate di rimanere fuori e non scoprire la magia del flamenco!
Se pensate all'Inghilterra di fine anni '60 probabilmente la colonna sonora dei vostri pensieri saranno i Beatles o i Rolling Stones, i ragazzi li state immaginando con i cappelloni e pensate agli anni delle contestazioni.
Dimenticate tutto perché l'Inghilterra di cui parla Julian Fellowes è quella dell'aristocrazia ed è estremamente conservatrice.
Quando ho preso in prestito in biblioteca Un passato imperfetto non sapevo assolutamente chi fosse Julian Fellowes e, forse, se avessi letto la brevissima biografia non lo avrei preso. Come mi ha poi svelato Silvia, il signor Fellowes non è uno sconosciuto (come lo era per me) ma è uno degli sceneggiatori di Downton Abbey, serie che io avevo iniziato tantissimo tempo fa e abbandonato dopo pochissime puntate.
Non saprei dirvi quindi se Un passato imperfetto potrebbe piacere a chi ha amato la serie, ma a me che non ha mai appassionato il libro è piaciuto.
Se siete dei patiti di Londra (e magari ci siete tornati più volte per vedere come è cambiata), vi siete spinti anche fuori dalla metropoli per vedere le campagne circostanti e vi incuriosiscono i comportamenti degli inglesi questo libro è scritto proprio per voi!
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La storia è articolata su due piani temporali ben distinti: oggi ed il 1968.
Damian oggi è un uomo molto ricco e facoltoso ma che ha scoperto di avere un tumore in fase terminale, sa di aver messo incinta una ragazza in quegli anni ma non ha la minima idea di chi possa essere tra le tante che ha frequentato e che hanno avuto un figlio "prematuro" poco dopo essersi sposate con altri.
Damian nel 1968 era un ragazzo borghese che studiava a Cambridge e voleva in ogni modo entrare a far parte del gruppo esclusivo dei giovani aristocratici che davano balli e feste per festeggiare il loro ingresso in società.
Nei primi capitoli faticavo a pensare che questa storia fosse ambientata davvero a fine anni '60: famiglie che pensavano solo come sposare bene le proprie figlie e vivevano ancora convinte che un buon partito fosse necessariamente legato ad un buon nome. Quasi mi pareva di leggere un romanzo ambientato 100 anni prima!
Damian ormai in fin di vita e molto solo è costretto a chiedere aiuto per la sua ricerca a Baxter, la voce narrante del romanzo, con cui aveva litigato nell'estate del 1970 durante una cena in Portogallo (e solo nelle ultime pagine si capirà che cosa fosse davvero accaduto).
Baxter accetta la proposta perché si impietosisce vedendo quell'uomo di successo così malato e si mette alla ricerca delle signore che potrebbero aver dato alla luce il figlio di Damian: le candidate sono 5 e non conducono quasi mai l'esistenza sfavillante che sognavano quando avevano 18 anni.
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Il libro ha una trama ben costruita, con uno schema binario che riesce a tenere alta l'attenzione e la curiosità del lettore.
Scoprire che cosa è successo in Portogallo e chi è la madre del figlio di Damian vi terrà incollati con il naso tra le pagine di questo libro, anche se la protagonista indiscussa di questo romanzo è l'aristocrazia inglese che non si capacita di star perdendo qualsiasi prestigio.
L'unica pecca è che si dilunga un po' troppo: 460 pagine sono decisamente eccessive per questo libro. Ci fossero state 100 pagine di meno per me sarebbe stato un libro da 5 stelline!
La grande A racconta la storia di Giada, una piccola italiana.
Giada è una piccola italiana in tutti i sensi:
è una bambina durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Legnano è continuamente bombardata ed è affidata ad una zia cattiva che è fascista fino al midollo.
la sua mamma vive in Eritrea quindi Giada cresce con il sogno di andare a vivere al caldo in una colonia.
Giada è davvero piccola: una bambina gracilina che anche quando crescerà rimarrà minuta, dovendo sopportare l'atteggiamento di chi crede di doverla proteggere sempre.
Giada riesce ad andare a vivere nella Grande A(frica), prima in Eritrea e poi in Etiopia: lì la sua identità di italiana si rafforza ancora di più perché frequenterà quasi esclusivamente i circoli ed i ritrovi degli italiani nelle terre che furono colonie. Ma l'Italia delle riviste che arrivano in Africa è davvero l'Italia vera?
La grande A è una di quelle letture che con uno stile assolutamente scorrevole ti fanno conoscere un sacco di aspetti di una storia di cui sapevi poco o nulla.
Per ovvi motivi noi italiani non siamo particolarmente fieri del nostro passato da colonialisti e ne parliamo davvero molto poco.
Giulia Caminito, l'autrice, è molto giovane (non ha nemmeno 30 anni), ma conosce bene questa storia perché la sua famiglia paterna ha origini proprio tra gli italiani d'Africa e la racconta in modo puntuale ma senza finti eroismi.
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Il libro, che mi aveva regalato Claudia lo scorso Natale, secondo me ha un unico grande difetto e che all'inizio ha reso la lettura veramente fastidiosa: il nome della protagonista.
Sembra una banalità ma voi conoscete una nonna che si chiami Giada?
Io una bambina di nome Giada non riuscivo proprio ad immaginarmela mentre viveva le ristrettezza della Seconda Guerra Mondiale!
Superato questo limite però la lettura si fa davvero coinvolgente e il libro si legge tutto d'un fiato!
Il rapporto con Frodo & i suoi amici era partito alla grande: erano anni che mi riproponevo di leggere Il signore degli anelli e un lavoro di 5 settimane in un paesino di montagna dove non ci sarebbe stata anima viva era l'occasione giusta per colmare le mie lacune.
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Sembrava proprio che io e gli hobbit avessimo un sacco di cose in comune che mi avrebbero portato ad affrontare il lungo viaggio con molto... gusto!
Ed invece passate le prime pagine dove tutto era nuovo, mi sono ritrovata impantanata in una lettura lenta e che non andava mai avanti.
Mi sentivo pure un po' in colpa per non essere capace di apprezzare quello che universalmente è riconosciuto come un capolavoro: alla fine ho trovato il coraggio di confessarlo sulla pagina facebook del blog e ho scoperto di non essere l'unica a non aver capito Tolkien.
Aggiungete pure che a Forni di Sopra (Udine) ci sono diversi elfi che mi osservavano e verificavano se procedevo nella lettura o rimanevo mezza addormentata al laghetto (sì, rimanevo mezza addormentata)!
Fontana a Forni di Sopra
Alla fine ci ho messo cinque mesi per finire La compagnia dell'anello e non so se leggerò gli altri due libri della trilogia, oppure passerò direttamente ai film per capire come va a finire.
Nel caso decidessi di proseguire però aspetterò l'estate perché quel che mi è chiaro è che Il signore degli anelli non è un libro da leggere sorseggiando tisane ma bevendo una buona birretta come un vero hobbit!
Andare a Valencia per mangiare la paella e poi tornare a casa e dire "quella là non ha niente a che spartire con quella delle buste" sarebbe troppo facile.
Andare a Valencia e scoprire come iniziare alla grande una giornata è decisamente più curioso!
La verità è che fin dalla prima volta in cui sono stata in Spagna mi sono innamorata delle loro colazioni.
Il mio grande amore per il colacao è ormai arcinoto e non nego che tra i motivi che mi spingono a visitare città spagnole ogni tot anni ci sia anche la necessità di avere in casa questa specie di nesquik, ma molto molto più buono!
Lo dico anche a chi al controllo bagagli mi chiede tutte le volte "signorina ma lei quanti colacao ha nello zaino?" e io candidamente spiego che in Italia non ce lo abbiamo.
Quello che questa volta a Valencia mi ha davvero stupito (e fatto innamorare) è stato scoprire che gli spagnoli fanno colazione con il salato.
Al primo cartello davanti ad un bar che annunciava una super offerta caffè + succo di arancia (ammetto di essere innamorata anche delle macchine per fare la spremuta che hanno in Spagna) + "tostada con tomate" ho lanciato un'occhiata distratta e credevo di aver letto male.
Che i valenciani avessero una passione per i pomodori lo avevo letto: se noi ad Ivrea a carnevale ci tiriamo le arance, loro a fine agosto fanno una grande battaglia con i "tomate". Quindi perché non iniziare la giornata con un bel pomodoro?
La mia buonissima colazione valenciana
Non vedo l'ora che arrivi l'estate per prepararmi a casa una bella colazione valenciana con i pomodori dell'orto.
Nell'attesa del caldo però mi bevo un tazzone di latte con il Colacao...
Spagna, quanto mi piaci!
Anche quest'anno, come negli anni passati, mi ritrovo a scrivere il post sui libri letti nei 365 giorni precedenti. Non scrivo questo post per ricordarmi dei libri più belli che ho letto, ma per prendere atto di come si sono mosse le mie letture.
Sono una lettrice-casuale, nel senso che non presto assolutamente attenzione a bilanciare gli autori italiani e stranieri piuttosto che le scrittrici o gli scrittori, i generi o le sfide letterarie. Solitamente scelgo i libri che leggerò perché hanno una bella copertina od un titolo curioso o su consiglio di qualcuno di cui mi fido: in modo assolutamente casuale...
Quello di cui però mi sono accorta è stato un cambiamento della mia dieta che ha segnato in modo importante le mie letture: da Pasquetta ho deciso di non prendere più il caffè con lo zucchero. E questo cosa c'entra con i libri? Prima usavo le bustine vuote come segnalibri: ora mi tocca aggiustarmi con quello che trovo... quanto disagio!
Segnalibri audaci: un tovagliolino preso ridendo (per ovvi motivi) in un bar a Valencia
1) Quanti libri hai letto nel 2017?
30: sono molto soddisfatta di questo risultato!
4) Il miglior libro letto?
Ho adoratoDoppio fondo di Elsa Osorio: appena l'ho finito ho pensato "sarà difficile trovare un libro più bello di questo!"... e non mi sbagliavo!
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5) E il più brutto? Sul soffitto di Eric Chevillard. Forse perché è un libro molto filosofico e a me la filosofia non è mai piaciuta! Mi accorgo dopo 6 mesi di essermi persino dimenticata di recensirlo!
Non è il più brutto ma ho trovato di una pesantezza infinita La compagnia dell'anello: ci ho messo quasi 6 mesi per finirlo e non sono certa di leggere gli altri due.
6) Il libro più vecchio che hai letto? Cirano di Bergerac è stato pubblicato per la prima nel 1897. Negli ultimi anni ho letto pochi classici e questa è la mia unica lettura con più di un secolo!
7) E il più recente?
Grazie a Simona Morani ho potuto leggere in anteprima il suo secondo romanzo: Cuore delicato. Lavare a mano. Mi piace un sacco poter leggere qualcosa che in libreria non c'è ancora :)
13) Quanti libri scritti da autori italiani?
Solamente 9 autori italiani contro i 20 stranieri, decisamente meglio dello scorso anno. Piccola curiosità, tra gli stranieri la nazione più rappresentata sono i francesi: non me ne ero assolutamente resa conto prima di guardare questi dati.
14) Quanti libri sono stati presi dalla biblioteca?
Ufficialmente 14, quasi la metà delle mie letture... ma poi ho preso diversi prestiti dalle librerie di alcuni amici. Per le mie letture quest'anno ho speso meno di 30 euro.
15) Quanti libri erano ebook?
Nessuno. Lo scorso anno il mio kobo ha tirato le cuoia e, dopo averci pensato parecchio, ho deciso che non valeva la pena di sostituirlo: la lettura con gli ebook non mi è mai piaciuta molto. Ha vinto la carta.
16) Quanti libri erano in un'altra lingua?
Ho inziato Nocturno de Chile di Roberto Bolaño, ma sto facendo una gran fatica.
17) Hai partecipato a qualche evento letterario?
Sono andata appositamente al Salone del Libro per ascoltare Elsa Osorno che con Luis Sepulveda presentava Doppio fondo. Sono tornata a casa con una copia del libro autografata da entrambi e due pagine fitte fitte di appunti nel mio italo-spagnolo. E' stato un pomeriggio bellissimo, anche se non sono riuscita a vedere neanche mezzo stand!