21 febbraio 2021

Patria

Perché ho letto Patria di Fernando Aramabru?

Avete presente quei libri che tutti ma proprio tutti vi dicono essere bellissimi?

Forse non ho letto prima Patria perché temevo mi deludesse. E poi perché è un mattone da 600 pagine e, anche se leggo parecchio, i libri spessi mi incutono sempre un po' di timore.

Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri però me l'ha sponsorizzato così tanto che le ho dato retta. Ed è stata una fortuna, grazie Claudia.

Patria di Aramburu: la trama

Due famiglie in un piccolo paese dei Paesi Baschi con una bella amicizia che le lega, nonostante le tante differenze sociali.

In una delle due l'ETA uccide il papà, un imprenditore onesto, e nell'altra il figlio poco più adolescente da militante si trasforma in terrorista e poi in prigioniero politico.

Patria racconta i molti punti di vista e le lacerazioni che hanno prodotto gli anni dell'ETA.

Dal libro di Aramburu è stata tratta una serie tv



Patria di Aramburu: la recensione

Avete presente quella sensazione di star leggendo un libro bellissimo? Quella che non fa addormentare e leggere tutta la notte io è da anni che non la conosco più, ma con Patria ho riscoperto quella che fa svegliare 10 minuti prima per andare avanti nella lettura. 

Il tema che tratta Aramburu non è facile, come non è mai facile raccontare la storia recente senza cascare in cliché inutili e dannosi.

Aramburu non racconta l'ETA, non racconta gli attentati ma racconta la comunità basca e come quegli anni ne abbiano lacerato il tessuto sociale.

Per farlo, racconta la storia di due amiche e delle loro famiglie che si trovano loro malgrado su due schieramenti opposti: il marito di Bittori viene assassinato per strada dopo aver ricevuto messaggi intimidatori ed essere stato isolato da tutti quanti ed il figlio di Miren entra nell'ETA, prima come semplice simpatizzante, poi militante fino a diventare un terrorista.

Aramburu è magistrale nel dare voce a tutti quanti: alla vedova ed  alla madre; all'uomo onesto che si ritrova a vivere in un incubo ed al ragazzo testa calda che diventa un terrorista; al fratello che invece vuole difendere la cultura basca in modo pacifico ed alla figlia che fugge dal marchio di essere la figlia di uno ammazzato dall'ETA.

L'autore riesce a coinvolgere il lettore mixando tempi della storia differenti: il presente in cui Bittori torna al paese per ottenere che l'assassino di suo marito chieda perdono e lei, che è la vittima, diventa un elemento di disturbo per il paese, passando per gli anni del terrorismo fino a quelli sereni in cui le due amiche mangiavano i churros in allegria.


Patria di Aramburu: le copertine

L'enorme successo avuto da Patria ha portato il romanzo ad essere adattato anche in una serie tv e ne hanno tratto anche una graphic novel.


La copertina della graphic novel è stupenda perché rappresenta una signora anziana che osserva il suo paese sotto la pioggia, che è un elemento centrale nel romanzo.
La maggior parte delle traduzioni, come la nostra, riporta, seppur con tagli differenti, la stessa immagine dell'edizione spagnola. La nostra cita in copertina un commento di Mario Vargas LLosa "Da molto tempo non leggevo un romanzo così persuasivo, commovente, e così brillantemente concepito". Questa è la definizione migliore che si potesse dare di questo splendido romanzo.

 

Questa è la versione spagnola:

Per darvi un'idea della diffusione del romanzo ecco la copertina russa:

e quella greca:

Altri paesi hanno fatto scelte invece completamente differenti. La Francia ripropone l'immagine dell'uomo con l'ombrello ma abbandonando il dettaglio dell'ombrello rosso:

I polacchi hanno tenuto l'ombrello rosso, ma con una scelta grafica completamente diversa.

Il premio invece perla copertina che davvero non ci azzecca nulla va agli slovacchi:

Autore: Fernado Aramburu
Anno prima pubblicazione: 2016
Pagine: 632
Dove: Paesi Baschi
Ambientato nei Paesi Baschi, ma all'epoca del franchismo, ho letto L'albero della vergogna, che mi è piaciuto molto meno.
Un'altra recensione: Riccardo su Bookadvisor inizia la sua recensione dicendo che a lui, come a me d'altra parte, non piace la parola Patria. Ha ragione nel dire che è un libro molto attuale perché oltre a raccontare la storia dei Paesi Baschi racconta tutti i territori dilaniati da conflitti fraticidi.  

07 febbraio 2021

La sarta di Mary Lincoln

Perché ho letto La sarta di Mary Lincoln di Jennifer Chiaverini?

La sarta di Mary Lincoln è un libro staffetta, cioè un libro che mi è arrivato e che io, dopo aver letto, ho spedito ad un'altra persona. La cosa bella e davvero originale di questa staffetta è che i libri si devono "pasticciare": non solo al fondo si deve lasciare un commento finale, ma durante la lettura si devono annotare pensieri/opinioni/idee. E' un modo di leggere davvero diverso dal solito perché si crea un piccolo libricino nel libro stesso.

Sinceramente il libro in sé non mi ha entusiasmato, ma questa modalità di lettura con le penna rossa (perché ovviamente ho scelto un bel rosso ciliegia per le mie annotazioni) mi è piaciuta tantissimo e sono già pronta per la prossima staffetta.



La trama di La sarta di Mary Lincoln
Elizabeth Keckley è nata schiava ma con grandi sacrifici è riuscita a comprare la libertà per sé e per suo figlio.
Grazie al suo talento di sarta e alla sua determinazione, quando si trasferisce a Washington diventa la sarta personale e poi la confidente della moglie di Lincoln.
Grazie al suo sguardo ripercorriamo la presidenza di Lincoln, la Guerra di Secessione americana e viviamo i cambiamenti che sconvolsero al società civile statunitense in quegli anni.
Lizzie scriverà anche un discusso libro di memorie in cui raccontava anche della sua vita alla Casa Bianca e, seppur per molti anni è rimasta una figura dimenticata della lotta verso l'uguaglianza, ora viene ricordata con il giusto onore.
La sarta di Mary Lincoln racconta la storia vera di Elizabeth Keckley

La recensione di La sarta di Mary Lincoln
Mi piacciono quei libri che permettono di imparare fatti/vite di persone famose/vite di persone non così famose/luoghi/"cose" senza  che uno se ne accorga. Presi dalla trama del libro, si gira l'ultima pagina (magari un po' dispiaciuti) e ci si rende conto di sapere qualcosa in più.

La sarta di Mary Lincoln è un libro così? No.
Dal punto di vista storico è decisamente ben documentato. 
Si scoprono davvero tante cose: come si faceva la guerra ai tempi della Guerra di Secessione, qual è stato il processo che ha portato all'abolizione della schiavitù e com'era la vita quotidiana  a Washington dei neri liberi come Elizabeth.
Ne esce anche un ritratto poco lusinghiero della moglie di Lincoln, Mary, che a me ricordava, pagina dopo pagina, quella spendacciona di Maria Antonietta ed un ritratto intimo ed edificante del marito presidente.


Questo essere così dettagliati nel descrivere battaglie di cui non avevo mai sentito parlare prima (e che ammetto di essermi già scordata), i riferimenti a uomini politici del tempo che, idem come sopra, non ho idea di chi fossero sono sicuramente il più grande pregio di chi cerca l'approfondimento storico.
Allo stesso tempo per chi, come la sottoscritta, cerca una storia coinvolgente ed emozionante diventano una zavorra che appesantisce la lettura ed impediscono di affezionarsi davvero ad Elizabeth.

Ed è un peccato perché Elizabeth, prima ancora di essere un bel personaggio, è stata una donna che avrebbe tanto da insegnare per la sua caparbietà e determinazione nel non abbattersi di fronte a tutte le difficoltà che si trova ad affrontare.
Nasce schiava e solo grazie al suo lavoro di sarta riesce a comprare la libertà per sé e per il figlio (frutto di una violenza sessuale), si trova da sola in una grande città come Washington e solo grazie al suo talento riesce ad entrare nelle grazie delle dame della Capitale e diventare la confidente di Mary Lincoln.
La sua storia è una storia di impegno politico e sociale perché si impegna in prima persona per aiutare "la sua gente", ovvero tutti quegli schiavi che scappati dalle piantagioni si riversano al Nord e si trovano a vivere liberi ma in condizioni di indigenza tali da fargli rimpiangere la schiavitù.


Le copertine di La Sarta di Mary Lincoln
La copertina scelta da Neri Pozza mi piace davvero tanto perché rappresenta una donna nera mentre fa il suo lavoro ed è la rappresentazione più veritiera che si potrebbe fare di Elizabeth.

La copertina americana invece mi fa pensare ad un romanzo molto leggero e, come già detto, non è esattamente così!
In Ungheria la donna che compare sullo sfondo ha la pelle bianca: è forviante perché si racconta la storia di una donna nera e di un paese che, ancora oggi come dimostrano i fatti di cronaca, è fortemente diviso dal colore della pelle dei suoi abitanti.

Autrice: Jessica Chiaverini
Anno prima pubblicazione: 2013
Pagine: 399
Dove: Stati Uniti, soprattutto a Washington
A chi può piacere: a chi ama i romanzi storici molto dettagliate e e storie di donne forti ed autonome.
Un'altra recensione: il punto di vista di Marianna di Libri, il nostro angolo di paradiso è simile al mio: una lettura pesante ma un ottimo testo storico