27 febbraio 2019

Andare a Dresda... perché?

[Un giorno qualunque delle ultime settimane. Dialogo sempre uguale]

Persona X a caso: Ah quindi vai a Dresda... ma da sola?
IO: Eh sì... a me piace viaggiare da sola, l'ho già fatto altre volte! :)
X: Scusa ma dove resta Dresda?
Io: Tra Berlino e Praga. Infatti volo a Berlino e poi prendo un flixbus e stessa cosa al ritorno.
X: Ah... e cosa c'è da vedere a Dresda?

[Qui le risposte cambiano in base a chi è X]

Se X è qualcuno che conosco poco: "Sai la definiscono la Firenze sull'Elba e voglio vedere com'è!"... per dare una parvenza di ragazza acculturata e seria!

Se X è qualcuno di più giovane e con cui ho più confidenza: "Sai ho visto che ci dovrebbe essere un sacco di arte contemporanea, c'è persino un'edificio che suona quando piove perché ha le grondaie strane"... per dare l'idea di essere giovane e moderna!




MÜZİK ÇALAN BİNA 🎺🎺🎺 Gelin bu gece size ilginç bir yer yazayım. Almanya’nın Dresden şehrinde yer alan bu yapının orijinal adı Kunsthofpassage. 🎼🎼🎼 Dışında gördüğünüz oluklar ve su kanalları üflemeli çalgılar biçiminde yapılmış. Yağmurla birleştiğinde dışarıya bir müzik yayıyor. 🎷🎷🎷 Heykeltıraş Annette Paul ve tasarımcı Christoph Rossner ile André Tempel’in ortak çalışmasının ürünü. Ortaya çok özel bir tasarım çıkmış. 🎼🎼🎼 Aslında bu binanın yer aldığı avludaki tüm yapılar, bir elementten ilham almış. Müzik çalan bu bina da suyu temsil ediyor. Duyulan müzik ise yağmurun şiddetine ve kulağınızın sesleri ayırt etme başarısına göre değişiyor. Ama en şanslı olanlar güçlü bir yağmura denk gelenler. En iyi şarkıyı o zaman dinliyorsunuz. 🎻🎻🎻 Herkese iyi geceler! Canlı yayın ve hikayeleri silinmeden izlemeyi unutmayın; bakalım bu sefer nereden selam yolladım size? 🔻 Fotoğraf: @marcus_ks | #kunsthofpassage #dresdencity #instagermany
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Se X è un amico, allora posso essere sincera e rivelare le mie vere intenzioni: "Sai c'è la latteria più bella del mondo...e un sacco di formaggio! e non posso vivere senza averla vista!".
Come sempre consigli su Dresda sono attesissimi e se volete venire con me ogni giorno (beh solo per 3 giorni) pubblicherò #unafotoalgiorno sulla pagina facebook e forse qualcosina anche su instagram!

24 febbraio 2019

Ultima Esperanza - Nel cuore della Patagonia selvaggia

Perché ho letto Ultima Esperanza - Nel cuore della Patagonia selvaggia di Paolo Ferruccio Cuniberti?
Quando vedo che sta per uscire un nuovo libro ambientato in Patagonia, non riesco a resistere (anzi, nemmeno ci provo) e lo voglio leggere assolutamente.
Amo leggere libri ambientati nei posti che ho visitato, per rivivere i miei viaggi e scoprire cose che quando ero sul posto non sapevo: fare un altro viaggio nel viaggio.
In Patagonia ci sono stata quattro anni fa ed è stato un viaggio fantastico!


La trama molto in breve:
Un veterinario piemontese a metà '800 parte per il Cile con la missione di esplorare e mappare i territori tra Santiago e Punta Arenas. La missione inizierà a fianco dell'esercito e proseguirà in solitaria, scoprendo terre, animali e tribù di indios: questo è il suo diario di viaggio.
Backstage fotografico: libro, fiori e Meringa il milodonte (se non sai cos'è un milodonte te lo spiego QUI)
Lettera al protagonista:
Cerea Federico Sacco, veterinario ed esploratore che in realtà non sei esistito per davvero,

partire in nave per il Cile nella seconda metà dell'800 era già questa una grande avventura e già per questo mi sei stato simpatico: mi sono ricordato di quanto era stato sfiancante e surreale il mio primo viaggio per arrivare in Cile! Tu avrai avuto il mal di mare per 40 giorni ma ti assicuro che anche i mille tornanti che portano da Mendoza (in Argentina) a Santiago e la mia simpatica esperienza frontaliera non sono stati una passeggiata!

Da Valparaiso, città che mi scalda il cuore solo a sentirla nominare, te ne vai a Santiago e da lì in compagnia dell'esercito ti spingi giù verso l'Araucania, terra che mi ha stupito per la sua bellezza coriacea.
Ben presto capisci che questi dell'esercito non condividono i tuoi stessi principi e non ti piace come si comportano con gli indios che vivono in quei territori.
Decidi quindi di cercarti altra compagnia per arrivare (quasi) alla fine del mondo e poi di proseguire da solo.
La segui già la pagina facebook del blog?

Quello che colpisce di questo tuo diario è il modo in cui descrivi questa "Patagonia selvaggia": nei posti in cui sono stata anche io mi è sembrato di ritornarci e in quelli in cui non sono stata mi sembrava di esserci pure io in quella capanna con te!
#SalutiEbaci una rubrica settimanale della mia pagina facebook

Grazie ne per questa avventura Federico, piemontesino con la passione per la Patagonia, da Federica, piemontesina con la passione per la Patagonia!





Un post condiviso da @Giromondolibri (@claudia_giromondolibri) in data:

Anno prima pubblicazione: 2018
Pagine: 280 
Dove: nella Patagonia cilena
A chi può piacere: a chi ama i diari di viaggio, chi sogna terre lontane, chi ha un animo da esploratore e ama i territori incontaminati
Un'altra recensione: anche a Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri questo libro è piaciuto molto!

Edicola Ediciones mi aveva mandato anche il segnalibro ufficiale, ma poi una bimba mi ha disegnato un indio (un  po' troppo biondo!) che guardava il tramonto... 


21 febbraio 2019

Patagonia: la mia top ten

Quattro anni fa ho realizzato un sogno: al termine del mio anno di Servizio Civile all'estero in Argentina, sono stata in Patagonia.

E' stata un'esperienza unica! 5 settimane per poter gironzolare da sola e senza un percorso prefissato, sapendo solo che dovevo tornare entro una certa data.
Mi sono sentita così libera che i primi giorni ero persino spaventata, ma ora questa è una delle cose di cui vado più fiera.

Ho visto dei posti stupendi, che mi hanno emozionato e resteranno sempre un ricordo indelebile.
La cosa della Patagonia che non scorderò sono le nuvole: le nuvole della Patagonia sono iperattive e corrono sempre.


E' stato anche un viaggio molto diverso da come me lo ero immaginato: la Patagonia, soprattutto quella più a sud del mondo, è un enorme Disneyland dove tutti facciamo più o meno lo stesso giro e vediamo le stesse cose. Non so se si può organizzare diversamente ma sicuramente uno dei problemi della Patagonia è la congestione di alcuni siti turistici e questo è bene saperlo prima di partire!

Questa è la classifica dei 10 posti che mi sono rimasti nel cuore e la storia di come un viaggio possa cambiare una persona.

10. Andare ad Ushuaia, città alla fine del mondo, merita per un unico ed esclusivo motivo: sono stata alla fine del mondo! Se però uno avesse poco tempo, allora io consiglio di escluderla dal proprio itinerario.
Dalla città di Ushuaia si possono fare varie escursioni nel canale di Beagle, fra cui la più interessante è quella per andare a vedere i pinguini: io l'ho evitata perché avevo in programma di andare a vederli a Punta Arenas.
Carina ma non indimenticabile l'escursione al Parque Nacional Tierra del Fuego!

Lettura a tema: L'uomo dalla voce tonante di Stefano Malatesta
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Parco Nazionale della Terra del Fuoco (Argentina)
9. L'isola di Chiloè è un mondo a parte e non assomiglia a null'altro che io abbia mai visto: è una gigantesca isola con un sua cultura, una sua religione ed un'architettura molto particolare (le case di Chiloè sono molto particolari: si spostano!).
Sull'isola ho fatto un tour delle chiesette di legno che mi è piaciuto tantissimo...e ho assaggiato il tipico curanto, che invece non mi è proprio piaciuto!

Lettura a tema: L'albergo delle donne tristi di Marcela Serrano, che però non consiglio particolarmente

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Le case palafitta di Castro (Cile)
8. Il Parque Nacional Los Alerces è un parco che si raggiunge da Esquel ed è un grandissimo spettacolo.
Qui oltre a dei laghi, fiumi e montagne da levare il fiato, ci sono da vedere gli alerces: sono delle conifere gigantesche e vecchissime anche di migliaia di anni.
Quando penso al panino che mi sono mangiata dopo essermi arrampicata fin quassù da sola con lo sguardo che davvero guardava la grande bellezza, mi emoziono.  Ora mi sono commossa nel ricordarlo!

Lettura a tema: Patagonia Ciuf Ciuf di Raul Argemì

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Parque Nacional Los Alerces (Argentina) 
7. El Bolson è un paesino davvero molto carino al nord della Patagonia, non troppo distante (in senso patagonico) dalla più famosa Bariloche.
Se ci andrete verificate quali sono i giorni di mercato perché merita assolutamente: qui c'è una delle più grandi comunità hippy d'Argentina e si trovano cose bellissime e molto originali.
Da El Bolson ho fatto un'escursione al Bosque tallado, che subito non mi aveva entusiasmato.
Forse perché successivamente ho caricato quella visita di tanti significati simbolici, quello è uno dei posti che davvero mi è rimasto nel cuore e mi ha cambiato tanto: non per nulla da anni lo sfondo del mio computer è una foto scattata proprio qui (...ma non è questa).
Si tratta di un museo a cielo aperto costruito su un terreno dove un bosco andò a fuoco: dai ceppi rimasti sono state ricavate -e continuano ad essere ricavate- delle statue lignee.

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El Bosque Tallado a El Bolson (Argentina)
6. Bariloche è una città molto molto turistica del Nord della Patagonia, famosa per il suo cioccolato e le sue birre. Io ci sono stata due volte: ad ottobre e febbraio (quindi sempre d'estate).
Sarà perché è stato il mio primo assaggio della Patagonia, ma ha un posto speciale nel mio cuore. E' quel posto in cui decidi di fare mille foto ad una pianta che non hai mai visto prima in un bosco che si chiama Bosque de los arrayanes e poi scopri che questa pianta è diffusissima in mezza Patagonia!
Bariloche è una cittadina molto europea, come anche i suoi paesaggi non sono niente di speciale, nel senso che è piuttosto simile come paesaggio alla nostra montagna. E' l'immensità di quello che hai davanti a fare la differenza... mai scordarsi che in Patagonia tutto è gigantesco!

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Bariloche, la "Svizzera" argentina

5. Il Perito Moreno è una delle maggiori attrazioni della Patagonia e di tutta l'Argentina.
Effettivamente è un posto straordinario: un ghiacciaio che di giorno in giorno avanza di diversi metri e da cui si staccano in continuazione lastroni di ghiaccio che producono prima un grandissimo boato e subito dopo dei grandissimi "oooooh!" dei turisti.
Io ho seguito il consiglio di chi mi ha suggerito di andarci al pomeriggio anziché al mattino: la luce è meno bella ma si evitano le fiumane dei turisti!

Lettura a tema: Terra del fuoco di Francisco Coloane
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Il maestoso Perito Moreno, Argentina
4. Pucòn è famosa per le sue spiagge al lago di sabbia nera vulcanica. Da lì si può accedere al Vulcano Villaricca e farci delle escursioni: quando sono andata io però il vulcano fumava e quindi non era possibile avvicinarcisi.
Le escursioni proposte all'ufficio turistico erano due: le terme geometriche oppure il Parque Huerquehue. Io ho scelto il parco solo ed esclusivamente perché ero capitata lì nel fine settimana e temevo che le terme fossero prese d'assalto dai turisti, mai e poi mai avrei pensato di fare una delle escursioni più belle e sorprendenti di questo viaggio!

Parque Nacional Huerquehue, Cile
3. Non mi ricordo come mi è venuto in mente di andare alla Reserva Malalcahuello, in Cile: se me l'ha consigliato qualcuno o se mi ci ero impallinata io. Ricordo però benissimo la strana sensazione di essere su un minibus dove ero l'unica turista straniera dopo tante settimane circondata da altri mochilleros. Ricordo di aver pensato che forse se nessuno ci andava c'era un motivo e in contemporanea a questo timore anche una grandissima curiosità!
Tecnicamente non siamo più in Patagonia ma in Araucania, più al nord.
Da qui si cammina guardando due vulcani: il LLaima e il Lonquimay.
Sembrerà che i miei momenti migliori  siano sempre quando mangio, ma io addentando il mio panino con un sacco di vento senza nessuno in giro e con due vulcani alle spalle sono stata tanto felice.

Lettura a tema: Ultima Esperanza di Paolo Ferruccio Cuniberti

visitare araucania cile
Il vulcano Lonquimay visto dalla Reserva Malalcahuello, Cile
2. Il Torre del Paine lo avevo escluso a priori dal mio itinerario: si trattava di evitare uno dei posti più fighi della Patagonia, le montagne che tutti i viaggiatori sognano, ma io di camminare non avevo tutta sta voglia. Nella tappa precedente ho però incontrato due ragazzi che ci andavano e mi sono unita a loro, per fortuna!
Certo ho pensato più volte di morire di infarto o sfracellata sulle pietre, ma quelle 4 ore di salita irta ne sono valse la pena!
Quando alle volte penso che qualcosa sia troppo difficile per me mi ripeto "C***o Fede sei arrivata vive al Paine, datti una mossa!".

Lettura a tema: Terra del Fuoco di Francisco Coloane

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Il Torre del Paine, Cile

1. Ho sempre desiderato vedere i pinguini e  vederli a casa loro!
Il posto dove vederli varia in base alla stagione: io sono andata ad Isla Magdalena vicino a Punta Arenas perché a febbraio lì c'è una colonia molto grande.
Ho scoperto che davvero camminano come i pinguini dei cartoni animati, ma che fanno un casino incredibile come non pensavo.
Se dovessi pensare ad un giorno in cui sono stata Felice con la effe maiuscola per me è il giorno in cui ho visto i pinguini e ho realizzato un sogno.

Lettura a tema: Ultima Esperanza di Paolo Ferruccio Cuniberti

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Isla Magdalena, Cile

18 febbraio 2019

Falsa calma

Perché ho letto Falsa calma di Maria Sonia Cristoff?
La Patagonia era il mio sogno fin da quando tredicenne lessi il diario di viaggio di Jovanotti in bicicletta fino alla Terra del fuoco.
Cinque anni fa ho fatto il servizio civile in Argentina e ho avuto la fortuna di fare un lungo viaggio proprio in Patagonia da sola: ho realizzato il mio sogno in una maniera che mai avrei immaginato all'epoca e questo mi rende molto orgogliosa.
Da quando sono tornata leggo tutti i libri ambientati in Patagonia, argentina e cilena, che mi capitano a tiro perché adoro tornare laggiù... alla fin del mundo!


La trama molto in breve:
Falsa calma non è un romanzo, ma un reportage di viaggio nella Patagonia argentina quella vera, quella lontana dai percorsi turistici, quella dei "paesi fantasmi".
E' il racconto di una terra dura, solitaria dove chi ci vive rischia di finire per assomigliarle.


Le copertine:
Proprio perché è un romanzo che racconta di tanta desolazione, mi è piaciuta molto di più la copertina argentina rispetto a quella scelta da La Nuova Frontiera per l'edizione italiana: la nostra riprende un episodio narrato, ma a me suggerisce quasi un'idea romantica di viaggio.
Quella argentina non dà adito a dubbie interpretazioni: qui si parla di disagio.



Al margen de una hoja del cuaderno que llevo al taller de nuevas narrativas de periodismo, con letra medio apurada, me digo a mí misma en código"❗ Falsa Calma - Cristoff - Patagonia" Se nota que me conozco porque las crónicas de viajes a pueblos de la patagonia argentina me vienen haciendo sentir el viento en la cara desde la peli Historias Mínimas de Carlos Sorín pasando por Los suicidas del fin del mundo de Leila Guerriero, con algunas paradas en Sylvia Iparraguirre (El país del viento) y mis propias aventuras cetáceas en Puerto Pirámides hace unos años. Y digo que me conozco porque sabía que me iba a gustar. Estaba segura que en este libro iba a encontrar cosas como estas: . "Supongo que por el tiempo que pasa sin nadie alrededor, esta gente comprueba lo innecesarias que son tantas de las conversaciones que entablamos. (...) El hombre dice que se llama Gregorio y que está como tantero. Traducción de Atilio: que no es un empleado fijo en este puesto sino que trabaja a porcentaje, al tanto porciento. En cada una de las pausas, donde cualquiera hubiera supuesto que se hace un silencio, Gregorio silba. Quedamos los tres ahí, al lado de la cocina, y él, con las piernas estiradas hacia delante y las manos en los bolsillos, silba mirando el techo. (...) Gregorio dice que no hace mucho que él está acá, que antes trabajaba allá por la zona de Río Chico, al norte de Chubut. (Silbidos). Que a él no le gustó nunca eso de andar quedándose en los lugares, aquerenciándose; él va, hace lo suyo, y después sigue otro camino. (Silbidos)" . En una ciudad como Buenos Aires, se agradecen estos momentos de soledad, meseta y silencio. . #falsacalma #mariasoniacristoff #literaturanoficcion #cronicas #cronicasdelapatagonia #periodismonarrativo #leer #lectura #libros #leerlapatagonia #historiasminimas #leilaguerriero #sylviaiparraguirre #cronicasdeviaje @lagenteandaleyendo @leerargentinos
Un post condiviso da Marie Portilla (@marieportilla) in data:


Lettera alla protagonista:
Ciao Patagonia che mi hai rubato il cuore con le tue montagne, con i pinguini, con tutti quei laghi e i nomi di quei posti che credevo che esistessero solo nei libri!
Giusto per avere un riferimento: quando parliamo di Patagonia in questo libro parliamo di una distanza tipo Roma - Copenaghen
Subito ci ero rimasta male: mi aspettavo una terra desolata, quasi inabitata e mi sembrava di stare dentro un gigantesco Disneyland pieno di attrazioni turistiche.
Maria Sonia Cristoff racconta quella Patagonia che noi turisti non vedremo mai, al massimo possiamo intuire da alcune città decisamente tristi: Puerto Natales (in Cile) per esempio è una città molto turistica perché da lì partono le escursioni per andare al Parco del Torre del Paine, ma è desolante
patagonia-cile-città
Puerto Natales (Patagonia cilena)
Chissà come devono essere invece quelle cittadine fantasma dove non passano nemmeno i turisti e sono circondate dal nulla! Mi hanno raccontato (chissà se poi è davvero così) che ad Ushuaia girano un sacco di macchine in continuazione: la gente non va da nessuna parte in realtà, ma siccome non c'è nulla da fare e la benzina costa molto poco (ci sono dei sussidi statali sulla benzina in Patagonia) le persone girano a caso per passare il tempo.
Il giochino #SalutiEbaciDa è online tutti i venerdì sulla pagina facebook del blog
Marìa Sonia Cristoff traccia dei ritratti di questi paesi, delle loro leggende (come quella del Mapuchito, che viene venerato come un Santo anche se santo non è!: proprio come la Difunta Correa molto più a nord!), delle loro perversioni (i cannibali cacchio), di personaggi bizzarri e delle tragedie come quella del paesino di Las Heras dove ad inizio del millennio i ragazzini si suicidavano senza un apparente motivo.
Questa storia la conoscevo bene perché ho letto Suicidi in capo al mondo, un reportage che narrava proprio le storie di questi ragazzini suicidi e di riflesso di questa comunità sperduta nel nulla. E' un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di attuale sulla Patagonia vera e a chi dopo Falsa calma vuole approfondire questa storia assurda.


A me non piace molto il genere dei racconti e Falsa calma con questo susseguirsi di quadri me l'ha ricordato eccessivamente, senza riuscire a coinvolgermi davvero.
Questa però è una questione di gusti personali perché, mia cara e rigida immensa Patagonia, si vede che l'autrice non si è solo limitata ad osservarti, studiarti, documentarsi ma ti ha vissuto per davvero!

Come si coniuga questa mancanza di orizzonte evidenziata dai dossier, mi chiedo, con l'idea dell'orizzonte senza limiti a cui fanno continuo riferimento gli opuscoli della Patagonia?
Autore: Marìa Sonia Cristoff
Anno prima pubblicazione: 2005
Pagine: 224
Dove: nella Patagonia argentina lontana dalle attrazioni turistiche
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Suicidi in capo al mondo --> consigliatissima inchiesta su una catena di suicidi ad inizio millennio tra ragazzini di un paesino della Patagonia.
Patagonia Express --> un piccolo classico di appunti di Luis Sepulveda che racconta storie di uomini patagonici.
A chi può piacere: a chi come me è stato in Patagonia e si è reso conto che ci deve essere qualcosa che non è riuscito a vedere.
Se lo leggerete prima di un viaggio in Patagonia sappiate che non troverete nulla di  quello che viene raccontato in questo libro.
Un'altra recensione: Gabriele Romagnoli su La stampa scrive: "è un trattato di antropologia dell'isolamento, un repertorio dei pazzi della Patagonia". Questa recensione è davvero molto chiara.