27 marzo 2021

L'ultimo treno per Istanbul

Perché ho letto L'ultimo treno per Istanbul di Ayse Kulin?



L'ultimo treno per Istanbul: la trama
Selva è una ragazza turca, figlia di un uomo moderno e laico, che qualche anno prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale si è innamorata di un ragazzo turco ma ebreo. 
Il padre di Selva si rifiuta di accettare la relazione ed i due emigrano a Marsiglia. 
Essere ebrei nella Repubblica di Vichy è tremendamente complicato ed i due si trovano a dover scappare ancora: la loro unica possibilità di salvezza è il console turco.
Nel frattempo in Turchia è rimasta la sorella maggiore di Selva, che invece si è sposata con un diplomatico proprio come volevano i genitori...


L'ultimo treno per Istanbul: le copertine

In turco il romanzo si intitola "Senza respiro" ed è un titolo che davvero rende lo stato d'animo con cui si legge questo libro: un costante stato di ansia per chi capire se e come riusciranno a scappare ad i rastrellamenti Selva e suo marito.


All'estero il titolo è stato cambiato come in Italia: "L'ultimo treno per Istanbul". E' proprio questa la vera storia che tiene unite tutte le vicende raccontate: l'incessante e fine lavoro della diplomazia turca in Francia per riportare a casa i cittadini turchi di religione ebrea e metterli in salvo. La copertina di molti paesi ci mostra Parigi racchiusa nella sagoma di un treno. Il successo di questo libro è tale che lo troviamo persino in thailandese!
Copertina simile nella versione rumena, ma con Istanbul nella sagoma. La storia della diplomazia turca è poco nota ma è stata davvero importantissima e fatta di uomini coraggiosi che hanno corso incredibili rischi per salvare uomini e donne turche e non solo. 
Questa non è una storia vera ma si ispira a molte storie poco note ma che hanno salvato tante vite.

Questo non è un romanzo storico in senso stretto, ma è una bella storia con molti riferimenti storici. E' molto scorrevole, con un buon ritmo e con una capacità di coinvolgere davvero molto importante. In Italia è stato pubblicato da Newton Compton che pubblica molti romanzi rosa ed ammetto che avevo qualche pregiudizio su questa casa editrice. Qui si parla di un amore contrastato, una specie di versione turca di Giulietta e Romeo ma con l'aggiunta del nazismo. 
Il motivo per cui la copertina polacca non mi piace è che sembra un Harmony:

Mentre nella copertina serba sembra che si vada in vacanza, non su un treno che è l'ultima (e l'unica) speranza per tanti ebrei di salvarsi da un destino già segnato.

La copertina cinese invece mi piace tanto perché la ragazza in copertina porta i capelli come li portava mia nonna in una foto scattata in quegli anni, si vede Istanbul e c'è il treno che è l'oggetto del desiderio di tutto questo libro.

Autrice: Ayse Kulin
Anno prima pubblicazione: 2002
Pagine: 330
Dove: tra la Turchia e la Francia
A chi può piacere: a chi ama le storie molto intense, a chi non cerca una storia vera  ma ama le storie romantiche con una forte ambientazione storica.
Un'altra recensione:  Questo romanzo è consigliato anche da Crazy for romance, che se ne intende di storie d'amore e simili.
libri-sui-treni
Cartolina che mi ha portato Claudia da Istanbul anni fa


Altre tre belle letture a tema "treni":
  • Patagonia ciuf ciuf --> un libro di avventura che ci porterà in Patagonia insieme a due banditi.
  • I soldati delle parole --> partendo da un attentato avvenuto in Olanda a metà anni '70 su un treno, l'autore di questo saggio si intterroga se con i terroristi si deve trattare e come.
  • Qualcosa per cui vivere --> un libro di una tenerezza incredibile in cui il protagonista è ossessionato dal colelzionismo dei modellini dei trenini elettrici.

21 marzo 2021

La strage degli imbecilli

 Perché ho letto La strage degli imbecilli di Carl Aderhold?

La prima motivazione è che sono sempre più intollerante verso i virologi del lunedì/i novax/i no mask/quelli che sono convinti di fare la vita da eremiti ma tutti i giorni vedono uno & l'altro: insomma, non sopporto più la gente.

La seconda è che nonostante il titolo ammiccante e la copertina divertente nessuno lo aveva mai preso in prestito in biblioteca e volevo dargli un'opportunità.... pessima idea!


La strage degli imbecilli: la trama 
Un uomo parigino una sera estiva ammazza il gatto della sua vicina senza una reale motivazione.
Si rende conto che nel palazzo tutti sono diventati improvvisamente gentili con la vicina ed inizia ad uccidere animali domestici a destra e manca per rendere il mondo un posto migliore e più solidale. 
Da lì un crescendo in cui va ad uccidere tutti quelli che rovinano il mondo, cioè quelli che considera degli imbecilli.


La strage degli imbecilli: la recensione
Avete presente un libro noioso ma non troppo noioso da essere abbandonato?
Quei libri che sembrano sempre sul punto di decollare, ti illudono che ora inizieranno a galoppare ed invece è sempre la stessa storia?
Ecco: La strage degli imbecilli.

Carl Aderhold costruisce la trama del romanzo come un semplicissimo climax: si parte dall'omicidio casuale di un animale fino a diventare un serial killer sempre più preciso e maniacale nella ricerca della definizione di imbecillità.

Il problema del libro è che non succede mai nulla che costringa ad una deviazione questo crescendo, che interrompa questo percorso e alla fine di capitolo in capitolo diventa soltanto l'elenco di un altro imbecille morto ammazzato.

Forse c'è una parte filosofica che non ho colto sul giudicare gli altri, sulla definizione di chi è un imbecille che si differenzia da chi è semplicemente un ottuso o un arrogante o un maleducato, ma per me questo libro è stato semplicemente un trattato sulla noia.



Autore: Carl Aderhold
Anno prima pubblicazione: 2009
Pagine: 323
Dove: Parigi
A chi può piacere: a me non è piaciuto per nulla e lo sconsiglio.
Un'altra recensione: A Monica di Gli amanti dei libri invece è piaciuto per l'ironia grottesca ed irriverente di questo libro... magari piacerà anche a voi!

12 marzo 2021

Figlie del mare

Perché ho letto Figlie del mare di Mary Lynn Bracht?

Non ho mai avuto un grande interesse per l'estremo Oriente, ma da quando FrancescaGi di Chicks and trips ha iniziato a raccontare Seul in modo puntuale e divertente mi sono davvero incuriosita.

Dopo la lettura di questo libro, ne conosco una pagina davvero straziante: quella delle donne di conforto usate dai soldati giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

La statua dedicata alle ragazze coreane costrette a prostituirsi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fonte: Il sole 24 ore

Figlie del mare: la trama

Corea 1943: Hana ha 16 anni e viene rapita da un soldato giapponese che, dopo averla stuprata, la porterà in Manciuria in un bordello dove altre ragazze come lei devono essere di "conforto" ai soldati.

Corea 2011: Emi ha 80 anni e trova il coraggio di raccontare una storia che aveva rimosso: sua sorella Hana è stata rapita sotto ai suoi occhi e lei non l'ha mai più rivista.




Figlie del mare: la recensione
Figlie del mare racconta una storia che non solo noi non conosciamo, ma che per molti anni è stata tenuta nascosta dalle stesse protagoniste anche ai loro stessi connazionali.
I Giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale rapirono migliaia di donne dalla Corea e da altri territori asiatici occupati per costringerle a prostituirsi per "caricare" i soldati giapponesi, che probabilmente a loro volta vedevano delle cose tremende sui campi di battaglia.

La storia dei corpi delle donne usati come arma sui campi da battaglia è cosa nota e ancora attuale, ma quello che mi ha colpito di questa storia è la logistica che caratterizza tutta questa operazione: rapimenti, trasferimenti, il taglio dei capelli tutte uguali alle ragazze.
Questa è una violenza per cui i giapponesi non hanno mai chiesto scusa e si è sfiorata la crisi diplomatica quando la statua di una ragazza che rappresenta tutte le donne di conforto è stata piazzata a Seul proprio sotto l'ambasciata giapponese: non l'hanno presa bene.

Questo romanzo, tutto al femminile, ha come protagoniste due sorelle che appartengono ad un'antica famiglia di haenyeo : è una tradizione tipica dell'isola di Jeju, in cui le madri insegnavano alle sole figlie femmine a diventare pescatrici subacquee senza l'apporto di bombole.


Questo romanzo ha due pregi: 
  • un ritmo narrativo incalzante in cui si alternano i capitoli dove Hana racconta la sua storia (che sono una pugnalata) e quelli dove il dramma si alleggerisce un po' nei ricordi di Emi, che deve ripercorrere il segreto della sua vita.
  • una grandissima capacità di coinvolgere nel dramma di queste due ragazze: questo libro era un libro-staffetta (ovvero un libro che gira tra diverse lettrici e che deve essere commentato durante la lettura): ad un certo punto stavo così male che non riuscivo più a scrivere nulla.
Il difetto è che tende a raccontare il tutto in un modo un po' troppo romanzato e che alla fine fa perdere di veridicità alla storia: credo che però sia stata una scelta narrativa ben ponderata, anche se non del tutto condivisibile.

Figlie del mare era White Chrysanteum
Mary Linn Bracht è una scrittrice statunitense di origini coreane e questo suo essere americana è forte nel suo modo di narrare questa vicenda fortissima.

La scelta del titolo Figlie del mare per il titolo italiano fa riferimento alla tradizione delle donne forti ed indipendenti dell'isola di Jeju.


Stessa scelta l'hanno fatta i francesi:

Sulla stessa linea anche i portoghesi, con una copertina che raffigura una donna che si immerge:

In realtà il titolo originale è White Chrisanthemum, che è un fiore importante nella tradizione orientale e che ha un ruolo molto significativo in questo libro.

La copertina lituana punta tutto sul carattere orientale del romanzo:

Seppur con un altro stile, anche i turchi scelgono di evidenziare dov'è ambientata la storia:

Scelta simile, anche se secondo me di meno effetto, è la copertina svedese:

Colori molto diversi invece per i polacchi:
A me piace molto la copertina spagnola:
Mentre la peggiore è quella russa: c'è il crisantemo bianco ma non traspare minimamente il dramma che si racconterà.

Autrice: Mary Linn Bracht
Anno prima pubblicazione: 2018
Pagine: 370
Dove: Corea del Sud e Manciuria
A chi può piacere: a chi non cerca un romanzo storico fedele alla realtà, ma una storia ben scritta che permetta di conoscere una parte a noi sconosciuta della Seconda Guerra Mondiale, chi è consapevole che la storia alle volte sa far male per quanto è crudele.
Un'altra recensione: La libreria di Tessa spiega bene quali sono i punti di forza e di debolezza di questo ottimo libro di esordio.