09 aprile 2021

Happydemia

 Perché ho letto Happydemia di Giacomo Papi?

Avete presente quegli autori in cui si inciampa quasi per caso e per cui avviene un vero colpo di fulmine? 

Giacomo Papi per me è questo: me ne sono innamorata quando un'amica un Natale mi ha regalato I fratelli Kristmas e, dopo averlo incontrato al Salone del Libro due anni fa, non mi perdo più nulla di quello che fa.



Happydemia: la trama 
Michele ha 20 anni e fa il rider a Milano per Happydemia: consegna psicofarmaci nelle case delle persone. Siamo alla fase 41bis della pandemia e la gente è così provata da prendersela con gli unici che hanno la possibilità di muoversi per la città: i fattorini. Michele. proprio lavorando. incontra Miriam, sempre nascosta dietro la mascherina, che consegna farmaci solo ai VIP. Intanto la politica prova a gestire la pandemia alla sua maniera, mentre un ex primo ministro è alla ricerca instancabile di selfie...

Happydemia: la recensione
Ho avuto la fortuna di incontrare Giacomo Papi al Salone del libro nel 2019 quando presentava Il censimento dei radical chic, che io ho adorato e stra-adorato.
In quel libro si parlava di Salvini un ministro della semplificazione che voleva, tramite la semplificazione del linguaggio, cancellare i pensieri complessi dei suoi cittadini.
Durante la presentazione raccontò di come quando scriveva cose volutamente esagerate nel suo libro,  poi fosse costretto a chiedersi se non stesse calcando troppo la mano, ma incredibilmente dopo qualche mese quelle cose capitavano nella realtà e lui doveva riscrivere intere scene che ora sembravano banali.


Giacomo Papi ha scritto Happydemia un anno fa, durante il primo confinamento, e si immagina un mondo dove le restrizioni e l'epidemia durano per anni e anni. Feltrinelli l'ha pubblicato a novembre, durante la seconda ondata. Io l'ho iniziato nell'ultimo fine settimana in cui il Piemonte era zona arancione.
Anche in Happydemia, titolo azzeccatissimo, Giacomo Papi è riuscito a prevedere eventi che nei mesi successivi sarebbero successi, anche se non siamo ancora alla fase 41bis!


In questo libro Giacomo Papi usa le sue solite armi e  riesce a rendere in modo ironico e surreale quello che invece è reale, senza peccare mai di superficialità.

La storia si svolge su due piani: quello della politica a Roma, tra i palazzi del potere, e quello della vita reale a Milano sulle strade percorse in bicicletta da Michele ed i suoi colleghi.
Il ritratto pungente dei politici è davvero divertente (se solo non fosse pericolosamente veritiero), mentre quello della gente normale divisa tra chi è chiusa in caso da anni (come il nonno di Michele) e chi invece aggira le regole regala solo sorrisi molto amari. 

C'è però qualcosa in questo libro che mi ha convinto meno che gli altri.
Non voglio essere fraintesa: mi è piaciuto molto, ma I fratelli Kristmas e Il censimento dei radical chic mi erano piaciuti tantissimo! Forse avevo delle aspettative troppo alte e per questo sono rimasta soddisfatta, ma non con gli occhi a cuoricino come mi aspettavo.
Non escludo che se letto in un altro momento mi avrebbe fatto un'altra impressione e forse lo stato emotivo in cui vivo ha influenzato troppo questa lettura così contemporanea.


dello stesso autore ho letto (in ordine di preferenza):
Anno prima pubblicazione: novembre 2020
Pagine: 164
A chi può piacere: a chi è dotato di molta ironia. Se non conoscete l'autore però vi consiglio di non iniziare da questo libro.
Un'altra recensione: sulla recensione de Il Post potete leggere un bell'estratto che rende lo stile ironico con cui Papi sceglie dir raccontare questo nostro tempo.

3 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Sicuramente un buon libro
Ciao Federkca
Buon sabato
Il mio abbraccio
Maurizio

Sara ha detto...

A questo punto temo che si realizzi tutto quell9 che ha previsto!

Luna PizzaFichiEZighinì ha detto...

Anche questo mi incuriosisce sebbene abbia voglia, in questo periodo, di uscire fuori da questo argomento. Magari più avanti avrò la spinta di leggerlo.