28 agosto 2016

Applausi in spiaggia in Cile

Immaginatevi di essere in spiaggia in Cile, che finalmente i vostri sogni di passare Capodanno a la playa si siano esauditi, e dopo la non migliore notte della vostra vita finalmente avete il sedere sulla sabbia!

Finalmente siete lì lì per abbioccarvi sotto il vostro ombrellone e venite bruscamente svegliati da una folla che applaude, applaude incessantemente: "e mo' che cavolo c'è?"
La seconda volta che mi è capitato ho iniziato a prendere in esame svariate ipotesi, dal vip improvvisamente comparso in spiaggia ad un eroico salvataggio avvenuto mentre dormivo,  e mi son decisa a chiedere spiegazioni alla tizia che gestiva il mio ostello (Casa Elias si trova nel centro di Valparaiso e ve lo consiglio!): ma è normale che la gente applauda in spiaggia?

E la risposta mi ha lasciato senza parole!
Quando un bimbo si perde, chi lo trova inizia ad applaudire e così i loro vicini ed i vicini dei vicini in modo che i genitori del pargolo fuggitivo possano capire in che direzione devono andare a recuperarselo!
Semplice ma ingegnoso... e funziona!
Il lato B della spiaggia di Viña del mar

Il lato A della spiaggia di Vña, in un momento poco affolato!

25 agosto 2016

La leggenda del trombettista bianco

Io di musica jazz non so assolutamente nulla.
Le mie conoscenze in materia si fermano ai gattoni amici di Romeo degli Aristogatti che suonano sui tetti di Parigi.
Figurarsi se sapevo chi fosse Leon Bix Beiderbecke prima che Claudia mi prestasse La leggenda del trombettista bianco!
Poi ho letto il romanzo scritto nel 1938 da Dorothy Baker, ma pubblicato solo un paio di anni fa da Fazi in italiano, che ha come protagonista un certo Rick Martin, la cui storia è ispirata a quella del grande trombettista jazz.

Una foto pubblicata da Federica (@federica_zucca) in data:

Rick Martin, praticamente orfano, non vive con i genitori ma con i suoi zii, vi ricorda qualcuno?

Anche Rick Martin come Harry Potter sa fare le magie, ma lui non ha bisogno di usare una bacchetta magica: dategli una tromba e saprà incantare tutti quanti!
In realtà il primo amore di Rick è stato il pianoforte ma poi ha deciso di studiare uno strumento che potesse portare con sé ed era affascinato dal suonare qualcosa che stesse anche fisicamente così vicino al cervello.

Come Harry anche Rick è un pesce fuori dall'acqua nel mondo dei babbani  degli altri ragazzini, quelli che non sanno che cosa sia il jazz.

Dorothy Baker racconta così come Rick si avvicina alla musica, quanto ne è ossessionato, come riesce a sfondare nel mondo del jazz, nonostante il colore della sua pelle perché il jazz è roba da neri, e come la sua vita sregolata lo porterà alla distruzione ancora giovanissimo.




Quello che mi è piaciuto molto di questo libro è lo stile di Dorothy Baker, ma il romanzo in sé non mi ha fatto impazzire. Forse proprio per la mia ignoranza in materia musicale non sono riuscita pienamente a farmi coinvolgere dalle vicende del trombettista bianco.
Ho poi scoperto che il titolo originale del romanzo è Young man with a horn, ma nel mio cuore c'è posto per un solo young man with a (blue french) horn... e quindi mi spiace ma Il trombettista bianco non ha fatto breccia nel mio cuore.

22 agosto 2016

La birra della Polonia (ovvero cose che non si possono credere)

La birra in Polonia costa meno dell'acqua. Partendo da questo assunto potrete capire che in Polonia non sono certa morta di sete, ma son tornata con una panza che manco Homer!
Il fatto che abbia imparato tre parole di polacco e una di queste sia "piwo" la dice lunga su questa storia!
Ci sarebbero foto mezzobusto che provano la mia affermazione, ma per questioni di dignità non possono essere diffuse.

In Polonia può capitare di vedere di primo mattino signori distinti che si fanno una birra media alle 9 del mattino a colazione mentre il loro vicino si prende un cappuccino (o presunto tale).
Quindi a qualunque ora decidiate che è giunto il momento della vostra birretta quotidiana (perché è sempre ora di una birra) fate solo attenzione a questi dettagli:


  • La birra, se non diversamente specificato, è da mezzo litro: se la volete piccola specificatelo.
  • La birra aromatizzata/fruttata è di gran moda quindi fate ben attenzione: se vi chiedono se volete una birra sweety, alzate bene le antenne e scuotete vistosamente la testa se no vi troverete a pasteggiare così: 

Birra ai lamponi in un ristorantino carinissimo a Varsavia, vicino alla piazza vecchia
  • Ho letto su internet che d'inverno si usa bere birra calda, ma io son stata d'estate e quindi non posso testimoniare nulla al riguardo della "birra brulé" o qualcosa di simile!
  • Se siete delle signorine molto probabilmente vi porteranno la birra con la cannuccia. Non chiedetevi il perché! Ammetto di averci provato a bere birra con la cannuccia, ma è una cosa che proprio non si può fare!
    Se sapete perché si dovrebbe bere la birra con la cannuccia, illuminatemi!
  • E se volete un giudizio da non esperta io vi consiglio questa birra qui, che ha un nome impronunciabile e si può solo far segno alla cameriera con il ditino a sul menù!

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19 agosto 2016

Il diario di velluto cremisi

Un libro con un titolo con una parola così inconsueta come "cremisi" è una vera calamita per la mia attenzione e un MaiUnaGioia per il mio portafoglio.

Il diario di velluto cremisi è un'ottima lettura estiva, di quelle leggere, anche un po' banali, ma assolutamente appassionanti. Quindi se devi ancora preparare la valigia e hai ancora un po' di posto, Il diario di velluto cremisi sarà un'ottima compagnia!

Osservando il mappamondo da lontano -e da ignorante- non sapevo che proprio di fronte a Seattle ci fosse un'isolone: Bainbridge Island è un angolo di tranquillità a poca distanza dalla vita movimentata della grande metropoli.

Protagonista di questa storia è proprio l'isola, che ha deciso che rivuole che Emily torni indietro dopo moltissimi anni che è andata via e proprio nel momento in cui sta attraversando una profonda crisi personale e matrimoniale.
[Anche io sto attraversando una crisi da mancanza di Lost e tutto mi ricorda quell'isola!]

Emily infatti torna a casa della zia Bee con l'idea di ritrovare se stessa, ma "per caso" ritrova un diario rosso dove viene raccontato la tormentata storia d'amore tra Ester, una donna sposata, e il suo ex fidanzato. Emily si appassiona sempre più alla storia e vuole scoprire chi siano in realtà le persone di cui si parla nel manoscritto risalente agli anni '40.
Emily ritrova però anche il suo primo fidanzatino dei tempi in cui andava in vacanza d'estate dalla zia e conosce un uomo molto affascinante e misterioso.
La storia di Emily ed Ester sembra avere sempre più punti in comune e lentamente si andranno ad intrecciare.

Ogni tanto ci sono dei passaggi tirati davvero per i capelli, destini che sii incrociano in maniera scontata, però l'autrice è stata davvero brava nel mantenere il ritmo del racconto e senza impegnare troppo la mente riesce a mantenere viva l'attenzione per la storia nella storia.



16 agosto 2016

Prelibatezze polacche

Che mangia una vegetariana in Polonia? Tornerà smunta e smagrita dopo 10 giorni di dieta forzata?

Come immaginerete la cucina polacca è ricca di wurstel, salsicce e piatti di carne, ma sappiate che anche noi vegetariani non ce la passiamo niente male!

In tutte le grandi città c'è una catena di ristoranti economici vegetariani che fa cosine buonissime (Greenway), ma spesso si trovano anche hamburgerie e ristoranti vegetariani: insomma mio caro-amico-vegano-in-circolo, non temere che non farai la fame!

Alla FreeFarma Burgerownia in pieno centro a Cracovia ho mangiato benissimo
Potrai mangiare delle simpatiche "bruschettone" che si chiamano pajda: la versione classica prevede di spalmare del lardo o del burro all'aglio sul pane, aggiungere uno strato di cipolle ed uno di carne e cetriolini sott'aceto. (i cetrioli sono ovunque!!!).
Streetfood polacco: pajda!
La versione vegetariana prevede di levare lo strato di carne e/o di sostituire i cetrioli con qualche pomodoro!
Pajda vegetariana


La pizza polacca, così la chiama la Lonely Planet, si chiama Zapiekanka e non ha proprio nulla a che fare con la pizza: si tratta di una mezza baguette scaldata con uno strato di funghi, uno di formaggio fuso e una bella spruzzata di ketchup, ma ci si può aggiungere la salsa che si preferisce (o perché limitarsi solo ad una?)! Le origini di questo piatto sono decisamente recenti: durante il comunismo c'era di fare di necessità virtù e questo è il risultato: buono, solo un po' pesantino!
Zapiekanka, solo per stomaci forti!
E poi ci sono loro, che hanno conquistato il mio cuore: i pierogi!
I pierogi sono degli agnolottoni ripieni che solitamente sono bolliti e serviti con un sughetto di cipolle caramellate e sono buonissimi! Ne esistono diversi tipi: ripieni di carne, di verdura e dolci con i miritilli. Io ho avuto una certa dipendenza dai ruski pierogi ripieni di ricotta e patate: qui potete trovare la ricetta, che non ho ancora provato a replicare. Sulla guida ho letto che a metà agosto a Cracovia si tiene il festival dei pierogi... peccato non esserci stata nelle settimane giuste!

Una foto pubblicata da Federica (@federica_zucca) in data:
In Polonia si mangia bene e a poco: un pranzo con pierogi e birra costa meno di 5 euro, a meno di andare in luoghi iperturistici per turisti portatori di euro! Si può però incorrere in qualche scivolone, come quando ho ingenuamente ordinato una semplice tomato soup e ho scoperto come impropriamente si possono usare i fusilli... ma devo ammettere che alla fine, fusilli annegati a parte, non era nemmeno male!
Tomato soup
L'unico vero problema del mangiare in Polonia sono gli orari: occhio ad attardarvi ad andare a cena che molti ristoranti anche nel centro delle città alle 22 avranno già chiuso le serrande e voi rimarrete a becco asciutto!!!

12 agosto 2016

Polska :)

La mia vacanza polacca è terminata ieri e son tornata a casa sana e salva e molto orgogliosa di me.

Ho il pessimo vizio di minimizzare sempre quello che faccio e mi è riuscito bene e quindi questo post mi servirà in futuro come promemoria.

Quando prima di partire ho scritto nell'ultimo pos"sono un po' agitata", in realtà ero molto spaventata. Temevo di aver fatto il passo più lungo della gamba e il lungo viaggio in Patagonia mi sembrava una passeggiata da bambini rispetto a quello che stavo per fare: l'Argentina e il Cile erano due paesi che ormai conoscevo bene quando mi son messa in viaggio (la lingua, i problemi/pericoli, il funzionamento dei mezzi) mentre della Polonia non sapevpraticamente nulla.

Avevo semplicemente dimenticato che la parte più complicata del partire da solo è partire e poi dopo viene tutto abbastanza naturale. Non per forza semplice, ma naturale sì!

E quindi ieri quando sotto la pioggia di Varsavia mentre tornavo in ostello mi son messa a sorridere per strada: mi son resa conto che nonostante la nuvoletta di Fantozzi imbarazzante che mi ha seguito instancabilmente da sud a nord, che nonostante le bolle sotto i piedi, che nonostante il mio inglese imbarazzante, che nonostante non sappia leggere nessun tipo di cartina, avevo visitato un bel paese e imparato tante cose. Soprattutto che devo credere di più in me stessa e dar meno retta a chi mi dice che dovrei fare altro e che mi stavo mettendo nei guai con le mie stessa mani.
Pensiola di Hel, vicino a Danzica in Polonia

A casa porto con me la gioia e la fatica e un ginocchio sbucciato della GMG con Papa Francesco che ancora una volta ci ha invitati a vivere pienamente questa vita,
la capacità di ricostruire sulle proprie macerie di un paese che doveva essere spazzato via dalle mire folli dei suoi vicini,
la gentilezza di persone sempre disponibili anche con una turista con lo zaino in spalle e lo sguardo sperso,
la volontà di essere liberi e non dover quella libertà a nessuno.
E tante calamite e un po' di panza in più!