31 dicembre 2019

MMXIX bignami

Sono andata a rileggere il post di fine 2018 e non mi ricordavo di aver chiesto al 2019 di essere un anno, semplicemente, gentile.
Con un sospiro di sollievo posso dire che lo è stato. Forse non è stato l'anno più scoppiettante della mia vita ma, seppur con le sue difficoltà, tutto è andato bene.

2020, ascoltami bene: senza esagerare, senza strafare: appena un po' più concreto e qui si va a gonfie vele!

Questo è stato il mio 2019, mese per mese, con le regole di un vecchio meme: una sola cosa da ricordare per ciascun mese (e le dovute eccezioni)!

Gennaio:
Nonostante qualche malanno di stagione, mi sono data alle passeggiate.
Porterò con me il ricordo dei giorni passati a fare la bidella all'asilo: un lavoro che mi è piaciuto tantissimo!


Febbraio:
Quella sera in cui l'amica di una vita ha annunciato che sarebbe arrivato presto un bimbo ed io ho pianto come una fontana...

Marzo:
Dresda è stata un'autentica sorpresa: con me porterò lo stupore di un tramonto emozionante e la grandezza di chi ha saputo rinascere dalle proprie ceneri.
visitare-dresda-3 giorni
Una passeggiata lungo l'Elba a Dresda
Aprile:
Quanti regali e quante lacrime l'ultimo giorno di lavoro all'asilo: quel posto mi rimarrà nel cuore!


Maggio:
Passare da un piccolo asilo ad una grande scuola elementare è stato traumatico... e "traumatico" è un eufemismo.
Ad esperienza chiusa, porto con me un bel po' di aneddoti su gente con qualche problemino-ino-ino!

Giugno:
Che fantastica idea andare a Venezia nel giorno più bollente ed umido di tutta l'estate: neanche i giapponesi c'erano in giro! Ho rischiato la morte, ma ho visto una Venezia insolitamente deserta.




Luglio:
Come da tre anni a questa parte, ho lavorato in un grazioso paesello di montagna...


Agosto:
un mese in cui non ho fatto nulla, se non ricaricarmi... e non è stato male dopo tanto tempo vivere un po' di estate a casa!
Fonte: Maratoneti di Mentana


Settembre:
Settembre è stato davvero troppo ricco per limitarmi ad una cosa sola.
Ad inizio del mese sono tornata dopo tanti anni a Barcellona e... di Barcellona non mi stancherò mai!

Parc de la Ciutadella: un posto dove non ero mai stata ma che merita

E poi sono stata al Concerto più fantasmagorico a cui io sia mai stata: Jovanotti a Linate... che esperienza!


Ottobre:
Ho iniziato a fare la volontaria in biblioteca ed è una cosa che mi piace tantissimo.
Volete 5 motivi per convincervi ad andare in biblioteca? Leggete qui!

Novembre:
Le sorprese, quelle bellissime.

Dicembre:
Non è stato il migliore dei Natali, ma forse era giusto anche così.

Mi raccomando eh 2020. mi raccomando!


13 dicembre 2019

Le biblioteche di Barcellona

Avete mai sentito di gente che va a Barcellona e va a visitarne le biblioteche?
Probabilmente no ed il motivo è molto semplice: Barcellona ha ovviamente delle belle biblioteche, ma non sono nulla di davvero unico e speciale.
Il vantaggio però per chi ha questo pallino, come me, è che sono vicinissime ad altre attrazioni che sicuramente visiterete ed una piccola deviazione libresca non costa nulla!!


Vicino all'Arco di Trionfo, c'è la biblioteca pubblica Arùs: tenete gli occhi bene aperti perché non è in un grande edificio, ma si trova all'interno di uno dei tanti palazzi della via.
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La biblioteca Arùs è la prima biblioteca pubblica di Barcellona e porta il nome del filantropo che donò la casa e la collezione per costruirvi una biblioteca aperta a tutti nel 1895.
La sensazione che si ha quando si entra in questo edificio è infatti quella di entrare in un normale palazzo, seppur elegante, per andare a casa di qualcuno.
Il fatto che in punta alle scale ci sia una copia della Statua della Libertà può però far intuire di trovarsi in un posto speciale!
Fonte: Barcelona check in --> troverete molti suggerimenti insoliti per visitare Barcellona

La biblioteca contiene molti volumi storici e si visita velocemente e gratuitamente: all'ingresso è possibile ricevere una piccola brochure illustrativa ed il personale è stato molto gentile nel rispondere alle mie curiosità.
Fonte: Bcnshop

Nel quartiere del Raval, quindi in pienissimo centro, troverete invece la Biblioteca de Catalunya: a differenza della precedente, questa non è una biblioteca "turistica".
Quando ho chiesto se potevo entrare per fare delle fotografie, mi hanno risposto che non si poteva andare oltre ai tornelli.
visitare-biblioteca-barcellona

La biblioteca si trova in uno splendido edificio gotico, ma ancora più bello è il giardinetto in cui è inserita: si trovano un sacco di tavolini dove fermarsi a leggere o giocare con degli scacchi giganti!
La zona del Raval è sconsigliata di sera, quindi vi consiglio di andarci in pieno giorno durante la visita di questo angolino incantevole di Barcellona!
biblioteca-raval


Le altre biblioteche dei miei viaggi:

08 dicembre 2019

La biblioteca sul cammello

Perché ho letto La biblioteca sul cammello di Masha Hamilton?

Da quando faccio la volontaria in biblioteca (cioè da poco) mi è venuto il pallino per le biblioteche sparse in giro per il mondo. Il solito acciobooks  mi è venuto in aiuto facendomi conoscere un libro che ha già più di 10 anni.
Se avete altri titoli da consigliarmi sul tema, sono tutta orecchi!


La biblioteca sul cammello: la trama
Fiona è una bibliotecaria di New York che decide di partire ed andare in Kenya a seguire un progetto nuovo: una biblioteca itinerante che porta in giro tra i villaggi seminomadi i libri a dorso di cammello.
Che cosa succede però quando un libro non viene restituito? Quali equilibri i libri possono scardinare?
La copertina americana: bellissima secondo me
La recensione di La biblioteca sul cammello
In Kenya esiste per davvero una biblioteca mobile che viaggia su dei cammelli e porta i libri in giro tra diversi villaggi.
Masha Hamilton è una scrittrice statunitense ed ha vissuto per diversi mesi in Africa ed ha preso parte personalmente a diverse iniziative del Kenya National Library Service.
Fonte: Il Libraio
Questo progetto sembra bellissimo sulla carta, ma trova fin dalla sua nascita diversi ostacoli.
Il primo ad essere recalcitrante è il bibliotecario responsabile della biblioteca di città: vorrebbe più fondi per la sua biblioteca invece che vedere tanti soldi sperperati per portare in giro libri a gente seminomade, che nemmeno sa leggere e scrivere con scioltezza.
I libri stessi spesso sono frutto di donazioni e trattano spesso argomenti poco adatti e lontani dalla realtà delle persone che li riceveranno.
E poi siamo sicuri che chi riceve i libri li voglia? Gli anziani del villaggio vedono nei libri uno strumento che mina il sapere tradizionale che viene tramandato di generazione in generazione oralmente.


Per raccontare tutti questi aspetti l'autrice costruisce la sua storia a Midima, un villaggio sperduto, dove si reca Fiona, la bibliotecaria bianca di New York. Fiona si metterà alla ricerca di un libro che non è stato consegnato:  il rischio è di far saltare l'intero progetto per il valore morale di un simile sgarro, ovviamente non per il valore del libro in sé.
Più Fiona entra nelle dinamiche del villaggio, più noi riusciamo a capire le diverse storie d'amore e di tradimenti che ci sono, con l'obiettivo dell'autrice di creare una trama accattivante.

Il finale mi ha lasciato un po' delusa, anche se non poteva che finire così questa storia!





Un post condiviso da Alex (@alexbetweenthepages) in data:

Autrice: Masha Hamilton
Anno prima pubblicazione: 2007
Pagine: 281
Dove: in Kenya, in un villaggio nella regione di Garissa
A chi può piacere: a chi ama i libri che parlano di libri: non è una lettura imperdibile, ma è un libro che si lascia leggere.
Un'altra recensione: La lettrice rampante pone l'accento su alcuni aspetti che non sempre collimano nella trama ed alcune scelte opinabili della traduzione


06 dicembre 2019

Il filo infinito

Perché ho letto Il filo infinito di Paolo Rumiz?
Questa primavera tornando dal lavoro ho ascoltato alla radio questa intervista in cui Paolo Rumiz raccontava il suo ultimo libro ed il suo viaggio in giro per l'Europa.
L'idea mi ha letteralmente affascinata per quanto mi apparisse stralunata: girare l'Europa tra i monasteri benedettini per capire l'Europa di oggi, unire passato e futuro per capire il senso profondo del nostro continente che non è quello di ergere muri di difesa contro i barbari, ma l'accoglienza millenaria.


La trama: Il filo infinito 

Paolo Rumiz si ritrova a Norcia di fronte alla basilica crollata e alla statua di San Benedetto quasi per caso. Mesi dopo inizia un viaggio tra i monasteri benedettini di tutta Europa con l'obiettivo di capire come l'Europa sia sopravvissuta durante una VERA invasione barbarica, non le invasioni che ci raccontano in tv.
Dove sta andando l'Europa? Potrà ancora sopravvivere in pace per altro tempo? E i posteri ci chiederanno conto di quello che abbiamo fatto noi? La risposta ha quasi un millennio e mezzo.

La mappa del viaggio di Rumiz tra i monasteri benedettini

Il filo infinito: la recensione
Paolo Rumiz all'inizio ne sapeva di Benedetto da Norcia esattamente quanto me (...più o meno): ovvero non sapeva nemmeno in che secolo fosse vissuto.
La sua scelta è quella di scoprire sul campo chi sono i monaci benedettini oggi: cosa è significato e cosa significa oggi la regola dell' Ora et labora?

Rumiz parte, si mette fisicamente in viaggio e scopre monaci e monasteri che vivono in modo molto differente: in Francia per esempio fanno una vita molto più frugale di quelli bavaresi. In comune però hanno semplicemente la regola: pregare attraverso il canto e il silenzio ed il lavoro manuale.
Fra i frati incontrati da Rumiz ci sono persone che hanno lauree ed una preparazione culturale altissima, ma scelgono di onorare Dio e costruire la pace attraverso la coltivazione o la produzione di prodotti locali tipici. Non avevo idea di quanta birra ci fosse nella tradizione benedettina finché non ho letto il capitoletto sui belgi!

L'Europa antelitteram è probabilmente nata da uomini come loro che con un comun denominatore sono riusciti a costruirsi delle identità uniche e tessere tra di loro una fitta rete di legami.







Un post condiviso da Federica (@federica_zucca) in data:

Com'è questo libro?
Sicuramente interessante, ma altrettanto pesante.
Il libro è ben documentato e con questa lettura si scoprono un sacco di cose (non solo relative alle birre!), ci si pone tanti interrogativi, si viaggia con l'autore.
Di contro però lo stile è estremamente dettagliato, così denso di incontri che per leggere qualche pagina ci va molta pazienza e concentrazione.
Non è un libro per tutti, nonostante il suo contenuto sia davvero interessante: io l'ho trovato un po' noioso.


Autore: Paolo Rumiz
Anno prima pubblicazione: marzo 2019
Pagine: 174
Dove: Il viaggio inizia da Norcia e tocca diverse abbazie sparse in Europa
A chi può piacere: a chi ama i report di viaggi molto particolareggiati, a chi cerca di capire che cosa sia e potrà essere l'Europa.
Un'altra recensione: anziché presentarvi il parere di un altro blogger, ecco la presentazione con intervista all'autore.
Se vi sembra un libro troppo impegnativo ma vi interessa il tema su spotify è disponibile un intervento di quasi un'oretta che trovate QUI