25 settembre 2020

Ninfee nere

Perché ho letto Ninfee nere di Michel Bussi?

Ho letto diversi libri in precedenza di Michel Bussi, il noto giallista francese, e tutti mi dicevano che il migliore in assoluto era Ninfee nere, che non è il suo primo romanzo ma quello che gli ha regalato la notorietà al pubblico internazionale dopo aver fatto incetta di premi in Francia.

L'occasione per leggerlo, dopo aver rimandato parecchio, me l'ha offerta Il book club dei viaggiatori che proponeva questo libro con l'#giallodagosto.


Forse avevo aspettative troppo alte ma sono assolutamente certa che per me questo non è il suo libro migliore! 

La trama di Ninfee nere
Giverny, in Normandia, è famosa per ospitare la casa  dove Claude Monet dipingeva i famosi quadri con le ninfee.
In questo paesino da favola, invaso dai turisti, viene trovato morto un uomo. 
Arriva il commissario per indagare e subito si innamora della bella maestrina che lo dovrebbe aiutare a capire meglio le dinamiche di questo paesino. 
Fin dalla prima pagina del romanzo sappiamo che due delle tre donne protagoniste moriranno e solo una riuscirà a scappare. Chi? La bella maestrina intrappolata in un matrimonio triste oppure la bimba di 11 anni con un incredibile talento per l'arte o la vecchia rimasta da poco vedova  e senza più nulla da perdere?



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MA COSA...?! EH?! NOOOOOO!!! 😳 Queste sono solo alcune delle mie esclamazioni una volta arrivata alla fine di questo libro. Volevo il colpo di scena e l'ho trovato. E che colpo di scena! 🤩 . . Quando leggo un giallo o un thriller voglio una sola cosa: rimanere a bocca aperta. Voglio che tutte le mie idee, le mie supposizioni, vadano in fumo. Nel caso di NINFEE NERE è stato proprio così e anche solo per questo vale la pena leggerlo. . . Il libro, infatti, non è privo di difetti. Ho trovato alcuni dialoghi un po' stereotipati, soprattutto quelli tra i due detective, e alcuni personaggi un po' fastidiosi. All'inizio sono andata a rilento perché mi sembrava di restare sempre ferma ma poi, subito dopo le 150 pagine, il ritmo è diventato più veloce e non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine. Inoltre, un plauso particolare va alla scrittura evocativa di Bussi. L'autore ha saputo trasportarmi in un mondo fatto di arte, di tele, di colori. E ho imparato tante cose che non sapevo su Monet! . . Una lettura che si merita 4 stelline piene, ma che consiglio a chi ama il genere. Qualcuno di voi lo ha letto? Vi è piaciuto? . . Grazie a @silvia_inunclick per averlo consigliato e a @francescaemsro per avermelo regalato ❤️ . . #bookblogger #booklover #consiglidilettura #libribelli #libridaleggere #ticonsigliounlibro #ninfeenere #librigialli #amoleggere #leggolibri #leggodunquesono #leggereperché #leggeresempre #lettricecompulsiva #lettriceaccanita #leggere #leggeresempre

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Recensione di Ninfee nere
Quando mi appresto a leggere un libro di Michel Bussi parto con la consapevolezza che alla fine me la farà sotto il naso e non riuscirò a scovare l'arcano che si nasconde dietro il suo giallo. 
Sono consapevole dei miei limiti di investigatrice lettrice di gialli e sono una grande estimatrice del più venduto giallista francese dei nostri tempi.

Per prima cosa bisogna sgomberare il campo dall'equivoco che il libro parli di Claude Monet. Il romanzo di Bussi è semplicemente ambientato a Giverny, un paesino delizioso dove viveva e dipingeva Monet. Ora invece vive dell'interesse che porta turisti da ogni parte del mondo a vedere la sua famosa casa e il suo giardino con le ninfee. Qui si cela una critica nemmeno troppo velata agli effetti del turismo di massa che ha sui piccoli centri e sulle vite di chi invece li abita.
In tanti mi avevano consigliato di leggere Ninfee nere perché sarebbe il suo romanzo più bello ed avvincente. 
[Le copertine francesi delle edizioni economiche dei libri di Bussi sono ahimè orribili]

Invece a me non è piaciuto granché. L'inizio l'ho trovato molto lento, tutt'altro che coinvolgente. Ammetto di aver faticato un po' e di essermi imposta di andare avanti.

Proseguendo la lettura la curiosità lasciava piuttosto il passo al fastidio di non riuscire a capire assolutamente dove volesse andare a parare l'autore. [La copertina ungherese è la mia preferita]

Solo verso la fine il giallo mi ha coinvolto per davvero e sono riuscita ad apprezzare il perfetto incastro creato da Michel Bussi per riuscire a stupire il lettore. Perché comunque bisogna riconoscere che Michel Bussi è davvero un mago nel trarre all'amo chi sta leggendo il suo romanzo!

Oltre all'edizione "normale", E/o ha pubblicato anche una graphic novel tratta dal romanzo di Bussi.

Autore: Michel Bussi
dello stesso autore ho letto (in ordine di preferenza):
Anno prima pubblicazione: 2011
Pagine: 394
Dove: Giverny e, in piccola parte, a Vernon e Rouen (Normandia)
A chi può piacere: a chi ama il giallista francese, ma io sconsiglio di iniziare a leggere i gialli  di Bussi partendo proprio da questo libro; a chi pensa di andare a visitare Giverny e ama i gialli.
Un'altra recensione: Due lettrici quasi perfette  che invece hanno iniziato la conoscenza di Bussi proprio con Ninfee nere

20 settembre 2020

La saga dei Cazalet

Non avete ancora letto La saga dei Cazalet?
Ci penso io a darvi le giuste motivazioni per entrare nel tunnel leggere più di 3000 pagine estremamente coinvolgenti.
Sulla riuscita dell'avventura garantisco io: leggere i Cazalet è un viaggio nel tempo strepitoso!


Di cosa parla La saga dei Cazalet? (no spoiler)
La saga dei Cazalet racconta la storia di una ricca famiglia borghese inglese dal 1937 al 1958, quindi da prima della Seconda Guerra Mondiale al dopo guerra.
Tutto ruota intorno ad Home Place, casa di campagna nel Sussex, dove durante la Guerra tutti i figli della Duchessa e del Generale, con le loro mogli e figl3, si rifugiavano per fuggire dai bombardamenti su Londra e vivere la loro quotidianità.

Perché leggere i Cazalet?
  • Se si amano i romanzi che raccontano un periodo storico senza essere romanzi storici, questo libro fa per voi: dall'accuratezza con cui vengono descritti i diversi cibi cucinati prima/durante/dopo la Guerra, gli abiti, le abitudini, vi sembrerà di essere immersi in quel particolare decennio.
  • Se quando sentite nominare il Sussex pensate subito a quel figaccione del Principe Harry, dopo aver letto I Cazalet le vicende di Home Place lo sostiuirete nei vostri pensieri. Visto che Harry non è più sulla piazza e non è nemmeno più duca  (credo) ci andrete a guadagnare 😉
  • E' una saga familiare complessa con molti personaggi, legati tra di loro da parentele varie. Soprattutto all'inizio richiede un po' di attenzione e di concentrazione per capire chi è figlio di chi e non far confusione tra i vari cugini e cuginetti. Se amate il genere, la fatica iniziale sarà ripagata.
  • E' stato scritto da una donna in un momento in cui essere una scrittrice non era cosa facile. I primi 4 libri sono stati negli anni '90 e l'ultimo nel 2013. Se vi sembra impossibile che essere donna e scrittrice in Inghilterra solo 30 anni fa fosse complicato, ricordatevi sempre che Harry Potter è uscito nel 1997 firmato non da Joanne Rowling ma con la sigla JK su suggerimento della casa editrice che preferiva non evidenziare il genere dell'autrice.
Elizabeth Jane Howard ha scritto anche altri libri oltre ai cinque che compongono La saga dei Cazalet però, quando è morta a 91 anni, il Telegraph nel suo necrologio non ha sottolineato il valore della sua produzione letteraria ma il fatto che fosse  <<ben nota per la turbolenta vita amorosa>>. Questo l'ho scoperto a metà della mia avventura con i Cazalet e mi ha fatto davvero infuriare.

  • La saga dei Cazalet è stata per molto tempo considerata una saga scritta da una donna che si rivolge alle donne.  Credo sia la definizione più superficiale che si possa dare di questa opera. E' vero che le donne qui sono protagoniste assolute e tutti i personaggi, in particolare quelli femminili, vengono descritti in modo sfaccettato, sottolineando punti di forza, fragilità ed i loro cambiamenti. Questo libro piacerà molto a chi vede il mondo non in modo statico e sa apprezzare le sfumature dei caratteri. Per la cronaca, il mio personaggio preferito è Clary.
  • Lo stile della Howard è estremamente particolareggiato ed è indispensabile per farci calare nell'atmosfera dei suoi libri, fino a farci credere di essere in confidenza con i personaggi o di poter girare ad occhi chiusi tra le stanze di Home Place. Io non l'ho trovato mai pedante od eccessivo, ma so che altr3 lo hanno patito e si sono scoraggiati: come sempre è questione di gusti.
  • I libri che compongono la saga sono 5 e sono stati tradotti e pubblicati pochi anni fa da Fazi. Se siete lettori di saghe bulimici come me, potrete ingozzarvi dei Cazalet un volume dopo l'altro; mentre se preferite non rischiare l'indigestione potrete centellinarne la lettura perché ogni libro si apre e si chiude in un determinato periodo storico.
Le copertine dei libri della saga dei Cazalet
Quando ho iniziato ad immaginare questo post, pensavo di allegare tante foto delle copertine dei libri nelle diverse lingue.
Pensavo che il web ed instagram pullulassero di collage delle diverse edizioni... ed invece no! 😡
Io odio mettermi a pasticciare con i programmini per le immagini, fare collage e cose simili e quindi la mia pigrizia la mia grandiosa flessibilità mi ha permesso di cambiare strategia!
Qui di seguito troverete le copertine italiane di ognuno dei 5 libri ed una copertina in un'altra lingua, mi pare un buon compromesso.

Prima però vi voglio far vedere la scialbissima grafica scelta per l'ultima ristampa inglese

e l'orrore che hanno prodotto in Danimarca
in questa foto trovata su ebay si mostrano solo 4 dei 5 libri, ma mi pareva abbastanza esplicativa del terribile gusto danese

Gli anni della leggerezza
Calzalet 1
Estate 1937


15 settembre 2020

La biblioteca centrale di Rotterdam

Se andrete a Rotterdam sicuramente passerete accanto alla sua biblioteca.

Infatti la superbiblioteca si trova vicinissimo  alle case cubiche di Rotterdam, che sono l'attrazione numero 1 di Rotterdam. 

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Delle case cubiche esistono foto stupende su instagram, mentre le mie fanno pena perché di sole in quei giorni ne ho visto veramente poco niente!


La zona del porto vecchio di Rotterdam è andata completamente distrutta in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ed è diventata una zona che farà brillare gli occhi a chi ama l'architettura moderna.

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Da sinistra: la biblioteca, il palazzo fatto a matita, le case cubiche, uno scorcio del ponte rosso e la stazione metro e ferroviaria di Blaak (che merita anche lei una visita)

Se vi limiterete a guardare la biblioteca da fuori, noterete una certa somiglianza con il Centro Pompidou di Parigi. 

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Il lato B della biblioteca ben visibile uscendo dal "bosco" delle case cubiche


Limitarsi a guardare l'edificio dall'esterno sarebbe però un vero peccato perché dentro è stupendo.

Anche se non siete grandi amanti delle biblioteche, potrete godere di uno splendido punto panoramico da cui guardare dall'alto gli altri edifici della piazza. Nell'organizzare la vostra visita ricordatevi di controllare gli orari di apertura al pubblico della biblioteca.

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Il sabato nel piazzale antistante la biblioteca ho trovato un grande mercato alimentare e non.
La Chiesa che si vede da questa finestra è quella di San Lorenzo, che è l'unico edificio medioevale ancora presente in città.
Ovviamente c'è un lato della biblioteca che guarda verso il porto e permette di vedere e fotografare anche la parte del porto.

Appena entrerete in biblioteca vi troverete di fronte ad un grande atrio: troverete una caffetteria, una sala "tecnologica" dove usufruire di contenuti multimediali, 

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Due delle postazioni multimediali in biblioteca al pian terreno:
un piccolino salottino insonorizzato dall'esterno "Cosa sento?"
e delle comodissime poltrone da cui, se  le avessi provato sicuramente e, sicuramente non mi sarei mai più alzata!


una scacchiera gigante per giocare tra utenti, 

Fonte: Karin Koolen


ed una piccola libreria che vende anche souvenir carini, in cui vi consiglio di passare: io ho comprato un libro che ha per protagonista la coniglietta Miffy

Il libraio è stato così gentile da rispondere alla mia domanda: "Ma chi è sto coniglio che vedo su un sacco di oggettini in giro?" e mi ha spiegato che è il simbolo della letteratura per l'infanzia olandese ed è una coniglietta. Io non l'ho mai vista in Italia, ma mi ha detto che nel resto del mondo è conosciuta come Miffy, mentre il suo olandese è Nijntje (in olandese coniglio si dice Konijntje). 

Il libro che ho comparato io è l'avventura di Nijntie sulla bicicletta ed è del 1982. 

Per essere sicura di non sapere mai che cosa c'è scritto dentro, ho pensato di non comprare l'originale in olandese ma la traduzione che è stata pubblicata un paio di anni fa nel dialetto di Rotterdam!


Nijntje/Miffy è un classicone olandese


Salendo le scale mobili vi troverete su piani ampi e luminosi, ognuno con un tema differente! 

Quello per i bambini ha anche una bellissima area giochi, mentre l'ultimo piano è una sala studio per cui si consiglia di andare solo per motivi "seri". All'interno della biblioteca si può usare il wifi liberamente e ci sono anche diverse postazioni dove è possibile ricaricare cellulari e computer.

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Il mio consiglio è di fermarvi a curiosare tra gli scaffali e scoverete delle chicche: io sono rimasta colpita dal dettaglio di come vengono etichettati i libri.

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Le etichette visive della biblioteca di Rotterdam sono molto intuitive


Ultimo consiglio: poco distante si trova anche quella che è stata la sede della biblioteca prima che si trasferisse qui nel 1983. Nono sono riuscita a capire che cosa sia adesso, ma sulla sua facciata troneggia ancora la vecchia iscrizione "biblioteca comunale". L'edificio durante i bombardamenti è stato danneggiato solo in minima parte e successivamente si è sfruttato lo spazio lasciato dagli edifici vicini che invece erano andati distrutti per ampliarlo.

Su un'ala è stata riprodotta la pagella della quarta elementare di uno scrittore di Rotterdam, Bob den Uyl, su cui spicca un bel 6 per il comportamento. E' stato fatto quando l'edificio è stato trasformato nel Museo dell'Educazione dal 1989 al 2012.

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La vecchia biblioteca di Rotterdam


Altre biblioteche in giro per il mondo:

Riga & Tallinn

Barcellona

Manchester & Liverpool

10 settembre 2020

Galàpagos

 Perché ho letto Galapagos di Francisco Coloane

  • Perché conoscevo già l'autore: appena tornata dal Sud America avevo letto dei suoi racconti patagonici, ma soprattutto perché ho letto un saggio in cui veniva definito "L'uomo dalla voce tonante" e quel libro mi è rimasto nel cuore.
  • Perché è sottile: sono solo 117 pagine.
  • Perché se penso ad un posto paradisiaco e difficile da raggiungere, penso alle Galapagos.
libro-coloane
Il segnalibro è frutto di uno scambio tramite acciobooks di Penne al ragù

Galàpagos di Coloane: la trama
Il racconto di Francisco Coloane del suo viaggio alle Galapagos: un viaggio poco turistico, alla scoperta di isole vulcaniche, antiche leggende, storie più vicine ai nostri giorni.

Mappa illustrata di Mapsy


Galapagos di Francisco Colonae: recensione
Non ho idea di come si possa fare una recensione di questo libricino di Coloane, lo ammetto.
E' un libro piccino e semplice per certi versi, sicuramente non imperdibile. Al suo interno, però, custodisce una voglia grandissima di scoprire mondi che non si conoscono.
Più delle informazioni sulle Galapagos, che sicuramente sono utili per chi vuole fare un viaggio o ha una qualche curiosità specifica, questo libretto propaga una forma mentis con cui guardare al mondo, qualsiasi spazietto di mondo a cui uno si interessi. 
Francisco Coloane racconta le isole da tutti i punti di vista, da quello geologico a quello storico senza ovviamente scordarsi di flora e fauna. 
Probabilmente fra qualche tempo non mi ricorderò molte delle informazioni custodite tra le sue pagine, ma rimarrà con me la grande curiosità che aveva Coloane nel raccontare posti nuovi.

Voglio condividere con voi tre cose che mi hanno stupito sulle Galapagos per farvi venire voglia di viaggiare tra le pagine:

  • Le isole che compongono l'arcipelago sono molto differenti tra di loro per dimensioni e conformazione dei paesaggi. Gli animali che si trovano su un'isola non sempre si trovano su un'altra: per esempio già Darwin aveva notato che le tartarughe di isole differenti hanno forme di carapaci differenti in base a dove vivono!


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A group of Galápagos tortoise (Chelonoidis nigra) sunbathing 🐢 Modern Galápagos tortoises can weigh up to 417 kg (919 lb). Shell size and shape vary between populations. On islands with humid highlands, the tortoises are larger, with domed shells and short necks; on islands with dry lowlands, the tortoises are smaller, with "saddleback" shells and long necks. There are currently 15 species. Giant tortoises were native to each of the big Galápagos islands (Española, Fernandina, Floreana, Pinta, Pinzón, San Cristóbal, Santa Cruz, Santa Fe and Santiago) as well as the five major volcanoes on Isabela Island (Wolf, Darwin, Alcedo, Sierra Negra and Cerro Azul) #galapagos #galapagosislands #tortoise #turtle #water #picoftheday #photooftheday #nature #island #ocean #sanctuary #nofilter #nofilterneeded #animal #animallover #nature #earthpix #ecuador #pacific #pacificocean #southamerica

Un post condiviso da Galápagos Islands (@galapagosisland) in data:


  • Le Galapagos non sono isole disabitate. Seppur oggi vivano di turismo, ci sono degli allevamenti e delle persone che ci vivono stabilmente. Tra queste abbiamo anche dei discendenti di nazisti tedeschi che negli anni '30 si impiantarono su questi fazzoletti di terra, paradisiaci ma non certo ospitali, con l'obiettivo di espandere il potere del Reich anche oltre oceano.
Fonte: Anderson Design Group

  • Il nome delle arcipelago delle Galapagos, così come quello delle sue isole, è cambiato tante volte: lo sapete che il loro nome ufficiale è isole di Colon? Il primo che le scoprì fu un Inca che si avventurò al largo del Pacifico su una zattera e raccontò di aver visto una montagna di fuoco in mezzo al mare: probabilmente assistette ad un'eruzione vulcanica!


Autore: Francisco Coloane,
di cui ho letto anche Terra del Fuoco
Anno prima pubblicazione: 2002
Pagine: 117
Dove: Isole Galapagos, Ecuador
A chi può piacere: a chi ama i libri di viaggio; a chi è molto curioso.
Indispensabile per chi sta pensando ad un viaggio da quelle parti