30 aprile 2020

La storia infinita

Perché ho letto La storia infinita di Michael Ende in quarantena?
La storia infinita è uno di quei film che rivedo sempre volentieri in tv, anche più volte l'anno.
Ovviamente lo conosco a memoria, posso anticipare tutte le battute del film e piangere come la prima volta quando muore Artax e cantare a squarciagola Neverending story!
Mi hanno sempre detto che il libro era molto di più del film ed anni fa ne ho comprato un'edizione bruttina ed economica, che però è rimasta a prendere polvere sul mio comodino fino a quando non mi sono ritrovata barricata in casa.
Facendo ordine sul comodino mi sono chiesta perché non leggere in quarantena, quando abbiamo tanto bisogno di evadere, un libro che non solo è un libro di viaggio ma che prometteva addirittura di portarmi fino a Fantàsia? Ed è così che a 34 anni suonati ho aperto La storia infinita!

Fonte: Simple & Madama 

La storia infinita: la trama del libro
Bastiano è un ragazzino bullizzato che, nascosto nel sottotetto della sua scuola, si trova a leggere "La storia infinita" e vivere le avventure di Fantàsia, un mondo fantastico che va salvato. 
Da lettore a protagonista del libro il passo è breve e, tramite le avventure dentro questo libro, diventerà una persona migliore... ma sarà un lungo viaggio ed una grande avventura.


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Buona #giornatamondialedellibro ❣️ . . ~Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri. Chi non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di aver fame o freddo; chi non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una minuscola lampadina tascabile, perché altrimenti il papà o la mamma o qualche altra persona si sarebbero preoccupati di spegnere il lume per la buona ragione ch'era ora di dormire, dal momento che l'indomani mattina bisognava alzarsi presto; chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d'improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse; chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza, costui molto probabilmente non potrà comprendere ciò che fece allora Bastiano. Fissava il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e di freddo. Questo, ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che sempre aveva desiderato da quando era caduto in preda alla sua passione: una storia che non dovesse mai avere fine. Il libro di tutti i libri. Doveva avere quel libro, a ogni costo!~ . . La Storia Infinita - #MichaelEnde . . #worldbookday #ßeidilibri #booksgirlsita #aprilibro #giornatamondialedellibroedeldirittodautore #leggereaprelamente #leggerepervivere #ricetteleggere #leggerezza #daleggere #leggerechepassione #amoleggere #leggereovunque #natiperleggere #leggereesempreunabuonaidea #leggerefabene #leggere #leggerelibri #leggereleggereleggere #leggeremania #leggerefabeneallanima #leggererendeliberi #leggereèsempreunabuonaidea #leggeresempreecomunque #ipreview via @preview.app

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La storia infinita: recensione

Dopo aver iniziato a leggere  La storia infinita pensavo come fosse possibile che questo libro fosse così spesso: il film è davvero molto fedele alla prima parte libro e mi chiedevo come mai mancassero ancora tante pagine.
L'arcano si è svelato a metà libro: il film racconta solo la prima parte del libro! 
Una volta che Bastiano salva Fantàsia cosa succede? Se volete saperlo dovete leggere anche voi il libro. 
Dovete armarvi di pazienza, perché alle volte Bastiano sarebbe da prendere a schiaffoni, e tanto coraggio.
Dovete essere pronti ad affrontare mondi e mostri per capire se davvero Bastiano riuscirà a salvare se stesso dopo aver salvato una prima volta Fantàsia.

Sicuramente è una lettura che può essere apprezzata da dei ragazzini perché è una storia di formazione ed avventura senza tempo, ma anche da chi ha visto solo il film quando era piccolo perché ritroverà un pezzo della sua infanzia. [Escludo che possano esistere nati negli '80 che non abbiano mai visto il film!]
Se durante la prima parte mi sono divertita a ripercorrere una storia che effettivamente conosco a menadito, durante la seconda mi sono incuriosita tantissimo perché mai avrei pensato che questa avventura potesse prendere quella piega. 
La seconda parte è un po' meno avvincente, ma il romanzo è sicuramente uno di quei libri che merita di essere letto.


Sono contenta di averlo letto in quarantena perché oggi più che mai abbiamo bisogno di Fortunadraghi da cavalcare e storie infinite in cui immergerci.
Per parafrasare Conte, dobbiamo stare nelle nostre "soffitte" oggi per abbracciare più forte domani l'Infanta Imperatrice...



Autore: Michael Ende
Anno prima pubblicazione: 1979
[il film invece è del 1984]
Pagine: 436
Dove: Fantàsia
A chi può piacere: a chi ama il fantasy, a chi cerca un libro che parli di libri, a chi cerca una grande avventura, a chi ha visto il film e vuole sapere cosa succede dopo

21 aprile 2020

Piccoli piatti forti

Perché ho letto Piccoli piatti forti di Pascale Pujol?
Sono una di quelle lettrici che subisce il fascino delle copertine belle e questa copertina arancione con un gran pentolone era davvero irresistibile.
Ho fatto bene a scambiarlo su acciobooks perché si è rivelata una lettura davvero deliziosa.


Piccoli piatti forti: la trama
Sandrine lavora in un centro per l'impiego di Parigi, ma sogna di aprire un ristorantino. 
L'occasione le si presenta quando conosce Antoine, uno scansafatiche che vorrebbe solamente un sussidio di disoccupazione, ma che lei decide di sfruttare abilmente per trasformarlo in un cuoco. Gli stratagemmi che userà saranno degni di Macchiavelli, assaggiare per credere!

Piccoli piatti forti: titolo e copertine
La copertina italiana è davvero molto accattivante ed infatti è stata utilizzata anche nell'edizione inglesi. 
Il titolo italiano però a me non piace molto e, a parte suggerire che si parla di cucina, non dice molto.
Little culinary triumphs rende meglio l'idea della sfida che sta alla base di questo libro.



Il titolo originale francese invece è davvero calzante: Petits plats de résistance. 
Ovviamente viene rimarcato l'aspetto culinario, ma entra in gioco l'aspetto della resistenza che caratterizza tutti i personaggi: ognuno ha la sua storia, i suoi segreti ed i suoi obiettivi. La stessa Montmartre non è lo sfondo della vicenda, ma ne è protagonista ed è un baluardo contro la gentrificazione della zona.


Piccoli piatti forti: la recensione
Piccoli piatti forti è come un puzzle dove Sandrine, la figlia dodicenne genietta, il marito senza arte né parte, Antoine, il senegalese, il magnate delle riviste e la psicologa esperta di Kamasutra sono i vari pezzi. Sai che alla fine costruiranno un bel quadro, ma non riesci a capire come possano incastrarsi tra di loro ed è questo che stimola la curiosità del lettore: che ci azzeccano tra di loro?

Ogni capitolo ha come titolo un piatto inerente al pezzo di storia che si racconterà  in quelle pagine: si inizia dai "bocconcini per cane" e si finisce con "champagne" perché è chiaro che alla fine andrà davvero tutto bene!

A volte quando ci sono così tanti personaggi mi capita di perdere il filo e far fatica a raccapezzarmi: il rischio insalata russa in questo romanzo non c'è perché tutti i personaggi sono così particolari (e volutamente estremi) da rimanere impressi.

I libri leggeri possono essere scritti proprio bene, assicurare un gran divertimento e permettere di riflettere su questioni come la disoccupazione, le periferie e la gentrificazione.
A me ha regalato leggerezza e voglia di tornare a Parigi, quando si potrà.

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Sandrine travaille chez Pôle emploi. Son dada ? Traquer les feignants, les mythomanes, les sournois... et parfois les utiliser pour son propre projet de reconversion professionnelle. Bon dit comme ça, je ne suis pas certaine de vous l'avoir bien vendu ce bouquin. Pourtant tous les ingrédients sont réunis pour vous faire passer un délicieux moment. C'est savoureux, juteux, goutu. On en redemande, on se ressert. Entrée plat dessert et l'addition s'il vous plaît. Je me suis régalée à suivre Sandrine et sa petite troupe dans cette aventure, elle est douée pour mettre les gens à table. Je recommande. #livre #livretermine #livreaddict #bookaddict #book #instabook #instalivre #instacritique #bookstagram #livrestagram #booklover #reader #petitsplatsderesistance #pascalepujol #ladilettante #48
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Autrice: Pascale Pujol
Anno prima pubblicazione: 2015
Pagine: 220
Dove: Montmarte, Parigi.
Per scoprire alcune curiosità su questo quartiere parigino ti consiglio questo post di Martinaway
A chi può piacere: a chi cerca un libro leggero, scorrevole e ben scritto; a chi vuole andare a Parigi, a chi in quarantena ha sempre fame e non solo di libri.
Un'altra recensione: Angela di Righe vaghe invece scrive che non le è scattata la scintilla perché ha faticato a creare un quadro d'insieme tra i tanti episodi. 


17 aprile 2020

La vita inizia dove finisce il divano

Perché ho letto La vita inizia dove finisce il divano?
Mi piace ascoltare Pinocchio su Radio Deejay e avevo sentito la promozione di questo libro proprio dalla Pina: la storia di una blogger che molla tutto per andare a vivere su un furgone, riadattato a camper, nonostante non avesse la patente.
Avevo pensato che doveva essere una storia carina e simpatica e, probabilmente, l'ha pensato anche chi stava ascoltando la radio in quello stesso momento e ha trovato con netto anticipo il regalo di Natale giusto per me.
Visto il titolo, pensavo fosse un libro giusto da leggere in quarantena, ma è stata una lettura decisamente scialba. Peccato!

La vita inizia dove finisce il divano: di cosa parla?
Veronica non ha avuto una vita facile: quando i suoi genitori si sono separati era una ragazzina che viveva in Argentina ed è stata sballottata in Toscana con il papà e la sorella, si è sposata con un pezzo di cacca, a 30 anni ha scoperto di avere un tumore al collo dell'utero ed in seguito non è riuscita ad avere i figli, che tanto desiderava.
Questa è la storia di una donna che, nonostante tutto, è riuscita a rinascere e trasformarsi in un'imprenditrice di successo puntando tutto su stessa, anche quando tutto e tutti le dicevano che era una follia.





La vita inizia dove finisce il divano: recensione
Appena iniziato il libro ho capito che Spora, nickname di Veronica Benini, non è una travel blogger: oggi è un'imprenditrice che sfrutta il web ed i social per fare business.  

Questa è la cosa più interessante del suo libro: effettivamente esistono persone che riescono a fare le influencer come lavoro. Il segreto è trasformare la propria passione, che inizialmente per Veronica era camminare bene sui tacchi, in una strategia chiara, investire tempo risorse e tantissime energie per riuscirci: se poi volete un aiuto per creare una strategia lei vende corsi apposta per riuscirci.

Questo suo fare commerciale non mi piace:  in alcune parti il libro pare una lunghissima brochure per farti comprare uno dei suoi corsi. 
D'altra parte, quando facevo la commerciale, ci ripetevano sempre che il cliente prima di comprare il prodotto compra il venditore e probabilmente è vero. Io però che dal mondo dei commerciali sono scappata a gambe levate e quando trovo qualcuno con questo atteggiamento mi torna l'orticaria.

Un'altra cosa che odiavo di quel mondo erano le sessioni motivazionali e questo libro è infarcito di frasi che potresti scrivere su un post-it da appendere sullo specchio: sono anche scritte con una grafia differente e pensata per saltarti subito all'occhio.




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Lo ammetto: prima di leggere il libro non conoscevo Veronica Benini. Ho rimediato subito iniziandola a seguire su Ig quando, ai primi di dicembre, postava foto stupende della Thailandia. 📖 Quello che da subito mi ha colpita è stato il suo modo diretto di esprimersi, senza mezzi termini, o ti va bene o... scansati proprio. Ma entrando nel vivo della sua storia, del suo vissuto, delle sue infinite esperienze, rifletti e capisci il perché di tanta apparente “irruenza”. Sì, perché tu lasceresti il tuo paese d’origine e la tua famiglia per andare a vivere dall’altra parte del mondo? Riusciresti a fare a meno di una vita apparentemente perfetta (marito+casa con divano)? Riusciresti a lasciare il lavoro per cui ti sei laureata e che ti ha portato a grandi soddisfazioni sia come professionista che come donna? 🎈 Quando improvvisamente tutto il tuo castello di carta crolla, capisci che è il momento di rivedere le priorità e di investire, reinventandoti, in ciò che ti rende FELICE perché “l’Ormai non esiste”. [Se avete bisogno di una spinta, di un libro che vi porti un’esperienza concreta di vita inaspettata e a tratti esilarante, penso che le parole della @spora siano adatte a voi✨] Letto da Anita📖 •••••••••• #book #books #bookstagram #bookblog #bookworm #bookblogger #booktherapy #photooftheday #positivevibes #woman #veronicabenini #spora #deaplanetalibri #lavitainiziadovefinisceildivano

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Un'ultima cosa che proprio mi ha reso questa lettura "antipatica", seppur sia molto scorrevole e sia il classico libro da ombrellone, è che la protagonista/scrittrice vive per il suo lavoro. E' bello quando si riesce a fare delle proprie passioni una fonte di guadagno, ma non sono mai riuscita a capire chi la trasforma in qualcosa che impegna tutte le energie. 

A me non è piaciuto, ma ammetto che è una lettura semplice che in questi giorni di quarantena aiuta a passare il tempo soprattutto se una è in una fase in cui ha bisogno di sentirsi dire che ce la può fare.
Ah, se voleste leggerlo l'ho caricato su acciobooks e lo scambio volentieri!


Anno prima pubblicazione: 2019
Pagine: 256
Dove: Parigi, Milano, Toscana e un breve passaggio in Argentina
A chi può piacere: a chi segue Spora, a chi cerca un libro motivazionale.
Assolutamente no a chi crede che dietro quel titolo e quella copertina ci sia un libro di viaggio
Un'altra recensione: per conoscere meglio la sua storia vi consiglio la recensione de Il fatto quotidiano







13 aprile 2020

Ingegneri di anime

Perché ho letto Ingegneri di anime di Frank Westerman?
Qualche mese fa ho letto, quasi per caso, I soldati delle parole dello stesso autore: mi è piaciuto tanto e l'ho trovato davvero utile prima di un viaggio in Olanda. 
Quando ho letto che Iperborea avrebbe ripubblicato un suo nuovo libro in italiano (anche se la prima edizione è del 2002!) mi sono subito interessata.
Inutile dire che il passaggio dall'interesse a Lo voglioooooo è stato immediato quando ho letto che il libro trattava (anche) di Asia Centrale: mi sembra passata una vita da quando ad inizio febbraio sognavo un viaggio lontano per l'estate... ma prima o poi, sicuramente non quest'anno, ce la farò!



Ingegneri di anime: trama
L'autore approfondisce la vita e le opere di autori russi del periodo sovietico che si sono mostrati accomodanti con il potere.
Recuperando i suoi studi di ingegneria agraria, cerca di evidenziare il rapporto tra grandi opere idrauliche e dittature: andremo a vedere cosa volevano fare ai tempi dell'URSS, cosa sono riusciti a costruire e dove si sono fermati. Il racconto è ricco di aneddoti che spesso hanno dell'incredibile, ma cercare di capire con la logica  come si muovesse la grande macchina sovietica spesso non è la chiave giusta.
iperborea-wetserman



Recensione di Ingegneri di anime
Il libro di Frank Westerman è proprio come me lo aspettavo, dopo aver letto ed apprezzato I soldati delle parole: ben argomentato, scorrevole, ricco di aneddoti, empatico. Solo alla fine forse diventa un po' pesantino, ma io l'ho finito di leggere ad inizio quarantena ed ho il dubbio che questo possa aver inciso sulla percezione che ho avuto del libro.

Si narra che Stalin si fosse reso conto che per creare una grande potenza alla Russia mancasse ancora qualcosa: serviva una grande narrazione ed era necessario forgiare l'uomo nuovo sovietico. Questo potevano farlo solo gli scrittori, che diventavano quindi ingegneri di anime. 
La richiesta sarebbe stata fatta da Stalin in persona a casa di Maksim Gor'kij ad un gruppo di scrittori che erano lì riuniti ed ovviamente venne accettata.

Quello che mi rimarrà di questa inchiesta di Frank Westerman non saranno né i nomi degli scrittori russi, che non conoscevo prima, né le loro opere. Mi rimarranno impressi gli aneddoti che rendono chiaro quanta follia regnasse in Russia in quel periodo.

Mi ha molto colpito la storia della scomparsa delle oche selvatiche che stagionalmente volavano dalla Siberia alle coste olandesi ed un inverno negli anni Trenta non arrivarono. Nessuno riusciva a capacitarsi del motivo, visto che il clima non era stato particolarmente rigido. Westerman si trova sulle orme di un gruppo di 36 scrittori che era stato mandato in visita al Gulag di Belomor e che, una volta tornati, avevano raccontato che cosa avevano visto: ovviamente la visita era stata preparata ed in tutte le baracche, per esempio, era appeso un ricco menù abbellito da una cornicetta a fiorellini. La verità era che tutti questi lavoratori che avevano bisogno di essere rieducati, tra cui guarda caso c'erano anche un molti ingegneri idraulici, facevano la fame perché gli approvvigionamenti arrivavano con il contagocce e le oche selvatiche erano molto facili da cacciare.


Un luogo che lo scrittore cerca di raggiungere è il golfo di Kara-Bogaz, lungo il Mar Caspio e che oggi si trova in Turkmenistan. 
Vista la salinità delle sue acque si era ben pensato di costruire una diga e trasformarlo in un polo chimico per l'estrazione del sale: siccome mi sono appassionata alla storia più nota del Lago di Aral, non mi ha molto stupito leggere che il progetto è stato fallimentare e ha avuto conseguenze terribili sull'ambiente.
Decisamente più curiosa invece è la storia del film del 1935, tratto da un libro di Paustovskji, che narrava in modo entusiasta l'impresa romantica ed eroica per portare l'acqua potabile alla popolazione. Nonostante questo, il film non uscì mai, censurato: come diamine era possibile?  Stalin venne a sapere che il film era stato visto prima che da lui da uno scrittore francese che era stato in visita a Mosca. L'allora ministro per gli Affari cinematografici risolse il problema negando spudoratamente che la cosa fosse capitata e immediatamente dopo convocò il regista e lo scrittore per stabilire come insabbiare il film, senza mai farlo uscire ma salvandosi la testa. 
Folle vero? Eppure capitava!
Fonte e per approfondire: GRIDA

Autore: Frank Westerman
(ti consiglio anche la lettura de I soldati delle parole)
Anno prima pubblicazione: 2002
Pagine: 320
Dove: Ex URSS
A chi può piacere: a chi vuole scoprire le "stranezze" sovietiche in una chiave originale e ben documentata.
Un'altra recensione: la recensione di Avvenire mette in luce la capacità di Westerman di scrivere libri "interroganti" e anche secondo me questa è la dote migliore dei suoi due libri che ho letto, per ora.

03 aprile 2020

Marzo/1

Probabilmente questo marzo 2020 è iniziato, almeno per me, quando non sono rientrata a scuola dopo le vacanze di Carnevale appena tornata dall'Olanda. Ammetto che all'inizio  non avevo minimamente capito la gravità della situazione e mi sembrava tutto molto esagerato ed un po' da psicosi collettiva.
Quando ho iniziato a capire che la situazione era grave sul serio, mi sono adeguata ed ho iniziato la mia "clausura", riducendo via via a tutto quello che all'inizio mi sembrava si potesse comunque fare, perché vivo in un paesino, per poi passare al minimo indispensabile.
La situazione non mi pesa eccessivamente perché leggere, pasticciare al pc e mangiare sono cose che mi piacciono e sono abbastanza pantofolaia di natura. 
Mi manca ovviamente non poter fare l'aperitivo (manco lo facessi davvero in continuazione), la merenda a casa di un'amica, la pizza il sabato sera con gli amici soliti: ho scoperto le videochiamate di gruppo e per ora ce le facciamo bastare.

Libri:
In questo primo mese di quarantena ho quasi girato il mondo (e non solo) e senza mai scollarmi dalla mia sedia a sdraio quando c'è il sole o dal letto quando piove.

So che a diversi lettori è preso "il male di leggere", mentre a me è scappata la voglia di recensire.
Prima o poi arriveranno anche queste recensioni, per ora ecco una piccola anticipazione in ordine di preferenza delle letture di marzo:

PICCOLI PIATTI FORTI --> una lettura squisitamente divertente e ben costruita ambientata a Montmartre


SE TI ABBRACCIO NON AVER PAURA --> 2 viaggi in un solo libro. Emozionante





INGEGNERI DI ANIME --> doppio viaggio nella letteratura dell'Unione Sovietica e lungo le mastodontiche opere idrauliche di quell'epoca. Interessante, ma un po' impegnativo.



LA STORIA INFINITA --> ho visto il film milioni di volte, ma il libro mi ha stupito



LA VITA INIZIA DOVE FINISCE IL DIVANO --> autobiografia motivazionale. Pensavo fosse un'altra cosa. Peccato.

Gli audiolibri:
Elena di Sparta
: la mia cultura classica rasenta lo zero e, per inciso, non ho mai nemmeno visto Brad Pitt nei panni di Achille. Di Elena di Troia non sapevo  nemmeno fosse una spartana. Questo libro prova a ridare la parola e la dignità ad una donna vittima dei tanti pregiudizi e che invece aveva un suo carattere. 
Mi ha sconvolto scoprire che l'autrice è del '95 e studia astrofisica! Il libro è interessante, ma un po' pesantino da ascoltare dopo un po'.




Harry Potter e l'Ordine della Fenice: continua la mia audiomaratona potteriana. Mai lettura poteva capitare più a fagiolo in questo momento. Chi non si sente un po'
come Sirius in Grimmauld Place? 


I film:
Tanto adoro i libri di Harry Potter, tanto i film non hanno mai esercitato lo stesso fascino su di me: i libri li ho riletti tutti non so le volte, mentre i film, una volta visti, li ho rivisti solo a pezzettini. Anche questa volta i film di Harry Potter li ho solo riguardati tra una pubblicità e l'altra di altri programmi. L'unica eccezione l'ho fatta per Il principe mezzo sangue che è il mio libro preferito.

Un classicone che invece riguardo sempre, cascasse il mondo, è Pretty Woman. Che ci posso fare se sono innamorata di Richard Gere?


Le serie tv:
La storia di The Crown mi piace sempre più: ho rivalutato il povero Filippo che fino adesso avevo sempre considerato poco più di un soprammobile,  il Principe Carlo mi fa una tenerezza incredibile e sono diventata una fan sfegata della principessa Margaret, interpretata magistralmente da Helena Bonham Carter.
 Elisabetta, invecchiando, si è lasciata schiacciare dal peso della corona e mi sta sempre più antipatica, anche se ogni tanto mi viene da pensare "poverina!".

Elite 3 è ancora più scemotto e volgare delle due stagioni precedenti. Mi giustifico dicendo che lo guardo per ripassare lo spagnolo, ma non è vero: mi piace tantissimo!


Gironzolii:
Come tutte le persone responsabili, gironzolo solo tra pagine di libri e video su internet. Non mi sono ancora affacciata al mondo dei musei online. 
Per ora mi affaccio dalla finestra e vedo da lontano quello che ho sempre guardato da vicino.
Buon proseguo di quarantena a tutti, sperando finisca tutto bene per tutti e al più presto possibile.