17 giugno 2019

La bidella con la laurea

Ci sono modi di dire particolarmente evocativi ed io quest'anno ho deciso di renderne uno molto concreto: prendere la mia laurea e buttarla nel cesso.
Non proprio in modo fisico, ma quasi.

A 7 anni dalla discussione della mia tesi, dopo infiniti stage/tirocini/corsi/esperienze e, soprattutto, un paio di anni da commerciale con partita iva, ho deciso di seguire il sogno del posto fisso come il mio amato Checco.

Quando studiavo sapevo che non sarebbe stato facile trovare lavoro, ma quando mi demoralizzavo pensavo al call-center... quello era il mio incubo ricorrente!
Finché Icaro non lo ha fatto, non avevo mai pensato di fare la bidella e non so come mai. Nemmeno quando cercavo di inventarmi qualsiasi tipo di lavoro per scappare dal mio lavoro da commerciale.

Forse perché in 13 anni di elementari/medie/liceo sarò andata al massimo 10 volte al gabinetto a scuola?
O perché la mia propensione per i lavori di pulizia è pari a quella della Principessina Sofia di Piccolo Grande Amore? [se sei molto giovane non potrai capire questa dotta citazione e me ne dispiaccio molto per te]

Da novembre fino a venerdì ho fatto la bidella in due scuole completamente diverse.
Prima sono stata in un asilo piccino piccino dove nemmeno mi sembrava di andare a lavorare per quanto mi divertivo e poi sono finita in una scuolona gigantesca con centinaia di bambini delle elementari, decine di insegnanti e, soprattutto ahimè, altri colleghi bidelli.
Non è stato facile, per nulla.

Tante volte, soprattutto all'inizio, mentre pulivo i gabinetti ripensavo a tutte le cose che avevo studiato, le cose a cui avevo rinunciato per passare gli esami, le ansie e le soddisfazioni, i sogni che avevo a vent'anni.
Mentre strizzavo quel mocio, mi veniva il patema d'animo.
Una volta una maestra ha detto ad un bimbo qualcosa tipo "vale la pena faticare per studiare perché poi farai un lavoro meno faticoso": è una cosa che hanno detto tante volte anche a me da piccola. [Premesso che il bidello non è un lavoro faticoso (mica stavo in fonderia), ma è un lavoro fisico dove si alternano momenti pallosi in cui non hai nulla da fare se non fissare un corridoio, a momenti in cui ruschi davvero per fare le pulizie in poco tempo.]
Quella volta lì mi è proprio venuto il magone.

Cercavo di trovare i lati positivi di questo lavoro: lo stipendio fisso, gli orari ben definiti, nessuna grana o pensiero da portarsi a casa.

In questi mesi mi sono sforzata, con alti e bassi, di trovare il bello in un lavoro che tanto bello (e soddisfacente) non è: quando ero all'asilo mi divertivo a giocare con i bambini, quando ero alle elementari mi facevo tutti i turni in mensa così chiacchieravo con qualcuno.
Quando sono andata via dall'asilo i bambini mi hanno riempito di regali, abbracci e soddisfazioni.
Quando ho finito alle elementari, una bambina grande con qualche problemino mi ha abbracciato forte e mi ha detto "Tu sei la mia bidella preferita!".


Incredibilmente mai come in questi ultimi mesi sono stata grata di aver avuto l'opportunità di studiare e studiare quello che volevo io.
E ho scoperto che va benissimo così: questa non è la vita che sognavo, ma ci ho provato.
Non lo so se voglio fare la bidella per sempre, ma so che non tornerei mai più alla vita di prima.
Ci vediamo a settembre guanti malefici... e se felice non sono di questo lavoro, però sono serena e questo è un gran traguardo!


E ora Buona estate a tutti!

20 commenti:

Sara ha detto...

Un lavoro dignitoso, che ti garantisce i tuoi diritti, è la base su cui puoi costruire molti progetti.

Pfoom ha detto...

Non so cosa voglai dire esser laureati e andar a far il bidello (non sono laureato). Però il bidello è sempre stato uno dei miei lavori da sogno...
Da studente mi è sempre piaciuta la scuola, mi piace l'ambiente.. il casino tutto (tranne studiare ecco si, studiavo a tempo perso).
Alle elementari avevo deciso che da grande avrei fatto il maestro, alle medie volevo fare il professore... alle superori il bidello :)

MikiMoz ha detto...

Una domanda: io sapevo che i bidelli NON pulivano più, che ci pensavano le ditte.
Loro sono preposti a fare altro. Certo, se ci sono emergenze si agisce con scopa o straccio, ma quello lo fa chiunque. Mi sbagliavo, evidentemente :o

Comunque, il tuo post mi è piaciuto e non so cosa dirti: lo sai tu cosa vuoi. Conosco bidelli che dopo anni sono andati a insegnare. Perché in graduatoria. Ma intanto è un lavoro dignitoso e con uno stipendio fisso, pomeriggio libero e fanculo il resto: io me la godrei :)

Moz-

Federica ha detto...

@ sara: è proprio questo quello che mi ha spinto a cambiare :)

@ pfoom: io volevo fare la gelataia da piccola :) meglio la bidella, se no sarei diventata 100 kg!

@moz: questa cosa delle imprese l'ho sentita anche io, ma forse è così solo in scuole davvero gigantesche.
In realtà facendo ormai quasi tutti il tempo pieno nella maggior parte delle scuole si fanno i turni. Per esempio io nell'ultima scuola finivo alle 19 quando facevo il turno del pomeriggio, ma so di scuole grandi dove invece finiscono anche alle 20. In realtà però si entra tardi, quindi resta comunque un orario di tutto rispetto! :)

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Situazione simile a tanti laureati, l'importante è iniziare a lavorare.
Sereno giorno.

Pietro Sabatelli ha detto...

Sempre meglio di niente dai ;)

UIFPW08 ha detto...

Federica sempre la migliore.
Maurizio

UIFPW08 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Claudia Turchiarulo ha detto...

Si vede che non sei una vera bidella.
Non lo sai che adesso si chiamano "collaboratrici scolastiche", se no si offendono?!
Scherzi a parte, questo post ti fa molto onore.
"Il lavoro nobilita l'uomo" diceva qualcuno ben più saggio di me e te.
Proprio sulla base di questo pensiero ho svolto le mansioni più umili nella mia vita, uscendone sempre arricchita se non nel portafoglio almeno nello spirito.
Spero che troverai la tua strada, qualunque essa sia.
E ti auguro che, intanto, tu possa lavorare in molti asili, perché la gioia dei bambini è contagiosa.
Un abbraccio.

Icaro ha detto...

Vi smentisco. Le ditte esterne sono anche nelle scuole piccole (a me però non sono mai toccate). Credo sia un fatto di convenzioni col Comune o cose così.

Federica ha detto...

@icaro: da noi la ditta faceva solo la palestra

@claudia: a me piace tanto come suona la parola bidella!

@pietro: non è stato poi così male!

@cav: siamo più di quelli che si potrebbe immaginare
@maurizio: grazie

Luna PizzaFichiEZighinì ha detto...

Eccomi! Laurea in lettere moderne e...babysitter a tempo pieno! Anzi tata, come mi chiamano i bambini. Ma forse la mia storia te l ho raccontata già. Facevo un lavoro bellissimo, in una casa editrice famosa. È durato 10 anni, dopo i quali ho dovuto cercare proprio altro perché l editoria oggi è quella che è. Anche io come te guardavo con orrore la prospettiva dei Call center. Poi ho ripreso a fare la babysitter come quando studiavo e ora guai a chi mi tocca queto lavoro. Ci si specializza, si diventa bravi e richiesti e soprattutto, qualsiasi lavoro fatto con gioia smette di essere tale e diventa (anche) divertimento. In bocca al lupo per tutto!

baba ha detto...

Cara Federica, sono circondata da gente che usa la laurea solo per il gusto di farsi chiamare dottore o ingegnere. E gli viene l'orticaria quando lo dimentichi (e se dimentichi che hanno una laurea o, talvolta, pure un diploma, una ragione ci sarà...)
è un mondo strano ma fai un lavoro dignitoso che, come hai detto tu, ti permette di tornar a casa senza portarti dietro troppi pensieri. La serenità è già un ottimo traguardo, condivido.

Non è detto che tu debba far la bidella per sempre, ma puoi star certa che oggi fai un lavoro molto più utile di quello che svolge quotidianamente tanta gente.

Federica ha detto...

@luna: la vita a volte fa dei giri buffi :) l'importante è trovare un equilibrio!

@babalatalpa: mi hai proprio fatto sorridere!

Riky Giannini ha detto...

Mi dispiace di aver letto solo ora questo post.
Sei davvero una persona speciale perché hai fatto una scelta controcorrente, hai saputo stringere i denti nel momento di difficoltà e hai saputo poi trovare delle cose belle anche in questo lavoro che spesso viene tacciato di essere un lavoro "umile".
L'importante è la felicità e il sentirsi "stabili".
Ti rinnovo l'in bocca al lupo per il nuovo lavoro :)

Anonimo ha detto...

Mi dispiace essere arrivato solo ora a leggere questo bellissimo post..
Sei una persona speciale, perché hai saputo fare una scelta controcorrente, hai saputo stringere i denti nel momento di difficoltà e poi hai saputo trovare delle cose belle che ti hanno arricchito..
E' così: nella vita è necessario stare bene e trovare il proprio equilibrio, la propria stabilità.
E pazienza se prendiamo una strada diversa da quella pianificata, o diversa da quella che gli altri si aspettavano che prendessimo...

(Sono Riccardo Giannini, non so perché ma con l'account blogger non mi fa commentare :D)

Unknown ha detto...

Esatto. Pure io ho una laurea ed ho iniziato questo lavoro e spero potrò continuare essendo purtroppo ahimé precaria, ma la gioia immensa è vedere ogni giorno i miei bimbi alla scuoladell'infanzia... 🥰

Unknown ha detto...

Eccomi! Laureata in mediazione linguistica, ho fatto la guida turistica per per tanti anni (lavoro prevalentemente stagionale) poi sono stata chiamata a novembre 2020 per una supplenza breve in un asilo e sto continuando a lavorare come bidella (quest'anno contratto covid fino a termine lezioni). Non è sicuramente il lavoro che pensavo avrei fatto da grande, ma più che altro mi da fastidio la faccia che fa la gente quando dico che lavoro faccio.. non penso sia il lavoro a fare la persona, io ci pago le mie spese e ho uno stipendio fisso.. è facile parlare quando si è mantenuti...

Anonimo ha detto...

Che bel post come va la tua carriera da bidella?? Io ho iniziato due settimane fa, con alle spalle il diploma di ragioneria e 15 anni di contabilità, è un lavoro che per me soprattutto è noioso ma è dignitoso e ti permette di avere tempo per dedicarti alle cose che ti interessano!

uomo di mezza età ha detto...

Mi sono riconosciuto moltissimo nel tuo post. Sono anch'io un laureato che fa il bidello. Avevo mollato quasi a metà un faticoso e per niente brillante corso di ingegneria per un primo lavoro lontano da casa. Pensavo che finalmente avrei imboccato la mia strada, e invece inizia una sequenza di lavori poco gratificanti, fino a quando, stufo di ciò, ho ripreso gli studi a trent'anni suonati. Dopo qualche anno rimedio finalmente una laurea triennale in ingegneria. I lavori di susseguono, c'è sì qualche gratificazione, ma sopragguinge lo stress per le maggiori responsabilità che mi vengono affidate e, a causa di questo, i contratti non mi vengono mai riconfermati. Ovvie mazzate alla mia autostima, subivo le porte in faccia in un misto di delusione e sollievo. Quindi mi sono chiuso in me stesso e non sono più riuscito nemmeno a cercarlo un lavoro per mesi, anni. Ora che quasi fortuitamente mi ritrovo a fare il bidello, il mio umore è migliorato, nonostante mi domandi spesso il perché abbia voluto laurearmi con tanta testardaggine, senza capire che in fondo non fossi oggettivamente adatto a fare l'ingegnere. Uno dei lati positivi di fare il bidello è che, come dici anche tu, non mi porto a casa il lavoro. Ma la cosa di cui sono più riconoscente nel fare il bidello è che la mia depressione abbia mollato un po' la presa. Scusa il mio lungo e poco chiaro sproloquio scritto di getto, ma grazie avermi fatto sfogare; dopo aver letto la tua condivisone di pensieri ed emozioni mi sono commosso profondamente, così tanto da riuscire fare altrettanto. Grazie!