Ultimamente si è fatto un gran parlare di una polemica sulla promozione dei libri su instagram con cappuccini e brioche.
Mi schiero: sì mi, piacciono. Scorrere questi profili è come andare a passeggio in un viale con negozi con vetrine curatissime. Compro tutto quello che vedo in vetrina? No. Se voglio comprare o leggere quel libro entro nella libreria, scorro la trama, cerco altri pareri su blog o da altri lettori.
Questo per dire che se ho deciso di leggere La ferrovia sotterranea non è di certo perché ho letto che è stato l'unico libro a vincere negli ultimi 20 anni sia il Pulitzer che il National Book Award!
L'ho letto perché, semplicemente, quando è uscito due anni fa per Sur, instagram era invaso da questa copertina, che mi è rimasta impressa e quando ne ho avuto l'occasione me lo sono procurata... e ci ho fatto anch'io la mia fotina col caffettino.
La ferrovia sotterranea: la trama
Cora è una schiava nera in una piantagione di cotone della Georgia, così come prima di lei lo sono state sua mamma e sua nonna.
Cora non sa cosa sia la libertà, ma sa che sua mamma l'ha abbandonata per fuggire dalla tenuta dei terribili fratelli Randall ed è l'unica schiava della piantagione che non è mai stata riacciuffata.
In compagnia di Caesar, un altro schiavo della piantagione, Cora inizia una disperata fuga verso la libertà nel nord degli Stati Uniti: per farlo si serviranno della cosiddetta ferrovia sotterranea.
La ferrovia sotterranea: la recensione
Se deciderete di leggere La ferrovia sotterranea dovete sapere che non state prendendo in mano un romanzo storico, ma un romanzo ucronico.
Ammetto di aver cercato su wikipedia la definizione di ucronia solo dopo averlo finito: è un genere di fantascienza in cui si immagina come sarebbe andata la storia se fosse successo qualcosa di diverso.
Ne La ferrovia sotterranea si immagina che esista davvero e fisicamente una rete ferroviaria, con cunicoli, rotaie, stazioni e locomotive per aiutare gli schiavi dei paesi del Sud degli Stati Uniti ad andare verso il Nord.
Esisteva per davvero una metaforica "ferrovia sotterranea", intesa come una rete di contatti e persone che erano pronte a mettere a repentaglio la loro incolumità per aiutare questi poveri schiavi a fuggire verso una terra più giusta: era però nella realtà solo un modo di dire.
Questo è un libro strano: sia per la scelta di raccontare la storia della schiavitù in questa chiave, sia per le scelte strutturali dell'opera dove passato e presente si mischiano spesso (e non sempre in modo armonico).
Allo stesso tempo è anche un libro molto coinvolgente perché mi sono ritrovata a leggerlo velocemente per capire se alla fine la nostra eroina ce l'avrebbe fatta a trovare un posto libero e, soprattutto, quanto le sarebbe costato.
E' uno di quei romanzi che non si può bocciare perché non è brutto, ma neanche mi sento di consigliare perché semplicemente non mi ha convinto.
Autore: Colson Whitehead
Anno prima pubblicazione: 2016
Pagine: 376
Dove: un lungo viaggio tra Georgia, Carolina del sud e del Nord e Tennessee
A chi può piacere: se amate il genere distopico l'ucronico dovrebbe essere abbastanza vicino, a chi cerca un modo più scorrevole e consapevolemente fantasioso per conoscere un periodo storico.
Un'altra recensione: anche Marialuisa di cronache letterarie condivide qualche dubbio sulla possibilità che questo libro diventi un grande classico della letteratura americana.
3 commenti:
Però abbiamo imparato il termine ucronico!
Sono tra le persone che hanno seguito con grande interesse la faccenda di quanto tiri su Instagram un libro con cappuccio e cioccolatini e cosa ci spinga ad acquistare un libro.
De La ferrovia sotterranea (molto fotografato, libro e autore), potrebbero postare foto dappertutto. Io non lo acquisterei ugualmente. Perché? Perché nonostante il Pulitzer e il National Book Award, le belle recensioni, la grande promozione fatta da Sur, non ne sono stata incuriosita. L’ho snobbato fin dall’uscita. E anche se il tema è sicuramente interessante e tu sei stata brava, come al solito, nel dire in 4 parole ciò che potrebbe suscitare l’interesse del lettore, resto della mia opinione. Poi, siccome i libri non scadono, magari tra qualche anno ci ripenserò. Chissà…
Il tema sembra interessante.
Saluti a presto.
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