13 aprile 2020

Ingegneri di anime

Perché ho letto Ingegneri di anime di Frank Westerman?
Qualche mese fa ho letto, quasi per caso, I soldati delle parole dello stesso autore: mi è piaciuto tanto e l'ho trovato davvero utile prima di un viaggio in Olanda. 
Quando ho letto che Iperborea avrebbe ripubblicato un suo nuovo libro in italiano (anche se la prima edizione è del 2002!) mi sono subito interessata.
Inutile dire che il passaggio dall'interesse a Lo voglioooooo è stato immediato quando ho letto che il libro trattava (anche) di Asia Centrale: mi sembra passata una vita da quando ad inizio febbraio sognavo un viaggio lontano per l'estate... ma prima o poi, sicuramente non quest'anno, ce la farò!



Ingegneri di anime: trama
L'autore approfondisce la vita e le opere di autori russi del periodo sovietico che si sono mostrati accomodanti con il potere.
Recuperando i suoi studi di ingegneria agraria, cerca di evidenziare il rapporto tra grandi opere idrauliche e dittature: andremo a vedere cosa volevano fare ai tempi dell'URSS, cosa sono riusciti a costruire e dove si sono fermati. Il racconto è ricco di aneddoti che spesso hanno dell'incredibile, ma cercare di capire con la logica  come si muovesse la grande macchina sovietica spesso non è la chiave giusta.
iperborea-wetserman



Recensione di Ingegneri di anime
Il libro di Frank Westerman è proprio come me lo aspettavo, dopo aver letto ed apprezzato I soldati delle parole: ben argomentato, scorrevole, ricco di aneddoti, empatico. Solo alla fine forse diventa un po' pesantino, ma io l'ho finito di leggere ad inizio quarantena ed ho il dubbio che questo possa aver inciso sulla percezione che ho avuto del libro.

Si narra che Stalin si fosse reso conto che per creare una grande potenza alla Russia mancasse ancora qualcosa: serviva una grande narrazione ed era necessario forgiare l'uomo nuovo sovietico. Questo potevano farlo solo gli scrittori, che diventavano quindi ingegneri di anime. 
La richiesta sarebbe stata fatta da Stalin in persona a casa di Maksim Gor'kij ad un gruppo di scrittori che erano lì riuniti ed ovviamente venne accettata.

Quello che mi rimarrà di questa inchiesta di Frank Westerman non saranno né i nomi degli scrittori russi, che non conoscevo prima, né le loro opere. Mi rimarranno impressi gli aneddoti che rendono chiaro quanta follia regnasse in Russia in quel periodo.

Mi ha molto colpito la storia della scomparsa delle oche selvatiche che stagionalmente volavano dalla Siberia alle coste olandesi ed un inverno negli anni Trenta non arrivarono. Nessuno riusciva a capacitarsi del motivo, visto che il clima non era stato particolarmente rigido. Westerman si trova sulle orme di un gruppo di 36 scrittori che era stato mandato in visita al Gulag di Belomor e che, una volta tornati, avevano raccontato che cosa avevano visto: ovviamente la visita era stata preparata ed in tutte le baracche, per esempio, era appeso un ricco menù abbellito da una cornicetta a fiorellini. La verità era che tutti questi lavoratori che avevano bisogno di essere rieducati, tra cui guarda caso c'erano anche un molti ingegneri idraulici, facevano la fame perché gli approvvigionamenti arrivavano con il contagocce e le oche selvatiche erano molto facili da cacciare.


Un luogo che lo scrittore cerca di raggiungere è il golfo di Kara-Bogaz, lungo il Mar Caspio e che oggi si trova in Turkmenistan. 
Vista la salinità delle sue acque si era ben pensato di costruire una diga e trasformarlo in un polo chimico per l'estrazione del sale: siccome mi sono appassionata alla storia più nota del Lago di Aral, non mi ha molto stupito leggere che il progetto è stato fallimentare e ha avuto conseguenze terribili sull'ambiente.
Decisamente più curiosa invece è la storia del film del 1935, tratto da un libro di Paustovskji, che narrava in modo entusiasta l'impresa romantica ed eroica per portare l'acqua potabile alla popolazione. Nonostante questo, il film non uscì mai, censurato: come diamine era possibile?  Stalin venne a sapere che il film era stato visto prima che da lui da uno scrittore francese che era stato in visita a Mosca. L'allora ministro per gli Affari cinematografici risolse il problema negando spudoratamente che la cosa fosse capitata e immediatamente dopo convocò il regista e lo scrittore per stabilire come insabbiare il film, senza mai farlo uscire ma salvandosi la testa. 
Folle vero? Eppure capitava!
Fonte e per approfondire: GRIDA

Autore: Frank Westerman
(ti consiglio anche la lettura de I soldati delle parole)
Anno prima pubblicazione: 2002
Pagine: 320
Dove: Ex URSS
A chi può piacere: a chi vuole scoprire le "stranezze" sovietiche in una chiave originale e ben documentata.
Un'altra recensione: la recensione di Avvenire mette in luce la capacità di Westerman di scrivere libri "interroganti" e anche secondo me questa è la dote migliore dei suoi due libri che ho letto, per ora.

2 commenti:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Grazie per i consigli di lettura.
Serena Pasquetta.

baba ha detto...

Libri interroganti è una definizione bellissima.
Come te, ho un debole per i libri pubblicati da Iperborea ma di Frank Westerman non ho letto nulla. Prima o poi potremo tornare con calma nelle librerie... (non ora, perché la libreria non è un supermercato e se non ce n'è neppure una dalle tue parti, il dibattito sulla riapertura ti sembra faccenda lontana).