30 dicembre 2008

Colori

Oggi son venuti a trovarci i bimbi e per tutto il pomeriggio ci siamo divertiti a colorare. E dopo anni (molti anni) mi son messa a colorare: la Sirenetta.
E devo dire che qualche piccola soddisfazione LaFrancy me l'ha data: prima ha voluto colorare disegni delle Winx e di quella scema di Aurora, poi però ha notato che il mio disegno era venuto decisamente bene e quindi mi ha detto "MadryFefj me ne stampi uno uguale come il tuo che voglio colorarlo pure io così?"... piccole soddisfazioni!

A suo tempo però io odiavo colorare. Ho fatto una settimana di asilo e tra le cose più terribili che ricordo di quei giorni tutt'altro che piacevoli c'è pure 'sto colorare. La suora pretendeva che colorassi bene, dentro le righe e senza lasciare i puntini bianchi. Ma che barba! io non ero abitata a farmi gestire i tempi: a casa mia se volevo colorare coloravo, se volevo giocare giocavo. Quindi non capivo proprio perché dovessi stare lì seduta a colorare per tanto tempo se volevo magari giocare con qualche bambola, con il risultato che nel giro di 5 minuti consideravo il mio disegno belle che fatto.
Potremmo anche ricamare un po' sul fatto che già all'epoca non amavo colorare in modo uniforme e stare dentro i confini visto che nei giorni seguenti (quelli che misero definitivamente la parola fine al mio stare all'asilo) guidai una rivolta contro la Suora Cattiva. Ma lasciamo perdere, mi sembra un po' forzato.
Preferisco raccontarvi questo che vi farà capire che sono psicologicamente poco equilibrata fin dall'infanzia!
Per tutti gli anni delle elementari le maestre avevano continuato a sgridarmi perché io e il colorare non andavamo proprio d'accordo: mi scrivevano sempre Colora meglio sotto i disegni.
Me lo ricordo come fosse ora, facevo quinta. Porto alla maestra il quaderno in cui avevo finito di fare il tema sull'autunno. Avevo disegnato mia nonna che rastrellava le foglie.
La maestra R. mi guarda e mi dice "Vedi un po' cosa ti ho scritto" e sul quaderno c'era scritto "Ottimo e bellissimo disegno, brava!".
Sono scoppiata a piangere con i singhiozzi che non riuscivo più a parlare. Quindi neanche a spiegare che non piangevo perchè ero stata cazziata, ma piangevo di gioia!

24 dicembre 2008

Natale



Il mio augurio vuole essere così: semplice ma di cuore. i colori metteteli voi, sceglieteli tra quelli che più preferite, tra quelli che vi regaleranno un sorriso e l'emozione che avevate da piccini nell'aspettare questo giiorno.

Io vi auguro che Gesù Bambino questa notte nasca in ognuna delle vostre case, nei vostri cuori e che vi porti la serenità che cercate.

Auguri, Fede

21 dicembre 2008

Doposcuola: l'altro punto di vista

è uscito il bollettino parrocchiale e quest'anno invece che scrivere noi il solito articoletto abbiamo chiesto di farla a K., sorella grande di A. e M., catapultata in Italia a 14 anni e infilata in prima media in mezzo alle bambine di prima media. e leggere questa riflessione semplice è una piccola soddisfazione, ma che riempie il cuore.
Il doposcuola è un'attività bellissima perché gli animatori e le animatrici sono stati vicini a me quando sono arrivata dal Marocco perché non capivo niente d'italiano e non hanno aiutato solo me, ma tanti bambini di vari paesi come l'Afghanistan, il Marocco e l'Azerbaijan. Nel doposcuola non ci fanno fare solo compiti ma ci fanno anche giocare e abbiamo fatto anche il teatro quest'anno. Questa attività che ho svolto in tre anni è stata importante per me perché ho imparato tante cose, e il prossimo anno anche io verrò ad aiutare i bambini. Ringrazio tutti gli animatori e le animatrici che sono stati vicino a me in tre anni soprattutto nel primo anno perché non capivo l'italiano.
K.

19 dicembre 2008

Babbo Natale triste


Io mi odio per come riesco sempre a impegolarmi.

Tre anni fa parlavo con A. e M. (fratello e sorella all'epoca lui in terza elementare e lei in seconda) di Natale. Erano immigrati da qualche mese dal Marocco e non avevano capito bene come funzionava sta cosa del Natale: avevano visto le luminarie, gli alberi addobbati, avevano fatto qualche domanda ma l'italiano era quel che era e mi ero limitata a dire che era una cosa della religione.

Quando son tornati a scuola hanno capito che oltre la religione era passato pure Babbo Natale che aveva scaricato tonnellate di giocattoli nelle case dei loro compagni di scuola.


Quindi A. tutto serio mi dice: "sai non so se Babbo Natale da noi non passa se è perché non abbiamo il camino o se è perché siamo musulmani!", tutto questo con un'aria da cane bastonato e la sorellina ancora più triste. e io cosa son andata a dirgli? ma sarà per il camino gioie!


L'altr'anno super sorpresa: Babbo Natale è arrivato al doposcuola con qualche giorno d'anticipo e ha lasciato pacchetti per i bimbi nella credenza della cucina. Commento di M "ma questo... ma questo è l'oratorio più bellissimo del mondo!".


Un paio di settimane fa mentre li portavo a casa:

A. Ma tu dove la metti la letterina di Babbo Natale?

Io Fuori dalla finestra

M. Ma no tu ci avevi detto che la mettevi nel camino

Io ah già...

A. senti noi ti portiamo la nostra letterina tu la puoi mettere nel tuo camino?

Io (colta alla sprovvista) Ma non so, ora vediamo eh.


Nelle ultime settimane ho indagato i loro desideri: mp4 di Hanna Montana e PlayStation. e io a cercare di convincerli che era meglio se sceglievano qualcosa di più piccolo, più modesto.

Anche oggi è passato Babbo Natale... ha portato dei dvd autoprodotti, diciamo così.

Quasi pronti per andare a casa mi chiamano in un angolo, lontano dagli sguardi di altri bimbi. Mi mettono in mano due buste: quella di M tutta cuoriciosa e colorata, quella di A. invece è la classica busta gialla della segreteria della scuola pure intestata.

Apro di nascosto: due letterine curatissime scritta bene, in bella calligrafia, con i disegnini persino quella di A.


Io: sentite, però Babbo Natale già è passato e vi ha portato il dvd non siete contenti?

M. sì ma io preferivo quello sai?

Io: e va beh ma ormai Babbo Natale è passato a ritirare le letterine..

A [serissimo] ma Natale non è ancora passato quindi la letterina si può mettere


Ho provato a spiegarglielo in tutti i modi. niente. non li schiodi di un centimetro. e io ora guardo quelle letterine e sono tanto triste!

18 dicembre 2008

Meme di Silvia

Una settimana fa ho trovato da Silvia questo meme e, come le avevo preannunciato, oggi me ne approprio!
Il meme si divide in due parti distinte: nella prima bisogna indicare 10 cdeisderi e nella seconda invece si deve indicare un aggettivo/caratteristica per ogni lettera che compone il nome della persona che ti ha assegnato il meme.
Pronti? partiamo...
  1. Vorrei crearmi una famiglia. quindi trovare un marito con i fiocchi, avere dei figli e dei cani e dei gatti!
  2. Trovare un lavoro che mi soddisfi. non per forza inerente con i miei studi (non vorrei chiedere troppo) ma che mi piaccia, che mi faccia sentire utile, e che mi dia da vivere!
  3. Vorrei andare in Terra Santa in primis, poi tornare in Argentina e in un altro paio di posticini.
  4. Vorrei salute per me, per la mia famiglia e per gli amici.
  5. Vorrei vedere un mondo più giusto, più equo.
  6. Vorrei che i miei figli vivessero in un mondo dove l'integrazione non è solo una parola da buttare lì in qualche discorso ma una forma mentis.
  7. Vorrei essere circondata da meno cinismo.
  8. Vorrei che scoprissero un modo economico per una bella depilazione definitiva, che questa sì che sarebbe una bella conquista per noi donne.
  9. Vorrei continuare ad avere le amiche che ho ora, quelle vere di sempre. Magari anche amici nuovi, persone diverse sul mio cammino ma non vorrei mai perdere loro, qualunque sia la strada che il nostro destino ci riserverà.
  10. Vorrei continuare ad avere sempre desideri, non adagiarmi mai. e continuare a crederci sempre.

E ora passiamo alla seconda parte, quella dedicata a Silvia.

S saggia (come solo chi è realmente democratico sa essere)

I irascibile (di fronte alle ingiustizie)

L logorroica (in quanto non dotata del dono della sintesi :D)

V vitale (con la forza di chi lotta per quello in cui crede)

I incazzata (quando qualcosa non le va giù)

A autrice (di best sellers)

Chiunque voglia appropriarsi di questo meme lo faccia e me lo comunichi così vengo a curiosare tra i vostri desideri e tra quello che pensate di me... io lo affibbio in particolare a Digito, LaLunga, Lindoz, Mina, Marzia, Grissino e Alfie.

Il seme della discordia


Martedì sera c'è stato l'ultimo film di questa rassegna del cineforum: il seme della discordia. Per 9 martedì ci hanno fatto vedere l'anteprima, ce l'hanno fatta a fette e poi il film non era niente di che. Un po' fulin, scemino.
Questa volta la recensione di mymovies non mi soddisfava molto (la trovate comunque QUI) ma vi posto questa presa da coomingsoon.
Dopo una lunga assenza (dovuta non alla pigrizia ma alla mancanza d’ispirazione, parola sua), Pappi Corsicato torna al cinema e lo fa con Il seme della discordia, film ispirato alla novella La marchesa Von O.
La mano e lo stile dell’Almodovar di Napoli non paiono aver risentito degli anni passati lontano dal set: Il seme della discordia è infatti decisamente un film corsicatiano, sia dal punto di vista formale che da quello stilistico. La storia è quella di Veronica (Caterina Murino), sensuale proprietaria di boutique che scopre di essere rimasta incinta e, quasi contemporaneamente, che il marito Mario è sterile. Ne segue una crisi matrimoniale ma anche personale per Veronica, che non ha mai tradito il marito e che forse è rimasta incinta in seguito ad un’aggressione subita da due sconosciuti e durante la quale era svenuta.
Pigiando a fondo sul pedale del citazionismo pop, Corsicato riafferma il suo cinema acido e coloratissimo, leggero nella fruibilità ma in grado di graffiare con le sue trame e le sue situazioni decisamente non ortodosse.
Va detto che dal punto di vista tematico e drammaturgico forse Il seme della discordia è meno anticonformista di alcuni dei lavori del regista, forse meno incisivo e più risaputo: ma non mancano comunque alcune sferzate piuttosto efficaci alle strutture borghesi e sociali, e riflessioni interessanti sulla femminilità e sull’essere donna (e uomo) oggi. A colpire maggiormente però del film di Corsicato è la sua struttura formale e visiva: se inizialmente il film pare voler richiamare alla memoria la classica commedia all’italiana di una volta, di quelle con protagoniste la Loren o la Lollo (di cui la Murino è un perfetto stand-in contemporaneo), procedendo è evidente che il richiamo è quello di certo cinema di genere di fine anni Sessanta e inizio Settanta. Due citazioni inaspettate su tutte: un balletto ripreso da quello della Bouchet di Milano Calibro 9 di Di Leo e un altro (più alcune situazioni scenografiche) che rimanda al misconosciuto La decima vittima di Petri.
Quello di Corsicato è un film piccolo e leggero, forse non troppo ambizioso, in grado di far sorridere (a volte ridere) e di insinuare a tratti, con le sue acidità mascherate, qualche elemento di destabilizzazione nello spettatore.
D’obbligo la menzione d’onore al ruolo – e perché no, all’interpretazione – (auto)ironici di Martina Stella: surreale commessa nel negozio della Murino, di nome Nike come le scarpe, si atteggia da modella, per hobby è ballerina e sembra plastificata come un manichino. O come una velina.
A parer mio un film che fa sorridere ma non lascia nulla. Non è neanche divertente, è totalmente irreale, di una comicità buttata lì. Film bocciato!

15 dicembre 2008

Toponomastica da bar

Nel mio paese saremo neanche 4000 abitanti. Abbiamo la bellezza di 6 bar e un pub.


Un bar è in una frazione, non contiamolo.

Poi ce n'è uno davanti alla piazza che è il bar dei ciucaloni, quello dove alle 9,30 trovi già gente ubriaca persa. e mi mette sempre una tristezza immensa. Da Dino.
Poi qualche anno fa ne hanno aperto uno bello, dove però sinceramente non ci ho mai messo piede. Divinity.
Beh poi c'è quello della Società che è piccolino, non so neanche se è ancora aperto. Società operaia. Più che altro prima aveva anche la pizzeria, poi si è trasformato in ristorante e poi si è ridotto a baretto.
A settembre ne hanno aperto uno nuovo alla stazione, molto carino con all'ingresso delle rotaie sotto il pavimento trasparente. Station Bar.
Sabato scorso inaugurazione di un altro bar, praticamente di fronte a casa mia e a 200 metri da quello della stazione. Il delfino.
Io ora mi chiedo cosa passa nella testa della gente quando apre un'esercizio commerciale.
Divinity e Station Bar?!? che cos'abbia di anglofono il paesello me lo dovrebbero spiegare. Che una volta mentre andavo a prendere il treno sotto la pioggia ho trovato due ingegneri indiani con una faccia spaesata che mi han chiesto dov'era la stazione dei taxi che dovevano raggiungere una fabbrica. E io prima ho consigliato di andare a piedi e poi siccome li ho visti abbastanza dubbiosi ho detto loro: "ok if you want you can ask in the Station Bar".
Poi c'è chi ha almeno il buon senso di darci un nome italiano. ma di buon senso se ne p parlare fino a un certo punto. sarà pure che l'erba del vicino è sempre più verde... ma signori miei siamo a 200 km dai piedi! siamo alle porte del gran paradiso! è vero che qui non siamo in montagna, non ci sono marmotte stambecchi. ma cosa ci azzecca un Delfino qui?

11 dicembre 2008

8 dicembre: elfi al lavoro

Dopo quasi 330 giorni di attesa finalmente è arrivato il momento di fare l'albero. e ci siamo preparate per bene: Fra con il suo cappello da Babbo Natale e io con quello che ho trovato...

Ma gli elfi hanno bisogno della giusta musica per lavorare, preparata in un'apposita cartella in questi mesi...

Gli elfi tirano fuori dal PoloNord ripostiglio gli scatoloni...
... e tirano fuori gli addobbi, e li dividono per tipi colori e materiali...

Naturalmente agli elfi serve un alberello

e quando ne hanno uno tra le mani...

non possono fare altro che addobbarli


e illuminarli...
perchè gli elfi adorano il Natale

...e fanno sempre un ottimo lavoro!
Ma gli elfi non sono mai stanchi.... e son pronti per un'altra missione!


Il presepe è opera quasi interamente opera di Francesca e io, da umile servitore, le dò una piccola mano. Pulisco il muschio che ha raccolto il giorno prima col moroso e lei lo sistema...


poi insieme mettiamo le statuine...
e abbiamo un'idea splendida quasi contemporanemente: mettere le frecce gialle del cammino di santiago lungo la via dei Re Magi...


e la morale della giornata è un'idea mia:

PENSA CHE BRUTTO SE UNA DI NOI DUE NASCEVA FIGLIA UNICA O ANCORA PEGGIO SE UNA NASCEVA FURBA!!!

10 dicembre 2008

Il pranzo di ferragosto

Ieri sera ero veramente curiosa di vedere Il pranzo di ferragosto perchè in questi mesi ne avevo sentito tessere le lodi da più parti.
Gianni ha un lavoro: occuparsi dell'anziana madre, una nobildonna decaduta, capricciosa e un tantino opprimente. Madre e figlio vivono soli in un fatiscente appartamento nel centro di Roma e faticano a tirare avanti, ricoperti di debiti come sono. Nel bel mezzo dell'afa estiva Alfonso, l'amministratore, si presenta alla loro porta per riscuotere quanto gli è dovuto, ma propone a Gianni l'estinzione di tutte le spese condominiali in cambio di un favore: ospitare la madre per la notte e il successivo pranzo di ferragosto in modo che lui possa partire per le terme. L'accordo non prevede però l'arrivo di una seconda signora, la zia di Alfonso, una simpatica anziana con qualche problema di memoria, ma l'amministratore lo convince a tenerla offrendogli del denaro. Gianni è costretto, suo malgrado, a dare asilo anche a una terza "mamma abbandonata" quando l'amico dottore, giunto per fargli una visita di controllo in seguito a un malore, gli chiede di potergliela affidare per non lasciarla sola durante il turno di notte.
Lo sceneggiatore e aiuto regista Gianni Di Gregorio affronta la sua prima volta da solista pescando a piene mani dalla propria esperienza di figlio e regalando una svolta a un fatto realmente accaduto. Incuriosito da quello che sarebbe potuto accadere se avesse davvero accettato di tenere la madre dell'amministratore per le ferie di ferragosto, confeziona una piccola e tenera storia dai tratti scanzonati in cui l'improvvisato ospizio diventa il teatro di una serie di gag offrendo allo stesso tempo diversi spunti di riflessione. La scelta di sviluppare la trama nel giorno notoriamente più rallentato dell'anno e in una Trastevere arsa e deserta, appare la più idonea alla narrazione in quanto si contrappone ai ritmi frenetici della vita odierna e va incontro ai tempi delle anziane protagoniste che a loro modo s'investono del ritmo del film riempiendo la scena con la loro esuberanza. Deciso a catturare la parte più verace di ognuno, Di Gregorio si incarica del ruolo del figlio di mezz'età, celibe e con il vizio del bere, che tiene d'occhio la madre come se fosse una bimba e ne sopporta i capricci abbozzando alla precarietà in cui si trova per comodità. Le signore che lo circondando in attesa del pranzo di ferragosto sono tutte attrici non professioniste e la loro naturalezza permette al film di avvolgersi in un'aura genuina e neorealista.
In pochi avrebbero avuto il coraggio di portare sullo schermo una storia di "vecchiette", considerato che la terza età viene di rado frequentata dal cinema perché poco commerciabile, ma il regista romano rivela una particolare abilità nel tratteggiare un racconto che mette in luce i desideri, i vizi e le virtù delle mature signore. Priva di qualsiasi tipo di orpello, che sia dialogico o registico, l'opera prima di Di Gregorio, prodotta da Matteo Garrone, fa riflettere sulla condizione dell'anziano, troppo spesso relegato in ospizi dai propri figli, troppo spesso trascurato dalla società. Pranzo di ferragosto è da considerarsi perciò un piccola perla da custodire con cura.
Un film veramente veramente bello. Che dimostrare che si può far riflettere anche facendo ridere, in questo caso a crepapelle!

Tempo di Natale

Cambio d'abito per il blog. Rosso come il mio colore preferito, rosso come le ciliegie, rosso come ill naso di Rudolph e rosso Natale!


L'8 io e mia sorella abbiamo fatto un bellissimo albero e lei, aiutata un pochettino da me, pure il presepe... Ieri poi lei e la mamma hanno tirato fuori tutte le ciaperie (gli oggettini, non mi viene ora in italiano!) di Natale. in un breve giroo di ricognizione ho però constatato che manca ancora qualcosa: provvederò io stasera a tirarne fuori altre.


E al più presto vi farò avere anche il reportage di casa mia natalizia!
Per ora vi lascio con la foto di quello che vedo dalla finestra...


07 dicembre 2008

Le mozzarelle nella carrozza della regina Claudia



Dopo anni che chiedo al Capo di darmi la ricetta delle mozzarelle in carrozza di cui vado letteralmente matta oggi finalmente mi son decisa a cimentarmici. Naturalmente mi son fatta mandare la ricetta per sms perchè su internet non la trovavo come la fanno loro e non me la ricordavo visto che me l'avrà ripetuta solo un centinaio di volte!!!
La ricetta è facile facile, son venute bene pure a me... è tutto detto!
Quindi ecco a voi la ricetta che la mamma del capo mi ha autorizzato a diffondere e io ho prontamente rinominato
MOZZARELLE IN CAROZZA DELLA REGINA CLAUDIA
(ogni regina ha una sua carrozza, mica si accontenta di un frutteto di prugne... e chi ha orecchie per intendere intenda ^__^)!
INGREDIENTI:
mozzarella
pan carrè
uovo
pan grattato
latte
sale e olio
PREPARAZIONE:
  • Tagliare la mozzarella a fetta
  • Prendere il pan carrè e fare un panino con abbondante mozzarella
  • Impanare il tutto con latte e uovo e poi passarlo nel panpesto
  • Friggere ben bene
  • ...e buona pappa!!

05 dicembre 2008

vita virtuale

Ormai da un anno a questa parte mi son gettata nel mondo virtuale! Prima il blog grazie all'esempio della Stefy, poi il myspace su consiglio di Sara. Non parliamo di quella macchina infernale che è facebook e che, da quando Madda mi ha chiesto per favore di iscrivermi per rimpinzare le fila dei suoi amici, ormai è una droga!
Ma ora ho trovato un altro social network: anobii. se volete sapere cosa leggo potete trovarmi QUI!

03 dicembre 2008

Il matrimonio di Lorna


Ieri ho visto un altro bel film al cineforum, che vi consiglio.

La recensione è sempre di mymovies.



Lorna è una giovane immigrata albanese a Liegi. Per ottenere la cittadinanza si è messa nelle mani del malavitoso Fabio. Costui le ha procurato un matrimonio con Claudy (un tossicodipendente) e Lorna ha ottenuto ciò che desiderava. Ora vorrebbe poter aprire un bar con il suo fidanzato Sokol che fa il pendolare da una frontiera all'altra. Per ottenere la somma necessaria deve però portare a compimento il piano di Fabio. Deve cioè poter ottenere un rapido divorzio per poter così sposarsi nuovamente. Questa volta con un mafioso russo che ha, a sua volta, bisogno della cittadinanza belga. Le procedure rischiano però di essere troppo lente e allora Fabio mette in atto la soluzione che già aveva in mente: elimina Claudy con un'overdose. Lorna mantiene il silenzio ma c'è qualcosa di nuovo nella sua vita.

Qualcosa è cambiato anche nel cinema dei Dardenne. Noti agli appassionati (e vincitori di ben due Palme d'oro con Rosetta e L'enfant) per il rigore di un cinema da sempre attento a scavare nelle cause del dolore delle persone più vulnerabili, i due fratelli vantano caratteristiche stilistiche ben definite. La camera a mano, la scelta del super 16 mm, l'assenza di qualsiasi commento musicale hanno sempre costituito gli elementi identificativi del loro cinema unitariamente a uno stile teso a non aggiungere al film un'inquadratura in più del necessario.

In questa occasione la forma (camera molto meno mobile e scelta del formato 35 mm) sembra avere avuto il suo influsso anche sul contenuto. Lo sguardo che i due fratelli belgi proiettano sul grave problema dell'immigrazione, legalizzata attraverso percorsi illegali, si lascia andare con maggiore disponibilità a un'indagine sui sentimenti venata da un accenno di patetismo. Lorna ha un volto dolcissimo ma è entrata in un'arena in cui dominano i lupi. Se vuole realizzare i propri sogni non può e non deve affezionarsi in alcun modo a Claudy con il quale è costretta a convivere per rispondere ad eventuali controlli delle autorità belghe. Ma Lorna non è un lupo. È una giovane donna che finisce col provare una pietà che sconfina nell'amore per quel relitto umano che le chiede costantemente aiuto per uscire dal tunnel in cui si è infilato. La scoperta di questo sentimento precede di poco l'eliminazione fisica del ragazzo. Il quale muore ma continua a viverle 'dentro' al punto da farla sentire in attesa di una nuova vita.

Come sempre i Dardenne offrono nel finale ai loro protagonisti una luce (per quanto fioca) di speranza. È quanto accade anche a Lorna, protagonista dell'inizio di un nuovo corso del loro cinema.

Un film che ancora una volta provoca disgusto per come ci sia gente capace di lucrare sulle disgrazie della gente. Un film che però lascia la speranza di una rinascita.



01 dicembre 2008

gli intercettati di novembre

Questo mese ho avuto qualche piccolo problema con l'intercettatore degli incauti visitatori, anzi ringrazio Piermatteo e LaLunga per avermi indicato il sito che usano loro. Alla fine paciocca che ti paciocca son riuscita a sistemare il mio vecchio cosetto di google ma nel cercare di far funzionare quello che mi avevano detto loro e di riattivare il mio mi son persa metà mese...
quindi questo mese mi limiterò a fare una classifica mini!


  • una ciliegia tira una --> boh? ma grazie per essere passato di qui a questo visitatore dal Giappone!

  • montale mille scale --> ancora altri due sfaticati che non hanno voglia di scendere milioni di scale ma si fermano al primo pianerottolo!


ma il vincitore è il porcone che non so come sia giunto fin qui: donne da leccare... qua mi spiace ma ci son solo ciliegie!