25 giugno 2018

Mai dimenticare

Il primo libro che ho letto di Michel Bussi, Non lasciare la mia mano, era stata una scelta casuale.
Lo stile di Michel Bussi mi era piaciuto così tanto che me ne sono subito con i miei tempi procurata un altro: d'altra parte se è il giallista più venduto d'oltralpe un motivo ci sarà!
Non sono assolutamente rimasta delusa, anzi: non vedo l'ora di leggerne un altro.


In Mai dimenticare siamo nella regione di cui Bussi è originario: la Normandia e in particolare vicino ad Etrat, dove si trova una delle falesie più alte d'Europa.
Il romanzo però non è ambientato d'estate quando le spiagge della Normandia sono prese d'assalto dai turisti, ma a febbraio quando i turisti si possono contare sulle dita di una mano.

Il turista sfigato accusato dell'omicidio di una ragazza stuprata, strozzata con una sciarpa rossa e gettata dalla scogliera ha il profilo perfetto per essere accusato di essere un omicida: giovane, arabo, con un handicap importante (ha una protesi ad una gamba) e che lavora in una comunità per ragazzini con problemi psichici.
L'intero romanzo è scritto come se fossero le memorie di Jamal, il ragazzo accusato di questo omicidio (e non solo) ed unico testimone di quello che secondo lui è stato un suicidio:
La versione dei poliziotti vi apparirà molto più accettabile. Vedrete, anche voi dubiterete. Fino alla fine. Tornerete all'inizio di questo racconto, rileggerete queste righe e penserete che sono pazzo, che vi sto tendendo un  tranello o mi sono inventato tutto. Invece non ho inventato proprio niente. Non sono pazzo. Non sto tendendo nessuna trappola. Vi chiedo soltanto una cosa, fidatevi di me. Fino alla fine.
Mai dimenticare Il professore di geografia francese contro quello italiano di lettere, non c'è che dire, una bella gara: Bussi contro D'Avenia. Così diversi, così coinvolgenti. Sono due degli autori che ultimamente spopolano nelle librerie, vorrei davvero tornare ragazzo per avere profe così... Oggi varco le Alpi per raccontarvi dell'ultima fatica del bravo Michel, Mai dimenticare. L'autore transalpino ci porta nella sua Normandia, a Yport, piccolo paese stretto tra due falesie ai bordi della Manica. Il suicidio di una donna riapre vecchie ferite che nemmeno il tempo aveva sanato. Dieci anni dopo l'omicidio di due giovani ragazze il modus operandi è sempre lo stesso: violenza sessuale e strangolamento. Jamal Salaoui, ragazzo magrebino portatore di handicap e testimone oculare, viene accusato di aver assassinato la presunta suicida. Inizierà un viaggio dell'assurdo che porterà il protagonista a credere a tutto ed al contrario di tutto. E con lui il lettore. Con la forza prorompente della sua scrittura, giocando con il tempo e con una buona dose di mistero, Bussi mi ha fatto letteralmente "impazzire" durante la lettura... Un giallo complesso, omicidi e personaggi che rincorrono gli anni, un finale sbalorditivo, forse troppo. Ed è questa forse l'unica pecca dell'autore nel romanzo: con l'intento di stupire, dopo una trama geniale, si è lasciato prendere un po la mano con qualche forzatura di troppo. Rimane comunque un libro coinvolgente, scritto benissimo e con un epilogo che mi ha addirittura commosso... Ed ora sotto con il 2.0... Buona domenica.
Un post condiviso da Riki (@ti_racconto_un_libro) in data:

Il caso della povera Magali, bellissima ragazza ventenne, ricorda terribilmente altri due omicidi di due ragazze sue coetanee avvenuti con modalità simili e la stessa arma del delitto una decina di anni prima: la sciarpa rossa.
Davvero dobbiamo credere a Jamal anche se tutto sembra indicare che l'assassino è lui oppure è tutto frutto di un complotto? Chi è che ha ucciso 3 ragazze nel giro di 10 anni con una sciarpa rossa?!?!


Questo libro è assolutamente consigliato:
- a chi ha in programma un viaggio in Normandia e vuole leggere descrizioni minuziose dei paesini e dei paesaggi;
- ama i gialli complessi, dove l'assassino è troppo scontato per essere davvero lui ma non si riesce ad azzeccarlo fino alla fine.
- non ha paura di mettersi a leggere un libro così coinvolgente da non riuscire a fare altro durante tutto il giorno/notte (--> per questo motivo se ne sconsiglia la lettura durante le ferie: potrebbe nuocere alla vita sociale!).

7 commenti:

MikiMoz ha detto...

Non credo di leggerlo perché non amo l'ambientazione, in primis... ma ora sono curioso. Dimmi... cosa c'è dietro la morte della ragazza? Spoilerami pure... :)

Moz-

Federica ha detto...

@moz: troppo facile così

UIFPW08 ha detto...

Dico che sei unica.. lo sei Fede.
Lo sei.
Un abbraccio
Maurizio

Novella Semplici ha detto...

La tua recensione involgia parecchio!

Silvia - Banana e cioccolato ha detto...

La trama mi ha ricordato un po' quella di Testimone inconsapevole di Carofiglio (che a me è piaciuto molto), l'hai mai letto?
Ma sai che in casa ho una foto praticamente identica della spiaggia di Yport? Cambia solo la barca! L'ho fatta l'altro anno quando siamo andati in Normandia, e Yport è in assoluto uno dei paesini che mi è piaciuto di più!

Federica ha detto...

@Silvia. Se hai un post su yport lo linko nel post

Sara ha detto...

Ma di quante ore sono le tue giornate?!
Io leggo prevalentemente i classici, ma un libro mi dura un po' di giorni, sai il giardino incombe!