27 volte in bianco

A una commedia romantica non si chiede molto: solo regalare una serie di risate più o meno grasse e un sogno romantico, per l'appunto.

27 volte in bianco non è un capolavoro del suo genere: Jane la protagonista non ha la simpatia della Bridget Jones,  non ha uno spasimante capace di fare le dichiarazioni di Hugh Grant in Notting Hill ed è lontano mille miglia da essere bellissimo come Pretty Woman.
Però è un film carino e si merita un bel sette perché ha tutti gli elementi per piacermi: una lei un po' sfigata, un lui che si redarguisce, un evento che li fa allontanare quando sembrava che ci fosse il lieto fine, la dichiarazione plateale e il vissero felici e contenti.
Quello che mi infastidisce invece è il gran dilagare della "mignotteria" in questo tipo di film: ragazze che la danno via a destra e manca mi mettono più tristezza che allegria. Esempi? Amore e altri rimedi o Le amiche della sposa.

Quel giorno mi sono svegliata e ho indossato il mio ventottesimo vestito. Sono andata ad un matrimonio dove nessuno mi ha chiesto di tenere il bouquet, di piegare i segnaposti, o di reggere il vestito mentre faceva pipì. Era tutto perfetto e non mi importava niente, perchè in quel momento l'unica cosa che importava era la persona che mi aspettava all'altare e mi stava guardando come sempre avevo sperato...

[Jane]

E anche due paroline per il mio bel Richard Gere, che ho letto che rinnega Pretty Woman: bello mio, non lo sai che cosa vogliono davvero le principesse? Io voglio la favola, proprio come qualcuna che conosci tu.