La felicità è un sistema complesso e fino qui mio caro Valerio Mastandrea & co. lo sappiamo tutti: solo Al Bano & Romina dicevano che era un bicchiere di vino con un panino, ma siamo sempre propensi a pensare che ci voglia sempre qualcosa in più per raggiungere la felicità.
Che cosa sia esattamente la felicità per il regista non mi è chiarissimo (e questo dovrebbe essere un primo indizio per capire quanto mi sia piaciuto 'sto film!): presumo che per essere felici uno debba esser in pace con se stesso.
Prendete Mastandrea: interpreta uno che di lavoro convince giovani rampolli a cedere l'azienda di famiglia ad una società che poi le rivende ad altri per risanarle. Mastandrea è convinto di fare cosa-buona-e-giusta: infondo questi sono degli incompetenti viziati e nelle loro mani queste aziende rischierebbero il fallimento totale in pochi anni.
In realtà lui sta scappando da un suo fantasma: quello di suo papà che, dopo il fallimento dell'azienda, aveva mollato la famiglia per andarsene in Canada.
Tutto bene finché non conosce Pietro e Camilla: lui 20 anni e lei 13, da pochi giorni orfani ed eredi di un'azienda solida e prestigiosa. Nel mentre c'è pure una ragazza israeliana in Erasmus che è finita a stare a casa sua dopo che suo fratello l'ha cordialmente scaricata.
Ovviamente Mastandrea entra in crisi: dovrebbe convincere i ragazzini a cedergli l'azienda, ma loro son diversi da quegli altri figli di papà con cui lavora di solito....
La vera pecca della storia non è il quantitativo di punti interrogativi che lascia aperti ma il fatto che è un film poco coinvolgente, di quelli guardabili in tv ma che non vale la pena di andare a recuperare in giro.
6 commenti:
A quanto pare non sembra un ottimo film insomma....!
Ero indecisa se vederlo! Passo ad altro
più che un film sembra un minestrone ahuahuahua ;)
Se lo dici tu ci credo Federica se GRANDE!
Maurizio
Mi pare di capire che questo è uno di quei film da serata "stiraggio" :-)
non mi ispirava particolarmente prima di leggere la tua recensione, tu figurati se adesso ce l'ho!
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