Sono una di quelle lettrici che subisce il fascino delle copertine belle e questa copertina arancione con un gran pentolone era davvero irresistibile.
Ho fatto bene a scambiarlo su acciobooks perché si è rivelata una lettura davvero deliziosa.
Piccoli piatti forti: la trama
Sandrine lavora in un centro per l'impiego di Parigi, ma sogna di aprire un ristorantino.
L'occasione le si presenta quando conosce Antoine, uno scansafatiche che vorrebbe solamente un sussidio di disoccupazione, ma che lei decide di sfruttare abilmente per trasformarlo in un cuoco. Gli stratagemmi che userà saranno degni di Macchiavelli, assaggiare per credere!
Piccoli piatti forti: titolo e copertine
La copertina italiana è davvero molto accattivante ed infatti è stata utilizzata anche nell'edizione inglesi.
Il titolo italiano però a me non piace molto e, a parte suggerire che si parla di cucina, non dice molto.
Little culinary triumphs rende meglio l'idea della sfida che sta alla base di questo libro.
Ovviamente viene rimarcato l'aspetto culinario, ma entra in gioco l'aspetto della resistenza che caratterizza tutti i personaggi: ognuno ha la sua storia, i suoi segreti ed i suoi obiettivi. La stessa Montmartre non è lo sfondo della vicenda, ma ne è protagonista ed è un baluardo contro la gentrificazione della zona.
Piccoli piatti forti: la recensione
Piccoli piatti forti è come un puzzle dove Sandrine, la figlia dodicenne genietta, il marito senza arte né parte, Antoine, il senegalese, il magnate delle riviste e la psicologa esperta di Kamasutra sono i vari pezzi. Sai che alla fine costruiranno un bel quadro, ma non riesci a capire come possano incastrarsi tra di loro ed è questo che stimola la curiosità del lettore: che ci azzeccano tra di loro?
Ogni capitolo ha come titolo un piatto inerente al pezzo di storia che si racconterà in quelle pagine: si inizia dai "bocconcini per cane" e si finisce con "champagne" perché è chiaro che alla fine andrà davvero tutto bene!
A volte quando ci sono così tanti personaggi mi capita di perdere il filo e far fatica a raccapezzarmi: il rischio insalata russa in questo romanzo non c'è perché tutti i personaggi sono così particolari (e volutamente estremi) da rimanere impressi.
I libri leggeri possono essere scritti proprio bene, assicurare un gran divertimento e permettere di riflettere su questioni come la disoccupazione, le periferie e la gentrificazione.
A me ha regalato leggerezza e voglia di tornare a Parigi, quando si potrà.
Autrice: Pascale Pujol
Anno prima pubblicazione: 2015
Pagine: 220
Dove: Montmarte, Parigi.
Per scoprire alcune curiosità su questo quartiere parigino ti consiglio questo post di Martinaway
A chi può piacere: a chi cerca un libro leggero, scorrevole e ben scritto; a chi vuole andare a Parigi, a chi in quarantena ha sempre fame e non solo di libri.
Un'altra recensione: Angela di Righe vaghe invece scrive che non le è scattata la scintilla perché ha faticato a creare un quadro d'insieme tra i tanti episodi.
5 commenti:
Hai ragione, la copertina è bellissima. La trama è carina, dai, anche se aprendo il post ho pensato che ci avresti dato qualche ricettina che ti riesce bene. 😅
Pare già prodromico di un film, uno di quei graziosi film francesi che ci sollevano l'umore.
Quanto alla traduzione italiana del titolo, stendiamo un velo pietoso.
Ho dato un’occhiata al mio blogroll e ho visto il titolo del tuo ultimo post: “No, dai. Ma che daveroo? Mo’ pure la Fede comincia a suggerire ricette?”.
Poi ho visto la copertina e mi sono rasserenata. Il Paese non è totalmente allo sbando.
@nela san: un vero peccato per il titolo :(
@Claudia e Baba: nessun tentato avvelenamento :) se fosse un giallo l'assassino sarei io :)
Stavo rivedendo i miei post e mi son chiesto che fine avesse fatto questo o quello, qualcuno ha chiuso bottega e pochi ma pochi pochi ci sono ancora e te ci sei.
Bisogna che ti dia retta e mi compri sto libro che son stufo di leggere di navigazioni e di politica. Ben ritrovata, ciao.
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