2008, Mato Grosso do Sul (Brasile). Le attività economiche della zona sono legate allo sfruttamento in coltivazioni transgeniche dei terreni che in passato appartenevano agli indios e nelle visite guidate a turisti interessati al birdwatching. Lo status quo viene bruscamente interrotto quando Nádio, la guida ascoltata di una comunità indio decide di non poter sopportare lo stillicidio di suicidi di giovani senza più speranza. Inizia così una ribellione pacifica finalizzata a ottenere una restituzione delle terre indebitamente confiscate. Accanto a lui ci sono suo figlio e il giovane apprendista sciamano Osvaldo. I fazenderos inizialmente reagiscono cercando di frenare le spinte più estremiste del loro campo ma comunque ben decisi a non cedere neppure un ettaro di terra agli indios.I Guarani Kaiowá sono un popolo indio che fin dal '600 hanno subito persecuzioni per non aver accettato l'opera di evangelizzazione dei gesuiti. Ancora oggi, nel Brasile di Lula, la loro sorte è quella di sopravvivere nel degrado delle riserve senza alcuna speranza nel futuro. Così come nelle riserve vivono gli splendidi neoattori di questo film che Bechis ha realizzato con la consueta passione civile unita a una grande lucidità intellettuale. Il futuro che rischia di trasformarsi per molti giovani in un corpo che penzola da un cappio appeso a un albero sta all'origine di una vicenda che ha nella prima sequenza la sua chiave di lettura. Dei birdwatchers percorrono un fiume su una barca a motore quando, all'improvviso, su una riva compaiono degli indios con archi e frecce. Una volta che i turisti si sono allontanati quegli stessi indios se ne tornano alla loro riserva in abiti occidentali, incassando il dovuto pper lo spettacolo che hanno reso. Bechis osserva sia i fazenderos che gli indios quasi come se fosse a sua volta un birdwatcher, cioè qualcuno che guarda da lontano. L'intento è evidentemente quello di non voler forzare la mano sul piano di una facile adesione emotiva richiedendo allo spettatore un più complesso lavoro di adesione alla lotta contro un'ingiustizia che si perpetua da secoli. La terra degli uomini rossi diventa così un film di forte denuncia morale e politica senza assumere mai la dimensione del pamphlet. Proprio in questo procedere, che permette alla ragione di prevalere sulla passione, sta la forza di un film che Bechis ha saputo costruire 'ascoltando' nel senso più pieno del termine coloro che ogni giorno vivono l'umiliazione di non possedere più una terra che per loro non significa solo cibo ma anche (e soprattutto) radici e cultura.
Questa è la recensione di mymovies.
ora un piccolo parere personale dopo il mio primo film con tesserina del cineforum (naturalmente preceduta da una tazza di caffè perché, che si sappia, la relazione tra me e anche il film più bello del mondo se sono su un divano o una poltrona di solito dura una decina di minuti).
Mi è piaciuto soprattutto per la tematica trattata, anche se a volte era un po' lento...
Qualche spunto di riflessione:
- a un certo punto lo sciamano dice al giovane di non mangiare la carne di mucca perchè tutti gli animali son loro fratelli tranne la mucca che è loro nemica perché ruba loro la terra: un punto su cui riflettere quando si addenta qualcosa a tavola, concetto estendibile non solo alle conseguenze dell'allevamento intensivo ma anche su tanti altri prodotti che popolano i nostri frighi.
- cos'è l'ingiustizia vera. qui ce n'è un esempio.
- come è facile annientare una persona o un popolo, togliergli le speranze del futuro e le certezze del passato finché l'unica alternativa a una vita da segregato e da comparsa è un cappio.
- ultima considerazione una piccola riflessione etnocentrica: il 12 ottobre 1492 non per tutti è il giorno di un successo, per molti è la data simbolo di una lenta agonia.
forse dopo un film ci vorrebbe anche un voto ma io in ste cose non sono brava... quindi se lo avete visto mi piacerebbe sapere il vostro parere e, se volete, datelo voi un voto!
7 commenti:
Ecco qui...
il film leggendo la recensioni di MyMovies (complimenti per la scelta del sito, anche io consulto per le recensioni perché sono dettagliate e bel fatte) mi sembra oltre che lento un pò pesante. Mi sono ricreduto leggendo però le tue personali osservazioni, perché mi sembra che sia stracolmo di interessanti punti di riflessione. Sono d'accordo con te sul 1492, però se lo prendiamo ad esempio anche tutte le date di una certa importanza storica possono essere messe in discussione. La storia insegna che ci sono sempre due posizioni come se fosse una bilancia... e non potrà mai essere in equilibrio. MI hai fatto venire la curiosità di vederlo, per poter essere più utile nel confrontarci. Ciao
non l'ho visto!
mi dispiace
buon pomeriggio di mercoledìììììììì
domani è giovedì ed io lo odio il giovedì :-( perché è troppo incasinato
Non l'ho visto...e ho smesso di leggere dopo un po'.Perché se lo guardassi...non mi piacerebbe avere spoiler:-D
Non l'ho visto, e sinceramente non è il mio genere di film da andare a vedere al cinema.
Attenderò il dvd, o la tv, e poi commenterò ^__^
Non l'ho visto... cercherò di rimediare quanto prima!
;-))
Non l'ho capita qualle della mucca che ruba la terra... Cmq credo sia un film da vedere. Grazie :)
Ciao!
Povera mucchina, però con questa scusa almeno lei si salva.
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