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Il mio augurio vuole essere così: semplice ma di cuore. i colori metteteli voi, sceglieteli tra quelli che più preferite, tra quelli che vi regaleranno un sorriso e l'emozione che avevate da piccini nell'aspettare questo giiorno.
Io vi auguro che Gesù Bambino questa notte nasca in ognuna delle vostre case, nei vostri cuori e che vi porti la serenità che cercate.
Auguri, Fede
E ora passiamo alla seconda parte, quella dedicata a Silvia.
S saggia (come solo chi è realmente democratico sa essere)
I irascibile (di fronte alle ingiustizie)
L logorroica (in quanto non dotata del dono della sintesi :D)
V vitale (con la forza di chi lotta per quello in cui crede)
I incazzata (quando qualcosa non le va giù)
A autrice (di best sellers)
Chiunque voglia appropriarsi di questo meme lo faccia e me lo comunichi così vengo a curiosare tra i vostri desideri e tra quello che pensate di me... io lo affibbio in particolare a Digito, LaLunga, Lindoz, Mina, Marzia, Grissino e Alfie.
Dopo una lunga assenza (dovuta non alla pigrizia ma alla mancanza d’ispirazione, parola sua), Pappi Corsicato torna al cinema e lo fa con Il seme della discordia, film ispirato alla novella La marchesa Von O.La mano e lo stile dell’Almodovar di Napoli non paiono aver risentito degli anni passati lontano dal set: Il seme della discordia è infatti decisamente un film corsicatiano, sia dal punto di vista formale che da quello stilistico. La storia è quella di Veronica (Caterina Murino), sensuale proprietaria di boutique che scopre di essere rimasta incinta e, quasi contemporaneamente, che il marito Mario è sterile. Ne segue una crisi matrimoniale ma anche personale per Veronica, che non ha mai tradito il marito e che forse è rimasta incinta in seguito ad un’aggressione subita da due sconosciuti e durante la quale era svenuta.Pigiando a fondo sul pedale del citazionismo pop, Corsicato riafferma il suo cinema acido e coloratissimo, leggero nella fruibilità ma in grado di graffiare con le sue trame e le sue situazioni decisamente non ortodosse.Va detto che dal punto di vista tematico e drammaturgico forse Il seme della discordia è meno anticonformista di alcuni dei lavori del regista, forse meno incisivo e più risaputo: ma non mancano comunque alcune sferzate piuttosto efficaci alle strutture borghesi e sociali, e riflessioni interessanti sulla femminilità e sull’essere donna (e uomo) oggi. A colpire maggiormente però del film di Corsicato è la sua struttura formale e visiva: se inizialmente il film pare voler richiamare alla memoria la classica commedia all’italiana di una volta, di quelle con protagoniste la Loren o la Lollo (di cui la Murino è un perfetto stand-in contemporaneo), procedendo è evidente che il richiamo è quello di certo cinema di genere di fine anni Sessanta e inizio Settanta. Due citazioni inaspettate su tutte: un balletto ripreso da quello della Bouchet di Milano Calibro 9 di Di Leo e un altro (più alcune situazioni scenografiche) che rimanda al misconosciuto La decima vittima di Petri.Quello di Corsicato è un film piccolo e leggero, forse non troppo ambizioso, in grado di far sorridere (a volte ridere) e di insinuare a tratti, con le sue acidità mascherate, qualche elemento di destabilizzazione nello spettatore.D’obbligo la menzione d’onore al ruolo – e perché no, all’interpretazione – (auto)ironici di Martina Stella: surreale commessa nel negozio della Murino, di nome Nike come le scarpe, si atteggia da modella, per hobby è ballerina e sembra plastificata come un manichino. O come una velina.A parer mio un film che fa sorridere ma non lascia nulla. Non è neanche divertente, è totalmente irreale, di una comicità buttata lì. Film bocciato!
Gli elfi tirano fuori dal PoloNord ripostiglio gli scatoloni...
... e tirano fuori gli addobbi, e li dividono per tipi colori e materiali...
Naturalmente agli elfi serve un alberello
e quando ne hanno uno tra le mani...
non possono fare altro che addobbarli
e illuminarli...
perchè gli elfi adorano il Natale
...e fanno sempre un ottimo lavoro!
Ma gli elfi non sono mai stanchi.... e son pronti per un'altra missione!
Il presepe è opera quasi interamente opera di Francesca e io, da umile servitore, le dò una piccola mano. Pulisco il muschio che ha raccolto il giorno prima col moroso e lei lo sistema...
poi insieme mettiamo le statuine...
e abbiamo un'idea splendida quasi contemporanemente: mettere le frecce gialle del cammino di santiago lungo la via dei Re Magi...
e la morale della giornata è un'idea mia:
PENSA CHE BRUTTO SE UNA DI NOI DUE NASCEVA FIGLIA UNICA O ANCORA PEGGIO SE UNA NASCEVA FURBA!!!
Un film veramente veramente bello. Che dimostrare che si può far riflettere anche facendo ridere, in questo caso a crepapelle!
Lorna è una giovane immigrata albanese a Liegi. Per ottenere la cittadinanza si è messa nelle mani del malavitoso Fabio. Costui le ha procurato un matrimonio con Claudy (un tossicodipendente) e Lorna ha ottenuto ciò che desiderava. Ora vorrebbe poter aprire un bar con il suo fidanzato Sokol che fa il pendolare da una frontiera all'altra. Per ottenere la somma necessaria deve però portare a compimento il piano di Fabio. Deve cioè poter ottenere un rapido divorzio per poter così sposarsi nuovamente. Questa volta con un mafioso russo che ha, a sua volta, bisogno della cittadinanza belga. Le procedure rischiano però di essere troppo lente e allora Fabio mette in atto la soluzione che già aveva in mente: elimina Claudy con un'overdose. Lorna mantiene il silenzio ma c'è qualcosa di nuovo nella sua vita.Qualcosa è cambiato anche nel cinema dei Dardenne. Noti agli appassionati (e vincitori di ben due Palme d'oro con Rosetta e L'enfant) per il rigore di un cinema da sempre attento a scavare nelle cause del dolore delle persone più vulnerabili, i due fratelli vantano caratteristiche stilistiche ben definite. La camera a mano, la scelta del super 16 mm, l'assenza di qualsiasi commento musicale hanno sempre costituito gli elementi identificativi del loro cinema unitariamente a uno stile teso a non aggiungere al film un'inquadratura in più del necessario.In questa occasione la forma (camera molto meno mobile e scelta del formato 35 mm) sembra avere avuto il suo influsso anche sul contenuto. Lo sguardo che i due fratelli belgi proiettano sul grave problema dell'immigrazione, legalizzata attraverso percorsi illegali, si lascia andare con maggiore disponibilità a un'indagine sui sentimenti venata da un accenno di patetismo. Lorna ha un volto dolcissimo ma è entrata in un'arena in cui dominano i lupi. Se vuole realizzare i propri sogni non può e non deve affezionarsi in alcun modo a Claudy con il quale è costretta a convivere per rispondere ad eventuali controlli delle autorità belghe. Ma Lorna non è un lupo. È una giovane donna che finisce col provare una pietà che sconfina nell'amore per quel relitto umano che le chiede costantemente aiuto per uscire dal tunnel in cui si è infilato. La scoperta di questo sentimento precede di poco l'eliminazione fisica del ragazzo. Il quale muore ma continua a viverle 'dentro' al punto da farla sentire in attesa di una nuova vita.Come sempre i Dardenne offrono nel finale ai loro protagonisti una luce (per quanto fioca) di speranza. È quanto accade anche a Lorna, protagonista dell'inizio di un nuovo corso del loro cinema.
Un film che ancora una volta provoca disgusto per come ci sia gente capace di lucrare sulle disgrazie della gente. Un film che però lascia la speranza di una rinascita.
ma il vincitore è il porcone che non so come sia giunto fin qui: donne da leccare... qua mi spiace ma ci son solo ciliegie!
Questo post potrà sembrare incoerente. Ma non lo è, faccio già che dichiararlo.
L'altra sera mi son guardata Elf in tv, esaltata come una bambina. Commuovendomi quando tutti insieme cantano a Central Park. Sapendo le battute quasi a memoria: Tontolone testa di cotone!
E voi già lo sapete che Elf è il mio film di Natale preferito: ve l'ho detto il 2 luglio! Forse vi ricordate che io ascolto canzoni di Natale tutto l'anno. Forse non sapete che il 17 agosto a Belmonte tutti gli anni io e Fra discutiamo delle innovazioni che vorremmo fare al nostro presepe, innovazioni che di solito prevedono minimotori per far andare avanti e indietro stelle comete e cose del genere... che poi per ovvi motivi non siamo in grado di realizzare. Quest'anno però abbiamo anticipato e già andando a Santiago abbiamo parlato dei regali di Natale da preparare. Non potete sapere che ormai da settimane almeno un paio di volte al giorno parliamo dell'8 dicembre: giorno in cui facciamo l'albero, da sempre.
Ieri passeggiando per Torino tra vetrine con angioletti e alberi di Natale mi son fatta due conti... e mi son accorta che abbiamo appena superato la metà di novembre. Cazzo non è Natale. Non ancora. non è ancora ora di guardare Elf, è troppo presto!
Elf lo dice: se lo spirito del Natale vuoi salvare più forte devi cantare!!
Io da sempre sostengo che la bellezza delle cose la si può misurare anche da quanto le sospiri. E se il primo agosto avessi avuto davanti un bel panettone (che ho visto 2 settimane fa tra gli scatoloni dell'Eurospin) me lo sarei sbaffata ma ora non ne avrei tutta la voglia che ho ora, non starei a pensare che fra qualche settimana me ne mangerò un bel pezzo.
e io che sono un elfo (un po' troppo cresciuto, anzi speciale, come Buddy) vi faccio un appello: se lo spirito del Natale vuoi salvare, se vuoi far volare la slitta di Babbo Natale il Natale devi attenderlo, sospirarlo, pregustarlo, ma per favore non fateci trovare i Babbi Natali nei supermercati il 2 novembre quando avete riposto quelle benedette zucche di Halloween. Se no la magia si spegne, davvero non per scherzo.
Finirà che il 24 dicembre passeremo davanti alle luci dell'albero e al presepe senza sorridere... e allora la slitta non volerà e non arriverà neanche a Central Park, non partirà proprio dal polo nord.
Sulla strada di Dublino un busker rivendica l'amore perduto cantando canzoni a una lei fedifraga e distante, sognando il contratto discografico e una vita a Londra. Sulla stessa strada incontra una giovane immigrata ceca, instancabile lavoratrice, ragazza madre responsabile e pianista di talento. Uniti dalla passione per la musica i due sconosciuti iniziano a raccontarsi e aprirsi fino a toccarsi (nell'anima) attraverso i testi delle canzoni.Alcune storie d'amore sono destinate a rimanere intatte, inviolate, come se un solo bacio avesse la capacità di distruggere quella promessa che rappresenterebbe la purezza assoluta se lasciata in sospeso in eterno.Once mette in scena l'amore illibato tra due persone che attraverso la musica si raccontano. Giocando di sottrazione, il regista irlandese John Carney confeziona una commedia semplice e piena di sentimento in cui narra di sé, della scena musicale della città che gli ha dato i natali. Dentro a un musical atipico due solitudini si incontrano per caso e per desiderio decidono di convertire il loro talento in un disco che rimanga nel tempo, oltre il tempo.Girato con piglio documentaristico (la camera a mano sembra riprendere senza voler disturbare, le luci di scena sono limitate al minimo, il cast è formato da attori non professionisti), Once segue passo passo le fasi di creazione dei brani dell'improvvisato duo fino alla registrazione finale, coinvolgendo lo spettatore in una storia che nasce grazie alla musica e si consuma esclusivamente attraverso le canzoni. Tutto quello che non viene detto a parole viene espresso attraverso le note.Dublino fa da sfondo con il suo cielo grigio e i suoi candidi paesaggi, con i suoi immigrati e i suoi circoli e regala alla trama una quiete necessaria allo svolgimento e compimento della relazione. L'eloquente e silente sguardo finale lascia in sospeso i destini dei due casti amanti.E questo è il modesto parere: il film è molto carino, una commedia romantica divertente ma con un finale deludente. Perchè io amo il lieto fine, quello scontato. Ora voi ditemi che finale è se uno prende e se ne va per i fatti suoi e l'altra torna con l'ex marito? 2 ore di film per quello!?!? ma per favore!Però mi è venuta voglia di andare a Dublino... io la butto lì!