29 ottobre 2019

E Baboucar guidava la fila

Perché ho letto E Baboucar guidava la fila di Giovanni Dozzini?
Ma quanto è bella questa copertina di beatliana memoria?
E il titolo non incuriosisce subito?
Ecco perché ho letto questo libricino che poi ho trovato un po' insipido...





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La trama di E Baboucar guidava la fila
Baboucar e tre suoi amici sono dei richiedenti asilo africani che decidono di andare a passare un fine settimana al mare a Falconara Marittima partendo da Perugia, dove risiedono.
Li seguiremo in 48 ore di piccoli incontri e scontri, in quel limbo che è l'attesa di scoprire che cosa sarà di loro prima di ottenere la protezione internazionale o vedersi respingere.




“E Baboucar guidava la fila” è un racconto di piccoli avvenimenti, di passeggiate sotto il sole, di giovinezza e libertà. È la storia di quattro ragazzi richiedenti asilo, in attesa di conoscere cosa riserverà loro il futuro, che decidono di passare un week end al mare. Partono così dall’Umbria per arrivare nelle Marche, e noi saliamo sul treno con loro, come loro ci sentiamo gli occhi puntati addosso, avvertiamo la diffidenza. E invece Baboucar e i suoi compagni vogliono solo fare cose normali: un tuffo nel mare, guardare una partita alla tv, corteggiare una donna. Dozzini è bravo nel farci vedere la realtà dagli occhi dei suoi personaggi, nel farci capire come la rappresentazione che solitamente ne abbiamo sia falsata, superficiale. Mi è piaciuta molto questa storia raccontata al presente, senza pretese paternalistiche ma anzi diretta e fresca. #bellochilegge #ebaboucarguidavalafila #minimumfax
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E Baboucar guidava la fila: la recensione
Il romanzo racconta di un limbo, una terra di mezzo (e di nessuno) dove si trovano Baboucar, Yaya, Ousman e Robert: ormai sono giunti in Italia sani e salvi dopo un lungo viaggio e aspettano di capire cosa sarà della loro vita, con il terrore di essere rispediti al mittente.

Di loro e dei loro viaggi non sappiamo nulla: sono esattamente come i ragazzi che incrociamo quotidianamente nei nostri paesi e nelle nostre città.  E alla fine della storia non sapremo nulla di quello che sarà del loro futuro: proprio come accade quando li incrociamo.
Fonte: Pagina facebook della casa editrice Minimum Fax

Giovanni Dozzini scrive come se filmasse il loro fine settimana con l'unico obiettivo di andare al mare, raccontando i piccoli incontri che fanno ai margini (ma mai fuori) dalla vita normale di chi gli vive normalmente.



L'idea è veramente bella, ma non è il romanzo che fa per me: quei libri dove non capita nulla di speciale, dove capitano solo piccoli fatti, dove non c'è qualcosa che davvero coinvolga alla fine mi annoiano un po'.
Non posso assolutamente dire che sia un brutto romanzo, ma semplicemente a me non è piaciuto.

Fonte: Corriere dell'Umbria

Autore: Giovanni Dozzini, con questo libro ha vinto l'European Union Prize for Literature 2019
Anno prima pubblicazione: 2018
Pagine: 165
Dove: tra l'Umbria e le Marche 
A chi può piacere: a chi ama i racconti perché più che un romanzo questo libro è un racconto lungo; a chi è sensibile ai temi dell'integrazione e dell'accoglienza.
Un'altra recensione: Federica de Il lunedì dei libri ne consiglierebbe la lettura anche nelle scuole: a lei è piaciuto tantissimo!

3 commenti:

MikiMoz ha detto...

Non è il genere di storia che amo, ma lode al "formato" racconto lungo e slice of life.
Copertina effettivamente molto bella :)

Moz-

Sara ha detto...

Forse invita alla riflessione, riportandoci alla concretezza degli individui, che non sono un generico "altro".

Sara ha detto...

Federica sbrigati a fare le talee di rosa!