28 agosto 2020

Miss Islanda

 Perché ho letto Miss Islanda di Auður Ava Ólafsdóttir?

Qualche anno fa ho letto un libro bellissimo: Hotel Silence. E' uno di quei libri che non ha una trama particolare (a dir la verità non me lo ricordo nemmeno più tanto bene), ma era scritto così bene che mi è rimasta addosso la sensazione che l'autrice mi avesse abbracciata, fisicamente pagina dopo pagina.

Ovviamente mi ero ripromessa di leggere altri libri dell'autrice al più presto (#credici), ma solo quando a luglio ho seguito le avventure di Sara Caulfield in Islanda mi sono ricordata di quel buon proposito e di aver visto tra gli scaffali della biblioteca Miss Islanda.


Miss Islanda: trama
Il nome di Hekla l'ha scelto il suo papà appena è nata: Hekla porta il nome di un vulcano islandese ed effettivamente ha un vulcano dentro.
Hekla, diventata una giovane donna, viaggia dalla sua fattoria fino a Reykjavik: siamo all'inizio degli anni Sessanta ed Hekla è così bella che le viene subito proposto di partecipare a Miss Islanda.
Hekla però ha un sogno grande e una grande determinazione: vuole diventare una scrittrice.
In una società fortemente maschilista, Hekla proverà ad emergere con il supporto del suo amico omosessuale che subisce perennemente abusi e discriminazioni.
  

Miss Islanda: la recensione

La Reykjavic di cui si parla in Miss Islanda è  tutto fuorché la città arcobaleno, aperta ed accogliente, che è oggi.

Era una città, un paese, un'isola in cui gli omosessuali si chiamano invertiti, in cui la polizia faceva tranquillamente irruzione nelle loro case ed assolutamente era impensabile che un uomo, come DJ Johnsson che è il migliore amico di Hekla, potesse amare un altro uomo alla luce del sole.

Altrettanto impensabile era per una ragazza bellissima poter ambire a qualcosa di più o di diverso dal titolo di Reginetta di bellezza: la bellezza di Hekla non passa inosservata, ma come un vero vulcano Hekla ha una grande forza interiore che è la sua determinazione.


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#altrisettentrioni È il 1963, nasce Surtsey che squarcia di boati e lava i mari d'Islanda, quasi a mettere in subbuglio i precari equilibri dell'isola. E Auður Ava Ólafsdóttir lo fa in Miss Islanda, affrontando le questioni di genere, le convenzioni sociali che incatenano uomini e donne, rincorrendo le storie di Hekla, Isey e David Jón Johnsson. 🌋 «Parlavi in modo diverso. Parlavi la lingua delle eruzioni e dicevi «meraviglioso», "imponente"e" colossale". Avevi scoperto l’alto e ti volgevi verso il cielo.» Hekla, che ha in eredità il vulcano più temibile, è arrivata a Reykjavík con l'Ulisse di Joyce e una macchina per scrivere, alla ricerca di parole e libertà, di una stanza tutta per sé. Ne parlo sul blog nell'ultima playlist del 2019 {link in bio}. Chi lo ha letto? Buona settimana

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Einaudi punta stranamente su questo aspetto della bellezza, piazzando nella copertina una bellissima ragazza, mentre inglesi e norvegesi evidenziano la vera passione di Hekla: fare la scrittrice. E' una ragazza degli anni Sessanta e quindi cosa c'è di meglio che una macchina da scrivere per rappresentarla?
Hekla porta avanti il suo progetto da donna indipendente quale è: non fa grandi proclami, ma testardamente continua a scrivere il suo romanzo in una lingua, l'islandese, parlata da pochissime persone nel mondo e sapendo che per una donna è molto più difficile emergere come scrittrice che per un uomo.
La storia è indubbiamente potente ma questo libro non mi ha conquistata: in alcuni punti è un po' lento ed il linguaggio è troppo poetico per appassionarmi. Io preferisco i testi più concreti o forse semplicemente avevo aspettative troppo alte per questo libro. 

di cui ho letto e consiglio molto di più Hotel Silence
Anno prima pubblicazione: 2018
Pagine: 196 
Dove: soprattutto Reykjavik, ma anche in altre zone dell'Islanda, e c'è anche un pochino di Copenaghen
A chi può piacere: superconsigliato per i fortunelli che faranno un viaggio a Reykjavik; 
molto interessante per chi cerca una lettura LGBT+ e si interroga sulle disparità di genere; 
lo stile è molto particolare quindi ve lo consiglio se cercate un libro in cui si dà molto spazio ai pensieri e alle riflessioni piuttosto che ai fatti in sé. 
Un'altra recensione: molto interessante l'approfondimento di Elena Genero Santoro sul percorso che ha portato verso l'uguaglianza di genere in Islanda, partendo proprio da questo libro


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Verðlaunaskáldið okkar, hún Auður Ava. Skrifar um skáldskaparþörfina. Virðist ekki fara vel saman að vera í ástarsambandi og skrifa, enda það í grunninn einmanaleg iðja. Góð bók, góður höfundur. Skyldi vinkonan Ísey jafnvel hafa getað orðið betri höfundur? Söguhetjan Hekla fylgdi hjartanu en Ísey varð fórnarlamb aðstæðna. The Icelandic prize winning author Auður Ava with her latest book, Miss Iceland. Writing about the need to write. And about friends and lovers. 240 bls. #ungfruisland #auduravaolafsdottir #books #booksofinstagram #readingforpleasure #literature #fiction #womenswriting #feminism #womenwriters #loveliterature

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3 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Sempre ottime idee lettetarie d"autore complementi Fedetica
Maurizio

baba ha detto...

Durante il lockdown avevo iniziato ad ascoltare l'audiolibro di Hotel Silence su Storytel ma avevo interrotto l'ascolto passando ad altro. Mi distraevo in continuazione. Ho lasciato il titolo nella wishlist della biblioteca. Forse ci riproverò. è da un po' che non viaggio verso il nord...
Buon weekend!

Nela San ha detto...

Non si finisce mai di scoprire le mille sfaccettature di storia sociale di quest'isola.
Anch'io mi ero fatta ispirare da Hotel Silence, però qualcuno di cui mi fidavo mi dissuase dall'acquisto.
Vedo dunque che mi devo ricredere.
PS hai ragione quanto alla copertina dell'edizione italiana: non si può dire sia molto calzante o di buona originalità.