Perché ho letto Potere alle parole di Vera Gheno?
Per puro caso ho scoperto su instagram il profilo di Alicetrentaequalcosa: cercavo qualche dritta per visitare Barcellona e ho trovato un sacco di informazioni e, soprattutto riflessioni, sul linguaggio inclusivo.
Incuriosita dall'uso dello schwa (ə), ho così chiesto ad Alice dove potessi trovare qualche informazione in più e lei mi ha consigliato di leggere Vera Gheno: Potere alle parole era l'unico disponibile sulla biblioteca on line e ho pensato che potesse essere un bell'inizio.
Non ho trovato le riflessioni che cercavo sull'inclusione nel linguaggio di genere, ma è stata una bella lettura e ricca di altri spunti sulla lingua!
Potere alle parole è un saggio di sociolinguistica: quello che troverete tra le sue pagine sono concetti semplici, ma su cui probabilmente non vi siete mai veramente soffermati, dandoli quasi per scontati.
Vera Gheno, che in passato ha collaborato con l'Accademia della Crusca, racconta l'italiano non come una lingua in pericolo o da salvare da parole straniere o neologismi, ma come di un grandissimo patrimonio che noi parlanti dobbiamo amare di più.
Più volte l'autrice sottolinea come la lingua sia qualcosa di vivo, in continua evoluzione e non ci sia nessuno in grado di amarla se non i parlanti stessi, ovvero noi. Questo è ovvio che ci dà una grandissima responsabilità perché il futuro del nostro idioma dipende esclusivamente dalle scelte linguistiche di ciascuno di noi, da quali parole usa e come le usa.
Parlare bene una lingua ci permette anche di essere estremamente più liberi ed efficaci: quindi amare l'italiano è un po' come amare maggiormente anche noi stessi e prenderci cura delle persone che abbiamo intorno.... strano vero?
Se per esempio riempiamo i nostri discorsi di paroloni quando siamo in un contesto informale, parole specifiche e tecniche quando parliamo con chi è al di fuori di quell'ambito o usiamo intercalari in un contesto formale renderemo difficile la comunicazione e rischieremo di non essere capiti.
In questo libro non si parla dello schwa, ma si parla dei femminili professionali: come si deve rivolgere ad un ingegnere donna? ingegnera è giusto o meno?
L'idea però che mi sono fatta è che se la lingua è qualcosa di vivo, moderno ed al passo con i tempi è giusto e doveroso farla cambiare perché possa rappresentare tutte le sfumature che oggi ci servono per esprimere concetti e sfumature che ieri non si presentavano.
E quindi proverò ad usare un linguaggio sempre più inclusivo e anche, ovviamente, ad approfondire l'argomento.
Se cercate altri libri, di un altro genere, che parlino della lingua vi consiglio due romanzi completamente differenti tra di loro:
- L'idioma di Casilda Morerira --> un romanzo breve ma intenso in cui uno studente italiano di etnolinguistica si reca in Argentina per incontrare gli ultimi due parlanti di una lingua, ma che per motivi sconosciuti si rifiutano di parlarsi tra di loro.
- Il censimento dei radical chic --> Claudio Papi in modo ironico ed irriverente prova ad immaginare un paese dove vengono bandite le parole difficili: pare (e sottolineo pare) che dove non esistono parole difficili, manchino concetti difficili e le persone abbiano un pensiero molto semplificato e facilmente influenzabile. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti non è casuale.
Autrice: Vera Gheno
Anno prima pubblicazione: settembre 2019
Pagine: 176
A chi può piacere: a chi si pone domande e vuole capire anche quello che diamo per scontato come parlare la propria lingua madre; anche a chi non ama i saggi perché è volutamente molto divulgativo.
Per approfondire: un'intervista all'autrice su letture.org
2 commenti:
Le tue scelte cara Federica sono sempre azzeccare
Buon inizio di settimana
Maurizio
Bello! Mi piace molto come argomento. Sono sempre a caccia di refusi e in guerra con strafalcioni e assurdità che vengono dette e scritte. Magari leggere questo saggio mi aiuterà ad essere un po' più tollerante. Grazie del suggerimento, Fede!
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